Approfondimenti

E-Cat, la saga continua

Un aggiornamento sulla vicenda dell’Energy Catalyzer di Andrea Rossi, il dispositivo che sarebbe in grado di produrre reazioni nucleari a bassa energia (LENR). Stiamo seguendo la vicenda ormai da mesi: trovate qui gli articoli precedenti.

Avevamo lasciato in sospeso la vicenda di Andrea Rossi lo scorso aprile dopo alcune dimostrazioni pubbliche del suo dispositivo, con potenze più basse rispetto a quelle annunciate nei primi test. Allora avevamo reputato insufficienti le prove portate da Rossi sul funzionamento della sua invenzione, in quanto le tecniche usate per stimare la produzione di energia prestavano il fianco a molte critiche e, soprattutto, le prove non erano state fatte in modo indipendente, con modalità e strumentazione decise dagli sperimentatori. Erano, in sostanza, più “dimostrazioni pubbliche” che vere e proprie verifiche sperimentali. Inoltre, Query aveva scelto di non entrare nel merito delle misure, di cui non tutti i dettagli erano disponibili, poiché sembrava imminente l’ingresso in campo di un gruppo di fisici dell’Università di Bologna che avrebbero potuto verificare indipendentemente la produzione di energia levando ogni dubbio.

© 2011 Massimo Brega per Focus/Focus.it

Da allora, la faccenda si è ulteriormente complicata; nel seguito riportiamo soltanto qualcuno dei principali eventi di questi mesi, anche se il condizionale è spesso d’obbligo perché le dichiarazioni di Rossi al riguardo sono ambigue e a volte parzialmente contraddittorie.

È stato firmato con il Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna un contratto che prevede il pagamento da parte di Rossi di 500.000 Euro a fronte di una collaborazione con il Dipartimento per «ricerche nel campo della efficienza di produzione di energia degli impianti». In attesa del pagamento, però, il contratto non è ancora attivo; abbiamo parlato qui dei piani del Dipartimento con Giuseppe Levi, il fisico che ha seguito Rossi fin dai primi test. L’inventore ha interrotto bruscamente i rapporti con la Defkalion Green Technologies, una cordata di finanziatori greci che avrebbe dovuto essere licenziataria del brevetto almeno per alcune aree. Defkalion ha poi dichiarato che procederà ugualmente a mettere in commercio una licenza basata sul miglioramento tecnologico e ingegneristico «dell’invenzione di Rossi o di altre simili», accusando allo stesso tempo Rossi di usare tecnologie e strumenti sviluppati da loro. Questo ha suscitato la reazione sdegnata da parte del chimico fisico Christos Stremmenos, professore dell’Università di Bologna in pensione ed ex ambasciatore greco in Italia. Stremmenos, che della Defkalion era vicepresidente onorario (e, a detta dell’azienda, direttore della Ricerca & Sviluppo) ha preso le difese di Rossi, pubblicando una lettera aperta su 22passi d’amore e dintorni, l’eterogeneo blog tenuto da Daniele Passerini, un amico di infanzia di Levi che quest’ultimo ha scelto come confidente. Si sono moltiplicate le voci, non confermate, di replicazioni indipendenti del risultato di Rossi, mentre il direttore di New Energy Times Steven Krivit,  dopo una breve visita al laboratorio di Rossi a Bologna, ha cambiato parere sulla plausibilità dell’invenzione e ha attaccato pesantemente Rossi, suscitandone la reazione infuriata. Non si è sentito più parlare dell’Ampenergo, la società fondata per commercializzare l’E-Cat negli Stati Uniti, mentre Rossi stesso ha smentito, chiamandola «leggenda metropolitana», la voce di una collaborazione con la NASA,  che però a sua volta ha espresso qualche interesse nelle LENR attraverso Dennish Bushnell, del Langley Research Center.

L’esperimento più recente, su una versione ancora diversa dell’apparecchio, è stato condotto il 6 ottobre, alla presenza di alcuni selezionati giornalisti, rappresentanti di varie istituzioni e altri ospiti a vario titolo. Tra i giornalisti, lo svedese Mats Lewan di Ny Teknik (che segue Rossi fin dal principio) e Raymond Zreick di Focus.it hanno documentato il test con articoli, filmati e interviste (qui su Focus.it e qui in inglese su NyTeknik.se). Il premio Nobel Brian Josephson, da sempre distintosi per la sua posizione controcorrente su molti argomenti tra i quali la fusione fredda e le LENR, ha invece declinato l’invito.

I fisici dell’Università di Bologna hanno partecipato al test solo in qualità di osservatori e hanno scelto di non rilasciare alla stampa alcuna dichiarazione; il Direttore del Dipartimento di Fisica Paolo Capiluppi ci ha ribadito che il test non fa parte del contratto firmato con Rossi, contratto che non è ancora attivo in attesa del pagamento del contributo pattuito e della consegna di un E-Cat per verifiche indipendenti.

La principale differenza metodologica rispetto ai test precedenti è stata l’uso di uno scambiatore di calore, per rispondere alle molte critiche sulla qualità del vapore prodotto nei test precedenti, nelle quali un eventuale contenuto di acqua liquida in sospensione avrebbe potuto falsare le misure di energia. Questa volta il vapore prodotto dall’E-Cat è stato fatto circolare in uno scambiatore ad acqua, mentre l’incremento di temperatura veniva misurato sull’acqua circolante nel circuito secondario.

© 2011 Mats Lewan

In questo modo la qualità del vapore diventa irrilevante ai fini della misura dell’energia. In più, l’E-Cat ha lavorato per qualche ora in modalità “autosostentamento”, ossia senza energia elettrica fornita dall’esterno. Dopo il test, lo scambiatore è stato aperto per verificare l’assenza di trucchi, così come l’E-Cat. Tuttavia non è stato possibile esaminare il nucleo, né fare fotografie o filmati del dispositivo aperto, anche se Mats Lewan è riuscito a farne una.

Come in passato, il risultato apparente del test è una significativa produzione di energia da parte del dispositivo, ma anche in questo caso le tecniche sperimentali lasciano a desiderare. Neanche stavolta entreremo nei dettagli per quanto riguarda il merito tecnico delle misure, sulle quali del resto abbiamo soltanto report giornalistici e filmati. Per fare soltanto qualche esempio, il discutibile posizionamento delle termocoppie usate per misurare la temperatura ai capi dello scambiatore, il  salto termico di soli 6-7 °C tra ingresso e uscita dello scambiatore (non abbastanza grande da rendere sicuramente trascurabili agli errori di misura), la breve durata della fase di autosostentamento sono tutti effetti che potrebbero falsare le misure e su cui solo Rossi ha controllo. E, di nuovo, manca la verifica indipendente dell’effetto: non stiamo parlando di un semplice miglioramento tecnologico nel rendimento di una caldaia ma, secondo Rossi e Focardi, di un fenomeno fisico completamente nuovo che contraddice molte conoscenze acquisite. Come è normale di fronte ad annunci rivoluzionari, la comunità scientifica richiede prove chiare e solide per convincersi.

© 2011 Mats Lewan

Sempre il 6 ottobre è stata presentata (anche se era già stata mostrata a Ny Teknik, che aveva fatto circolare alcune fotografie a metà settembre) la versione del dispositivo proposta per la commercializzazione, ossia un impianto da 1 MW di potenza formato da un container che ospita una cinquantina di moduli E-Cat apparentemente simili a quello usato per il test.

Proprio oggi (28 ottobre) l’impianto dovrebbe entrare in funzione un’altra volta durante una nuova prova alla presenza di un misterioso potenziale cliente di Rossi e, probabilmente, di pochi giornalisti.

© 2011 Massimo Brega per Focus/Focus.it

Non ci sarà la diretta video precedentemente annunciata: nelle parole di Rossi, è necessaria una notevole cautela data la natura “molto particolare” del cliente, i cui rappresentanti non desiderano essere filmati. Rossi ha annunciato che pubblicherà a mezzanotte un report e un video sul test, presumibilmente sul suo blog Journal of Nuclear Physics.

Rossi ha sempre detto che non gli interessa convincere la comunità scientifica, ma trovare un cliente. Le condizioni del nuovo test sarebbero state dettate proprio dal possibile cliente: caveat emptor, staremo a vedere. Speriamo sia la volta buona.

92 pensieri riguardo “E-Cat, la saga continua

  • @Query
    Non capisco se la domanda è retorica/sarcastica, quindi risponderò come se fosse seria.
    Tempo fa il CICAP aveva dichiarato di ‘sospendere il giudizio’ sull’e-cat, a meno che Rossi non onorasse l’impegno con UniBO. Di fatto, non l’ha onorato: c’è stato un posticipo. Volevo capire fin dove il CICAP aspetterà (un posticipo tira l’altro).
    Sul ‘che cosa fare’, a mio personalissimo avviso, ci sono alcune questioni non approfondite:
    – Il parere di Bianchini sull’e-cat (voci non verificate dicono che Bianchini non creda che avvenga un fenomeno nucleare all’interno dell’-ecat) e le sue misurazioni radiologiche, anche nei test ‘privati’.
    – Come mai Levi non ha detto nulla a Giugno quando Rossi mostrò a Krivit un vapore non corrispondente al vero (5kW dichiarati contro <1 kW effettivi)
    – Come è possibile dichiarare di avviare una centrale nucleare in Italia e di vendere centrali nucleari in Italia come se fossero tostapane.
    Grazie.
     

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    • Mattia,
      la domanda era vera e assolutamente non polemica. La nostra richiesta di test indipendenti vale ancora e che li faccia UniBo o qualsiasi altro ente conta poco. Rossi sta continuando a rimandare e questo può voler dire molte cose, ma non sta a noi convincerlo a mollare l’E-Cat o i soldi. UniBo ha gli strumenti per farlo da sé.
      Di più non possiamo fare, anche volendo.

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  • Non la definirei una reazione nucleare. semmai una catalisi.
    Il discorso per me è un altro … se il costo di questa catalisi è inferiore al costo del petrolio allora è una scoperta interessante.
    Se non lo è allora bisogna trovargli un altra allocazione. In qualsiasi caso non capisco dove siano state trovate le foto dell’ E-Cat aperte visto che non hanno mai voluto aprirlo per brevetti industriali internazionali.
     

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  • @Query
    Ho ritenuto opportuno rispondere per email (all’indirizzo email della Mautino)

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  • Alla lunga le “saghe”stufano…….

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  • Questa pagina
    http://www.leonardo-ecat.com/fp/About/Personnel/index.html
    sabato 12 / 11 / 2011  presentava questa lista:
     
    Personnel
    Ing. Andrea A. Rossi, Inventor
     
    Prof. Sergio Focardi (INFN – University of Bologna – Italy)Prof. Giuseppe Levi (INFN – University of Bologna – Italy)Prof. Stremmenos Christos (Athen University – Greece)Prof. Alberto Carnera (INFM – University of Padova – Italy)Prof. Pierluca Rossi (University of Bologna – Italy)Prof. Luciana Malferrari (University of Bologna – Italy)Prof. George Kelly (University of New Hampshire – USA)Sterling D. Allan, Advisor, webmasterHank Mills, Web content
    Sempre più solo….

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  • Ok ci siamo, presto saranno in commercio a circa 2000 euro . Ora finalmente la VERITA’ . chi sara’ il primo ha comprarlo?non sto’ piu’ nella pelle…………….

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  • @CICAP e QoL
    Consiglio vivamente la visione di questo filmato http://www.youtube.com/watch?v=3BemTGkjl6U in cui due distinti signori americani parlano dell’e-cat e delle sue prospettive. La parte che mi ha più colpito, ed offeso, viene al tempo 5:31 quando l’intervistatore con malcelata ilarità cita l’”Università di Baloney”, insistendo su questa definizione ben sapendo la pronuncia di Bologna. Ora “baloney” in inglese ha 2 significati: il primo indica un salume simile alla mortadella bolognese, il secondo significa “sciocchezza” o “balla, fandonia”. Lascio interpretare a chi vedrà il video se gli ammiccamenti tra i due sottointendevano il primo o il secondo significato.

    Ora qualcuno dirà che per noi italiani non è un gran problema, la cronaca recente ci ha abituato a situazioni peggiori. D’altronde i 2 signori americani non erano né Sarkozy né la Merkel. Questo però non non lo possono dire i membri e gli ammiratori del CICAP, perché uno dei 2 ilari signori è nientedimeno che James Randi. Per chi non lo sapesse Randi è un mito negli USA, è il fondatore dello CSICOP, l’organizzazione americana che lotta contro il paranormale e il parascientifico. Il CICAP ne ospita un ampio profilo biografico qui: http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100313.

    Se non ho capito male  il suo inglese, Randi preconizza, da oltre oceano, che l’e-cat non funzionerà e che probabilmente parecchi investitori perderanno i loro soldi, mentre per il momento fa capire, tramite gli sghignazzi del suo intervistatore, che a perdere la faccia sarà l’Università di Bologna.

    Sono passati diversi mesi da quando a luglio è stato chiuso improvvisamente il penultimo blog sull’argomento. L’e-cat ha concluso fase dimostrativa ed è passato a quella commerciale. E’ il momento di raccogliere ciò che si è semianto. C’è chi, per ora, raccoglie ordini e chi raccoglie risate.

    A suo tempo il CICAP era stato pregato, tramite QoL, di assumere una posizione più netta sull’argomento, a sollecitare il rettorato e il MIUR a prendere provvedimenti e a far esaminare da persone competenti il materiale a disposizione sulle prove già effettuate. Quello stesso materiale, scarno ma significativo, che è stato più che sufficiente a Randi per esprimere un giudizio netto sulla vicenda.

    Ora chiedo al CICAP se non ritiene che sia arrivato il momento, in questa partita che da mesi si svolge tra sostenitori e negazionisti, di scendere dal trespolo del giudice di gara neutro che si limita a contare i punti e i falli dell’uno o dell’altro e che tutt’al più chiede che venga ripetuto l’incontro e di schierarsi apertamente dal lato della scienza.

    Spero vivamente che qualcuna delle eminenti personalità scientifiche che compaiono nell’organigramma del CICAP si prenda il disturbo di dire all’UniBo che è finito il tempo dei temporeggiamenti. Che essere presi per il naso per quasi un anno è più che sufficiente e che non si può attendere ancora altrettanto come invece sembra disposto a concedere il prorettore Braga in questa intervista http://www.youtube.com/watch?v=tqhXotcu5hs. Intervista contenuta in un bel servizio andato recentemente in onda su La7 e che, se mai possibile, è ancora più avvilente, per chi tiene al prestigio della nostra ricerca, dell’intervista a Randi.

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  • Ohibo’ mi trovo d’ accordo proprio con James Randi! Vuoi vedere che l’ E-cat funziona e risolverà la crisi energetica del Pianeta? Comunque, a mio parere, Query fa bene a sospendere il giudizio definitivo.
    Permettetimi un cenno autobiografico: essendomi laureato ed avendo vissuto per oltre 20 anni a Bologna, mi dispiace che la Mortadella abbia per gli Angloamericani una idea di bufala( !!!). La mitica Mortadella originale, che ho fatto in tempo a mangiare da bambino, era un alimento povero e aveva una buona percentuale di carne di somaro mescolata alla carne di derivazione suina. Ora non più e non è più buona come una volta. Forse sono queste origini a darle il significato traslato in Inglese: qualcuno deve averla venduta agli occupanti,  in tempo di guerra, come pregiata carne suina.

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  • Caro Livio, la saluto anch’io con grande piacere e con Lei, saluto Camillo, Francesco e tutti gli altri amici con cui ho interagito fino a luglio su QoL.

    Ho seguito di tanto in tanto il vostro peregrinare da un sito all’altro. Ho letto anche i graditi inviti a portare il mio contributo in questi nuovi approdi, ma dopo l’annuncio a giugno della firma del contratto da parte del DF era ormai venuto meno lo scopo del mio impegno, che, nel mio piccolo e tramite il CICAP, si proponeva di fornire alle persone di buon senso presenti nel DF (qualcuno ci sarà pure) qualche elemento concreto utile a farli accorgere dell’abbaglio che avevano preso. Purtroppo non ci sono risuscito e dopo quell’annuncio avrei volentieri chiuso lì, ma ho proseguito per qualche giorno solo perchè nel frattempo avevo avviato un’interessante e fruttuosa corrispondenza con il tenace Francesco, che ho proseguito fin quando l’ennesima chiusura di QoL mi ha salvato dall’estenuante impresa di spiegare il perché i dati noti delle prove rese pubbliche non mi davano alcun motivo per ritenere che l’ecat avvesse generato alcun eccesso di energia.

    Dopo che la frittata era ormai fatta, ho scelto di astenermi da ulteriori commenti, tanto più che la pressione su UniBo è stata sempre mantenuta alta grazie alla Sua solerzia e all’impegno di Camillo e da altri validissimi nuovi arrivi.

    Solo, dopo aver visto quel video e data l’importanza che James Randi riveste per chiunque combatte l’oscurantismo scientifico, mi sono sentito in dovere di appellarmi ancora al CICAP affinchè intervenga, nelle forme che ritiene più opportune, presso i responsabili accademici e ministeriali affinchè prendano gli opportuni e urgenti provvedimenti al fine di ridurre per quanto possibile i danni di immagine che la scontata conclusione di questa penosa vicenda procurerà all’UniBo e a tutta la ricerca italiana.

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  • Incuriosito dal commento di Italo Bianchi, non sapevo Randi si fosse occupato del tema, ho guardato il video.  Randi dice che lui non crede all’e-cat, poiché si tratta di un dispositivo che assomiglia troppo ad altri che ha gia’ visto fallire, e che la vicenda presenta alcune caratteristiche che giustificano dei sospetti, in particolare perché gli inventori fanno affermazioni straordinarie ma continuano a rinviare una dimostrazione chiara di ciò che affermano. Per questo prevede che la cosa si rivelerà un fallimento e che alla fine servira’ solo a far perdere un po’ di soldi ai finanziatori.
    Si tratta di una posizione pienamente legittima: sulla base della sua esperienza passata in vicende che presentano caratteristiche analoghe, Randi  ritiene che anche in questo caso il tutto si risolverà in una bolla di sapone.
    Nel commento di Bianchi viene però chiamato in causa il Cicap a causa degli articoli di Query sul tema. Allora intervengo solo per osservare che Queryonline è un sito che fa informazione e divulgazione  e  in questo senso si occupa di seguire le notizie, avanzare dubbi o critiche, e non di fare previsioni sul futuro.
    Per fare un esempio che spero chiarisca: anche sulla (ipotetica) maga Giovanna noi raccontiamo le sue gesta, le chiediamo di darci delle prove di quel che dice, e le diciamo che le prove che ha dato sinora sono insufficienti. E’ esattamente cio’ che stiamo facendo da tempo sulla storia dell’e-cat. In questo senso io non vedo una differenza di posizione tra noi e Randi, ma vedo senz’altro una differenza di funzione tra noi e la fondazione di Randi.
    Quanto all’università di Bologna: se un giorno si arrivera’ a condurre dei test, cosa che sinora è mancata e non certo per responsabilita’ di quell’istituzione,  ci sembra un luogo che offra garanzie adeguate a tutti.

    Rispondi
  • Dott. Montali,
    la ringrazio per l’attenzione che ha dedicato al mio intervento. Mi consenta però di replicare alle sue osservazioni.

    Incuriosito dal commento di Italo Bianchi, non sapevo Randi si fosse occupato del tema, ho guardato il video.  Randi dice che lui non crede all’e-cat, poiché si tratta di un dispositivo che assomiglia troppo ad altri che ha gia’ visto fallire, e che la vicenda presenta alcune caratteristiche che giustificano dei sospetti, in particolare perché gli inventori fanno affermazioni straordinarie ma continuano a rinviare una dimostrazione chiara di ciò che affermano. Per questo prevede che la cosa si rivelerà un fallimento e che alla fine servira’ solo a far perdere un po’ di soldi ai finanziatori.
    Si tratta di una posizione pienamente legittima: sulla base della sua esperienza passata in vicende che presentano caratteristiche analoghe, Randi  ritiene che anche in questo caso il tutto si risolverà in una bolla di sapone.

    A me sembra che Randi argomenti più ampiamente la sua posizione anche con riferimento a documenti ed informazioni specifiche delle prove di Bologna. Credo sarebbe sicuramente un utile servizio reso a tutti i simpatizzanti del CICAP che seguono questa vicenda metter loro a disposizione su Query una traduzione integrale dell’intervista a Randi. 

    Nel commento di Bianchi viene però chiamato in causa il Cicap a causa degli articoli di Query sul tema. Allora intervengo solo per osservare che Queryonline è un sito che fa informazione e divulgazione  e  in questo senso si occupa di seguire le notizie, avanzare dubbi o critiche, e non di fare previsioni sul futuro.
    Query è la rivista ufficiale del CICAP, immagino che quanto riferisce rispecchi la posizione del CICAP. Per quanto riguarda l’astensione dal fare previsioni ho fatto una breve verifica scorrendo soltanto gli argomenti compresi nella rubrica “Approfondimenti” che ospita questo stesso articolo. A titolo di esempio cito la faccenda della cometa Elenin. L’articolo è del 31 marzo scorso, ma l’estensore tranquillizza tutti sul fatto che la cometa non avrebbe causato i problemi paventati da taluni preoccupati per il suo passaggio il 16 ottobre successivo. Ugualmente tranquillizzante e predittivo è l’articolo pubblicato il 15 aprile relativo al terremoto previsto a Roma per l’11 maggio. Condivido pienamente i due articoli, basati sull’analisi scientifica dei presupposti e che consente di derivarne delle previsioni certe in anticipo. Ma che differenza c’è con l’ecat? Oltre all’esperienza pregressa di 22 anni di fallimenti della FF, su cui si basa Randi, qui ci sono dei dati specifici (rapporti, documenti, foto e filmati) su cui si possono avanzare delle previsioni di attendibilità delle prestazioni rivendicate per l’ecat.

    Per fare un esempio che spero chiarisca: anche sulla (ipotetica) maga Giovanna noi raccontiamo le sue gesta, le chiediamo di darci delle prove di quel che dice, e le diciamo che le prove che ha dato sinora sono insufficienti. E’ esattamente cio’ che stiamo facendo da tempo sulla storia dell’e-cat.
    La situazione dell’ecat è molto diversa da quella della maga Giovanna, le cui attività non possono essere valutate preventivamente tramite i principi e le leggi fisiche messe a punto in secoli di applicazione del metodo scientifico sperimentale.

    In questo senso io non vedo una differenza di posizione tra noi e Randi, ma vedo senz’altro una differenza di funzione tra noi e la fondazione di Randi.
    Randi si è spinto un po’ oltre. Capisco che la sua posizione sia meno critica. A lui non interessa mantenere un buon rapporto con il mondo universitario italiano. E infatti non mi aspetto che il CICAP critichi apertamente UniBo o il suo DF, ma spero che agisca comunque per vie riservate per salvaguardare la reputazione del mondo scientifico italiano.

    Quanto all’università di Bologna: se un giorno si arrivera’ a condurre dei test, cosa che sinora è mancata e non certo per responsabilita’ di quell’istituzione,  ci sembra un luogo che offra garanzie adeguate a tutti.
    UniBo ha già condotto un test. C’è un report del dr. Levi, un ricercatore del dipartimento di fisica, con tanto di stemma dell’UniBo in copertina e divulgato nel mondo tramite un sito che lo presenta come report ufficiale del Dipartimento di Fisica (22passi.blogspot.com/2011/01/report-ufficiale-esperimento-della.html) . Il report conclude che durante le prove del 16 dicembre 2010 e 14 gennaio 2011 sono state prodotte quantità impressionanti di energia. Il DF non ne ha mai rinnegato il patrocinio e le informazioni ivi contenute non sono mai state smentite né corrette dal suo autore, semmai confermate.
    A qualunque fisico sperimentale quanto scritto nel report basterebbe per concludere che non c’è alcun motivo per ritenere che quelle prove abbiano mostrato alcun eccesso di energia, soprattutto dopo aver esaminato attentamente le foto e i filmati dell’evento. Invece, soprattutto sulla base di quel report, il DF ha firmato con la società EFA un contratto in cui si impegna a studiare l’ecat in un arco di 2 anni ricevendone un compenso di 500 mila Euro. Una cifra astronomica rispetto a quanto sarebbe necessario per verificare SE un apparecchio produce 6 volte l’energia assorbita, verifica che richiederebbe al massimo una settimana di lavoro, report incluso.
    E si illude chi pensa che UniBo potrà verificare SE l’ecat funziona, infatti, come può vedere dal sito di Focus, la controparte ha recentemente affermato:
    “Per evitare fraintendimenti o incomprensioni è necessario interpretare correttamente il mandato dell’Università di Bologna, il cui compito va ben oltre quello del semplice test. I dettagli della collaborazione con l’Università sono numerosi e complessi, ma in sostanza si tratta di un lavoro di “ingegneria inversa” che deve partire da ciò che accade nel reattore per verificare la teoria che spiega quei fenomeni oppure porre le basi per una nuova teoria.”

    Che tradotto vuol dire che UniBo può soltanto studiare il COME e il PERCHE’ funziona, ma non il SE, perché “il ciò che accade nel reattore” sarebbe già stato appurato nei test fin qui fatti, con la presenza costante, più o meno operativa, di personale del DF di Bologna.
    Questo stato di cose non dà garanzie a nessuno. C’è solo il rischio che l’UniBo e con essa tutta la ricerca italiana rimedi una figuraccia planetaria. E quando accadrà un po’ di figuraccia, anche se solo su scala nazionale, forse la rimedierà anche il CICAP.

    Rispondi
  • @CICAP
    Levi nella precedente intervista di fine giugno ha dichiarato che UniBO sarebbe stata pienamente libera di pubblicare le misure riguardanti la calorimetria che si svolgerà.
    Rossi invece nei suoi interventi insiste nel dire che la collaborazione con UniBO sarà riservata e che nessuna informazione verrà rilasciata finchè non ci saranno i brevetti.
    Io stesso e molti altri, a mio suggerimento, hanno inviato una semplice domanda a Rossi: i risultati della calorimetria presso UniBO sarà resa pubblica prima dell’ottenimento del brevetto?
    Nessuna di queste domande ha ricevuto risposta, nonostante altre domande sono state pubblicate.
    Sembra che Rossi si rifiuti di rispondere a questa domanda diretta.
    Quello che mi chiedo è se il famoso contratto è stato modificato dopo l’intervista a Levi, o se Levi non ha riportato con correttezza le condizioni del contratto. Potete verificare?
    Grazie

    Rispondi
    • @Mattia,
      come sai, i termini del contratto tra il Dipartimento di Fisica e Rossi sono riservati. Comunque, la domanda che ti poni, l’abbiamo posta anche noi a Levi qualche tempo fa e ci ha confermato quanto aveva detto nell’intervista: il risultato dei test sarà pubblico.

      Rispondi
  •  
    http://fusionefredda.wordpress.com/2011/11/26/fusionefredda2/#comments
    Camillo scrive:
    novembre 28, 2011 alle 11:06 pm
    @Montali
    @Italo Bianchi
    Scrive Lorenzo Montali, Direttore di Query:
    Per fare un esempio che spero chiarisca: anche sulla (ipotetica) maga Giovanna noi raccontiamo le sue gesta, le chiediamo di darci delle prove di quel che dice, e le diciamo che le prove che ha dato sinora sono insufficienti. E’ esattamente cio’ che stiamo facendo da tempo sulla storia dell’e-cat.
    L’esempio è scelto bene.
    La maga Giovanna deve mostrare i risultati delle sue operazioni magiche, dato che con lei non si può ragionare alla pari di impossibilità teorica. Non puoi scoraggiare la maga Giovanna raccontandole che la levitazione è impossibile perché viola la forza di gravità. Ti guarda basita e continua nei suoi imbrogli.
    Diverso è il caso di Rossi e degli uomini del DF che lavorano con lui.
    Rossi, Levi, Focardi forniscono un articolo e un brevetto che fanno riferimento a leggi scientifiche; desiderano essere considerati uomini di scienza non eccentrici. Affidano alla scienza l’esame critico del loro operato.
    Purtroppo anche a un esame superficiale risulta che articolo e brevetto sono scienza patologica, oggetto degli interessi e delle attività istituzionali del CICAP.
    Perfino arXiv ha rifiutato l’articolo di Focardi&Rossi, su candida ammissione dello stesso Focardi. Non fanno riferimento all’andamento della sezione d’urto con l’energia di collisione, per cui non si spiega per quale ragione il protone sarebbe “assorbito”, termine usato da Focardi in una delle tante esternazioni filmate.
    Osservazioni pertinenti sull’articolo e sul brevetto sono state pubblicate in varie occasioni, senza ottenere risposta. Come osserva Guglielmi, forse cercavano la sede adatta per farlo. Come Capiluppi, che fin dall’inizio si è rifiutato sdegnosamente di confrontarsi con i critici.
    Il CICAP avrebbe dovuto mettere in evidenza questo aspetto di non conformità alla scienza nucleare consolidata fin dalle prime battute e lasciare al DF, con i suoi rappresentanti Focardi Levi, Ferrari e quanti altri, di incartarsi con prove sperimentali a tempo indeterminato e di esporsi agli scherni del restante mondo accademico.
    Il CICAP avrebbe dovuto coinvolgere Capiluppi, respingendo la sua lettera con un commento adeguato.
    Bologna Baloney, ecco a cosa sono arrivati.
    Il CICAP avrebbe dovuto distinguersi per dottrina dai bolognesi, alcuni dei quali mettono le ali al somaro, altri sono pronti a scattare le foto del suo volo, a pagamento per di più. Altri forse stanno in disparte per soggezione.
    Il CICAP si presenta ora con le parole sconsolate e disarmanti di Bagnasco: “Mattia, che cosa dovremmo fare?”, provocando la reazione di Mattia:
    Non capisco se la domanda è retorica/sarcastica
    Come minimo il CICAP dovrebbe anticipare il giudizio dei bolognesi, che arriverà chissà quando, se arriverà.
    ——————-
    Signori del CICAP leggete anche gli altri commenti di Camillo seguenti a quello che ho riportato. Vi sono considerazioni elementari per chi ha una laurea scientifica (e anche per gente di buon senso).
    Ma voi siete proprio questo CICAP?
    http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=180025
    http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100057
     
    Gia` dieci anni fa un autorevolissimo gruppo di scienziati lancio` un appello, che suona sempre attuale e nel quale si diceva, tra l’altro:
    “Trasmissioni radiotelevisive, notizie ed articoli sensazionalistici tendono spesso a presentare come autentici dei fatti che non sono stati adeguatamente controllati e che si sono poi rivelati frutto di errori, o di mistificazioni. Noi riteniamo che cio` sia profondamente diseducativo e contribuisca non solo ad incoraggiare la gia` diffusa tendenza all’irrazionalita`, ma anche a dare credibilita` ad individui che traggono profitto da questa situazione. Pensiamo, quindi, che sia oggi necessario lo sviluppo di un’informazione piu` responsabile, che esamini in modo piu` attento le informazioni relative a presunti fenomeni paranormali e che tenga anche conto degli studi critici che sono stati realizzati in questi anni.
    Per questa ragione intendiamo promuovere la fondazione di un Comitato che stimoli un `azione adeguata in questo campo.”
    —————–
     
    Piero Angela è al corrente  della vicenda E-Cat? Mi comunicate un suo indirizzo e-mail, non troppo personale se non lo desidera, in modo che possa chiedergli un suo parere?
     

    Rispondi
  • @Montali
    @Italo Bianchi
    Per fare un esempio che spero chiarisca: anche sulla (ipotetica) maga Giovanna noi raccontiamo le sue gesta, le chiediamo di darci delle prove di quel che dice, e le diciamo che le prove che ha dato sinora sono insufficienti. E’ esattamente cio’ che stiamo facendo da tempo sulla storia dell’e-cat.
     
    L’esempio è scelto bene.
    La maga Giovanna deve mostrare i risultati delle sue operazioni magiche, dato che con lei non si può ragionare alla pari di impossibilità teorica. Non puoi scoraggiare la maga Giovanna raccontandole che la levitazione è impossibile perché viola la forza di gravità. Ti guarda basita e continua nei suoi imbrogli.
    Diverso è il caso di Rossi e degli uomini del DF che lavorano con lui.
    Rossi, Levi, Focardi forniscono un articolo e un brevetto che fanno riferimento a leggi scientifiche; desiderano essere considerati uomini di scienza non eccentrici. Affidano alla scienza l’esame critico del loro operato.
    Purtroppo anche a un esame superficiale risulta che articolo e brevetto sono scienza patologica, oggetto degli interessi e delle attività istituzionali del CICAP.
    Perfino arXiv ha rifiutato l’articolo di Focardi&Rossi, su candida ammissione dello stesso Focardi. Non fanno riferimento all’andamento della sezione d’urto con l’energia di collisione, per cui non si spiega per quale ragione il protone sarebbe “assorbito”, termine usato da Focardi in una delle tante esternazioni filmate.
    Osservazioni pertinenti sull’articolo e sul brevetto sono state pubblicate in varie occasioni, senza ottenere risposta. Come osserva Guglielmi, forse cercavano la sede adatta per farlo. Come Capiluppi, che fin dall’inizio si è rifiutato sdegnosamente di confrontarsi con i critici.
    Il CICAP avrebbe dovuto mettere in evidenza questo aspetto di non conformità alla scienza nucleare consolidata fin dalle prime battute e lasciare al DF, con i suoi rappresentanti Focardi Levi, Ferrari e quanti altri, di incartarsi con prove sperimentali a tempo indeterminato e di esporsi agli scherni del restante mondo accademico.
    Il CICAP avrebbe dovuto coinvolgere Capiluppi, respingendo la sua lettera con un commento adeguato.
    Bologna Baloney, ecco a cosa sono arrivati.
    Il CICAP avrebbe dovuto distinguersi per dottrina dai bolognesi, alcuni dei quali mettono le ali al somaro, altri sono pronti a scattare le foto del suo volo, a pagamento per di più. Altri forse stanno in disparte per soggezione.
    Il CICAP si presenta ora con le parole sconsolate e disarmanti di Bagnasco: “Mattia, che cosa dovremmo fare?”, provocando la reazione di Mattia:
    Non capisco se la domanda è retorica/sarcastica
    Come minimo il CICAP dovrebbe anticipare il giudizio dei bolognesi, che arriverà chissà quando, se arriverà.
     

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  • @Bianchi
    @ Franchini
    Il Cicap nasce per occuparsi esattamente di ciò che, pur non essendo comprensibile o accettabile con i criteri e i principi utilizzati in ambito scientifico, viene dichiarato vero e provabile empiricamente. Sin dall’inizio scelse di avere nel nome il principio che lo caratterizza: controllare le affermazioni. Non siamo in questo senso interessati a negare a priori, pur sulla base di eccellenti ragioni teoriche, l’esistenza dei fenomeni: siamo interessati a controllare le prove portate circa l’esistenza di un fenomeno.
    La maga Giovanna e i proponenti dell’ecat sono chiaramente diversi, allo stesso tempo entrambi hanno una cosa almeno in comune ed è ciò che interessa noi: entrambi sostengono delle affermazioni che contrastano con ciò che vi è di scientificamente acquisito in un certo ambito. Di entrambi percio’ ci interessiamo e ad entrambi diciamo la stessa cosa: possiamo vedere le prove per valutarle? Come ha scritto Bagnasco anche nell’articolo che state commentando le prove sinora fornite sull’ecat sono insufficienti, le verifiche indipendenti mancano. In questo senso la nostra valutazione negativa è chiara ed esplicita.
    Sono legittime anche altre posizioni: libero chi vuole di negare a priori sulla base di principi consolidati e precedenti esperienze qualsiasi fenomeno. Consentitemi però almeno di rivendicare che il Cicap, sin dalla sua fondazione, ha scelto un’altra posizione e che questa è in perfetta continuità col modo di operare che abbiamo applicato anche nel caso dell’ecat. E il senso di questa posizione, per noi che 20 e più anni fa abbiamo fondato il Cicap, è che se vuoi parlare al pubblico e renderti comprensibile, anche per arginare la diffusione di credenze irrazionali o assurde, non ha senso proporgli come argomento che una certa cosa contrasta con dei principi consolidati e verificati: non è un argomento sbagliato, è, per come lo vediamo noi, un argomento che non ha alcuna presa. Solo la disponibilità a verificare rende evidente che non c’è alcuna paura del nuovo per quanto esso contrasti con ciò che già conosciamo, c’è anzi la curiosità di vedere quali sono le prove che sorreggono questo presunto nuovo e allo stesso tempo c’è la capacità di essere obiettivi nel dichiarare quando queste prove sono del tutto insufficienti.

    Rispondi
  • @ItaloBianchi

    “che tradotto vuol dire che UniBo può soltanto studiare il COME e il PERCHE’ funziona, ma non il SE, perché “il ciò che accade nel reattore” sarebbe già stato appurato nei test fin qui fatti, con la presenza costante, più o meno operativa, di personale del DF di Bologna”

    Come possa essere possibile che di un dispositivo si sappia COME funziona e PERCHE’ funziona e non si sappia SE funziona.

    Che strana logica, mi spieghi, per favore.

    Potrebbero arrivare a stabilire che NON funziona e PERCHE’ non funziona.

    In tal caso avrebbero ammesso di essersi SBAGLIATI nel ritenere che FUNZIONI.

    Rispondi
  • @Montali
    Quanto all’università di Bologna: se un giorno si arrivera’ a condurre dei test, cosa che sinora è mancata e non certo per responsabilita’ di quell’istituzione, ci sembra un luogo che offra garanzie adeguate a tutti.
    Lorenzo, mi dispiace contraddirti.
    Se il titolo di Professore emerito conferito a Focardi ha un significato di appartenenza, non solo il DF di Bologna ha già condotto i test, ma è uno degli agenti dell’iniziativa Rossi.
    Focardi (DF) ha elaborato la teoria, l’ipotesi di lavoro; Rossi l’ho solo lanciata come iniziativa industriale, introducendo, a suo dire, un catalizzatore chimico di reazione nucleare (!). Serve per distinguersi da Focardi. Speaker del test del 14 gennaio era Levi (DF); Bianchini e Villa (DF) erano collaboratori di Rossi; Capiluppi ha chiesto manifestamente di essere presentato nel corso dell’esibizione per ostentare interesse per l’iniziativa, un interesse confermato anche recentemente.
    La situazione si è complicata con il contratto Rossi/UniBO, che non avrebbe ragione di esistere, dato il coinvolgimento di Focardi: Focardi e Levi dovrebbero contraddire se stessi?
    Sappiamo quello che può accadere: i bolognesi fingeranno di avere di fronte un test difficilissimo e di lunga durata per giustificare i soldi che ricevono da Rossi; oppure tutto resterà fermo come ora. Per me è la seconda che ho detto.
    La “garanzie” che può offrire l’UniBO sono simili a quelle che può offrire la volpe dentro il pollaio.
    Almeno cerchiamo di non apparire ingenui. Vogliamo che il CICAP si copra di ridicolo come i bolognesi?

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  • @Montali
    non ha senso proporgli come argomento che una certa cosa contrasta con dei principi consolidati e verificati: non è un argomento sbagliato, è, per come lo vediamo noi, un argomento che non ha alcuna presa.
    Ha perfettamente senso se la nostra controparte si pone come soggetto dotato di competenza scientifica.
    Se Focardi&Rossi si fossero presentati come anonimi cittadini che lanciano una loro invenzione, ci saremmo comportati come di fronte alla maga Giovanna, privilegiando l’osservazione, il test, senza scomodare leggi di natura, che Giovanna non avrebbe capito.
    Nel momento in cui la controparte si presenta in forma di uomini di scienza, noi rispondiamo come uomini di scienza, spiegando perché certe ipotesi di lavoro sono da respingere. Addirittura Focardi appartiene al mondo dei fisici bolognesi, in quell’ambiente è considerato un’autorità, lo è stato fino a oco tempo fa. Rappresenta in modo perfetto le conoscenze nucleari del DF dell’UniBO. Se non fosse così, perché sarebbe stato nominato Professore emerito?
    E’ chiaro che a questo punto il registro cambia. Siamo obbligati a metterci sul loro piano e a contestare ogni singola virgola di quello che affermano, se è contestabile.
    Credo che quelli che seguono le attività del CICAP apprezzino questa flessibilità di comportamento. Con Capiluppi ci si comporta in un modo; con la maga Giovanna in un modo diverso.
    Capiluppi mette le sue conoscenze di fisico, io quelle di chimico.
    Se non ci comportiamo così, Capiluppi scriverà in qualche altra occasione la lettera che ha scritto e che non avuto risposta dal CICAP (perché nessuno di voi ha risposto a Capiluppi? L’ho fatto io, semplice socio). Si nasconde dietro la carica, più che alla competenza. Finirà anche per fare la parte del chimico, a dargli spago.
    Non dubito che un fisico sia indotto a ragionare come Focardi, Capiluppi, Levi, ma il mondo è molto più vasto.
    Se solo avesse dato un’occhiata a qualche banca dati nucleare, come umilmente facciamo Alby e io, avrebbe capito di che cosa soffrono Focardi e Rossi.

    Rispondi
  • @Montali
    Scrivi:
    Quanto all’università di Bologna: se un giorno si arrivera’ a condurre dei test, cosa che sinora è mancata e non certo per responsabilita’ di quell’istituzione, ci sembra un luogo che offra garanzie adeguate a tutti.
     
    L’UniBO non può offrire alcuna garanzia, dal momento che il DF figura perfino nel brevetto di Rossi.
    Pressure gauge: Elaborazione – Dipartimento di Fisica – Università degli Studi di Bologna
    Neutron measuring device :  Elaborazione – Dipartimento di Fisica – Università degli Studi di Bologna
    Chemical-physical analyses:  Dipartimento di Fisica – Università di Bologna
     
    Rossi si è affidato alla collaborazione dei bolognesi, che gli hanno offerto ogni supporto. Secondo te ha senso inserirli nel testo del brevetto? Sono in grado i bolognesi di fornire un test indipendente?
     
    Anche Campari, che dovrebbe essere uno dei periti, figura in bibliografia con Focardi. Insieme hanno presentato un intervento all’8^a Conferenza sulla fusione fredda del 2000.
     
    Rossi e Università di Bologna sono in totale sintonia.
     
    Esigiamo almeno che il mammozio sia studiato lontano da Bologna 200 km almeno, se proprio si deve accertare sperimentalmente che l’asino non vola.

    Rispondi
  • @Montali (e Giugual)
    Lasciando perdere la maga Giovanna, la questione fondamentale è l’avallo che il CICAP sembra dare al comportamento del DF, avallo che è ben rappresentato dalla sua frase:
    “Quanto all’università di Bologna: se un giorno si arrivera’ a condurre dei test, cosa che sinora è mancata e non certo per responsabilita’ di quell’istituzione,  ci sembra un luogo che offra garanzie adeguate a tutti.

    Non vi scorgo alcuna ombra di critica. Equivale ad un “non disturbate l’autista”, mentre è chiaro che l’autista ha dei paurosi colpi di sonno e che urge dargli una sonora svegliata.

    E’  inutile far finta che il DF possa condurre dei test indipendenti. Camillo ha già spiegato molto bene il perchè riferendosi alle vicende iniziali, mi lasci completare il quadro ricorrendo a fatti più recenti:

    Qualche giorno fa Focus (http://www.focus.it/scienza/e-cat-chi-e-il-misterioso-cliente-di-andrea-rossi_C12.aspx ) , in un articolo relativo alla prova del 28 ottobre, ci ha informato che: “Giuseppe Levi, fisico sperimentale, collega di Ferrari a Bologna, è inavvicinabile. Finché non decide di lanciarsi in un’accorata promozione dell’invenzione di Rossi: siamo sorpresi dalla ferma fiducia dello scienziato nell’E-Cat, in contrasto con la cautela di tanti altri ricercatori, perché non ci risulta che abbia ancora avuto la possibilità di studiare la macchina e lui, interrogato, afferma di saperne quanto noi. “ Dato che anche Lei scrive su Focus non le mancherà l’occasione di verificare e approfondire l’episodio parlandone con la sua collega Irene Zreick, autrice del pezzo.

    Inoltre un articolo del giornalista americano Sterling Allan, anche lui presente al test del 28 ottobre, (http://pesn.com/2011/10/28/9501940_1_MW_E-Cat_Test_Successful/) mostra il dr. Levi in una foto con la seguente didascalia: “Professor Giuseppe Levi, who was Rossi’s right-hand man today, will be heading the Bologna research on the E-Cat.”. Che stia svolgendo questo ruolo è evidente anche dal video di Lewan, altro giornalista questa volta svedese, che ne documenta la solerzia nel filmato visionabile qui: http://www.nyteknik.se/nyheter/energi_miljo/energi/article3303682.ece.

    Ora, l’edizione bolognese del Corriere dellaSera (http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2011/23-novembre-2011/fusione-fredda-svolta-o-bluff-cat-sotto-esame-ateneo-1902274913518.shtml ) , ci ha ricordato, appena la settimana scorsa, che il dr. Levi sarà uno dei responsabili scientifici della ricerca sell’ e-cat. Ciò detto, a parte tutti i motivi che secondo me rendono quel contratto di ricerca assolutamente immotivato e inopportuno, mi sa dire coma fa Lei a sentirsi garantito che i test verranno condotti in modo adeguato, se tra i responsabili della ricerca c’è chi continua, da un anno a questa parte, a confondere, mi passi la battuta, il canto del gallo col verso del pollo?

    Ora io capisco che il CICAP non possa mettersi apertamente contro il mondo accademico italiano o parte di esso. Ma sarà bene che trovi qualche modo un po’ più efficace, per dare la percezione ai suoi sostenitori, di non appiattirsi sulla posizione del DF e magari nel contempo agire riservatamente con modi più decisi nelle sedi opportune, mettendo a frutto il prestigio di cui ancora gode.

    Per finire le chiedo una cortesia. Mi scusi se mi ripeto. Se vuole fare una cosa utile per i suoi lettori, e non troppo compromettente per voi, pubblichi per favore la traduzione integrale dell’intervista a Randi.

    Rispondi
  • @ Franchini
    @ Bianchi
    Al momento non esiste alcun test definitivo sull’Ecat, ci sono solo risultati preliminari, lo dicono gli stessi proponenti. In questo senso non abbiamo avallato nulla perché non c’è nulla da avallare. Abbiamo invece sempre criticato la mancanza, che permane, di prove che sostanzino le affermazioni che sono state fatte.

    In molte università ci sono ricercatori che conducono studi su temi che contraddicono conoscenze ben consolidate, valga per tutti l’esempio dell’omeopatia, che costituisce una plateale negazione di principi basilari della chimica.
    Il nostro compito però non è mai stato quello di bloccare delle ricerche, ma sempre quello di analizzare i risultati che venivano prodotti ed eventualmente quello di proporre o di condurre nuove analisi indipendenti laddove quei risultati ci sembravano poco chiari o carenti. In questo senso, quando dico che Bologna è una struttura nella quale complessivamente ci sono le competenze e le risorse per condurre dei test seri non sto firmando deleghe in bianco per la semplice ragione che questo non avrebbe alcun senso da un punto di vista scientifico: solo la ripetizione delle ricerche da parte di laboratori indipendenti è una garanzia circa la validità dei risultati che si ottengono. E questo ovviamente vale per qualsiasi laboratorio del mondo e su qualsiasi tema, ma vale tanto di più per quegli studi che pretendono di presentare scoperte eccezionali. Ma qui siamo ancora un passo prima: i test definitivi non ci sono e i dati che sono stati sin qui portati sono insufficienti.

    ps. per Bianchi: ritengo che i lettori interessati all’intervista di Randi possano trovare nel suo e nel mio commento una sintesi sufficiente degli argomenti che vi vengono portati. È una mia valutazione e come tale ovviamente opinabile, ma il bello della rete è che chi vuole diffondere un messaggio o un documento che ritiene rilevante può farsene liberamente carico. Del resto il Cicap è così che funziona: è un piccolo gruppo di volontari che decidono di investire tempo ed energie su temi e questioni che ritengono rilevanti e per loro stessi interessanti.

    Rispondi
  • Ogni tanto ripenso a tutta sta storia e mi chiedo: ma dove l’avevo già visto il Dr. Focardi? A sì, faceva Doc in Ritorno al Futuro 1, 2 e 3, ecco.

    Rispondi
  • A dire la verità ,quello che mi fà spavento è la volontà di non capire una cosa. Evidenze sperimentali riconosciute dimostrano REAZIONI NUCLEARI a bassa temperatura. Nei convegni internazionali che si tengono ogni anno sulla LENR , si parla chiaramente di effetti nucleari ,nel 2009. 15th International Conference on Condensed Matter Nuclear Science . Non mi sembrano una massa di facinorosi e perditempo. Certo ,questo non vuol dire che Rossi l’abbia fatta. Ma continuare a dire che non esiste mi sembra pura malafede. Inoltre è  inutile ripetere che le reazioni chimiche non possono fare reazioni nucleari,   è vero, ma nella LENR non sono reazioni chimiche ma altri fenomeni.

    Rispondi
  • Caro CICAP,
    mi piacevi tanto, ora mi sembri una farfalla infilzata sullo spillo che giri e che sbatti e mi fai pena.
    Secondo JoNP quattro degli Advisers sarebbero professori dell’ UniBo (http://www.journal-of-nuclear-physics.com/?page_id=2), un altro Adviser sarebbe all’ INFNM di Padova che gli fa la spettroscopia delle “ceneri”, i test condotti finora fanno pena, il mystero da indagare caro CICAP è: come fai a sostenere di credere che i prossimi saranno indipendenti e condotti ammodo?
    Renato

    Rispondi
    • Renato,

      il gruppo di lavoro formato a Bologna include molte persone. Il nostro giudizio deriva dall’aver parlato personalmente con alcuni di loro e valutato quello che si propongono di fare. Poi potremo sbagliarci, ma se a posteriori i test non saranno soddisfacenti non mancheremo di farlo notare.

      Rispondi
  • @Montali:
    Non siamo in questo senso interessati a negare a priori, pur sulla base di eccellenti ragioni teoriche, l’esistenza dei fenomeni: siamo interessati a controllare le prove portate circa l’esistenza di un fenomeno.
    Questo atteggiamento mi sembra in contrasto con la tua scelta di pubblicare l’articolo che scrissi nel 2008, su vostra precisa commissione, sulla fusione fredda. Pubblicazione con titolo in copertina.
    In quell’articolo la contestazione della ff era esclusivamente teorica.
    Poi venne la nota su Arata, anch’essa teorica.
    Evidentemente da allora la politica del CICAP è radicalmente cambiata.
    Se rinunciamo a esporre le ragioni per cui l’E-Cat non può funzionare, rinunciamo a fare quel minimo di divulgazione scientifica che, secondo me, dovrebbe sempre accompagnare ogni indagine del CICAP. Il CICAP dovrebbe anche insegnare un po’, approfittare di tutte le occasioni che si offrono.
    Quando la controparte è formata da laureati, come in questo caso, deve essere lecito confrontarsi sugli aspetti teorici di una questione. Se non si può dire al mago che il suo ritrovato non può funzionare perché viola una legge della  termodinamica, questo possiamo invece farlo con dei laureati. A Focardi non possiamo accontentarci di dire “prova e vedremo”.
    Io credo che il miglior atteggiamento sia quello di Turiel che ci ha segnalato Ugo Bardi. Turiel spiega molto in dettaglio perché l’invenzione non può funzionare. A leggere l’articolo di Turiel il profano appassionato di scienza <i>impara</i>. Non si tratta solo di un articolo critico su Rossi, si tratta di un vero e proprio articolo di divulgazione scientifica. Nel corso del blog, ho scoperto che pochi si rendono conto di come il comportamento di un nucleo sia diverso da quello di un atomo. Bisogna far capire che una sonda adatta per un nucleo ha caratteristiche diverse dalla particella che interagisce con un atomo o una molecola.
    Se il CICAP si rimette al DF di Bologna, in che cosa la nostra azione di informazione si differenza da quella del Resto del Carlino?
    Se il CICAP si affida agli stessi inventori per un controllo formale, ci faremo trascinare nel ridicolo che chiuderà la vicenda. Come minimo diranno che il CICAP è stato a guardare, limitandosi a ripetere che i test di funzionamento non erano soddisfacenti.
    Nessuno ricorderà il mio appunto, nascosto dietro un link, ma il possibilismo di Bagnasco, il suo affidarsi fiducioso a Capiluppi.

    Rispondi
  • Query Online scrive:
    il gruppo di lavoro formato a Bologna include molte persone. Il nostro giudizio deriva dall’aver parlato personalmente con alcuni di loro e valutato quello che si propongono di fare. Poi potremo sbagliarci, ma se a posteriori i test non saranno soddisfacenti non mancheremo di farlo notare.
    Query ci può confermare almeno che i Maghi dell’UniBO separeranno il concetto Scalda? dal  Perché Scalda? e quindi inizieranno con il test calorimetrico con risultati disponibili in una ventina di giorni massimo? Se la risposta sarà insoddisfacente, il CICAP quali considerazioni ci suggerisce affinché non si pensi che i Maghi UniBO siano in malafede?
    Con i tempi che corrono… con i tagli alla Scuola, alla Università ed alla Ricerca, che sono stati fatti e si faranno… 500.000,00 Euro fanno gola… anche se di dubbia provenienza…

    Rispondi
  • Ormai siamo veramente alla follia.
    Rossi dichiara che: WE CONFIRM THAT DR DAVID BIANCHINI, WHO MADE THE MEASUREMENTS OF RADIATIONS FROM OUR REACTORS TO THE EXTERNAL ENVIRONMENT, HAS BEEN PAID FROM US AS AN INDIPENDENT CONSULTANT, SPECIALIZED IN RADIATIONS CONTROLS, WITH A HUGE EXPERIENCE IN MEASURING RADIATIONS, WITH A DOCTORATE IN PHYSICS FROM THE UNIVERSITY OF BOLOGNA. DR. BIANCHINI IS NOT AN EMPLOYEE OF THE UNIVERSITY OF BOLOGNA, AND IS NOT AN EMPLOYEE OF THE PHYSICS DEPARTMENT. ANY DECLARATION OF OURS THAT MADE THINK THAT DR BIANCHINI IS AN EMPLOYEE OF THE UNIVERSITY OF BOLOGNA IS A MISUNDERSTANDING.
    DR ANDREA ROSSI”
    Ma il report di Bianchini è chiaro, visto che sull’intestazione c’è screitto:
    Dott. David Bianchini
    Physics Department – University of Bologna
    Inoltre lo stesso Rossi faceva riferimento a Bianchini legandolo a UniBO, in passato.
    Sembra quasi che UniBO, quatta quatta, sta cercando di diminuire la sua ‘esposizione’, damage control.
    CAPILUPPI (o chi per esso), la frittata è gia fatta eh.

    Rispondi
  • Non credo che la NASA sia fregabile più di una normale Università statale, in tutto il Mondo. Sicuramente, siccome è Americana e responsabile di molti successi (ma anche insuccessi, NDR) aerospaziali USA, il suo nome viene molto usato per prendere per il NASO i consumatori di tutto il mondo, con la scusa che il materiale “è stato collaudato” dalla NASA. Nel campo farmaceutico e dei dispositivi medici la truffa è così diffusa che, quando qualcuno mi presenta un nuovo prodotto approvato dalla NASA, estraggo la pistola.

    Rispondi
  • Dear Andrea Rossi
    In your opinion the collaboration with University of Bologna
    will start before the next March or not?

    Andrea Rossi
    December 10th, 2011 at 10:17 AM

    Dear Francesco Fiorenzani:
    As I already repeated many times, all the R&D work we are doing with our Consultants is totally confidential and we are not going to give any information about it. If reports will be made, it will not be before 1 year from now, and such information will regard only the data we will deem publicable, since all the R&D is paid by us, not by the taxpayer, so that it will be totally proprietary.
    We will not even disclose the names of the persons which will make the job.
    Warm Regards,
    A.R.
     
    Flash-forward a 6 mesi fa (giugno):

    CICAP: Avrete poi la libertà di pubblicare i vostri risultati, immagino.
    LEVI: Assolutamente sì. Questa era of course una conditio sine qua non. In questa parte totale libertà di pubblicare i risultati che siano positivi o negativi. Nella parte di misure siamo totalmente liberi di farlo.

    Il post di Rossi di oggi è in totale disaccordo con le parole di Levi, ma proprio totale. Rottura in corso tra Rossi e UniBO?

    Rispondi
  • O UniBo pensa di sottostare alle nuove condizioni di Rossi, alla faccia del conditio sine qua non?

    Rispondi

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