Il terzo occhio

Le primarie, la scienza e il ruolo del CICAP

Finalmente sono arrivate.
I cinque candidati alle primarie del centrosinistra hanno risposto alle sei domande preparate per loro (e per i candidati di eventuali altre primarie) da un gruppo di giornalisti scientifici, blogger e appassionati di scienza. Le potete leggere sul sito della rivista Le Scienze e vi consigliamo di farlo, perché molte sono tutt’altro che banali o scontate. Ma prima vi dobbiamo una spiegazione. La domanda che vi farete leggendole è: «perché se ne parla qui su Query»? Non ci sono mysteri, non si parla di paranormale e solo marginalmente di pseudoscienze. Perché il CICAP ha firmato l’appello e perché la redazione di Query si è ritrovata l’altra sera in teleconferenza a leggere e commentare le risposte che abbiamo ricevuto?

La risposta semplice sarebbe «perché si parlava di medicine alternative», ma non saremmo noi se ci limitassimo a dar voti di scetticismo ai candidati. Ormai ci conoscete: ci piace ragionare sul metodo e qui vogliamo darvi le nostre motivazioni.

Non ci sono più i mysteri di una volta, ce lo diciamo sempre. Il paranormale ha ceduto terreno alle pseudoscienze e le teorie del complotto sono entrate di forza nel mondo della scienza. Nel tempo i mysteri sono cambiati, si sono evoluti e noi con loro, con il risultato che ci siamo trovati a occuparci, specialmente qui su Query, di argomenti apparentemente estranei al nostro ambito originale d’azione.

Temi come il riscaldamento globale, gli OGM e le medicine alternative pongono problemi complessi la cui soluzione non dipende solo dalla valutazione dei dati scientifici ma anche da argomenti di ordine etico, sociale, politico sui quali in effetti è normale che ci siano posizioni diverse, aspetto che forse alcuni scienziati tendono a sottovalutare. Ma mentre si può (e si deve) discutere sulle possibili soluzioni ai problemi tenendo conto di tutti questi aspetti e non solo delle prove scientifiche, i fatti dovrebbero costituire una base di partenza condivisa che non si può ignorare o, peggio, cercare di piegare ai propri scopi.

Il problema non è banale perché questi tre temi hanno una caratteristica comune: vengono percepiti (e spesso presentati dai media) come argomenti controversi sui quali la comunità scientifica è spaccata in due, mentre in realtà il consenso degli scienziati è quasi unanime. L’impressione di una profonda controversia scientifica è talvolta creata ad arte da una delle parti in causa per esempio selezionando gli studi da pubblicizzare, montando campagne di stampa per sminuire quelli contrari o finanziando generosamente quelli compiacenti, quando non usando vere e proprie argomentazioni e tecniche pseudoscientifiche. Il CICAP si occupa da molto tempo di questi meccanismi, ha un’esperienza specifica in materia di pseudoscienza e scienza patologica, ed è qui che può dare un contributo originale e unico tra tutti i comunicatori scientifici che hanno sottoscritto l’iniziativa.

Dicevamo all’inizio che il problema che ci interessa affrontare nelle risposte dei candidati premier è di metodo.

In altre parole, non si chiede loro essere personalmente al corrente dello stato attuale delle conoscenze scientifiche su tutti questi temi o di saper distinguere le differenze a volte sottili tra scienza legittima, scienza patologica e pseudoscienza: in alcuni casi riuscirci è veramente difficile anche per gli addetti ai lavori, figuriamoci per chi ha sempre fatto un altro mestiere.

Si chiede loro, però, di essere consapevoli che su questi temi i fatti si possono accertare soltanto conoscendo il linguaggio della letteratura scientifica e i processi grazie ai quali la conoscenza scientifica si forma e si convalida. Se non lo sanno e non ne tengono conto nelle loro scelte, rischiano di prendere cantonate che poi si ripercuotono su tutti noi. Ma aggiungiamo che, anche se si tratta di argomenti specifici e in qualche caso perfino di nicchia, il metodo che hanno usato per rispondere ci può aiutare a capire come affrontano tutti i problemi, anche quelli non scientifici. E se capiamo come lavorano, riusciamo anche ad agire attivamente per dare una mano. Vorremmo che il nostro lavoro servisse anche a questo ed è per questo che torneremo a occuparci di questi argomenti.

Per il momento, buona lettura.

Foto di Hansjörg Keller su Unsplash

8 pensieri riguardo “Le primarie, la scienza e il ruolo del CICAP

  • Per quanto mi riguarda, il problema è che non ho nessuna fiducia in questi candidati, come in quelli degli attuali partiti.
    Possono quindi fornire le migliori risposte – probabilmente fornite dai loro consulenti scientifici – ma aspettarsi poi che, una volta eletti, si attengano alle loro dichiarazioni sembra una pia illusione.
    Qualcuno dirà che fornire una risposta decente è già un buon punto di partenza, vista l’ignoranza scientifica imperante nella classe politica (non solo italiana); io continuo a sostenere che il problema principale è la fiducia che deve suggellare il patto tra elettori ed eletti. La classe politica attuale – tutta – non è più degna di quella fiducia e va sostituita. Se la maggioranza degli elettori vorrà riciclare il vecchio non dovrà lamentarsi quando ne patirà le conseguenze.

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  • Pur non votando per il loro Partito, queste domande e le loro risposte sono importanti e mi fa piacere che il dibattito sia stato aperto. Voi dite che la Comunità Scientifica (?) è sostanzialmente unita? Se lo è come intendete Voi, lo dimostrerà votando! Realisticamente parlando, dopo le Primarie e le Elezioni del 2013, quasi tutti i Problemi posti dalle 5 domande passeranno in secondo piano, perché i problemi di sopravvivenza quotidiana aumenteranno e i quattrini per risolverli caleranno. E le divisioni sui temi etici forti (vedi Legge 40) non consentiranno decisioni rapide e forti. Mi hanno piacevolmente sorpreso le loro risposte sulle Medicine che Voi Vi ostinate a chiamare Alternative, e che sono Complementari. Se, come dite Voi (ma anche io lo credo) sono ricorsi a consulenti per rispondere (Bersani è comunque sposato con una mia collega) questi consulenti sono uniformi nel giudizio e documentano che esiste una posizione maggioritaria nella “Comunità Scientifica” che non è certo quella del CICAP e delle Organizzazioni sorelle, molto più estremista.

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  • Scusate l’ OT, ma mi sembra una notizia notevole: Su Nova 24, l’ inserto domenicale del Sole 24 ore di oggi riguardante l’ innovazione tecnologica, riporta che la Multipla elettrica di Marco Loglio, con batteria al vanadio, ha fatto 800 km con una ricarica. Purtroppo l’ articolo non lo trovo in rete e non ho trovato links interessanti e aggiornati. Ma anche se sembra una bufala (Multipla elettrica? Cino-Italiana?) non lo è. C’è un ingegniere automobilistico tra il pubblico? Sarebbe la fine dell’ e-cat!

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  • Purtroppo Aldo la multipla gira a metano e diesel per l’elettrico penso sia molto improbabile visto che ne e’ cessata la produzione . Non ho trovato riscontri in rete ma non penso che le batterie siano in grado di percorrere 800 km vista la capacita’ di un quantitativo di batterie insufficienti (al posto delle bombole sottostanti al pianale)con le attuali conoscenze.

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  • Mmmh, mi puzza di bufala lontano un chilometro: puoi anche avere una gestione elettronica perfetta, ma riuscire aumentare più del 200% la potenza prodotta mi suona moooolto sospetto. Le mie impressioni a caldo sono le seguenti:
    – se è in buona fede: con un numero sufficiente di batterie standard forse 800 km si possono anche fare, poi però quando le devi cambiare accendi un mutuo;
    – se è in mala fede: una buona parte di quei 800 km se li è fatti con un bel diesel classico, con partenza e arrivo in elettrico. Si ha qualche informazione su chi ha controllato che fosse tutto in regola?
    Oh, poi se la notizia si rivelasse fondata, tanto meglio, ma sinceramente non è che ci speri troppo.

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