Manualetto scettico per il politico del futuro
Ieri è scoppiato un putiferio. Marco Cattaneo ha scovato un’interrogazione parlamentare firmata dagli onorevoli Vatinno e Barbato (Italia dei Valori) nella quale si chiede se i Ministeri della Difesa e degli Esteri dispongano, tra le altre cose, di “eventuali strutture delle Forze armate o di altri Corpi dello Stato dediti allo studio del fenomeno ufologico”. Le altre cose sono la richiesta di informazioni sull’Area 51 e sull’ufficio extraterrestri dell’Onu. Le premesse che stanno alla base di questa richiesta sono le recenti dichiarazioni del Presidente russo Medvedev, la fondazione dell’Unoosa, il Ministero degli Affari Spaziali dell’ONU, il racconto di Ronald Reagan che avrebbe avvistato un UFO prima della sua elezione e molto altro.
Allora, visto che l’Onorevole Giuseppe Vatinno, in risposta al pezzo di Cattaneo, sostiene di essere stato membro del CICAP, precisiamo che Vatinno non è mai stato rappresentate ufficiale del comitato ma semplice socio, così come può fare chiunque dietro versamento della quota di iscrizione, e cerchiamo di contribuire alla discussione richiamando alla mente dell’Onorevole alcuni articoli che abbiamo pubblicato negli ultimi anni e che riguardano proprio gli argomenti sollevati dall’interrogazione parlamentare.
1. Ambasciator non porta alieno (28 settembre 2010)
Leggiamo dal sito dell’ONU:
L’ Ufficio delle Nazioni Unite for Outer Space affari (UNOOSA) è l’Ufficio delle Nazioni Unite incaricato di promuovere la cooperazione internazionale sugli usi pacifici dello spazio esterno. […] Attraverso il Programma delle Nazioni Unite sulle applicazioni spaziali, UNOOSA conduce workshop internazionali, corsi di formazione e progetti pilota su temi che includono il telerilevamento, la navigazione satellitare, la meteorologia satellitare, l’educazione e le scienze spaziali di base a favore delle nazioni in via di sviluppo.
2. Gli UFO di Medvedev (11 dicembre 2012)
La dichiarazione ha lasciato sbigottiti i presenti: il contesto era rilassato e “giocoso”, l’intervistatrice continuava a ridere e nel video si sentono risatine di sottofondo dei presenti, ma il tono assolutamente serio dell’ex presidente ha lasciato in più di un giornalista l’impressione che, almeno in parte, il racconto fosse vero. […] Gli alieni sono dunque tra noi? Beh, prima di giungere a una conclusione del genere sarebbe bene ricordare che Medvedev è noto per avere uno spiccato senso dell’umorismo e per condire spesso le sue interviste con battute colte e raffinate dal tipico humor inglese, una comicità ben diversa da quella amata dal collega Putin, molto più grezza e un po’ sguaiata. […] se non fosse ancora abbastanza evidente, nella stessa conferenza stampa Medvedev ha pure dichiarato di credere a Babbo Natale!
3. Area 51: eravamo noi gli UFO (6 giugno 2011)
Le testimonianze citate ed i documenti oggi disponibili confermano la verità più plausibile riguardo l’Area 51: si tratta di un’area militare dove vengono svolti test di sviluppo su velivoli di importanza strategica, che in quanto tali devono rimanere segreti. Dunque, nessuna evidenza di omini verdi né astronavi, né tanto meno oscure congiure ordite dal governo nei confronti del popolo. L’Area 51 è stata, e probabilmente lo è tutt’ora, il banco di prova di tecnologie che hanno significato il progresso tecnologico in campo aerospaziale. Tecnologie un passo avanti rispetto alle conoscenze delle persone comuni e perciò terreno fertile per ipotesi strampalate e poco razionali.
4. Possiamo fidarci dei testimoni? (5 ottobre 2011)
Non ci siamo mai occupati della vicenda del racconto di Roanld Reagan, ma la descrizione che ne fa Vatinno è abbastanza esplicativa. Intanto il racconto sarebbe stato riportato da Shirley MacLaine otto anni dopo la morte del Presidente e a MacLaine non l’avrebbe raccontato direttamente il Presidente, ma un’amica. Insomma, un sacco di passaggi che ci fanno tornare in mente la domanda: possiamo credere a un testimone?
Il giudizio di esperti di “psicologia della testimonianza” e le evidenze accumulate in oltre 2000 articoli scientifici ci permettono di affermare che la memoria umana non funziona affatto come una macchina fotografica, che registra asetticamente ciò che accade. È piuttosto un processo fluido, o, come lo definisce la psicologa Giuliana Mazzoni nel libro Si può credere a un testimone?,
un atto nel quale si riattivano varie informazioni, che vengono ricucite e riorganizzate in modo da creare un evento mentale che può essere chiamato da una persona “ricordo”.
E nel corso di questo processo la nostra memoria può cadere in molti trabocchetti.
L’onorevole Vatinno può trovare questi ed altri articoli sull’argomento in questione al seguente link: magari possono essergli di aiuto nel corso dei lavori assembleari.
Lunga vita e prosperità.
Foto di Hansjörg Keller da Unsplash
Anche io sono stato membro del CICAP, ma in una vita precedente. La mia tessera, ritrovata in cantina, è del 7 Dicembre 1821.
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Ciao a tutti sono una biologa terrestre con un curriculum di 15 pagine che rientrata in Italia non riesce a trovare lavoro. Se dico che sono rientrata dallo spazio ho piu’ possibilita’?
@Elsa consiglio: nessun selezionatore si sognerebbe mai nemmeno di sfogliare un cv da 15 pagine. 1 facciata al massimo 1 facciata e 1/2. Poi mi dici come va… PS tranquilla, il consiglio vale anche se “15 pagine” lo hai scritto in senso figurato. 😉
Beh, dipende: se il curriculum di un ricercatore include l’elenco delle pubblicazioni può essere anche più lungo… ma la parte veramente da leggere sono le prime pagine.
Ciao,
S.
Elsa, guarda che per il Mercato Italiano SEI una extraterrestre, non occorre che lo dica: basta dire che hai lavorato all’ Estero e sei rientrata in Italia. E’ stato un guasto all’ Astronave a farTi precipitare qui?
NO, no Aldo non e’ ” in una vita precedente” e’ sempre questa.Prodigi dell’Oscillococcinum.
Elsa, non voglio farti arrabbiare, ma… in corso con me c’è una biologa. Il mio corso di laurea è quello di infermieristica.
Praticamente, ci sono biologi e avvocati che si iscrivono ad infermieristica e dopo tre anni di studio si laureano, sono abilitati alla professione, e un lavoro da qualche parte (ospedale, casa di riposo, laboratorio di analisi privato…) lo trovano.
Se hai voglia e possibilità, considera che in questi tempi ci dobbiamo adeguare alla richiesta e tu potresti molto brava in questo tipo di studi.
Ovviamente so anche che non stai prendendo sul serio quello che ti ho scritto e che non hai la minima intenzione di diventare un’infermiera allo scopo di avere poi un lavoro diciamo “sicuro”…
… e fai bene a non averne intenzione, perché il riciclaggio delle professioni è un’aberrazione secondo me.
Spero tu possa trovare modo di spendere le tue competenze in Italia o di nuovo all’Estero.
Mi dispiace per la situazione, io lavoravo come traduttore scientifico ed in ambito commerciale con l’estero e poi tutto si è bloccato e non si è più potuto fare niente.