Il terzo occhio

L’incontro Garattini Boiron: l’omeopatia funziona, per gli altri

Pochi giorni fa si è tenuto un interessante incontro sull’argomento omeopatia. Ospiti del dibattito Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerca Mario Negri di Milano e Christian Boiron, proprietario dell’omonima azienda che è la più grande industria di prodotti omeopatici al mondo.

Ecco il resoconto di MedBunker con il permesso dell’autore.

L’incontro non ha avuto approfondimenti scientifici particolarmente complicati ma è stato abbastanza discorsivo e comprensibile. Si è trattato alla fine di un importante occasione perchè vedeva di fronte un rappresentante della medicina moderna e colui che rappresenta in pratica l’omeopatia nel mondo.

Il dibattito è stato interessante, sia per chi non crede all’omeopatia sia per chi ha fede nelle sue proprietà. le due posizioni si sono espresse con gli argomenti abituali ed è stata quindi un’occasione per ribadirne i concetti.

I due ospiti si sono confrontati con alcuni degli argomenti tipici nel dibattito “omeopatia contro medicina”.

Intanto iniziamo con una dichiarazione “scioccante” che potrebbe chiarire come stanno le cose già dall’inizio. Christian Boiron, erede della dinastia Boiron e proprietario della Boiron che produce e vende prodotti omeopatici ha candidamente dichiarato che per la sua ernia al disco utilizza cortisone.

Non “cortisone omeopatico”, proprio cortisone, quello vero. Alla faccia di Hahnemann. Ha anche aggiunto che lui non si sognerebbe mai di non utilizzare antibiotici o altri farmaci “quando c’è bisogno”. Beh, è curioso come chi produce e promuove l’omeopatia non la usi su se stesso. Singolare anche il fatto che l’omeopatia dovrebbe funzionare su tutto ma non proprio su tutto, sulle malattie serie non riesce funzionando a volte e secondo i casi. Che medicina è quindi? Una medicina di “convenienza”? Serve solo quando non serve? Che ne direste se la medicina standard fosse basata su rimedi che funzionassero solo per le cose “banali”? Una tragedia…

Boiron rispondendo così ha chiarito tantissimi dubbi in un colpo solo: a chi ha un po’ di sale in zucca trarne le conclusioni.

Alla domanda “l’omeopatia è efficace?” Silvio Garattini ha risposto con gli argomenti che conosciamo: non lo è più del placebo. Non esiste motivo per giudicarla una medicina, non c’è evidenza di efficacia, non c’è nessuna dimostrazione dell’esistenza delle sue teorie.

E Boiron? I soliti argomenti ritriti, scivolosi e non attinenti. Si chiamano fallacie logiche. L’omeopatia è efficace perchè è utilizzata da oltre 200 anni, se non lo fosse stata il mondo avrebbe dimenticato questo tipo di pratica. In più l’omeopatia è utilizzata da milioni di persone e se la utilizzano vuol dire che qualcosa fa.

Anche gli oroscopi sono letti da migliaia di persone nel mondo da secoli, eppure…

Sui meccanismi di funzionamento della sua pratica preferita una sola risposta: non-lo-so. Boiron ha detto chiaramente che nemmeno lui sa perchè dovrebbe funzionare l’omeopatia.

Non è illuminante?

Che Boiron risponda con questi argomenti di una debolezza sconcertante è deludente ma è anche vero che di veri argomenti ne ha davvero pochi a disposizione.

Non discutiamo poi della filippica sulle medicine e su “Big Pharma”: che Boiron critichi “Big Pharma” suona un po’ come se il mostro di Firenze definisse “crudele” il fallo di Totti su Balotelli. Poi esplode in una contraddizione clamorosa: l’omeopatia è efficace, solo che la conosciamo appena e quindi non è dimostrabile il suo meccanismo d’azione. Peccato che poco prima aveva “giustificato” l’efficacia dell’omeopatia con il suo uso secolare: si decida, la conosciamo appena o la conosciamo da tanto tempo che non può che essere efficace?

Ma Boiron si contraddice in quasi tutto il suo intervento, come quando afferma che l’omeopatia ha ottenuto prove di efficacia accertate (!) e quando questo gli viene contestato risponde che le prove di efficacia non ci sono perchè le pubblicazioni scientifiche sono “interpretabili”. Queste prove Boiron, ci sono o non ci sono? E poi mi domando cosa ci sia da interpretare quando uno studio in doppio cieco conclude con le parole: non ha più efficacia del placebo.

Garattini fa presente che credere all’omeopatia equivale a credere ai miracoli: nessuno proibisce di farlo, ma non si sostenga che il miracolo abbia dignità scientifica, ci credi per fede…ci credi perchè ci credi. Stop.

Boiron prosegue sottolineando che l’omeopatia non ha effetti collaterali, è innocua, si può usare su donne e su bambini (e certo, aggiungo io…), al contrario delle medicine. Certo, continua, non la userei per i tumori o per le malattie gravi!

Nuova contraddizione: Garattini aggiunge che gli omeopatici non sono farmaci ed infatti, al contrario delle medicine non hanno bisogno di controlli per la loro commercializzazione e non devono essere registrati nè controllati. Boiron risponde agitato: i prodotti omeopatici sottostanno alle stesse leggi dei medicinali!!

No, Garattini fa presente che non esiste un registro di farmaci omeopatici e che non è necessario presentare una scheda tecnica accurata nè una relazione sugli studi, sugli effetti collaterali, sulle controindicazioni e sull’efficacia dei prodotti omeopatici. Certo, afferma Boiron, i prodotti omeopatici, essendo innocui, non hanno bisogno di tutti i controlli che sono necessari per i farmaci…(ma se poco prima aveva detto che i suoi prodotti sottostavano alle stesse leggi…vabbè…).

Alla fine la discussione langue perchè giustamente Garattini ammette che si appartiene a due “parrocchie” diverse: lui si riferisce alla scienza, alle prove, agli studi, Boiron alla clientela, alla tradizione secolare, al “funziona perchè è così”.

Sostiene pure che Boiron non risponde alle domande, è evasivo e questo è vero, per chi non ci crede, mi dica a quale domanda ha risposto alla fine il manager francese ed in che modo. Evasivo nonostante i 200 anni di uso dell’omeopatia, nonostante i milioni di clienti, centinaia di studi ed altrettanti tentativi di dimostrarne l’efficacia. Se l’omeopatia funzionasse, che difficoltà potrebbe avere il maggiore rappresentante mondiale di prodotti omeopatici a dimostrarlo?

Se le stesse risposte le avesse date Garattini, cosa avrebbero detto gli omeopati?

Così l’incontro si avvia alla conclusione.

Prima di chiudere qualche domanda dal pubblico. Una in particolare molto tendenziosa che si riferisce ad uno studio di Montagnier (premio Nobel per la medicina) che confermerebbe la memoria dell’acqua. Garattini risponde che lo studio non ha attinenza con l’omeopatia ed è stato realizzato con diluizioni non omeopatiche. Approfondiremo questo argomento prossimamente.

Ma l’intervento più simpatico della serata lo fa un signore del pubblico che si rivolge a Garattini: “Lei professor Garattini, ha detto che credere all’omeopatia equivale a credere ai miracoli e lei non crede all’omeopatia proprio perchè non crede ai miracoli! Si converta Garattini, si converta!!!

Un riassunto dell’incontro sul Corriere della Sera on line ed il video relativo lo trovate qui.

Foto di Detlev Cosler da Pixabay

24 pensieri riguardo “L’incontro Garattini Boiron: l’omeopatia funziona, per gli altri

  • Salve e innanzitutto auguri per la nuova rivista!
    Penso che per completezza dell’informazione dovreste anche pubblicare un punto di vista diverso sull’incontro Garrattini – Boiron.  Per esempio l’articolo del Prof. Bellavite, autore di ricerche in campo omeopatico, che ha scritto anche lui un rapporto sull’incontro, che trovate sul suo sito: http://www.paolobellavite.it/
    Al momento su medbunker è in corso un dibattito con il professore, a proposito di un suo studio su animali che sembrerebbe confermare gli effetti ansiolitici di un rimedio omeopatico.  Questo è lo studio: http://www.springerlink.com/content/r226513783u01u05/fulltext.pdf
    E questo è l’articolo di medbunker: (http://medbunker.blogspot.com/2010/06/il-topolino-ubriaco-e-lomeopata.html vedi i commenti dove il prof. Bellavite risponde)
    //MaS

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  • Ecco un altro articolo ben poco scientifico. Vi traspare tutta la rabbia di chi si oppone all’ evidenza con l’ ideologia, cosa che un vero scienziato non dovrebbe mai fare. Addirittura l’articolista insinua nel lettore l’ idea che il proprietario della maggior industria omeopatica del mondo l’ Omeopatia la venda agli altri e non la usi per sè, come se gli Agnelli girasssero solo su Mercedes. Il fatto che Christian Boiron abbia detto che , da uomo indipendente quale è, usi entrambe le medicine a seconda della convenienza, è stato stravolto, come se gli Omeopati (che, ricordo, sono laureati in Medicina presso Università di Stato) combattessero la Medicina ufficiale e ne ignorassero i progressi. Nello discopatie si usano sintomatici e  antiinfiammatori, se non si vuole affrontare il bisturi e cambiare vita dedicandosi a lunghe ore di fisioterapia e ginnastica riabilitativa, prima e dopo la chirurgia. Nessun farmaco cura da solo una alterazione meccanica della colonna vertebrale o una frattura ossea.

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  • @ Aldo Grano:
    lei scrive:
    Addirittura l’articolista insinua nel lettore l’ idea che il proprietario della maggior industria omeopatica del mondo l’ Omeopatia la venda agli altri e non la usi per sè
    Io non “insinuo” nulla, ho riportato le dichiarazioni pubbliche e verificabili di Boiron che dice esattamente questo. Per la sua ernia al disco utilizza cortisone. Cosa ci sarebbe da “insinuare”?
    Il più grande produttore di omeopatici non utilizza omeopatici per un suo problema di salute ma farmaci standard, è stato Boiron stesso ad “insinuarlo“, non io.
    “Il fatto che Christian Boiron abbia detto che , da uomo indipendente quale è, usi entrambe le medicine a seconda della convenienza, è stato stravolto, come se gli Omeopati (che, ricordo, sono laureati in Medicina presso Università di Stato) combattessero la Medicina ufficiale e ne ignorassero i progressi.”

    Ancora. Cosa ci sarebbe di “stravolto”? L’ha seguito l’incontro?
    Che l’omeopatia ignori i progressi della medicina (ma anche della fisica e della chimica) non lo affermo certo io ma l’omeopatia stessa.
    Mi stupisco ogni volta che gli omeopati si contraddicono da soli.
    Nello discopatie si usano sintomatici e  antiinfiammatori, se non si vuole affrontare il bisturi e cambiare vita dedicandosi a lunghe ore di fisioterapia e ginnastica riabilitativa, prima e dopo la chirurgia. Nessun farmaco cura da solo una alterazione meccanica della colonna vertebrale o una frattura ossea.”
    E allora perchè esistono rimedi omeopatici per le discopatie?
    Allora perchè Boiron afferma pure che non utilizzerebbe omeopatici per i tumori e per le malattie gravi? E perchè esistono rimedi omeopatici per i tumori? E perchè una recente ricerca rilanciata dalle associazioni omeopatiche e dalla GUNA afferma che l’omeopatia è efficace contro i tumori?
    O mettiamola così: che medicina sarebbe quella che guarisce le malattie “non gravi”? Tanto vale non curarle, o no?
    Insomma omeopati: convertitevi! Ma soprattutto non contraddicetevi continuamente ed a vicenda.
    🙂

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  • Ok, faremo come gli allopati e gli scettici: saremo sempre coerenti, compatti e non ci contraddiremo mai a vicenda. E’ proprio la Vostra compattezza e la Vostra uniformità di vedute e opinioni che Vi rende vincenti sugli omeopati.

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  • Ok, faremo come gli allopati e gli scettici
     
    Il giorno in cui l’omeopatia dimostrasse di funzionare sarei il primo ad utilizzarla. Il problema è che gli “omeofedeli” non vogliono arrendersi all’evidenza ed ai fatti e questo li costringe ad enormi contraddizioni e quando ci si contraddice, ritrovare il bandolo della verità è praticamente impossibile. Permettere oltretutto all’omeopatia di mischiarsi a pratiche stregonesche è un altro punto a sfavore e questo lo vogliono gli omeopati stessi.
    Solo un folle alla fine non utilizzerebbe una medicina che cura davvero.
    La mia reale curiosità è sapere quanto siano disposti a “cedere” gli omeopati riconoscendo i limiti delle pratiche omeopatiche, finendola di autodefinirsi una medicina,  uscendo così dal gruppo delle pratiche “esoteriche”  per entrare in quello molto più adatto delle paramedicine complementari (con l’agopuntura, i massaggi, la fitoterapia) esattamente come hanno fatto i farmacisti con le parafarmacie. Io così accetterei l’omeopatia, ma pretendere di sostituirsi alla medicina è un suicidio commerciale, prima che scientifico.
    IMHO.

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  • Leggendo l’articolo mi è parso di notare un tono poco serio nell’evidenziare il punto di vista dell’articolista. Se posso esprimere un mio modesto giudizio, pur credendo nell’utilità del ruolo del CICAP che svolge un compito assai complesso e importante in un panorama scientifico e pseudo scientifico sempre più ingarbugliato, devo constatare un’inadeguatezza giornalistica che sfiora quasi lo scherno. Nonostante io abbia diversi dubbi sull’omeopatia non trovo serio nè scientifico questo argomentare basato sul proprio punto di vista. Sinceramente mi sarei aspettato più distacco. Sarei molto triste nell’assistere a una deriva ironica e scanzonata di un’istituzione che dovrebbe invece garantire rigore e distacco.
    Suggerirei una scelta terminologica più neutra, una struttura dell’articolo non dimostrativa ma descrittiva e una citazione più ampia di fonti di entrambe le parti (magari non solo da stampa non specialistica come il Corriere della sera che, francamente, rimane un riferimento un pò debole per chiunque sia interessato ad approfondire l’argomento).
    Questa rimane ovviamente la mia personale opinione che spero possa arricchire il dibattito. Vi prego di non cogliervi asprezze di alcun genere vista la stima implicita per chiunque cerchi di contribuire alla chiarezza della conoscenza.

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  • Andrea, il pezzo in questione non è un articolo, ma è un resoconto pubblicato da Salvo Di Grazia sul suo blog personale (Medbunker) e ripreso poi da Query. E il tono è quindi un po’ più scanzonato di quello che si userebbe per un articolo.

    Comunque, hai ragione, avremmo dovuto riprendere alcune parti del resoconto e farne un pezzo più giornalistico (come abbiamo fatto per gli altri argomenti).

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  • @ Andrea Multari:
    Che l’articolo non sia “scientifico” mi sembra evidente. Si tratta della cronaca (di un resoconto, dice l’apertura dell’articolo) di un incontro importante (che tutti possono vedere nel relativo video) perchè contrappone due rappresentanti “forti” delle due discipline: medicina ed omeopatia. Non c’è nessun commento su aspetti scientifici,  di una o dell’altra pratica ma solo un racconto di quello che è accaduto e lo stupore nello scoprire che il più grosso produttore di omeopatici usa farmaci per il suo problema di salute.
    Oltretutto il pezzo non rispecchia il punto di vista del Cicap ma solo quello personale (che credo si evinca facilmente) com’è scritto all’inizio dell’articolo.
    Tutto qui.
    Saluti.
    SDG

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  • Pingback: Dibattito sull’omeopatia tra Boiron e Garattini – Parte 1 « Evoluti per sbaglio

  • Niente. Il sig. Salvo Di Grazia, nonostante le cortesi osservazioni che ha ricevuto nei commenti, non è apparentemente in grado di comprendere la differenza che passa tra una cronaca ed una cronaca commentata e fortemente orientata.
    Ed è un peccato perché se lo capisse gli sarebbe immediatamente chiaro come la forza dell’approccio scientifico risieda nell’incontestabilità dei fatti ottenuti con questo metodo e nella loro rigorosità.
    E magari resisterebbe alla facile tentazione di farcire, in modo molto poco professionale e anche poco utile alla causa, i propri resoconti con locuzioni ironiche (“Non è illuminante?”) che probabilmente vorrebbero divertire ma di fatto svalutano la credibilità del suo contributo, dimostrando che forse  non ha proprio ben capito in che modo sono stati rappresentati i temi nell’incontro che ha seguito.
    Poi certo, se uno dice “ma questo era il mio commento per il blog”, va benissimo. Nulla da eccepire. Ma se pretende di far passare il resoconto come “cronaca” e questo stesso racconto compare come articolo di Query OnLine, che mi sembra abbia ben altro tipo di approccio, allora è legittimo eccepire.
    Forse si potrebbe inserire una sezione Blog dove gli autori propongono le proprie riflessioni, per distinguerle dagli articoli.
    Cordiali saluti.

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  • @Emanuele: Questo non cambia la sostanza del discorso: Boiron ha fatto una figura barbina, questo è innegabile. Probabilmente ci saranno altri resoconti su qualche altro sito (c’è addirittura il video sul sito della stessa Boiron) per chi ritiene che il resoconto sia “di parte”.
     
     
     
     
     

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  • Emanuele,

    una cronaca non è mai “asettica” e totalmente distaccata. Se a scrivere l’articolo è una persona è inevitabile (e anche auspicato) che quella persona ci metta del suo. In questo caso a Query interessava molto avere il parere di Salvo Di Grazie sulla questione.

    Rispondi
  • @Query On Line: “una cronaca non è mai “asettica” e totalmente distaccata.” Sono assolutamente d’accordo. E sono altrettanto convinto che se rilegge il pezzo di Salvo di Grazia con i suoi ammiccamenti e puntini di sospensione capirà bene cosa intendo io.
    Dopodiché se la linea Vostra linea editoriale prevede la pubblicazione di articoli con un taglio poco professionale (che di per sé non sono un problema, dipende da come vengono presentati) in mezzo ad altri scritti con attitudine e rigorosità ben diversi senza che sia evidenziata la differenza non posso che dolermene, ma naturalmente sono fatti miei e di coloro che come me si aspettano un approccio diverso dall’organo ufficiale del CICAP.

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  • @Alberto: posso concordare sulla figura barbina di Boiron, ma non si stava discutendo di questo, non ti pare?

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  • @Emanuele: Concordo, intendevo dire che essendo evidente la magra figura fatta da Boiron, non mi sembra ci sia niente di male nel prenderlo un po’ in giro (è un’opinione, sia chiaro).
    Tu dici che non è sottolineata la differenza di rigorosità, ma io riesco a leggere molto bene l’avvertimento sul fatto che l’articolo non è stato scritto dalla redazione di Query ma ripreso da un altro blog: se per te questo non è abbastanza, che ti serve di più?
     
     
     
     
     
     
     

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  • @Alberto: uhm, ti riferisci alla frase in testa all’articolo “Ecco il resoconto di MedBunker con il permesso dell’autore.”? O c’è qualche altro riferimento che in effetti mi è sfuggito?
    Ho basato la mia osservazione sul fatto che l’articolo (o meglio l’estratto dal blog di MedBunker) era dotato della sua categoria (che non è qualcosa del tipo “Dai blog dei nostri collaboratori”) e dei suoi tag (organici ai tag normali di QueryOnLine); e che per questi motivi non sembra distinguersi dagli altri.
    Ad ogni modo magari il problema è mio, semplicemente mi ha dato fastidio trovare un articolo condito di ammiccamenti e qualche battutina fuori luogo in un luogo dove mi sarei aspettato più di quel rigore e distacco citato da Andrea Multari nel suo commento.
    E magari mi ha infastidito anche un po’ la difesa ad oltranza dell’articolista che se la sarebbe ben cavata con un “beh, era un articolo tratto dal mio blog con un taglio ironico e un po’ canzonatorio, che volete?”, piuttosto che con la pretesa di attribuire al suo testo la qualità di “cronaca” (che è cosa diversa).
    D’altronde se quattro lettori su quattro (escludendo te Alberto, che cortesemente rispondi a me) si sono sentiti di dover rappresentare educatamente il proprio disappunto per le modalità con cui è stato esteso e pubblicato questo articolo vorrà pur dire qualcosa, o no?
    Insomma, il rischio di trasformare in caciara ogni discussione su questi temi delicati è sempre dietro l’angolo e articoli come questo, con annessa sottotraccia di fanatismo, vanno proprio verso questa direzione. Ammesso che vengano considerati articoli dell’organo ufficiale del CICAP.
    E’ chiaro che se sono i pensieri personali del sig. Di Grazia raccontati sul suo blog il problema non si pone neanche.
     

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  • Allora, gli aritcoli originali sono una cosa, quelli che si rifanno a post pubblicati su blog sono cosa ben diversa.

    Query pubblica quasi sempre estratti da blog e capita spesso che il tono dell’estratto sia quello tipico dei blog. Query è una specie di aggregatore intelligente di notizie che a volte pubblica pezzi originali, ma più spesso raggruppa qui le cose pubblicate da altri, quindi i pezzi come questo qui sono moltissimi.

    L’unica differenza fra questo e gli altri è che in questo caso è stato inserito l’intero testo e non un estratto, ma visto che il tutto è stato esplicitato all’inizio del post non vediamo davvero dove stia il problema. Salvo DI Grazia ha scritto un resoconto sul suo blog, a noi è sembrato che i nostri lettori potessero essere interessati e l’abbiamo ripubblicato, così come pubblichiamo ogni settimana estratti da blog e giornali online.

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  • @Emanuele: Sì, proprio a quello mi riferivo: d’altronde, se uno legge tutto l’articolo dal principio non può fare a meno di leggere anche l’avvertimento e quindi regolarsi di conseguenza; il fatto che risponda solo a te non è un attacco personale, e mi scuso se così è sembrato: siccome ho visto che hai commentato solo diversi mesi dopo la pubblicazione dell’articolo, mi sono sentito di controbattere. Diciamo allora che valgono le stesse considerazioni anche per voi, Massimiliano, Aldo e Andrea.
    Se cerchi sul sito del cicap troverai moltissimi articoli che usano uno stile più rigoroso; semplicemente non pretendo che un post preso da un altro blog sia scritto allo stesso modo.
     
     
     
     
     

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  • Va bene. Grazie per le informazioni, ora mi è tutto più chiaro. Solo una domanda: la frase che all’inizio del post dovrebbe esplicitarmi che si tratta di un estratto dal blog personale di Di Grazia, è questa: “Ecco il resoconto di MedBunker con il permesso dell’autore.”?
    Perché i casi sono due: o c’è qualche altro passaggio o disclaimer con questo significato che io non vedo, ed in questo caso mi scuso per la mia evidente miopia, oppure pretendere che da quella frase si deduca quello che dite è poco serio. Così come poco seria mi pare essere la distribuzione di questo tipo di contenuti su una pagina che recita sulla spalla destra, questa sì in modo ben visibile, la frase: “Query è la rivista ufficiale del CICAP, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale.” Seguita dal logo del CICAP, alla quale associazione, a mio parere, non viene reso un buon servizio se nella sua rivista ufficiale via web vengono riprodotti contenuti tratti da blog di collaboratori scritti con toni e stili da blog, e non, appunto, da rivista ufficiale con ambizioni scientifiche, e senza che questo sia adeguatamente specificato.
    Probabilmente la cosa sarà per voi di scarso interesse, ma di certo a causa di questo modo approssimativo di gestire i contenuti, l’immagine del CICAP e quindi il rapporto con i Vostri lettori da oggi ci sarà un (quattro?) lettori in meno.
    Forse è stato un errore mio immaginare che il CICAP fosse una cosa più seria.
    Cordiali saluti.
     
     
     

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  • @Alberto: ho scritto il mio ultimo commento mentre tu scrivevi il tuo, quindi non l’ho potuto considerare nella mia risposta. Non ho assolutamente avuto la sensazione che si trattasse di un attacco personale, anzi ti sono sinceramente grato per avermi risposto.
    E’ vero che sul sito del CICAP vi sono altri articoli molto più rigorosi, e proprio da questa constatazione partivano le mie considerazioni.
    Si vede che c’è ancora qualcosa da migliorare nelle gestione dei contenuti, niente di grave. Si migliora sempre, se si ha l’umiltà e l’attenzione necessaria per farlo. Un saluto e buon lavoro.

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  • Emanuele, che cosa non sarebbe serio? Citare le fonti? Query è una rivista come molte altre che produce sia articoli originali, sia commenti a notizie, sia pezzi di raccolta di impressioni e commenti ritenuti utili per i lettori. La frase in questione dà al lettore l’informazione che il testo pubblicato è tratto dal link. C’è la fonte, c’è il link diretto al blog, c’è la possibilità di commentare e chiedere chiarimenti. Può non piacere lo stile, ma non si può dire che questo non sia un comportamento serio o che sia approssimativo.

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  • Mah, credo di aver spiegato abbastanza bene negli interventi precedenti qual è il punto secondo me, e secondo altri lettori che si sono presi la briga di inviarvi la propria opinione simile alla mia.
    Tutto dipende dall’immagine che volete fornire di voi e del CICAP, se a voi va bene questa nessun problema.
    Sta a voi decidere di prendere in considerazione o meno questi suggerimenti, tutt’al più, dal nostro punto di vista, si tratterà di una occasione persa.
    Un saluto cordiale.

    Rispondi
  • Da un anno circa le mie tre figlie di età compresa tra tre e cinque anni non soffrono di alcuna malattia (neanche il più piccolo raffreddore), grazie ai trattamenti di omeopatia costituzionale.
    Mia madre non soffre più di dolori artrosici, da quando si cura con l’omeopatia.
    Mia moglie, che per anni ha sofferto di ansia e di insonnia, da quando usa l’omeopatia riesce a dormire quasi sempre.
    A me l’omeopatia ha guarito la bronchite cronica.
    Ma queste per Garattini sono favole…
    Io penso che farebbe bene ad andare in pensione…
    Nel suo Trattato sul valore dei sistemi in medicina, Hahnemann ha condannato ogni tipo di dogmatismo in medicina. Ora c’è un nuovo SISTEMA in medicina (la cosiddetta “Medicina Convenzionale”), peraltro già contestato da un NUOVO SISTEMA EMERGENTE (quello della Psico-Neuro-Endocrinologia). Questi nuovi SISTEMI nel giro di pochi anni faranno la fine dei sistemi medici che l’hanno preceduto… con buona pace dei loro sostenitori, come Garattini.

    Massimo

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  • sono seguita da un omeopata (naturalmente laureato in medicina e chirurgia, specializzato in immunologia. Tra gli altri problemi soffrivo di una tiroidite autoimmune che mi provocava noduli di una certa dimensione. Nel giro di pochi mesi i miei noduli sono spariti, alla faccia di quelli che non ci credono. E’ normale che se hai un’ernia del disco tu ricorra al cortisone, l’omeopatia funziona lentamente nel tempo, un buon omeopata se hai una polmonite ti prescrive gli antibiotici, l’omeopata è un medico non uno stregone.

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