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Le scie chimiche esistono o no? Un dibattito

Il  primo ottobre si è svolto a San Mauro Pascoli (FC) il tanto atteso dibattito tra scettici e credenti nelle scie chimiche. Tanto atteso perché, nonostante siano ormai dieci anni che si parla di scie chimiche, in Italia non erano mai stati condotti dibattiti alla pari.

L’incontro vedeva dal lato degli scettici il sottoscritto, Simone Angioni, chimico, socio effettivo del CICAP, e dal lato dei believers Giorgio Pattera, biologo, responsabile scientifico del CUN. Moderatore dell’incontro: Giuliano Marrucci, giornalista di Report.

La serata comincia con due relazioni introduttive: quella di Pattera è incentrata, stranamente, sul definire le condizioni di formazione delle scie di condensazione, mentre la mia sulle prove a favore delle scie chimiche. Per un momento mi è sembrato che ci fossimo invertiti i ruoli! Il disorientamento è durato solo un momento, Pattera ha iniziato subito presentando la presunta triade di condizioni atmosferiche necessarie per la formazione delle scie di condensazione: 8000 m di quota, 70% di umidità relativa e -40°C di temperatura. Pattera precisa che “non sono nostre queste dichiarazioni” e mostra una serie di citazioni tratte dal sito della NASA. Peccato che, leggendole, non vi siano affatto riportati i parametri sopra citati. Per esempio gli 8000 m di quota sono preceduti da un fondamentale “usually”, mentre del 70% di umidità relativa non c’è nemmeno l’ombra. Ciò è prevedibile visto che la letteratura scientifica degli ultimi sessant’anni riporta tranquillamente scie di condensazione a umidità relativa pari allo 0%.

Ci viene poi ricordato da Pattera che le scie di condensazione durano dai trenta secondi ai due minuti: se le scie persistono oltre c’è qualche anomalia. Peccato che anche questo non sia scritto da nessuna parte e non ci sia dato sapere da dove provenga una tale dichiarazione. In effetti in letteratura scientifica le frasi sulla persistenza delle contrails sono di tutt’altro tenore:

“The writer himself has seen instances in which a single contrail seemed to grow until it became an overcast covering the whole sky.”
[tr. it: “L’autore in persona ha visto casi nei quali una singola contrail sembrava crescere fino a formare una copertura occupante l’intero cielo”]
(Fonte: Murcray, On the possibility of weather modification by aircraft contrails, Monthly Weather Review, 1970, 745]

Poco dopo Pattera ci mostra un grafico dicendo che da esso si deducono i parametri di formazione e persistenza da lui enunciati. Purtoppo quel grafico dimostra proprio il contrario, ma è di difficile interpretazione e quindi, nonostante abbia cercato di spiegarlo, non sono sicuro che il pubblico abbia compreso l’errore del relatore pro scie chimiche.

La conferenza continua non senza interruzioni, soprattutto quando, durante la mia presentazione, mostro l’ormai leggendario “organigramma delle scie chimiche”, nel quale vengono riportati tutti gli organi che, secondo i sostenitori del complotto, sarebbero coinvolti nelle operazioni di irrorazione. Il pubblico rumoreggia anche quando mostro un sondaggio, presentato su uno dei maggiori siti dedicati alle scie chimiche, dal quale  i Gesuiti risultano gli organizzatori del complotto.

Mostro anche un video nel quale alcuni giornalisti commentano alcune analisi dell’acqua piovana confondendo “microgrammi” con “milligrammi” (i microgrammi sono 1000 volte meno dei milligrammi, confonderli è come andare in panetteria a chiedere un chilo di pane e ottenere in cambio qualche briciola).

In questo caso l’errore è emblematico e rende evidente la scarse competenze di molti sostenitori del complotto. Solitamente cito questo esempio nelle mie conferenze perché si tratta di un errore evidente e facile da spiegare, tuttavia non avrei mai creduto che un errore così grossolano potesse essere commesso una seconda volta. Mi sono dovuto ricredere pochi minuti dopo, quando Pattera ha mostrato alcune analisi chimiche di acqua piovana scambiando di nuovo i microgrammi con i milligrammi.

Nonostante molte persone dubbiose mi abbiano poi avvicinato dicendomi di essersi convinte dell’inesistenza del complotto, molti “believers” non hanno minimamente messo in dubbio le proprie convinzioni.

E’ difficile sostenere un dibattito come questo, dove le “prove” esibite, unite a lunghe dichiarazioni ufficiali, non fanno altro che smentire quanto vorrebbe sostenere chi le mostra. Nel pubblico, fatto di persone che non sempre hanno competenze scientifiche, rimane l’idea che i due relatori non siano d’accordo su un dato punto, ma difficilmente si fa strada la consapevolezza che le fonti presentate a supporto di un’affermazione complottista in realtà la smentiscono.

Nonostante tutto, bisogna ammettere che Pattera è stato l’unico che in tanti anni abbia accettato un confronto con uno scettico e che tra relatori i toni sono sempre stati pacati e tranquilli: è così che dovrebbero svolgersi i confronti fra believers e scettici. Purtroppo questo non avviene sempre e il pubblico in sala ha ampiamente dimostrato quanto sia difficile mantenere la calma. Addirittura, ad un certo punto, uno spettatore è intervenuto domandandomi se ero pagato dagli Illuminati.

La serata è disponibile integralmente su YouTube sui canali di Masdeca e di Vibravito. Per resoconti più dettagliati rimando al mio blog e a quello di Paolo Attivissimo.

3 pensieri riguardo “Le scie chimiche esistono o no? Un dibattito

  • Bel lavoro, Simone! (mi permetto di chiamarti per nome)
    In questo riassunto, però, hai dimenticato di citare il secondo momento saliente della conferenza oltre a quello dei milli/microgrammi, ovvero quando Pattera ha definito la sua associazione, oltre che aconfessionale e apolitica, anche “aculturale”. Eh be’, se si crede alle scie chimiche effettivamente un po’ di aculturalità c’è… 😉
    Frecciatina bonaria, s’intende: in fondo, come dice Simone, ha accettato il confronto e ha usato un tono civile.
    Della comunicazione di Di Pietro al destinatario sconosciuto si è saputo qualcosa di più?

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    • Grazie Fljll, avevo notato l’errore di Pattera, inoltre sul sito dell’associazione Galileo si legge:

      “nel Gennaio del 1998 alcune persone già “dentro la materia”, iscritte al Centro Ufologico Nazionale, danno vita ad un’associazione culturale senza fine di lucro denominata “GALILEO – Centro culturale di ricerche esobiologiche”

      http://www.galileoparma.it/galileo1.html

      Anche se farlo notare sarebbe stato “simpatico”, non c’entrava con il tema e cercare di screditare Pattera sfruttando una “svista” credo sarebbe stato scorretto.

      Per la questione Di Pietro: gli scrissi nel lontano 2008 a proposito di quella lettera, ma non ho mai ricevuto risposta.
      Oltre ad altri strani particolari ai quali ho fatto riferimento nel mio blog, faccio presente che buona parte del testo è copiato da qui. Ognuno si faccia una sua opinione sul caso specifico, in ogni caso mi sembra lungi dall’essere una “dichiarazione ufficiale”.

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