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Diretta dall’Amazing Meeting di Londra – 2nd day

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Rieccoci qui con la diretta del TAM di Londra. Per le foto della giornata di ieri dovete aspettare qualche giorno, perché la qualità della connessione è molto scarsa.

Dopo la giornata e la serata di ieri, l’impressione generale è che qui siano molto arrabbiati. Si parla molto di attivismo, di battaglie, di campagne e le varie associazioni scettiche sono unite dal nemico comune, spesso identificato con il Vaticano. Insomma, c’è qualche differenza anche di metodo con quello che siamo abituati a vedere dalle nostre parti.

Comunque, qui c’è il liveblog ufficiale e nel frattempo si ricomincia e Marcus Chown ci sta spiegando come fare per costruire una macchina del tempo.

ore 10.00 sul palco DJ Groethe presidente della James Randi Foundation, voce del podcast Poinf of Inquire. SI parla di progetti per il futuro e grandi prospettive per la JREF. Qui si va a prendere un caffè.

ore 10.40 Sta per iniziare la tavola rotonda su scettiscismo e (nuovi) media. Curiosa di sentire che raccontano: sarebbe da fare anche da noi. Modera Rebecca Watson, partecipano un po’ di persone sul palco e tutto il pubblico con i twit. Complicato da gestire, ma non male come esperimento. Al momento la discussione è sull’annosa questione delle produzioni mainstream e di quelle indipendenti. Dove ha più senso investire le energie? Nel grande flusso di informazione (giornali e tv), dove però si è limitati, oppure mettersi in proprio dove si ha maggiore libertà, ma pochi soldi e poco pubblico?

ore 11.00 mentre si cerca di rispondere alla domanda si parla di coda lunga. Ha senso rimanere spezzettati in mille piccole iniziative? Non sarebbe più furbo “fare massa”?

ore 11.12 Rebecca Watson propone un’iniziativa rivolta agli insegnanti: mettiamo su un blog collettivo rivolto specificamente a loro? (che li ospiti anche)

ore 11.20 Inseguire le notizie frivole, cercare di alzare il livello o alzare il livello usando le notizie frivole?

Le domande sono le stesse che ci facciamo anche noi e anche noi, come loro, siamo alla ricerca di una risposta sul campo.

ore. 11.30 Sale sul palco Melinda Gebbie, illustratrice di cose come Lost Girls (un fumetto erotico che qua tutti conoscono). Chi scrive si prende un’altra pausa.

ore 12.04 Finalmente l’illustratrice se ne va (c’era malcontento nel pubblico: che c’entra il porno feminista con lo scetticismo?) ed è il momento di Stephen Fry, in video. Fry è un attore (Gosford Park, Gli amici di Peter) da sempre attivo sul fronte scettico. L’unica cosa degna di nota è un riferimento al degrado del linguaggio: si usano termini come “energia” completamente a sproposito e questo contribuisce ad alimentare la fuffa.

ore 14.00 Si riprende dopo il pranzo con Jon Ronson, giornalista e scrittore (The man who stares at goat) che ieri sera ci ha spiegato come funzionano i fottuti magneti (facendo un’analisi molto approfodnita sul piano linguistico e sociologico del video che mi linkiamo qui):

ore 14.30 Finalmente è il turno di PZ Myers, l’ultimo intervento che seguiremo. Purtroppo non parla di cefalopodi, ma del livello dei commenti che riceve sul suo blog (molto probabilmente il più seguito fra quelli scientifici). Niente, non se ne esce. Siamo di nuovo sull’importanza dell’attivismo scettico.

Paradossalmente, questi convegni scettici molto costosi (chi scrive ha un pass stampa, ma i mille partecipanti hanno pagato 250 sterline) sono un po’ poverelli di contenuti. Sicuramente sono più spettacolari dei nostri, ma alla fine, facendo i conti non se ne esce molto arricchiti. L’impressione è che la maggior parte degli interventi sia un’occasione sprecata.

La nostra diretta un po’ precaria finisce qui. Nei prossimi giorno caricheremo le foto e qualche approfondimento.

Foto di photosforyou da Pixabay

Un pensiero su “Diretta dall’Amazing Meeting di Londra – 2nd day

  • Come dire che non basta metterci tante risorse per ottenere dei buoni risultati.
    Da queste parti, per quanto mi riguarda l’assemblea dei soci è stata anche quest’anno un’iniezione di nuove energie, e mi è sembrata una sensazione abbastanza comune. Insomma, noi scettici italiani abbiamo meno soldi ma come idee non siamo tanto male. 😉

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