Fraudologia. Teoria e tecniche della truffa.
Matteo Rampin e Ruben Caris
Fraudologia. Teoria e tecniche della truffa
Scuola di Palo Alto, 2010
pp. 436, € 22,00
Alzi la mano chi, in vita sua, non ha mai preso qualche fregatura!
Si tratti di una piccola burla di cui siamo stati vittime e che ci ha fatto sorridere o di un vero e proprio inganno che ci ha procurato seri danni, penso che nessuno di noi sia immune da imbrogli e raggiri. Fa parte della natura umana essere ingannati e, naturalmente, ingannare.
A questo intrigante argomento è dedicata l’ultima fatica editoriale di Matteo Rampin, medico psichiatra e psicoterapeuta, ex ufficiale dell’esercito, nonché cultore di illusionismo e di psicologia dell’inganno, e di Ruben Caris, ex penetration tester, fraud analist di un importante gruppo bancario europeo e anch’egli illusionista ed esperto di psicologia cognitiva applicata al crimine e all’inganno.
Sul retro di copertina di questo ponderoso volume compare una citazione di Friedrich Nietzsche che sintetizza bene il contenuto e lo spirito del libro: “Qual è la differenza tra un convinto e un ingannato? Nessuna, se è stato ben ingannato”.
Proprio così: chi viene ben ingannato, ovviamente, non si accorge affatto di esserlo ed è assolutamente convinto di aver fatto una scelta del tutto consapevole e in piena libertà.
Il campionario delle truffe prese in considerazione da Fraudologia è vastissimo: giochi di destrezza manuale, cessione volontaria di denaro (con o senza ipnosi), catene di Sant’Antonio, fino alle innumerevoli opportunità truffaldine offerte dalle nuove tecnologie informatiche e da Internet soprattutto.
Il libro è diviso in due parti. La prima, scritta da Rampin, comprende cinque capitoli intitolati rispettivamente:
1) La truffa;
2) Psicologia dell’influenzamento;
3) Aspetti di psicologia della truffa;
4) Analisi;
5) Le truffe del paranormale.
La seconda parte, scritta da Caris, è costituita da altri cinque capitoli:
1) Le truffe all’epoca di Internet;
2) Cenni di teoria;
3) L’evoluzione della truffa da ieri a oggi;
4) Le truffe moderne;
5) La piaga del futuro: il furto di identità.
Le due parti sono corredate ciascuna da un’utile bibliografia e il volume termina con due appendici. La prima esamina celebri truffe tratte dalla letteratura e dal cinema. La seconda presenta invece organismi, enti e associazioni che si occupano direttamente o indirettamente di truffe e inganni, tra le quali non manca naturalmente il CICAP.
La lettura del libro è divertente, avvincente, ma al tempo stesso un po’ inquietante. Pagina dopo pagina ci si rende infatti conto di quanto siamo vulnerabili (tutti, nessuno escluso!) e di quanti individui senza scrupolo sappiano abilmente sfruttare a loro vantaggio tutte le debolezze della mente umana.
Una lettura utilissima a tutti quindi e, naturalmente, indispensabile per coloro che, come gli scettici e i “cicappini”, sono particolarmente interessati a smascherare bufale e false credenze. Con un’avvertenza fondamentale: lo scetticismo non deve mai condurre a un atteggiamento di rifiuto pregiudiziale di tutte le affermazioni. Il libro, conscio di questo rischio, si conclude infatti con la narrazione di un curioso episodio (proposta di donazione di un ingente patrimonio da parte di una misteriosa dama a sette studenti triestini particolarmente meritevoli, a patto che si accollassero le spese necessarie) che, a prima vista, sembrava avere tutte le caratteristiche per essere un’ennesima fregatura, ma che invece risultò essere assolutamente vero! Significative le parole con le quali il volume si conclude: “Questo curioso episodio conferma una realtà ben nota agli studiosi dell’inganno: in questo campo non si è mai sufficientemente esperti, si è sempre vulnerabili e si può correre il rischio persino di essere ingannati dalla propria conoscenza dei fenomeni dell’inganno. Il che conferma la necessità di continuare a studiare”.
Parole sacrosante che dovrebbero essere meditate da tutti ma soprattutto dai tanti “complottisti” che, in nome di un esasperato senso critico nei confronti delle “verità ufficiali”, dimenticano però di esercitarlo nei confronti delle tante “verità alternative” messe in circolazione da individui poco propensi a valutare obiettivamente i fatti, unici giudici attendibili di qualsiasi affermazione.
Foto di Mohamed Hassan da Pixabay
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“fraud analist di un importante gruppo bancario europeo e anch’egli illusionista ed esperto di psicologia cognitiva applicata al crimine e all’inganno.” Non si capisce bene se lo fosse in senso attivo (addestrava la propria banca a truffare i correntisti) o passivo (addestrava la propria banca a non farsi truffare dalle compagnie telefoniche e assicuratrici, notoriamente molto più brave delle banche stesse nel campo della truffa).
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