Il ritorno della fusione fredda?
La fusione fredda, cioè la produzione di energia per fusione nucleare in cui le reazioni avvengono a temperature vicine a quella ambiente, è uno di quegli argomenti in cui la miscela di pseudoscienza, di genuina scienza di frontiera e di interessi economici rende molto difficile orientarsi. Il problema è tornato alla ribalta quando il 14 gennaio, in un capannone alla periferia di Bologna, alcuni fisici dell’Università e dell’Istituto Nazionale di Fisica nucleare hanno potuto assistere alla dimostrazione di un dispositivo che, nelle parole del suo inventore, produrrebbe energia attraverso la fusione di nuclei di idrogeno con nuclei di nichel. Il professor Paolo Capiluppi, direttore del Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna, che era presente alla dimostrazione, ha chiarito il ruolo delle istituzioni di ricerca nell’evento:
«Abbiamo accettato volentieri di assistere alla dimostrazione e il dott. Giuseppe Levi ha dato una mano per le misure, in particolare dei raggi gamma. Il Dipartimento di Fisica e la Sezione INFN non sono stati però coinvolti direttamente nello sviluppo del dispositivo, il cui funzionamento è segreto, né nella dimostrazione del 14 gennaio. Non abbiamo potuto effettuare nessuna misura o verifica nei nostri laboratori, per le quali siamo ancora disponibili e, come scienziati, soprattutto molto curiosi».
Alla dimostrazione sembra fossero presenti anche rappresentanti della Defkalion Energy, una ditta di Atene che sarebbe interessata al procedimento.
Su YouTube si trovano anche la seconda e terza parte del video.
L’inventore è Andrea Rossi, un ingegnere milanese con una storia imprenditoriale piuttosto avventurosa (raccontata qui dal suo punto di vista) che si è avvalso della collaborazione di Sergio Focardi, Professore Emerito di Fisica dell’Università di Bologna. L’idea della fusione fredda con nichel e idrogeno, alternativa a quella originale di Fleischmann e Pons che usava deuterio e palladio, era già stata investigata da Focardi negli anni Novanta, senza però che i suoi risultati potessero essere replicati. Adesso Rossi torna alla carica con un reattore che parrebbe funzionare, ma i dettagli della realizzazione sono tenuti segreti. In particolare, la polvere di nichel usata conterrebbe alcune altre sostanze che funzionerebbero come “catalizzatore” della reazione. Giuseppe Levi, dell’Università di Bologna e dell’INFN, ha misurato la potenza sviluppata in circa 12kW, ed esclude che l’energia venga dalla combustione convenzionale dell’idrogeno perché l’idrogeno consumato è troppo poco. La stima è fatta pesando la bombola prima e dopo la dimostrazione, misura che potrebbe essere un po’ approssimativa, ma dobbiamo aspettare il report che Levi dovrebbe rendere pubblico per poter commentare. L’articolo che descrive la scoperta di Rossi e Focardi, evidentemente rifiutato dalle riviste scientifiche, è stato pubblicato su un sito web gestito dagli stessi autori, furbescamente chiamato Journal of Nuclear Physics (il titolo di una rivista accademica russa, che non esiste più da tempo); come sottolinea PhysOrg.com, questo ha generato non poco scetticismo tra gli addetti ai lavori. Sempre secondo Rossi, un esemplare del reattore sarebbe in funzione da tempo per riscaldare un capannone di una ditta di Bondeno, in provincia di Ferrara.
Ci sono alcune stranezze nel dispositivo di Rossi e Focardi. Il chimico Camillo Franchini osserva che, anche se la reazione è effettivamente esoenergetica (cioè produce energia), è impraticabile usarla effettivamente per due ragioni. La prima è che secondo tutti i manuali di chimica nucleare la reazione non può avvenire a temperatura ambiente perchè in quelle condizioni i protoni non hanno abbastanza energia per raggiungere il nucleo; in secondo luogo, la sezione d’urto (una misura usata in fisica che indica la probabilità che la reazione avvenga effettivamente) è comunque molto bassa. Ci scrive Franchini:
Richiesto di un parere sulla rivendicazione di Focardi e Rossi, il prof. Jonghwa Chang, Chief Research Advisor del Korea Atomic Energy Research Institute mi ha gentilmente risposto (18 gennaio 2011), riferendosi alla reazione 58Ni +p → 59Cu
«Per rendere la reazione possible, l’energia del protone deve oltrepassare la barriera coulombiana. Una simile energia è impossibile da ottenere senza un acceleratore. In più, dovrebbero misurare [un’emissione di] raggi gamma, molto penetranti e facilmente misurabili con un opportuno rivelatore.»
D’altronde, fa notare sempre Franchini, la domanda di brevetto di Rossi parrebbe essere stata rifiutata con la motivazione che
dato che l’invenzione sembra, per lo meno a un primo esame, essere in contrasto con le leggi della fisica generalmente accettate, la descrizione dovrebbe essere abbastanza dettagliata da poter dimostrare a una persona competente, familiare con la scienza e la tecnologia mainstream, che l’invenzione è effettivamente realizzabile.
Ossia, secondo la fisica quella reazione non dovrebbe poter produrre energia; e in ogni caso dovrebbero essere emesse dal reattore radiazioni facilmente osservabili.
E qui viene un’altra stranezza, perché è vero che nella domanda di brevetto si afferma che tutta la radiazione prodotta è assorbita dalla schermatura di boro, piombo e acciaio, ma almeno dai filmati il dispositivo di Rossi sembra troppo piccolo per contenere schermature di spessore sufficiente. Da quello che si può capire, né raggi gamma né neutroni sono emessi dall’apparecchiatura (con evidente sollievo dei presenti alla dimostrazione), nonostante due piccoli fori fossero stati prodotti nella schermatura proprio allo scopo di permettere ai raggi gamma di uscire per essere misurati.
Insomma, se è vero che il reattore di Rossi produce energia, come sembra, difficilmente il suo principio di funzionamento è quello che l’autore sostiene essere, lasciando il campo aperto a qualunque ipotesi e forse anche a qualche sospetto. È anche curioso che nella domanda di brevetto, come a mettere le mani avanti, si dichiari che
L’approccio al problema della reazione esotermica adottato dall’inventore differisce da quelli adottati dai ricercatori che lo ho hanno preceduto in questa materia per il fatto che qui non si è cercato di dimostrare emissione di particelle elementari che testimoniassero la validità di una teoria, ma si è cercato esclusivamente di produrre più energia di quella consumata […]
Cioè a dire: lo sappiamo che non si capisce come possa funzionare, ma d’altronde non ci interessa. Viene da chiedersi come abbiano fatto a sviluppare il processo, senza una teoria di qualche genere a guidarli.
Approfondimento: qui il rapporto completo (in pdf) contenente l’analisi del chimico Camillo Franchini.
Continua…
@Daniele
Sono davvero contento che siamo arrivati a questi chiarimenti finali, inevitabili tra persone civili e rispettose delle opinioni altrui.
Ci siamo conosciuti per caso, come del resto tutti quelli che hanno partecipato a questo dibattito, a volte troppo vivace a giudizio della nostra paziente moderatrice, che ringrazio di cuore per averci dato tanto spazio.
L’importante è che ci lasciamo dimostrando reciproco rispetto e stima.
Se ci conoscessimo di persona troveremmo certamente tanti tratti in comune.
Ora non resta che affidarci al tempo, che dicono essere galantuomo. In qualsiasi modo evolvano i fatti, sarà per il meglio, come Lei ha giustamente osservato.
A risentirci in qualche altra occasione e tanti auguri per la Sua attività di divulgazione scientifica e artistica.
Mi considero fortunato di avere avuto un rapido contatto con Sylvie Coyaud, un’intellettuale che stimo da anni.
Grazie al CICAP che ha promosso questa iniziativa e in particolare a Fara di Maio e a Beatrice Mautino.
Saluto cordialmente tutti quelli che hanno partecipato a questo interessante confronto.
Grossi enti di ricerca Europei ecc ecc MA E’ STATA LA POVERA GRECIA A CREDERE ALL’APPARATO DI ROSSI FOCARDI IERI LA TV DI STATO GRECA HA IN TUTTI I SUOI TELEGIORNALI DATO NOTIZIA CHE UNA IMPORTANTE SOCIETA’ GRECA SI PREPARA A PRUDURRE IL DISPOSITIVO (ROSSI FOCARDI) CON L’AIUTO DEL MINISTERO DELLA DIFESA GRECO E NOI IN ITALIA?????? CI OCCUPIAMO DELLE PRESUNTE FESTE NELLA VILLA DEL PREMIER O DEL GRANDE FRATELLO VIVA L’ITAGLIIIIIAAAA
@settimio: Per come sono messi i Greci, forse conviene loro aspettare che il marchingegno venga finalmente aperto e studiato come si deve. Hanno già abbastanza grattacapi senza aggiungere anche questo strumento dal funzionamento ancora ignoto e apparentemente in contrasto con le leggi fisiche note.
Caro Alberto per come invece conosco io i Greci…. Ti assicuro che prima di investire denari ci pensano bene 1-2 1000 volte… e se lo fanno significa che avranno il loro sicuro tornaconto.
Riguardo la tua affermazioni sulle leggi della fisica note…… ci sono tante cose non note ma che funzionano e per la verità a me di sapere come e perchè funziona il determinato apparato non interessa un gran chè!!! La cosa che mi interessa è che funzioni e che produca energia!!!! Mi auguro che in tempo breve avremo la possibiltà di abbandonare finalmente il petrolio, il carbone, l’energia nucleare e gli orridi impianti eolici che deturpano in maniera oscena i territorio per passare a questo sitema di energia pulita.
@settimio
Io penso che i greci non c’entrino nulla.
Forse la ragione di questa scelta logistica e’ solo dettata da semplificazioni legislative e burocratiche, oltre che di economia sui costi.
@settimio: Mah, non so quanto fidarmi della saggezza economica di un Paese con un rating “junk”, ma magari mi sbaglio. Fatto sta che i greci ne sanno tanto quanto noi riguardo a questo strumento, quindi sarebbe stato, a mio parere, comunque meglio aspettare una dimostrazione più lunga in condizioni più controllate. Boh, avranno le loro ragioni, spero solo per loro che il tutto non si risolva in nulla.
E io che sono di padre italiano e madre greca che dovrei dire? Rimango scettico. La Grecia è più nazionalista di noi, sanno collaborare di più (ci vuole poco) ma hanno ancor meno mezzi di noi per produrre una invenzione del genere e sfruttarla. Se non ha interessato gli USA…
Bene,che il fenomeno detto fusione fredda sia una evidenza scientifica è un fatto comprovato(rapporto 4 1enea),che possa avvenire in modo diverso dalla fusione di nuclei di deuterio è ritenuto plausibile dagli scienziati che si occupano di questa materia e pare proprio che il reattore Rossi Focardi funzioni.Entro pochi mesi entrerà in funzione il primo reattore “ufficiale”e nel momento non ci saranno più dubbi.Esiste il caso o diamo questo nome a ciò che non riusciamo a spiegare?La quantistica ci parla di caso,fortuna,sfortuna ,ma Dio gioca a dadi con l’universo?(e sappiamo chi pensava di no).Forse un giorno se verrà comprovata la teoria delle stringhe e si rivelerà alle nostre menti l’equazione unificatrice delle forze della natura ,vedremo la evidenza oggettiva del progetto insito nelle cose che oggi è appannaggio della fede.Quella equazione forse unificherà scienza e metafisica e ci svelerà il collegamento fra tutte le cose e ci apparirà chiaro come oggi il medioriente sia in rivolta ai propri dittatori, amici dei nostri governi e banchieri del mondo consumatore di petrolio,non a caso ma proprio in virtù di un cambiamento epocale di cui questa nuova meravigliosa forma di energia è protagonista.
…Forse….chi vivrà vedrà.Bene.
@giovanni guerrini: Non mi risulta che i risultati raccolti nel rapporto 41 siano mai stati pubblicati su una rivista scientifica: ad oggi, non si può dire che la fusione fredda sia una evidenza scientifica, in particolare questo tipo di fusione, che ha sempre avuto difficoltà ad essere replicato sperimentalmente. Il reattore Rossi-Focardi dovrà essere testato in modo intensivo per escludere produzione di energia da reazioni chimiche, e soprattutto bisognerà aspettare ‘sto benedetto brevetto per poterlo finalmente aprire e analizzare in modo serio. Per ora, conviene andare con i piedi di piombo e non cedere a facili entusiasmi.
http://dailymotion.virgilio.it/video/x33lx9_inchiesta-di-rai-news-24-sulla-fusi_news
Non è mai stato pubblicato per motivi facilmente intuibili,Purtroppo oggi,è mia opinione,la scienza “ufficiale”assomiglia molto alla accademia dei tempi di Galileo,asservita ai poteri economici che governano il mondo.Preferisco fidarmi di Rubbia e di questi scienziati che del silenzio della stampa accademica.Ci sono vari modi di guardare il mondo,attraverso ciò che ci viene mostrato, oppure cercando di avere una visione critica derivante da indagini a 360 gradi ,utilizzando fonti attendibili,cosi’ da potr vedere le dinamiche degli eventi al di là da cio che ci viene propinato.Internet è il primo tassello tecnologico del mosaico della liberazione umana,una forma di energia come questa è il secondo,il terzo penso che sarà la robotica avanzata.Naturalmente queste sono solo le mie opinioni.Saluti.
@giovanni guerrini: Quello che affermi implica che tutti i peer reviewer delle riviste scientifiche specialistiche sono in qualche modo asserviti ad interessi puramente extrascientifici, e questo è quantomeno improbabile. E anche se non avessero interessi economici, per quale motivo dovrebbero nascondere una nuova scoperta? Perchè va contro le conoscenze attuali? Assurdo, tutte le nuove scoperte vanno contro le conoscenze attuali, altrimenti non sarebbero nuove.
La domanda è: per quale motivo lo studio non è stato pubblicato? Sono stati trovati degli errori che hanno invalidato le conclusioni? Oppure lo studio è stato rifiutato dalle riviste dopo la review? Anche qualora non avessero più avuto l’appoggio dell’ENEA avrebbero potuto comunque sottoporre lo studio alle riviste: questo è stato fatto? Cosa hanno dichiarato gli autori a riguardo?
Nel video troverai tante risposte.Poi in rete si trova anche il documento enea.Questa,poi ,sta proseguendo le ricerche sulla base dei risultati corretti e incontrovertibili del rapporto 41(a rilento visto gli interessi gravitanti attorno al progetto iter).I risultati degli italiani sono stati riconosciuti validi da enti negli stati uniti.Non ricordo i link,comunque se ti interessa in rete li trovi.Gli interessi petroliferi sappiamo tutti la portata che hanno .Guarda,anche io mi fidavo della accademia ufficiale,poi qualche anno fa mi sono imbattuto in queste informazioni e ho capito che qualcosa non quadrava…ho indagato e ci sono rimasto MOLTO male…Ti invito a fare ricerche.
@giovanni guerrini: Ho visto il filmato, sinceramente mi aspettavo qualcosa del genere. Prima di tutto, non mi piace molto come viene liquidata la questione della pubblicazione: “varie motivazioni” è troppo generico, quali motivazioni? Errori di metodo? Risultati non significativi dal punto di vista statistico? Ad oggi, il sistema di peer review è l’unico accettato dalla comunità scientifica per giudicare la qualità di un lavoro, almeno si sarebbe dovuto accennare alle principali obiezioni poste dai reviewer. E poi, se davvero si è voluto insabbiare lo studio a causa di non meglio specificati “poteri occulti”, perchè allora esso si può tranquillamente scaricare da internet proprio dal sito dell’ENEA, accusato di essere il principale insabbiatore? E ancora, la questione dell’establishment granitico e conservatore è una grossa invenzione: se davvero l’esperimento è facilmente riproducibile con spese relativamente limitate, come mai nel mondo non spuntano come funghi pubblicazioni su esperimenti di fusione fredda? Sono tutti messi a tacere con intimidazioni e/o pressioni politiche? Va bene che le lobby petrolifere sono potenti, ma credere che esse abbiano il controllo su tutti i laboratori di ricerca del mondo mi pare eccessivo.
Altre due considerazioni su parti del filmato non connesse al rapporto 41: primo, non è sufficiente trovare nuovi elementi nei prodotti di reazione per affermare di aver realizzato una fusione, perchè in qualsiasi sostanza e oggetto si possono trovare delle piccole quantità di quasi ogni elemento chimico, anche l’uranio. Bisognerebbe quindi almeno verificare se la quantità di elementi trovati è superiore a quella media ambientale; secondo, che senso avrebbe realizzare delle armi nucleari di piccola potenza? Gli esplosivi convenzionali sono già in grado di produrre esplosioni che producano quasi esattamente l’energia richiesta e con spese molto inferiori.
l’ He4 non si crea dal nulla ed i grafici che mettono in relazione la sua generazione con l’eccesso di potenza li redasse Carlo Rubbia di suo pugno….
comunque guardate che oramai nella comunità scientifica non si discute più sulla realtà del fenomeno,al di là delle pubblicazioni della “pravda”,in quanto è riconosciuto.al momento,semmai,si attendono i riscontri che nel reattore Rossi si verifichi un fenomeno nucleare,verifiche che sono in corso e una volta sciolti gli sbarramenti del segreto industriale(ottenimento di tutti i brevetti)tutto sarà alla luce del sole.se a qualcuno interessa veramente che si informi,altrimenti rimanga pure della propria idea ma la verità è iarrestabile.
@giovanni guerrini: L’elio-4 è l’isotopo di elio più abbondante sulla Terra (99,99863%), quindi torniamo al discorso di prima: la quantità di elio trovato presentava una abbondanza significativamente maggiore di quella che si potrebbe ottenere in un esperimento simile in cui però non avvengono reazioni di fusione? Sinceramente non saprei dirlo, per cui mi affido ai risultati di chi ha ripetuto l’esperimento, che nella maggior parte dei casi non ha avuto successo. Il fatto che Rubbia avesse supervisionato l’esperimento non è garanzia di successo: tutti possono sbagliare, anche un Nobel (vedi Montagnier e la memoria dell’acqua).
Inoltre, sarebbe il caso di mettere in chiaro una cosa: la fusione fredda non è un fenomeno attualmente accettato dalla comunità scientifica: in nessun libro serio di fisica nucleare attuale si trovano descritti i princìpi di funzionamento della fusione fredda, semplicemente perchè nessuno è ancora riuscito a dimostrarlo in modo convincente. Tutti speriamo che questo un giorno accada, purtroppo per ora si è ancora ad un punto morto.
è questione di pochi mesi….
all’ enea non sanno fare le misure?continui a citare riviste e testi…anche nei testi di chi costrinse Galileo all’abiura vi era che il sole ruotava attorno alla terra….le fonti pro fusione fredda non sono di paperino e co,basta prendersi la briga di fare una ricerca seria e critica,sempre che a qualcuno interessi veramente come stanno le cose.
@giovanni guerrini: Infatti ho detto che non sarei capace di dire se i conti che hanno fatto vanno bene o no, semplicemente volevo farti capire che non basta che ci sia l’elio-4, bisogna anche che ce ne sia abbastanza (per “abbastanza” intendo la quantità prevista in base al modello teorico su cui si basa l’esperimento). Dato che mi rifiuto di credere che gli autori fossero dei fessi, suppongo che abbiano tenuto conto della cosa, e mi guardo bene dal permettermi di giudicarli: lascio questo compito ai reviewer a cui il lavoro è stato sottoposto: siccome lo studio è stato rifiutato (da Science, non da Donna Moderna) molto probabilmente c’era qualcosa che non andava, qualcosa che magari non c’entrava niente con l’elio-4. Il fatto che il rapporto 41 sia ancora sul sito dell’ENEA e che possa essere scaricato liberamente dimostra la buona fede dell’istituto.
Sulle fonti pro-fusione fredda: bisogna imparare a distinguere le fonti affidabili da quelle non affidabili: Science e Nature sono considerate affidabili (anche se certamente non immuni da errori), il sito di Focardi, per quanto il nome Journal of Nuclear Physics faccia pensare altrimenti, non altrettanto. Solo il fatto che esistano riviste scientifiche dedicate ad argomenti non riconosciuti dal resto della comunità è indice di scarsa affidabilità.
http://titano.sede.enea.it/Stampa/skin2col.php?page=eneaperdettagliofigli&id=78
poi cosa hanno fatto a bologna lo verifichiamo tra poco tempo(mesi),sono fiducioso perchè una bufala del genere avrebbe le gambe troppo corte per portare vantaggi agli autori.
Poi non sappiamo se potranno esserci applicazioni di qualche genere, ma è già una cosa molto importante avere la certezza dell’esistenza di un fenomeno come quello della fusione fredda e poter dire che stiamo cominciando a definirlo”.
questo è la fine dell’articolo di cui sopra ed è del 2008.
@giovanni guerrini: Questo non fa che confermare il fatto che l’ENEA non ha nascosto proprio nulla, se davvero stanno studiando il fenomeno. C’è possibilità di sapere quando è stato scritto quell’articolo? Nei comunicati stampa non riesco a trovarlo, ma forse è antecedente al 2003. In questo caso, a 9 anni di distanza ancora non ci sarebbero risultati, il che la dice lunga. Anche solo riuscire a pubblicare uno studio che dimostrasse che l’energia prodotta era di origine nucleare sarebbe stato già un bel passo avanti, proverò a cercare qualcosa più tardi.
Ho fatto una piccola ricerca su Science usando il proxy fornito dall’Università di Pavia, non si possono scaricare i pdf ma si possono leggere gli articoli (quando ci sono). Ho trovato questo breve articolo del 2004 che parla della raccolta, da parte del DOE (Department of Energy) di diversi studi sulla fusione fredda tra cui potrebbe esserci anche qualcosa dell’ENEA, stando al link postato sopra da giovanni guerrini. Se non potete leggere l’articolo, riassumo brevemente alcune parti: gli studi sono stati sottoposti a 18 reviewer, di cui due terzi “estremamente critici” (uno di essi che ha addirittura affermato che i pro-fusione fredda sono dei “veri e propri credenti, e nessun esperimento li farà mai ricredere”), mentre l’altro terzo era abbastanza ottimista (con uno di essi che ha affermato esserci “prove evidenti di fusione nucleare nel palladio”). In ogni caso, il DOE lascia le porte aperte a qualsiasi buona proposta (alla faccia di chi grida al complotto, nota personale).
Se dovessi trovare in futuro altri articoli, li segnalerò qui.
@Alberto e Giovanni Guerrini
Nei vostri interventi toccate alcuni punti che meritano di essere approfonditi.
DOE/ERAB
Ci sono stati due interventi del DOE, nel 1989 e nel 2004. Il primo si concluse con questa posizione (traduzione):
La fusione nucleare a temperatura ambiente sarebbe contraria a qualsiasi conoscenza acquisita nell’ultimo mezzo secolo sulle reazioni nucleari.
Nel 2004 gli esperti del DOE conclusero (traduzione):
Nessun revisore raccomanda un programma finanziato dal governo federale e finalizzato allo studio dlle reazioni nucleari a bassa energia.
Anche se i dal 1989 sono stati fatti alcuni progressi significativi nelle misura calorimetriche, le conclusioni raggiunte dai revisori di oggi sono simili a quelle del 1989.
Alcuni revisori sono dell’opinione che non è probabile che altri esperimenti simili a quelli già effettuati durante questi quindici anni siano utili all’avanzamento delle conoscenze in questo campo.
I revisori ritengono che sarebbe vantaggioso sottoporre i lavori a procedimenti di Peer Review.
Questo ultimo invito è significativo: la letteratura scientifica deve essere sottoposta a procedimenti di revisione, altrimenti resta un documento di utilità personale. Ancora oggi i fusori freddi pubblicano su riviste proprie. I più smaliziati si rivolgono ad arXiv, anche in questo caso evitando con cura le revisioni.
Rapporto 41
Semplicemente quel lavoro, diventato il vessillo dei fusionisti, non ha superato ripetutamente il controllo di peer review. Aggiungo che la cosa non meraviglia chi ha conoscenze nel settore. L’episodio getta grave discredito sulle ricerche di ff condotte dal gruppo di lavoro ENEA. Proporre un articolo per la pubblicazione e vederlo respinto è spesso un incidente tronca-carriera.
La realtà è molto più vasta e imbarazzante: fusione fredda, LENR, CANR sono argomenti che non sono mai entrati nella letteratura scientifica recensita e accettata. Come nota giustamente Alberto, dopo vent’anni sarebbe descritta nei trattati di chimica nucleare. Non conosco trattati di fisica nucleare; qualcuno potrebbe controllare se qualcosa è arrivato lì.
Rubbia
Rubbia non si è mai occupato personalmente di fusione fredda. Quelli del Rapporto 41 affermano di avere ricevuto incoraggiamenti, ma resta il fatto che Rubbia non ha mai messo mano alla ff, anche se è appassionato di energia alternativa e dispone di un gagliardo spirito imprenditoriale. Questo atteggiamento mi sembra più istruttivo di un trattato scientifico. Bisogna inoltre considerare che Rubbia non è un uomo solo; intorno a lui gravita un importante gruppo di esperti, è in contatto con mezzo mondo. Se avesse scorto una minima possibilità ci si sarebbe buttato sopra con grande dispiego di uomini e mezzi, alla ricerca di ricchezza e notorietà.
Complotti
Inviterei Giovanni Guerrini a uscire dalla mentalità complottarda che affligge indistintamente tutti i fusori freddi, fino a renderli petulanti. Difficilmente i “poteri forti” potrebbero fermare Moratti e Tronchetti Provera che hanno investito in LEDA, senza peraltro che si sia mai visto un risultato.
Non vorrei rientrare in un giro di confronti privo di contenuto scientifico. Quello che penso sulla ff si trova nel numero 78, Marzo/aprile 2008 di “Scienza e Paranormale”, la rivista del CICAP e, a proposito di Rossi e Focardi, su Queryonline.
Se qualcuno può contestare gli spettri delle sezioni d’urto delle reazioni Ni,p che ho proposto, sarei lieto di dar vita a un confronto.
Cordiali saluti a tutti
mentalità complottarda? petulante? guarda,l’unica cosa che eventualmente potrebbe affliggermi adesso(ma molto poco,per circa un nanosecondo)è la tua maleducazione,caro sig. franchini.
per quanto riguarda il fusionismo freddo è questione di pochi mesi e parleranno i fatti da soli.
detto questo ringrazio della attenzione e saluto,non ho altro da dire.
Non è mai stato pubblicato per motivi facilmente intuibili,Purtroppo oggi,è mia opinione,la scienza “ufficiale”assomiglia molto alla accademia dei tempi di Galileo,asservita ai poteri economici che governano il mondo.
Per non lasciare dubbi: per mentalità complottarda, alla quale dovrei aggiungere i dubbi sulla adeguatezza della scienza “ufficiale”, intendo quanto riportato sopra in corsivo. Aggiungo le lamentele espresse nel filmato di RAI News 24.
Basta scorrere qualche blog sulla ff per incappare in lamentazioni di varia natura.
Se Lei è in grado di rinunciare alla mentalità complottarda e a ragionare sui difetti delle rivendicazioni di Rossi, mi trova disponibile.
Cordiali saluti
@Caro Franchini,
francamente ritengo che Guerrini, come me, trovi tempo perso soffermarsi sui difetti delle rivendicazioni di Rossi: a noi interessa il fenomeno che c’è, non la mancanza (ad oggi) di una sua dimostrazione scientifica. Noi guardiamo la Luna, lei il dito che la indica, cioè quello di Rossi, dito di cui si sofferma a stigmatizzare l’unghia poco curata, il fatto che la mano a cui appartiene tremi, che forse è pure un po’ sporca ecc.
Come diceva Max Plank “Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari.” Quant’è vero! Io le auguro lunga vita, con tutto il cuore, anche perché così farà in tempo a vedere sempre più scienziati cominciare a ricredersi e passare al fronte dei sostenitori, scienziati che oggi non credono semplicemente perché danno per scontato che se nessuna rivista seria pubblica prove al riguardo non vale nemmeno la pena interessarsi all’argomento… un bel circolo vizioso.
Immagino che Lei, come Richard Garwin, ritiene che se un esperimento non è riproducibile al 100% il fenomeno non c’è e punto. La fusione fredda oggi nei laboratori Enea e Infn italiani, e in quelli Israeliani, Giapponesi, Statunitensi ecc. è arrivata forse al 70%, ma a voi non basta. Eppure è ovvio che se si sperimenta qualcosa senza conoscere ancora bene tutte le variabili in gioco, non si può ancora controllare del tutto quello che accade. Si arriverà al 100% di riproducibilità quando sarà stata trovata una nuova teoria completa, secondo quel continuo feedback che deve esistere tra ipotesi, esperimento e ipotesi e così via. La macchina di Rossi, appena sarà risolto il nodo del “segreto industriale”, sarà essa stessa a tutti gli effetti il primo “esperimento” riproducibile al 100%.
In conclusione ci spieghi: Lei, nemmeno a titolo di mera possibilità, contempla l’ipotesi che le “anomalie” di eccesso di produzione termica da sistemi di metallo “caricato” con idrogeno, oggi chiamate “fusione fredda”, non possano essere spiegate dalle Leggi a lei note perché non appartenenti al campo di applicabilità di tale leggi? Come fa a escludere a priori che prima o poi non salti fuori qualcuno con una Legge che renda ragione del fenomeno “fusione fredda” e ci si prenda pure un bel Nobel? Perché, vede, la storia insegna e di apoditticità scientifiche simili alla sua è lastricato, come si suol dire, l’inferno, ché quando alla fine cadono precipitano molto ma molto in basso.
È sempre un piacere, scambiare opinioni con Lei.
Buona serata.
In conclusione ci spieghi: Lei, nemmeno a titolo di mera possibilità, contempla l’ipotesi che le “anomalie” di eccesso di produzione termica da sistemi di metallo “caricato” con idrogeno, oggi chiamate “fusione fredda”, non possano essere spiegate dalle Leggi a lei note perché non appartenenti al campo di applicabilità di tale leggi? Come fa a escludere a priori che prima o poi non salti fuori qualcuno con una Legge che renda ragione del fenomeno “fusione fredda” e ci si prenda pure un bel Nobel? Perché, vede, la storia insegna e di apoditticità scientifiche simili alla sua è lastricato, come si suol dire, l’inferno, ché quando alla fine cadono precipitano molto ma molto in basso.
Mi dispiace che sia ricominciato un confronto basato su considerazioni generiche, quindi di nessuna utilità.
Io dispongo di tre filmati assolutamente deludenti, perché invitano a fidarsi sulla parola, senza che si sappia cosa contiene la scatola che presentano e nella consapevolezza che chiunque avrebbe potuto costruirla per prendersi gioco dei presenti alla demo.
Dispongo di una richiesta di brevetto così sgangherata da mettere imbarazzo non solo un generico funzionario dell’Ufficio Brevetti, ma anche un onesto studente del secondo anno di chimica.
Dispongo dell’esame critico del brevetto fornito dal suddetto funzionario. E’ così negativo che Rossi non può in alcun modo sperare di ottenere il brevetto. Questa sarà la prima delusione che dovrete affrontare: non ci sarà brevetto.
Ho tentato di coinvolgere i protagonisti della demo in un confronto sugli aspetti teorici del’invenzione, ma la mia proposta non ha avuto seguito. Levi non ha risposto al mio ultimo tentativo di contatto.
Mi metto a disposizione per fare la sola cosa utile in un blog sulla ff, esaminare tra esperti quali sono le violazioni delle leggi naturali che l’invenzione comporta.
Come vede, caro Daniele, la mia disponibilità è totale. Non sono un negazionista a prescindere. In attesa del secondo round, dicono in autunno, esercitiamoci sulla teoria.
Sugli esperimenti si può imbrogliare; sulla teoria no.
Cordiali saluti
E ora mi viene da chiedermi: nel caso che il brevetto non arrivasse, la macchina verrebbe comunque aperta?
@Camillo Franchini
Salve. Visto che il Rapporto 41 ENEA non è arrivato neanche alla fase peer review, visto che è stato rifiutato da molte riviste per motivi editoriali (vedi Science), non trovo una critica nel merito del lavoro svolto dal gruppo ENEA.
Se ha letto il rapporto, può darmi una idea se hanno fatto qualcosa di sbagliato dal punto di vista *misuristico*? Da una lettura del rapporto sembra un lavoro ben fatto, ma non ho dimestichezza con gran parte delle apparecchiature usate, quindi non posso sapere se c’è qualche comportamento/contaminazione subdola che ha deviato i risultati. Naturalmente sono a conoscenza del fatto che trovarsi elio-4 senza neutroni è scarsamente probabile secondo la scienza mainstream, ma sono piu interessato alla presenza stessa di elio-4.
Interessante è anche la fusione di un pezzo di palladio. E’ possibile una spiegazione elettrochimica?
Grazie
@Mattia
Domande molto interessanti e intelligenti Mattia. Ma non penso che le risposta mi riserveranno poche sorprese.
Avrei anch’io una domanda per il Dr Franchini. Pur non essendo il documentario sulla fusione fredda della CBS (2009) un documento scientifico pur tuttavia parla di misurazioni scientifiche, gradirei perciò ugualmente una cortese opinione del Dr Franchini su di esso (solo sul documentario, non sulle mie riflessioni non-scientifiche a contorno). Ringrazio anticipatamente.
http://22passi.blogspot.com/2011/02/evidenze-scientifiche-della-fusione.html
@Daniele
@Mattia
Conosco di persona il Dr McKubre (il solo chimico di mia conoscenza che si occupa di ff) e mi farà piacere rispondere alle vostre richieste.
Fino al 2 marzo sono impegnato a preparare un seminario sull’impiego in chimica di una serie di programmi che girano sotto Linux; vi chiedo quindi di aspettare.
A Mattia faccio osservare che il Rapporto 41 è arrivato alla fase peer review. Attento a non lasciarti sedurre da Del Giudice, che considera incomprensibile il comportamento dei responsabili editoriali delle riviste.
Secondo me nella intervista alla Gabanelli De Ninno e Del Giudice si sono comportati con molta ingenuità, rivelando di non avere trovato ospitalità presso le riviste. Chi li ascolta cosa deve pensare, che sono stati sfortunati?
A presto
@Camillo Franchini
L’unica fonte attendibile che ho è la lettera di Science (http://www.rainews24.rai.it/ran24/inchieste/documenti/letteraSCIENCE001.pdf) ed è abbastanza chiara: rifutata per motivi editoriali (ci sono articolo piu interessanti da mandare in peer review).
Proprio per questo chiedevo se c’è una analisi critica del lavoro fatto dall’ENEA.
Tra l’altro, è possibile che sia la contaminazione del palladio l’aumento dell’elio-4? Ho notato che tra le fasi di elettrolisi preloading e quella di elettrolisi-loading e elettrolisi super-critica, le correnti variano da 5mA (pre-loading) fino a 40mA (loading & super-critical). Il rapporto tra potenze arriva fino a 60 volte. Può darsi che quello che non si vede durante la fase di pre-loading (nessun aumento di elio-4), durantente la fase super-critica si inizia a vedere perchè l’elettrolisi è 60 volte piu “forte”?
forse in redazione a science pensano che la fusione fredda riguardi le scienze umanistiche.
@Camillo Franchini
Dice Mattia Rizzi “L’unica fonte attendibile che ho è la lettera di Science (http://www.rainews24.rai.it/ran24/inchieste/documenti/letteraSCIENCE001.pdf) ed è abbastanza chiara: rifutata per motivi editoriali (ci sono articolo piu interessanti da mandare in peer review).”
Mi spiace aggiungere ancora una domanda prima che sia stato risposto alle precedenti, ma chiedo: quali sono i parametri scientifici che una rivista “sacra” come Science usa per scegliere cosa è interessante e cosa no? in altre parole come si misura la variabile “interesse” di un articolo che ha superato la peer review? Chi è che personalmente si assume tale responsabilità? Dio in persona?
Nel merito delle scelte redazionali: tutte le riviste (non solo Science) prima di mandare un articolo al peer review scremano (anche perché ricevono una quantità di articoli di n-volte superiore a quelli che poi riescono a pubblicare). Quelli che sono banali o che hanno evidenti errori metodologici vengono rispediti indietro. Quelli che ritengono interessanti vengono mandati ai referee. Le scelte dipendono ovviamente dalla linea editoriale e dalle potenzialità dell’articolo. Articoli potenzialmente molto promettenti hanno più probabilità di passare alla peer review, altri più banali o evidentemente senza senso vengono bocciati immediatamente. I problemi ci sono, ovviamente. Articoli che si sono rivelati poi essere importanti sono finiti su riviste minori perché non sembravano interessanti e invece enormi panzane (come la memoria dell’acqua di Benveniste) sono finiti su Nature perché se ci avesse preso sarebbe stato un bel colpo (dal punto di vista editoriale). Un articolo “rivoluzionario” sulla fusione fredda avrebbe, paradossalmente, molte più possibilità di passare il vaglio dell’editor di Science di quello di un articolo di fisica di base. E il fatto che sia stato bloccato non depone a favore dell’articolo.
@redazione
Francamente avrei preferito una “risposta”, piuttosto che una “difesa d’ufficio” delle riviste “scientifiche”. Nessuno si scandalizza che un governo abbia un’agenda politica dettata dal suo programma, perché fa parte delle regole della politica. È tanto off topic entrare nel merito del tema di chi detta l’agenda della ricerca scientifica? A me sembra una domanda assai pertinente all’argomento in questione. Ritengo di tutta attualità risentire cosa dicevano al riguardo Giuliano Preparata ed Emilio del Giudice nel 1997 (sono passati 14 anni ma non sembra proprio): http://22passi.blogspot.com/2011/02/speciale-di-report-sulla-fusione-fredda.html
Era una risposta. Precisamente alla domanda “quali sono i parametri scientifici che una rivista “sacra” come Science usa per scegliere cosa è interessante e cosa no? in altre parole come si misura la variabile “interesse” di un articolo che ha superato la peer review? Chi è che personalmente si assume tale responsabilità? Dio in persona?“. A decidere non è Dio, ma la redazione che si assume la responsabilità della scelta. Questo tipo di scelta viene effettuata prima di mandare gli articoli ai referee e quindi prima del superamento della peer review. La variabile di interesse dipende dalla rivista, dal suo impact factor e, ovviamente, dalle persone che ci lavorano.
È un sistema che ha molti problemi (due segnalati nella nostra risposta) e che influisce comunque sull’agenda della ricerca perché porta ad una sorta di “sensazionalismo”. In questo senso, il fatto che un articolo che doveva essere rivoluzionario non abbia nemmeno superato il filtro della redazione fa pensare (non diciamo che dimostra) che l’articolo in questione avesse dei problemi evidenti tali da bloccarlo. Poi si può essere complottisti e pensare che l’abbiano bocciato proprio perché rivoluzionario, ma le riviste (anche quelle scientifiche) vogliono vendere e più una cosa è rivoluzionaria e più corrono per accaparrarsela. La vicenda dei batteri all’arsenico di cui abbiamo parlato anche su Query descrive abbastanza bene il problema.
Daniele, la risposta era nel merito e spiegava le possibili ragioni del rifiuto da parte di Science: il suo unico difetto era di non essere quella che volevi tu. 🙂
Certo che pensare che la fusione fredda venga rifiutata perché non rientra nelle agende politiche dei governi è molto più affascinante, ma non è vero: viene rifiutata semplicemente perché non funziona o almeno, finora non lo ha dimostrato. Se il dispositivo di Focardi e Rossi funziona, vedrai come cambieranno idea in fretta i governi. Accetti scommesse?
@Andrea
Leggi bene quello che ho scritto per favore, non ho alluso ad alcuna relazione di causa-effetto tra l’agenda politica e l’agenda della ricerca scientifica (anche perché non facevo un discorso circoscritto a una nazione, parlavo della comunità scientifica internazionale). Ho semplicemente fatto un paragone. Chiaro adesso?
@redazione
“Although your analysis is interesting, we feel that the scope and focus of your paper make it more appropriate for a more specialized journal.” Questo ha scritto Science alla dottoressa De Ninno.
Fatemi capire, per voi equivarrebbe a una stroncatura???????????????????
State scherzando?
E poi scusate tanto, ma date del complottista a chi semplicemente si pone qualche domanda scomoda (per voi), con la stessa facilità con cui Berlusconi dà del comunista a chiunque non è d’accordo con lui. Alzo le mani a codesto vostro muro.
Quella è la risposta standard che mandano a tutti quelli che bocciano e sì, è una stroncatura, altrimenti l’avrebbero pubblicato. Science e Nature non sono riviste “specializzate”. Pubblicano lavori di biologia, fisica, chimica, astronomia, eccetera e proprio per il loro carattere “generalista” sono le più diffuse (le comprano tutti) e hanno un impact factor più alto, mentre riviste più specializzate sono per forza di cose meno diffuse e hanno un impact factor più basso.
“Science è una rivista di divulgazione scientifica di ottimo livello, non è assolutamente concepita per ospitare testi scientifici.”
Franchini, non confondiamo Science con Scientific American… Science ospita ogni settimana articoli scientifici di spessore (se non ce li avesse non avrebbe l’impact factor più alto) e ha ovviamente referee, peer-review, ecc.
“Dunque l’articolo è stato considerato troppo scientifico per essere pubblicato da Science. ”
daniele, no, l’articolo non è stato considerato adatto alla rivista ed è stato consigliato agli autori di ripiegare su riviste più specifiche.
@Daniele
Visto che il blog è ancora aperto ne approfitterò, non subito, perché ho altri incarichi. Dopo il 2 marzo entrerò nel confronto con il massimo impegno, visto che c’è un certo interesse.
Quali sono i parametri scientifici che una rivista “sacra” come Science usa per scegliere cosa è interessante e cosa no?
Science è una rivista di divulgazione scientifica di ottimo livello, non è assolutamente concepita per ospitare testi scientifici. Mi meraviglia che i nostri amici dell’ENEA si siano rivolti a Science. Non è una critica alla rivista, ottima, ma bisogna sapere che la sua politica editoriale è la divulgazione. E’ molto improbabile che disponga di una rete di peer reviewers.
Resta il fatto clamoroso che il Rapporto è rimasto in mano agli Autori anche dopo essersi rivolti alla Gabanelli.
Cordiali saluti
Grazie Franchini, almeno la sua è una risposta logica.
Dunque l’articolo è stato considerato troppo scientifico per essere pubblicato da Science. Ok, mi sta bene.
Pensavo che Focus fosse una rivista divulgativa e Science una rivista per addetti ai lavori, evidentemente sbagliavo… non sono pratico di queste cose.
@Query Online
@Daniele
Mi sono occupato del Rapporto 41 in diverse occasioni. Visto che è ancora vivo l’interesse per quel lavoro (2002!), mi improvviserò peer reviewer. E’ una revisione asimmetrica, dato che gli AA sono tutti fisici e io sono chimico, ma spero che esca qualcosa di utile.
Se qualcun altro vuole associarsi, ne uscirà un confronto interessante.
A risentirci presto.
@redazione
Seriamente, alla fine – anche un po’ dietro la suggestione di quello che mi ha scritto Andrea Ferrero – pare che Scienza e Politica siano molto più simili di quanto minimamente immaginassi… entrambe son fatte di persone non di robot senza passioni ed interessi. Buona serata e grazie delle cortesi precisazioni
@Query Online
Franchini, non confondiamo Science con Scientific American…
Personalmente preferisco Scientific American. Su quella rivista hanno pubblicato articoli di divulgazione di altissima qualità quasi tutti i premi Nobel delle poche materie che conosco. C’è un stile “Scientific American” molto uniforme, al quale si adeguano da anni tutti i collaboratori.
Sono dettagli, per il resto sono d’accordo in tutto.
Cordiali saluti
Daniele, forse ci siamo capiti male a vicenda. A me ha dato fastidio che tu abbia parlato di “difesa d’ufficio”. La risposta alla tua domanda non era una difesa d’ufficio, era la precisazione che non esiste un’agenda su quali temi siano accettabili e quali no, ma ci sono criteri di metodo che in linea di principio non dipendono dall’oggetto della ricerca. Questo è un aspetto assolutamente essenziale per chi fa ricerca scientifica. Poi hai ragione sul fatto che gli scienziati non sono macchine ma esseri umani con passioni e pregiudizi, ma si tratta appunto di limiti umani e non di una linea dettata dall’alto. E’ un tema affascinante su cui spesso si fanno semplificazioni eccessive sia da parte di chi difende la scienza sia da parte di chi la critica.
Poi fammi il favore personale di non paragonarmi mai più a Berlusconi, nemmeno per scherzo, e ti prometto che non ti darò mai del complottista, ok? 🙂
Manca un passo al ragionamento. Quando un paper sottoposto a una rivista a elevato impact factor (come Science) viene rifiutato, generalmente lo si propone a un’altra rivista. Questa tipicamente avrà un impact factor più basso non necessariamente perchè scadente, ma anche solo perchè meno generalista: come stava argomentando la redazione più sopra, è difficile battere Science e Nature. Questo a maggior ragione se l’articolo non è stato rifiutato dai reviewer (indice di scarsa qualità) ma dagli editor, indice del fatto che il paper per qualche ragione non è adatto alla rivista. Magari perchè ho mandato un lavoro di biologia molecolare a Physical Review, ma anche perchè l’argomento in questione non e’ considerato abbastanza “bollente” da meritare la pubblicazione, criterio che solo pochissime riviste possono permettersi (Science e Nature, appunto: quest’ultima sostiene sulle Instructions for Authors di pubblicare meno del 10% degli articoli che riceve). Magari Science nel 1992 avrebbe pubblicato un report sulla fusione fredda, dieci anni dopo no. Gli autori del lavoro lo hanno proposti altrove? Non lo so.
@daniele:
“Scienza e Politica siano molto più simili di quanto minimamente immaginassi… entrambe son fatte di persone non di robot senza passioni ed interessi”
Già. Non mi pare una scoperta epocale 😉
@ Camillo:
Ma Science è una rivista accademica a tutti gli effetti, con un glorioso IF di 29.7 (Phys. Rev ha tipo 3.5)! Come Nature ha anche sezioni di opinione, notizie e commenti, ma questo non ne fa una rivista di divulgazione. Ho sentito puntigliosi ordinari di fisica argomentare che a causa della rubrica “News and views” Nature è diventata una rivista di gossip scientifico…
S.
@Andrea Ferraro
<i>Ok promesso, non farò più quel paragone, riconosco di essere andato giù pesante!</i> 😉
Non capisco però perché ho ricevuto in sequenza (a distanza di 69 secondi esatti, bel numero!) questi due avvisi di commento alla presente discussione… perfettamente identici salvo che per il mittente e salvo che il primo pare che il mittente lo abbia poi cancellato. Andrea Ferraro è la redazione di Query on line sono dunque la stessa cosa?!
1) 22 febbraio 2011 23.34.46 GMT+01.00
C’è un nuovo commento al post “Il ritorno della fusione fredda?”.
http://www.queryonline.it/2011/01/31/il-ritorno-della-fusione-fredda-2/
Autore: Query Online
Commento:
Daniele, forse ci siamo capiti male a vicenda. A me ha dato fastidio che tu abbia parlato di “difesa d’ufficio”. La risposta alla tua domanda non era una difesa d’ufficio, era la precisazione che non esiste un’agenda su quali temi siano accettabili e quali no, ma ci sono criteri di metodo che in linea di principio non dipendono dall’oggetto della ricerca. Questo è un aspetto assolutamente essenziale per chi fa ricerca scientifica. Poi hai ragione sul fatto che gli scienziati non sono macchine ma esseri umani con passioni e pregiudizi, ma si tratta appunto di limiti umani e non di una linea dettata dall’alto. E’ un tema affascinante su cui spesso si fanno semplificazioni eccessive sia da parte di chi difende la scienza sia da parte di chi la critica.
Poi fammi il favore personale di non paragonarmi mai più a Berlusconi, nemmeno per scherzo, e ti prometto che non ti darò mai del complottista, ok? 🙂
2) 22 febbraio 2011 23.35.55 GMT+01.00
C’è un nuovo commento al post “Il ritorno della fusione fredda?”.
http://www.queryonline.it/2011/01/31/il-ritorno-della-fusione-fredda-2/
Autore: Andrea Ferrero
Commento:
Daniele, forse ci siamo capiti male a vicenda. A me ha dato fastidio che tu abbia parlato di “difesa d’ufficio”. La risposta alla tua domanda non era una difesa d’ufficio, era la precisazione che non esiste un’agenda su quali temi siano accettabili e quali no, ma ci sono criteri di metodo che in linea di principio non dipendono dall’oggetto della ricerca. Questo è un aspetto assolutamente essenziale per chi fa ricerca scientifica. Poi hai ragione sul fatto che gli scienziati non sono macchine ma esseri umani con passioni e pregiudizi, ma si tratta appunto di limiti umani e non di una linea dettata dall’alto. E’ un tema affascinante su cui spesso si fanno semplificazioni eccessive sia da parte di chi difende la scienza sia da parte di chi la critica.
Poi fammi il favore personale di non paragonarmi mai più a Berlusconi, nemmeno per scherzo, e ti prometto che non ti darò mai del complottista, ok? 🙂
@Stefano Bagnasco
No, non è epocale… ma uno ha sempre l’illusione che l’ambiente scientifico possa essere più pulito di quello scientifico. Che vuoi farci, sin dai tempi del liceo mi davano dell’idealista! 😉
@redazione/Andrea Ferraro
Ok, mi sono già risposto da solo:
1) Stefano Bagnasco (direttore) e Beatrice Mautino fanno parte della redazione di Query;
2) Andrea Ferraro e la redazione stasera hanno pubblicato lo stesso identico commento;
3) Stefano Bagnasco, Beatrice Mautino, Andrea Ferrero (tutti soci CICAP) hanno scritto un libro insieme.
http://www.delymyth.net/blog/2011/1/1/libri-stefano-bagnasco-andrea-ferrero-beatrice-mautino-sulla.html
“Sillogismo” vuole (e va be’, facciamo finta che lo sia) che anche Andrea Ferrero faccia parte della redazione… lo so, lo so, non si vince niente. 🙁
Scusate tutta questa digressione, è che sono sempre l’ultimo a sapere le cose! 🙂
P.S. A proposito del libro, deve essere davvero carino, me lo procurerò. Però confesso (ognuno ha le proprie debolezze) che mi diverto tantissimo a vedere Voyager e il suo inarrivabile conduttore. Ok, mi rendo conto che può fare grossi danni alla menti dei più sprovveduti… ma converrete che per i più smaliziati è una pacchia: ancora rido se penso al servizio sull’uomo-falena!!! 😀
Alla fin fine penso che agli Italiani e alla loro intelligenza facciano molto più male le trasmissioni (spesso veramente paranormali!) di Bruno Vespa o di Emilio Fede (i primi due che mi sono venuti in mente) per stendere un velo pietoso sui video-proclami di… perché il CICAP non mette in campo qualche azione per sbugiardare anche loro?!
Certo che faccio parte anch’io della redazione, non è mica un segreto, c’è scritto qui:
http://www.queryonline.it/redazione/
Il libro che abbiamo scritto insieme parla anche degli argomenti di questa discussione, mi fa piacere se lo leggi.
Sono d’accordo che ci siano trasmissioni più dannose di Voyager, ma non possiamo fare tutto noi…