Gheddafi figlio segreto dell’aviatore Preziosi?
La corrispondente dalla Francia della trasmissione radio Caterpillar ha riferito che oltralpe è diffusa una voce secondo cui il colonnello Gheddafi sarebbe figlio dell’aviatore corso Albert Preziosi, eroe della Seconda Guerra Mondiale.
Da una ricerca con Google emerge che la storia è stata resa popolare da un articolo (qui la traduzione in inglese) firmato da Anne Giudicelli per la rivista Bakchich, recentemente fallita. La giornalista ha analizzato gli archivi militari e ha sentito alcuni commilitoni di Preziosi ancora in vita, per tentare di capire se le storie dei due protagonisti si potessero effettivamente incrociare.
Albert Preziosi era un pilota di aviazione che, dopo l’invasione tedesca della Francia, combatté insieme agli Alleati nelle file della France Libre. Nell’aprile 1941 fu impegnato nella difesa di Tobruk con la squadriglia EFC1, quindi, verso la fine dell’anno, fu trasferito in Siria, dove l’unità venne riformata sotto il nome di Squadrone Alsazia e partecipò a varie operazioni della guerra d’Africa. Nel settembre 1942 fu formata una nuova squadriglia, la Normandia, per combattere sul fronte russo assieme ai Sovietici. Preziosi si arruolò e a novembre fu trasferito in Russia, dove l’anno successivo trovò la morte in battaglia. Il suo corpo non fu mai recuperato.
Tutti lo conoscono nel suo luogo d’origine, Vezzani, un paesino sperduto tra le montagne della Corsica, a una trentina di chilometri da Corte, storica capitale della breve stagione dell’indipendenza dell’isola. Qui è un eroe: nel municipio la sua foto è più grande di quella del presidente Sarkozy. E qui tutti conoscono la storia che lo collega al colonnello libico. Anche nel resto dell’isola la sua storia non è un mistero. François Quilichini, pensionato della polizia di Ajaccio e «ufficiale coloniale», nel 1974 era a capo della sicurezza del presidente del Niger. Partecipò ad un incontro tra il presidente e Gheddafi, al termine del quale il presidente gli disse che aveva stretto la mano ad un suo compatriota: così seppe che il colonnello era corso. A riprova di questo legame, gira voce che alcuni militanti indipendentisti, che a partire dagli anni Settanta scelsero la strada della violenza, abbiano ricevuto armi e addestramento in Libia.
Ma come avrebbe fatto Preziosi a conoscere la madre di Gheddafi? Secondo la sua biografia ufficiale, il colonnello sarebbe nato a Sirte il 19 giugno 1942 (o il 7 giugno, secondo Wikipedia), in una famiglia beduina della tribù Senussi, originaria di Fezzan, nel sud della Libia. Va detto che esiste un padre ‘ufficiale’, Abu Meniar Al-Gheddafi, pastore beduino, di cui però non sono state registrate né la nascita né il matrimonio con Aisha, la madre. Anche la composizione della famiglia è circondata da un alone di mistero. Sta di fatto che dovrebbe essere stato concepito a settembre o ottobre 1941. Si tratta di capire se Albert Preziosi poteva essere in quella zona all’epoca.
I documenti relativi al suo servizio reperibili presso l’Aeronautica francese sono stringati e con pochi particolari. Il primo contingente della sua divisione partì per l’Africa il 30 agosto 1940 e si può supporre che fosse insieme a Leclerc, comandante della sua divisione, ovvero in Ciad e successivamente in Egitto via Libia, prima di essere trasferito in Siria a fine 1941. È possibile che abbia conosciuto una donna nel sud della Libia in quel periodo, ma è tutto vago. Tuttavia i suoi compagni ancora in vita raccontano storie più circostanziate. Georges Masurel era stato il suo meccanico a partire dal 1942, nello squadrone Alsazia. Conferma che molti uomini di quella unità aveva «fatto l’Africa» con Leclerc, e anche che aveva sentito parlare di una sua relazione con una donna libica. Nel 1942, mentre stavano combattendo a Bir Hakeim, nella Libia nord-orientale, Preziosi partì col suo aereo per Tobruk, dove però non arrivò mai. Poi un mese più tardi, si presentò alla base. Raccontò di essere stato abbattuto e di essere stato soccorso da una famiglia del posto, che lo curò e lo tenne nascosto ai tedeschi. Fu allora che si diffuse la voce di una relazione tra Preziosi e una donna libica. Tuttavia poco dopo Masurel perse per un po’ i contatti con il corso e non gli chiese mai se questa storia era vera. «C’era la guerra. Avevamo altre cose a cui pensare». Questo racconto non è compatibile cronologicamente con la data di nascita di Gheddafi, ma la giornalista di Bakchich sostiene che potrebbe esserci qualche confusione, perché nel 1978 Gheddafi riformò il calendario musulmano, e in base a calcoli citati ma non riportati dalla Giudicelli, la sua data di nascita potrebbe essere spostata in avanti, non si sa bene di quanto. Molti condizionali.
Però anche il Comandante Pierre Lorillon, che si aggregò al Normandia quando Preziosi era ormai morto, aveva sentito la storia dell’amante libica e del figlio dai suoi ex compagni ed è assolutamente certo della sua veridicità. Sapeva inoltre che questo genere di rapporti non era gradito agli alti comandi, che perciò potrebbero aver steso un velo di silenzio sulla faccenda.
Anche alcuni parenti di Albert Preziosi hanno cercato informazioni su questa storia, ma senza risultati. François Preziosi, figlio di un suo cugino e membro della Riserva dell’Aviazione, ha scavato tutti gli archivi possibili e ha interrogato persone che erano addette ai rapporti con i locali a Fezzan, che però si sono trincerate dietro il riserbo professionale.
Secondo Jacques-Antoine Preziosi, nipote dell’aviatore, tutta la storia è una fantasia costruita unicamente sulla rassomiglianza tra i due.
In effetti molto si può discutere su quanto i due si assomiglino. Secondo la corrispondente di Caterpillar non si assomigliano per niente. Di altro parere è il sindaco di Vezzani. François e la sorella Laetitia ricordano che la madre di Preziosi, vedendo in Tv il giovane Gheddafi (siamo negli anni ’70), esclamò: «Guarda, è Albert!».
Chi si è interessato del caso del doppio Beatle sa che possono nascere discussioni infinite e inconcludenti su questo argomento. E lì si tratta di stabilire se le foto appartengono alla stessa persona, qui a parenti, qualcosa di ancora più vago.
Uno studio sperimentale ci viene in aiuto. Molti sono convinti di saper riconoscere la somiglianza tra parenti, ma uno studio condotto da Paola Bressan e Maria F. Dal Martello ha mostrato che questa sicurezza dipende solo dalla conoscenza dell’effettivo grado di parentela. Se infatti si presentano le foto di due coppie, una di estranei e una di genitore-figlio, ma viene detto che entrambe sono formate da genitore e figlio, in tutti e due i casi la percezione della somiglianza è identica. Insomma, c’è il fondato sospetto che i giudizi sulla somiglianza tra Preziosi e Gheddafi siano pesantemente influenzati dalla credenza in questa storia o dalla suggestione che essa può suscitare. Una storia senza dubbio affascinante, ammantata dallo charme di un eroe di guerra, ma in cui i riscontri concreti sono piuttosto fumosi. Certo, se si potesse fare una prova del DNA…
Che bella storia! Come contributo personale, ho avuto un amico libico, negli anni ’70: si chiamava Fahraji ed era pittore. Era fuggito dalla Libia perché Gheddafi, applicando una Sura del Corano alla lettera, aveva vietato qualunque immagine, qualunque quadro. Fahraji non sapeva la sua data di nascita: come molti Beduini era nato durante un trasferimento, praticamente a dorso di cammello. I Beduini non hanno una vera anagrafe, la loro data di nascita è, ad esempio, “nella Primavera dell’ anno in cui piovve tanto”. Quindi è credibile che di Gheddafi, nato Beduino, non si abbia una data di nascita precisa. Fahraji mi disse anche che raramente si applicava alle adultere (rare) e alle giovani che restavano gravide prima del matrimonio (più comuni, specie ai tempi dei Turchi, degli Italiani, degli eserciti in guerra) la legge coranica, che prevedeva spesso la morte. In genere se ne facevano carico persone che le mettevano tra le spose, (in cambio di doti un po’ più generose del consueto) e i parenti, in maggioranza, non le uccidevano, ma le proteggevano. Del resto anche nella Sicilia della fine degli anni 40, dove sono nato, per ogni Delitto d’ Onore c’ erano cento riparazioni “sottobanco”. Quindi è credibile anche che Gheddafi possa essere stato preso in carico da un vecchio saggio della tribù, pur essendo illegittimo. Ovviamente concordo con Voi sul fatto che solo una prova del DNA credibile e ripetibile possa darne una conferma scientifica. Fahraji, come molti migranti, non si trovò bene nemmeno in Italia. Tornò in Libia all’ inizio degli ’80 e non ne ho più saputo niente.
La bufala potrebbe essere partita proprio in Corsica. Mio fratello settimane fa era a Corti per un convegno di studenti indipendentisti: “scontri della gioventù in lotta”. Si tratterebbe di una notizia-burla pubblicata da un giornale satirico del luogo. Non so il nome del giornale, ma sicuramente voi avete i mezzi per verificarlo.
Indubbiamente fu un articolo profetico, il Vostro: Sarkozy ha attaccato per primo, il giorno dopo, trascinando la NATO, per eliminare le prove di un figlio illegittimo francese!