Numeri assassini
Numeri assassini di Mariano Tomatis
Kowalski 2011
€ 14,00
Dire di un libro che lo si legge tutto d’un fiato è oramai un abusato stereotipo, ma correndo il rischio di essere tacciata di mancanza di originalità lo affermerò comunque della recente pubblicazione di Mariano Tomatis per i tipi di Kowalski, Numeri assassini, che non permette al lettore che vi si accosta di staccarsi dalle sue pagine fino al momento in cui, con rammarico, ne volta l’ultima. Il merito va sottolineato con particolare forza se si tiene presente che molto raramente è possibile affermarlo di un saggio, visto che il genere in questione di solito sacrifica l’interessante al chiaro e rigoroso.
Ma Mariano Tomatis ci ha da lungo tempo abituati a considerare possibile il connubio tra l’accuratezza dell’indagine scientifica e una forma briosa e accattivante, a vantaggio dell’efficacia divulgativa.
Serie televisive, letteratura e cronaca giudiziaria hanno consentito al grande pubblico di familiarizzare quanto meno con la terminologia tecnica relativa all’indagine sulla scena del crimine. Pochi, però, sarebbero in grado di spiegare le basi scientifiche sulle quali si regge il lavoro degli investigatori, anche perché spesso tratti in inganno dalle numerose inesattezze diffuse da film, libri e TV. Particolarmente ostici per i più sono i metodi matematici che è possibile adoperare per approssimarsi alla verità e assicurare alla giustizia un malvivente.
Ed è questo il merito più grande del libro di Tomatis: indurre a scoprire questo lato misconosciuto e affascinante della matematica, che, come scopriamo, è un’alleata molto importante della psicologia nell’identificare il profilo e il modus operandi di un criminale.
A quanti tra i non addetti ai lavori sono noti nomi come quello di Stuart Kind e David Canter? Probabilmente neppure al più appassionato lettore di forensic thriller, eppure si tratta di uomini le cui brillanti intuizioni e dimostrazioni rendono oggi molto più semplice l’individuazione del luogo in cui risiede un serial killer.
Meritorio anche il contributo di Tomatis alla confutazione dei più comuni errori di lettura e valutazione di dati numerici, dovuti alla fallace prospettiva nella quale questi vengono talora interpretati. Si tratta di una delle più drammatiche conseguenze dell’analfabetismo scientifico diffuso in Italia, particolarmente grave quando influenza decisioni da prendere in ambito giudiziario.
Apprezzabile l’inserimento, da parte dell’autore, di una serie di esempi pratici, tratti dai più noti casi giudiziari, da quello di O. J. Simpson, che ha avuto dalla sua la scarsa dimestichezza dei giurati con le percentuali, a quello della presunta “pallottola magica” dell’omicidio Kennedy, tanto cara ai complottisti, senza tralasciare noti casi italiani, quali quello del Mostro di Firenze o di Cogne.
Quest’ultimo processo è l’occasione per parlare dell’inspiegabile diffidenza italiana verso metodi rigorosamente scientifici come quello della Bloodstain Pattern Analysis (vale a dire l’analisi delle macchie di sangue sulla scena del delitto), probabilmente sempre dovuta a una scarsa dimestichezza con la matematica e la fisica.
Tra i potenziali lettori del libro mi auguro che vi siano gli studenti, principalmente quelli che non hanno mai provato interesse per la matematica, ma guardano rapiti le avventure degli investigatori o dei criminal profiler in TV.
Un piccolo quiz prima di chiudere: le impronte di Mr X sono state trovate sulla scena del delitto, magari proprio sull’arma adoperata per uccidere; qual è la probabilità che Mr X sia colpevole? Se pensate che sia altissima, be’, comprate questo libro.
Mariano Tomatis presenterà Numeri Assassini alla libreria Feltrinelli in via Ceccardi a Genova oggi, martedì 29 marzo, alle ore 18.00