Il terzo occhioNews

Reattore E-Cat: la posizione del CICAP

Ci occupiamo della vicenda del reattore inventato da Andrea Rossi ormai da qualche mese. Abbiamo pubblicato un certo numero di articoli e ci sembra giunto il momento di fare una richiesta ufficiale a Rossi.

Scriveva il fisico Giuliano Toraldo di Francia che «un vero scienziato accetta qualsiasi fenomeno, anche se inspiegato, purché sia accertato». È con questo spirito che il CICAP si occupa di argomenti scientifici “di frontiera”: non per confutarli a ogni costo, ma per aiutare a verificarli al di là di ogni dubbio. La spiegazione verrà poi.

L’esistenza delle reazioni nucleari a bassa energia (LENR), che sarebbero alla base del principio di funzionamento del dispositivo, non è a oggi riconosciuta dalla comunità scientifica. Sarebbe quindi facile obiettare agli inventori che, secondo le leggi della fisica, l’apparecchio non può funzionare; allo stesso tempo è altrettanto ovvio che se loro riuscissero a produrre una prova sperimentale inequivocabile si dovrebbero trovare nuove spiegazioni che vadano al di là di quelle stesse leggi.

È questa impostazione che ci ha portato a lasciare in secondo piano le incongruenze che pure si manifestavano nelle spiegazioni teoriche: la verifica sperimentale sarebbe arrivata ed era necessario sospendere il giudizio in attesa del risultato.

Dobbiamo però ribadire che in casi come questi è necessario un rigore nelle misure e una trasparenza nella comunicazione delle tecniche usate e dei problemi incontrati anche superiori a quelli che si adottano normalmente: «ad affermazioni straordinarie, devono corrispondere prove straordinarie».

Per questo ci dispiace constatare che gli inventori (e, purtroppo, in parte anche gli sperimentatori) hanno scelto di precipitare i tempi e di comunicare i risultati che avrebbero ottenuto con modalità molto diverse da quelle tradizionali della ricerca scientifica, che sono pensate proprio per garantire rigore e trasparenza.

A una prima dimostrazione pubblica il 14 gennaio, seguita dalla pubblicazione dei report preliminari (disponibili a questo link), sono seguite anticipazioni parziali sui risultati di nuove misure e dichiarazioni a volte confuse e contraddittorie.

L’idrogeno è fornito dall’esterno o prodotto per elettrolisi? Ci sono o non ci sono radiazioni di qualche tipo? E se non ci sono, perché vietare di misurarne lo spettro, come nella dimostrazione pubblica del 14 gennaio? Il rame che si troverebbe nella polvere “usata” ha la stessa composizione isotopica di quello naturale oppure no? Come è possibile che l’11% di ferro riscontrato sia solo una «contaminazione dalle pareti»? Esiste un abbozzo di teoria che spieghi il fenomeno oppure no? La lista potrebbe continuare.

Accanto a queste domande, che ancora attendono una risposta, l’annuncio e la diffusione del rapporto di Levi hanno dato il via a una discussione tecnica sull’affidabilità delle misure, per esempio sulla titolazione del vapore o sulla effettiva portata del flusso d’acqua. Questo non deve stupire: in un serio lavoro scientifico gli studi preliminari sono necessariamente difettosi e servono per capire quali problemi vanno risolti e come impostare le verifiche definitive.

Da molte parti la visita dei fisici svedesi Hanno Essén e Sven Kullander al laboratorio di Rossi, qualche settimana fa, è stata salutata come la prova definitiva. In realtà il loro rapporto non aggiunge molto a quanto già era noto: Essén e Kullander non hanno potuto fare nulla più di quanto era già stato fatto da Levi e collaboratori nelle dimostrazioni precedenti, con la sola novità della versione più piccola del dispositivo e della conseguente diminuzione della potenza misurata da 20kW a circa 4kW.

Ci sembra perciò che, nonostante i risultati preliminari appaiano molto promettenti, le verifiche fatte non abbiano ancora raggiunto uno standard sufficientemente alto, sia dal punto di vista tecnico che da quello della trasparenza e possano solo essere considerate, appunto, preliminari.

Simili esperimenti fatti in condizioni molto vincolate hanno il difetto di mettere al sicuro solo dagli errori che si sa di poter commettere e (per dirla tutta) solo dai trucchi che si riescono a immaginare. L’unico modo per cercare di evitare errori e trucchi che non si riescono a immaginare è progettare la misura da zero, misurando tutto quello che è possibile misurare, per ottenere riscontri incrociati e tenere sotto controllo gli errori di misura: ci pare che questo non sia ancora avvenuto.

Lo stesso Essén, che è stato presidente dell’associazione Vetenskap och Folkbildning (l’equivalente svedese del CICAP), ci ha dichiarato: «Sono perfettamente d’accordo; la faccenda non può essere considerata chiusa fino a che non saranno autorizzati test indipendenti: l’ho fatto notare anche ad Andrea Rossi. A quanto so, l’Università di Bologna dovrebbe alla fine avere questo permesso».

Per quanto riguarda la trasparenza, la nostra opinione è che la proprietà intellettuale e il segreto industriale dovrebbero essere tutelati attraverso opportuni accordi di non divulgazione, come accade comunemente nelle collaborazioni tra industria e accademia, piuttosto che attraverso divieti e limitazioni come è sinora avvenuto. In pratica, gli scienziati si impegnerebbero a non divulgare eventuali scoperte o indizi sul funzionamento interno dell’apparato, ma solo i risultati delle loro misure.

Quello che vorremmo chiedere ad Andrea Rossi è di autorizzare quanto prima una verifica veramente indipendente della produzione di energia in cui la responsabilità, la progettazione e la conduzione dell’esperimento siano completamente demandate agli sperimentatori (gli stessi fisici dell’Università di Bologna o altri), che operino nei loro laboratori e alle loro condizioni, scegliendo strumentazione e dettagli tecnici sulla base di un protocollo concordato a priori e con la massima pubblicità di metodi e risultati.

Dato il tipo di misura, non dovrebbe essere difficile né troppo costoso neppure immaginare un processo di peer review e una eventuale seconda fase che possa tener conto delle eventuali obiezioni emerse. Questo convincerebbe noi e la comunità scientifica, interrompendo il flusso di anticipazioni e dichiarazioni poco controllate che raggiungono il pubblico. Siamo a disposizione eventualmente a partecipare sia alla discussione che alle sperimentazioni se ciò ci venisse concesso dagli inventori.

Può darsi che la scelta di Rossi, come sembra, sia quella di trascurare per ora le verifiche scientifiche, in attesa di ottenere un brevetto o di dimostrare la funzionalità della sua invenzione con l’installazione dell’annunciato impianto da 1MW in Grecia.
In questo caso, quello che ci lascia perplessi è la sicurezza di un dispositivo funzionante grazie a un fenomeno che dovrebbe essere nucleare, la cui natura e le cui proprietà non sono ancora note.

759 pensieri riguardo “Reattore E-Cat: la posizione del CICAP

  • @giovanni guerrini
    forse mi sono perso un pezzo,dove e quando Focardi avrebbe dichiarato che il filone dd è una patacca?
    Focardi ha parlato a  RCdC. Definisce la fusione dd “piccoli effetti che sono fluttuazioni”. Ha perfino coinvolto un laureando, povero cristo. Se lo immagina quando cercherà lavoro ed esibirà una tesi sulla ff?
    Cordiali saluti
    http://radio.rcdc.it/archives/sergio-focardi-parla-il-padre-della-fusione-fredda-ni-h-75679/
    1 minuto 55 secondi.

  • @Myrtil
    Detto questo non capisco tanto l’accanimento di Franchini a voler negare la cosa per principio teorico.
    Si fa correntemente.
    Se qualcuno si fosse presentato a me quando lavoravo e mi avesse detto che la sua sporta conteneva un congegno a moto perpetuo, gli avrei offerto un caffé e lo avrei invitato a passare da qualche altro collega.
    Il fisico giapponese Yasuhiro Iwamura ha scritto che scarica elettrochimicamente cesio e stronzio su palladio da una soluzione acquosa.
    Non serve assistere a un’esperienza per affermare senza timore di smentita che la cosa non può avvenire.
    Se non si discrimina fin dall’inizio, si resta soffocati dalle peggio invenzioni dei peggio mattacchioni.
    Per esempio, Lei darebbe retta a uno che scrive di quark virtuali?
    A volte basta esercitare un po’ di buon senso per non avere delusioni.
    Anche senza la demo del 14 gennaio, basta leggere la richiesta di brevetto di Rossi, per capire che siamo decisamente fuori strada.

  • @cataflic
    penso che in generale si creda che le reazioni a livello atomico, l’elettricità e i legami chimici siano un po’ tutti la stessa cosa….ma basta il primo anno di fisica alle superiori per sapere che queste forze lavorano ad ordini di grandezza completamente diversi…
    Mi sono accorto anch’io che chi si occupa di LERN fa questa confusione, senza riflettere che le interazioni tra atomi coinvolgono esclusivamente la forza elettromagnetica, mentre le interazioni tra nuclei o quelle tra particelle elementari sono gestite anche dalla forza forte e da quella debole.
    Altre forze, altri ordini di grandezza.
    I fusori freddi passano da una forza all’altra con grande disinvoltura.
    C’è perfino chi ritiene (Mizuno) che la reazione pp possa essere realizzata in un laboratorio alla portata di tutti, senza sapere che richiede la mediazione di un bosone vettore di Rubbia, che mi pare abbia una massa di 82 uma. Una briscola che anche il Sole fa fatica a ottenere.
    Ripeto: ciò che non può essere scritto in modo debito su un pezzo di carta è difficile che avvenga. Soprattutto se si tratta di conoscenze consolidate come quelle che vengono coinvolte nella ff. Non si tratta mica di spaccare un quark in tre pezzi più piccoli. Siamo nell’ordinario più ordinario che esista.

  • @Franchini
    Mi scusi ma se lei avesse inventato qualcosa di “geniale” scriverebbe la domanda di brevetto inserendovi tutti gli elementi che lo riguardano, oppure cercherebbe di capire prima di presentarlo, quali altri brevetti esistono contenti rivendicazioni in conflitto con il suo? Il WIPO non compie una ricerca preliminare su commissione(che Io sappia). Si può procedere attraverso il motore di ricerca per avere delle informazioni ma certamente non è come far svolgere a loro tale attività (che tra l’altro è molto costosa).
     
    Rossi certamente già sapeva che non sarebbe stato accettato nulla. Al momento esiste un secondo brevetto da lui depositato ma non reso pubblico che (credo e spero) contiene le informazioni mancanti.
    Mi permetta di dire che la questione del brevetto non bisognerebbe tirarla più in ballo. Non crede che questo ragionamento abbia un senso (tra l’altro ho rivolto a Rossi questa stessa domanda e lui ha confermato).

  • comunque, cercando di parlare di fusione in generale, quella calda è prevista all’interno gas a temperature e pressioni mostruose. ma la materia nei gas a temperature normali è molto rarefatta, per arrivare a una densità sufficiente per la fusione tutto va portato a quei valori di temperatura e pressione assurdi.
    mentre nella fusione fredda il concetto è quello di sfruttare la densità molto alta di materia nei reticoli cristallini dei metalli per intrappolare idrogeno o deuterio fino a che qualche atomo del gas ogni tanto, soffocato, è costretto a superare la barriera coulombiana e quindi a fondersi con qualche nucleo del metallo, questo a temperature e pressioni più accessibili. mi è sempre sembrata una cosa verosimile. anche il fatto di usare la polvere metallica va in quella direzione, per massimizzare le possibilità di fusione..la probabilità di fusione rimane comunque molto bassa ma se la superficie di scambio diventa molto alta è evidente che il numero di fusioni aumenta.
    mi pare che i fisici nucleari classici tendono a voler analizzare dei fenomeni nucleari naturali e poi a volerli riprodurre più o meno senza molti interventi artificiali. invece nella fusione fredda è necessario un forte intervento artificiale per creare le condizioni per la fusione..un po’ come nella creazione dei materiali sintetici e ultimamente l’uso delle nanotecnologie, che secondo me è un campo molto importante che potrebbe in futuro dare ottimi contributi alle lenr. sono tutte cose che in natura è impossibile vedere, ma che artificialmente sono creabili. è un peccato che queste nuove tecnologie rimangano ancora troppo confinate nell’ingegneria dei materiali o negli esperimenti da elettrochimici, senza che i fisici teorici se ne interessino molto. mi può anche star bene l’lhc, ma anche in quel caso si punta tutto su energie spropositate per fare esperimenti praticamente nel vuoto..lo so che nel vuoto è più facile vedere e analizzare le interazioni tra le particelle, ma poi per forza si dovrà arrivare a analizzare i sistemi di materia molto più densi, che sono più complessi ovviamente..fino adesso l’unica cosa fatta con materiali densi è stata la fissione bombardando a tappeto coi neutroni, spero che in futuro certe rozzate come la fissione vengano ricordate come una specie di paleolitico della fisica:))

  • @ant0p.
     
    Parli di materia “densa”, e in un certo senso hai ragione. Ma non bisogna assolutamente travisare questo concetto: non è che nella materia allo stato solido i nuclei siano stretti come sardine! Anzi, in genere tra i nuclei ci sono distanze incredibili, se paragonate alle dimensioni dei nuclei stessi. Tanto per capirci, se un nucleo avesse un raggio di un centimetro, gli altri nuclei starebbero almeno a circa un chilometro di distanza l’uno dall’altro (c’è infatti un fattore di 10^5 tra le scale atomiche e quelle nucleari). Quindi non è che ci si possa immaginare l’idrogeno come una persona che cerca di salire su un autobus all’ora di punta, ma piuttosto come una formica che ne cerca un’altra in un campo da calcio

  • @Claudio
    No. La tattica “mando il primo brevetto avanti per vedere cosa c’è in giro” è (a mio parere) ridicolo.
    Primo perchè lo staff del WIPO mica è onniscente e ricorda tutti i brevetti (infatti nella richiesta di brevetto devi fare TU una ricerca preliminare sul materiale che c’entrebbe col brevetto), il WIPO non mette il marchio “è approvato quindi incontestabile”.
    Può infatti approvare brevetti di invenzioni gia coperte da altri brevetti.
    Infatti il territorio dove DIFENDERE i brevetti è nei tribunali, ed infatti non manca giorno di scontri legali sui brevetti. Vuoi sapere l’ultimo? LG vs Sony sui Bluray.

  • @Mattia
    Non vedendo tuoi messaggi da qualche giorno pensavo fossi andato al nuovo test di Rossi.
     
    Riguardo al WIPO, non sono assolutamente certo, ma credo che tu possa far fare al EPO/WIPO tale la ricerca. Comunque ciò non significa che tu per tuo conto non possa fare altrettanto. Ovviamente poi devi esercitare i tuoi diritti nelle sedi opportune. La ricerca non garantisce nulla. In ogni caso credo che prima di presentarla al WIPO si debba passare attraverso l’ufficio europeo dei brevetti.
    Sul sito europeo abbiamo questo:
    https://register.epo.org/espacenet/application?number=EP08873805&lng=en&tab=main
    Non abbiamo nessun altra richiesta. Forse non ci siamo capiti con Rossi. Evidentemente sta apportando delle modifiche:
    17.12.2010, Amendment by applicant (claims and/or description)
    03.03.2011, Observations by third parties
    In ogni caso, se è una bufala, è un genio. Se facciamo la conta delle comparse ne vengono fuori una decina tra professori di università in pensione e non.
    Infine scusatemi un commento: al di là di cosa succederà in futuro. Ma all’università di Bologna cosa sta succedendo? Se non ho visto male il 14 erano presenti sia Levi che il direttore del dipartimento.
    Confermano i risultati? Smentiscono?

  • @claudio

    Non vedendo tuoi messaggi da qualche giorno pensavo fossi andato al nuovo test di Rossi.
    Magari! Vi sareste ritrovati coi filmati di 4 telecamere fisse sul set-up sperimentale e sonde ovunque (fuori dalla black box).
    Rossi le modifiche le ha apportate a metà dicembre (nuovi claims), la Search Autority sta appunto esaminando il caso.

  • @Alberto
    quella delle formiche sul campo  da calcio mi piace….rende l’idea!

    però qualcuno ti dirà che le mirabolanti proprietà compattanti del materiale di turno, segnano sul prato delle scie di miele, per cui le formiche si mettono in fila e fanno il  trenino..!
    peppepepepeppe……a e i o u y!

  • @alberto/cataflic
    lo so anche nei solidi la quantità di vuoto è alta, infatti non è che le lenr sono basate su reazioni in massa in cui una grossa percentuale di atomi ce la fa a fondersi, solo molto pochi riescono a farcela e in particolari condizioni. il ‘trucco’ sta nel favorire quelle condizioni in modo artificiale.
    ma nei gas a temperatura ambiente è come se le due formiche dovessero incontrarsi partendo una dalla terra e l’altra dalla luna..per farle incontrare devi far implodere il sistema solare:)) sempre meglio provare a farle incontrare su un campo di calcio..

  • @ant0p.
     
    Sì ok, ma la barriera coulombiana resta, non è che nei solidi sparisce: ad alta temperatura c’è una possibilità concreta che i nuclei la superino, ma a temperatura ambiente la barriera è praticamente insormontabile. Non riesco davvero a capire come possa esistere una “polverina magica” che possa abbassare questa barriera senza alterare il nucleo, è contrario ad ogni logica prima ancora che alle leggi fisiche note (trascuro volontariamente la famosa teoria dei miniatomi, dato che oltre ad essere estremamente debole di suo dovrebbe richiedere qualche conferma in un contesto diverso dalla fusione fredda).

  • @alberto
    non sono polverine magiche, poi la temperatura non è ambiente, ci vogliono minimo 60° o anche di più con una pressione dell’idrogeno sui 10-20 bar. poi i dettagli ovviamente non li conosco. sentivo del giudice o qualcun’altro che in alcune zone la barriera coulombiana è più debole per la presenza di molti elettroni nella struttura atomica dei metalli. quali siano gli altri artifici per superarla non ne ho la minima idea, ma mi sembra abbastanza verosimile che qualcuno (come rossi/piantelli/arata) li abbia trovati. anche per questo tendo a fidarmi degli esperimenti che sono stati fatti, anche se potevano essere fatti in modo più rigoroso.

  • @ant0p.
     
    Che la temperatura sia 20 o 60 gradi fa poca differenza, così come 10 o 20 bar di pressione: la fusione (standard) richiede condizioni estreme per superare la barriera. Inoltre, è vero che gli elettroni atomici schermano parzialmente la carica nucleare, ma solo a grandi distanze dai nuclei: più si cerca di penetrare all’interno, meno si fa sentire la schermatura elettronica; e dato che le forze nucleari forti sono a corto raggio, ne segue che i nuclei devono necessariamente essere quasi a contatto per potersi fondere, e quindi la schermatura elettronica va a farsi benedire. Ad oggi non è noto se sia possibile “aggirare” questo ostacolo, resterà da vedere a ottobre quando forse si potrà aprire il marchingegno di Rossi.

  • Ma la mia domanda è: cosa è successo in quel capannone e cosa succede dentro quell’apparato? l’investigazione del cicap a tal riguardo esiste o no?… per investigazione intendo una ricerca sul campo e non sul web, quella la sappiamo far tutti e ognuno prende per buono quello che gli pare…
    Quindi, a che punto sono le vostre ricerche? lo stesso esperimento è riproducibile in qualche modo? state investigando a tal proposito o aspettate che qualcuno ci perda tempo, denaro e magari salute prima di intervenire?
     
    Grazie

    • @dan, la ricerca sul campo (nel senso di mettere le mani sul reattore) la possiamo fare solo se i protagonisti della vicenda ce lo permettono. Le nostre richieste a Rossi sono chiare e sono state espresse in questo articolo che stiamo commentando. Sta a lui decidere se accettare o meno.

  • @alberto
    beh ma rispetto alle condizioni ambientali la pressione è 10-20 volte superiore, la temperatura cambia poco, ma a quanto dice rossi non basta semplicemente quello, ci vuole qualcos’altro, cosa lo sapremo quando gli verrà concesso il brevetto, oppure visti i tempi lunghi sul brevetto toccherà aspettare ottobre. io ovviamente spero che per l’ingegnerizzazione fili il più possibile tutto liscio e che la presentazione a ottobre sia finalmente una vera svolta. poi le ricadute teoriche sulla fisica mi appassionano meno, se funziona ed è affidabile non mi serve sapere altro per il momento..la teoria quando si potrà aprire completamente il reattore sarà sicuramente utile a migliorare anche la pratica, ma per adesso mi preoccupo principalmente del lato pratico, se funziona per la parte teorica c’è tutto il tempo..non capisco veramente tutto questo affrettarsi a inerpicarsi per voler spiegare l’interno del reattore, sia che si pensi che funziona o no. prima almeno aspettiamo che sia di pubblico dominio e inconfutabile il funzionamento macroscopico.
    anche con l’lhc e l’altro acceleratore la stessa cosa.. appena nei giorni scorsi è apparso qualcosa di sconosciuto tutti a lanciarsi sul ‘rassicurante’ bosone di higgs, e invece poi si tratta di cose non previste dai modelli teorici.

  • Non so se avete visto lo scambi di documenti sull’EPO. Probabilmente si. Vi allego comunque il link:
    https://register.epo.org/espacenet/application?number=EP08873805&lng=en&tab=doclist

    Allo stato attuale il brevetto presentato non è accettabile vedere doc(03.03.2011),
    “No catalyst material is presented in the application…. violation article 83..”

    Mi sa che fino ad ottobre non verrà scritto niente altro.

  • @Claudio Eterno
    Quella che citi è l’osservazione spedita all’EPO da una terza parte anonima* che ribadisce un punto che è già stato sviscerato 1000 volte qui dentro.
    * dubito che il nome Bruce Banner sia vero, anche se residua pur sempre la possibilità che un omonimo dell’incredibile Hulk sia sceso in campo per contrastare il brevetto di una macchina che – se si è d’accordo con Franchini – nemmeno può funzionare in questo Universo.
    Suvvia, invece di star dietro a questi giochetti, leggetevi le ultime interviste a Celani e – udite, udite – Zoccoli (sarà felice Franchini che finalmente qualcuno lo ha intervistato come auspicava) sul mio blog.

  • @daniele
    ehm… hai ragione. Non avevo notato.
    Comunque credo che fare una domanda di brevetto NAZIONALE/EPO/WIPO può costare 10000/20000 euro. A che pro?
    Ti risulta che abbia chiesto dei soldi ?
    Questo almeno dovreste riconoscerlo: al momento non ha truffato nessuno.

  • @ant0p.
     
    Le domande di natura teorica possono sembrare oziose, ma non lo sono. La questione è molto semplice e allo stesso tempo fondamentale: assunto che il modello teorico “storico” della fusione fredda è inconsistente, su quale modello ha lavorato Rossi? E’ possibile che egli sia talmente geniale da aver capito dove stia il problema, battendo sul tempo tutti i fisici, chimici e ingegneri nucleari del mondo? Ed è possibile che l’abbia fatto con un macchinario che sembra più una caldaia male assemblata che un reattore? Il sospetto è forte, ovviamente si dovrà tutti aspettare, volenti o nolenti, che la macchina venga aperta; quindi per il momento non possiamo fare altro che discutere su due punti:
     
    1) le misure calorimetriche;
     
    2) il modello teorico sottostante (perchè un modello ci deve essere, non può essere spuntato dal nulla questo reattore).
     
    Quindi quando Rossi dice che “sì, è vero che la temperatura è troppo bassa e la pressione insufficiente, ma non preoccupatevi che ho io la soluzione: è semplicissimo, stà tutto qua nella mia macchina, solo che per ora non voglio dirvi niente e non voglio che qualcuno faccia misurazioni indipendenti”, mi sembra normale che almeno un minuscolo dubbio possa sorgere, no? E di conseguenza, mi sembra altrettanto legittimo sollevare qualche obiezione di natura teorica, visto che purtroppo la macchina è blindata e non si possono fare rilevazioni più accurate. Non si può pretendere che dopo le incredibili affermazioni di Rossi se ne debbano tutti stare zitti e tranquilli, aspettando la rivoluzione di ottobre.

  • @Claudio Eterno
    Infine scusatemi un commento: al di là di cosa succederà in futuro. Ma all’università di Bologna cosa sta succedendo? Se non ho visto male il 14 erano presenti sia Levi che il direttore del dipartimento.
    Confermano i risultati? Smentiscono?

    E’ un punto su cui tutti, credenti, scettici, negazionisti, dovremmo far fronte comune.
    Il DF di Bologna era presente alla demo del 14 gennaio solo perché alle fine c’era un ghiotto buffet di mortadella e lambrusco? Si è reso conto che erano stati invitati cronisti di giornali importanti, telegiornalisti della RAI e che la notizia dell’invenzione di Rossi è letteralmente esplosa? A quanto pare, nemmeno il CICAP riesce a convincere quel gruppo che esso ha assunto degli obblighi nei confronti di chi paga le tasse, nel momento in cui l’invenzione di Rossi è stata spiegata da Levi e quando Capiluppi si è messo in evidenza nel filmato che circola in rete.
    Per non parlare di quello che Focardi rappresenta nella storia del DF di Bologna.
    Chiederei al CICAP: abbiamo o no il diritto di conoscere che atteggiamento ha assunto il DF di Bologna sull’invenzione di Rossi? In breve: è con Focardi, Levi, Ferrari o si dissocia?

  • @Camillo Franchinii
    “Il Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna è in contatto con il professor Focardi e l’ingegner Rossi per effettuare una serie di verifiche sulla loro apparecchiatura e capire la reale natura ed entità del fenomeno prodotto. Conosco Focardi da anni, la ritengo una persona assolutamente seria e per questo considero seriamente la cosa in attesa di poter esprimere un giudizio su elementi concreti.” (professor Antonio Zoccoli, direttore INFN di Bologna, 29/04/11)
    Come ho segnalato poco fa.
    Vede, anche io dico sempre che Berlusconi deve dimettersi, ma non lo fa… ci vuole solo un po ‘ di pazienza.
    Allo stesso modo anche lei continua a dire che il Dipartimento di Fisica deve pronunciarsi, e lo farà… ci vuole solo un po’ di pazienza, ma molto meno che per vedere Berlusconi dimettersi! 🙂

  • @alberto
    ne segue che i nuclei devono necessariamente essere quasi a contatto per potersi fondere, e quindi la schermatura elettronica va a farsi benedire.
    Infatti è così. La schermatura elettronica non è riportata nei trattati, perché le cose vanno esattamente come dice Lei.
    Bisogna rendersi conto che le reazioni nucleari sono studiate dai tempi di Rutherford  con grande spiegamento di mezzi e di personale, anche perché sono di enorme importanza militare. Il Pascal, una sorta di megatrattato di chimica inorganica, più di una trentina di volumi, dedica un intero volume solo al plutonio. Esistono trattati, riviste, corsi universitari dedicati solo a questo argomento. Le reazioni nucleari hanno consentito di produrre il plutonio e i transplutonici, fino a raggiungere numeri atomici superiori a 100 (109, Meitnerium).
    Occuparsi di reazioni nucleari tra un nucleo di idrogeno e  un nucleo di nickel a bassa energia è come giocare a palla prigioniera credendo di giocare a calcio con il Brasile. E’ patetico.
    Esistono banche dati che mettono a disposizione, spesso gratis, ogni sorta di informazioni sulle reazioni nucleari. Personalmente mi servo dell’EXFOR/CSISRS della IAEA. Molto ricco, molto facile da usare. Da lì ho tratto le sezioni d’urto della reazione tra un protone e un nucleo di nickel.

  • @Camillo Franchini
    Esistono banche dati che mettono a disposizione, spesso gratis, ogni sorta di informazioni sulle reazioni nucleari. Personalmente mi servo dell’EXFOR/CSISRS della IAEA. Molto ricco, molto facile da usare. Da lì ho tratto le sezioni d’urto della reazione tra un protone e un nucleo di nickel.
    Anche questa non è male:
    http://www.nndc.bnl.gov/chart/reCenter.jsp?z=36&n=49

  • @Claudio Eterno
    Allo stato attuale il brevetto presentato non è accettabile vedere doc(03.03.2011),
    “No catalyst material is presented in the application…. violation article 83..”

    Il testo completo recita:
    “No catalyst material is presented in  application. For this reason, application violates Article 83 of European Patent Convention and should not be granted.
    Vale la vecchia regola che un brevetto deve contenere tutte le informazioni necessarie per realizzare l’invenzione.

  • @Camillo Franchini
    Vuole cortesemente spiegarci perché parla di una una lettera (che potrebbe avere potuto benissimo spedire lei stesso) firmata da un sedicente Bruce Banner (chissà, forse la prossima la spedirà Clark Kent) e indirizzata all’EPO, lo stesso valore di un documento prodotto dall’EPO stesso? Grazie

  • @Daniele
    Anche questa non è male:
    http://www.nndc.bnl.gov/chart/reCenter.jsp?z=36&n=49
    Nel suo genere la fonte è buona, ma io mi riferivo a dati relativi alle reazioni nucleari, per esempio la 58Ni(p,g)59Cu.
    Lei ha fornito una carta dei nuclidi, interessante, ma poco utile al nostro caso. Noi dobbiamo occuparci delle reazioni che suggeriscono Focardi e Rossi. Se stiamo nel generico non caviamo un ragno dal buco. Focardi deve dirci in base a quali dati e a quali calcoli considera esoergica la reazione che ho scritto sopra.
    Per ora tutto tace; evidentemente sono persone che amano prendersela comoda, alla bolognese. Guardano, riflettono, scrivono, buttano nel cestino; guardano più da vicino, riflettono, ecc. Tipi davvero straordinari.

  • @Daniele
    Vuole cortesemente spiegarci perché parla di una una lettera (che potrebbe avere potuto benissimo spedire lei stesso) firmata da un sedicente Bruce Banner (chissà, forse la prossima la spedirà Clark Kent) e indirizzata all’EPO, lo stesso valore di un documento prodotto dall’EPO stesso? Grazie
    Si tratta di una delle “observation by third parties”.
    Può lei stesso chiedere all’EPO se il “sedicente” Bruce Banner, Clark Kent e Camillo Franchini sono la stessa persona. C’è materia per una altro libro; forza, scopra il trucco e troverà la trama.
    Qualcosa non va? Si illude ancora che lo scatolotto possa essere brevettato?

  • Excusazio non petita accusatio manifesta???

  • @Camillo Franchini
    CREDE ancora che lo scatolotto possa essere brevettato?
    Lei è stato gentile a rispondermi e anche io Le rispondo (ho solo cambiato un verbo, se no quella frase conteneva due domande): SI.
     

  • Qualcuno ha idea del trucco usato? se c’è?

  • @Claudio Eterno
    Rossi certamente già sapeva che non sarebbe stato accettato nulla. Al momento esiste un secondo brevetto da lui depositato ma non reso pubblico che (credo e spero) contiene le informazioni mancanti.
    Si tratta di un brevetto depositato o di una richiesta di brevetto?
    Mi fa piacere che anche Rossi si renda conto che la prima richiesta di brevetto non era accettabile. Qualcuno potrebbe pensare che contro di lui si erano mobilitate le Forze del Male. Prassi normale, invece.
    La Sua è un’informazione importante, se veramente si tratta di un brevetto granted.
    Devo ammettere che non me lo sarei aspettato e che Rossi sa muoversi con abilità. Scrivo questo per Daniele, che apprezza il fair play e che, da bravo romanziere, vede complotti in ogni angolo buio.

  • @ant0p
    non capisco veramente tutto questo affrettarsi a inerpicarsi per voler spiegare l’interno del reattore, sia che si pensi che funziona o no. prima almeno aspettiamo che sia di pubblico dominio e inconfutabile il funzionamento macroscopico.
    E’ curioso, più il tempo passa, più la demo del 14 gennaio viene descritta come un episodio di scarsa importanza, dato che lasciavano bollire l’acqua. Stessa cosa per l’evento cui hanno assistito Kullander ed Essén, prontamente scomparsi di scena. Ora si rimanda tutto al 1° ottobre, a meno che Essén ci informi che è stato testimone di un esperimento importante organizzato apposta per lui.
    Faccio notare che solo l’intervento di scettici e negazionisti hanno tolto valore di dimostrazione a quelle esibizioni. Altrimenti saremmo ancora alle scomposte manifestazioni di tripudio dei primi giorni dopo il 14 gennaio.

  • @Daniele
    Conosco Focardi da anni, la ritengo una persona assolutamente seria e per questo considero seriamente la cosa in attesa di poter esprimere un giudizio su elementi concreti.” (professor Antonio Zoccoli, direttore INFN di Bologna, 29/04/11)
    A favore di chi è abituato a rispettare le leggi delle natura e crede che prima di mettere mano a una provetta è necessario avere un modello teorico da verificare, vorrei che il Prof. Antonio Zoccoli rispondesse a questa domanda:
    crede che quanto esposto nella richiesta di brevetto Pascucci\Rossi e nel cosidetto Rossi-Focardi Paper abbia fondamento scientifico?
    Daniele, grazie per agire da tramite e grazie in anticipo a Zoccoli per la risposta.
    Vedo però che Capiluppi ancora sfugge alle Sue attenzioni. Non si è ancora reso conto che il pezzo grosso da catturare è lui. Rossi è niente al confronto.

  • @Camillo
    Si tratta di un brevetto depositato o di una richiesta di brevetto?
    Domanda di brevetto. Ho sbagliato. Ma, a questo punto, non credo che esista una seconda domanda. Cioè: è il primo brevetto, quello che tutti noi conosciamo, credo che verrà modificato nella rivendicazione 2 inserendovi l’elemento/i mancante (credo). Altrimenti, che senso avrebbe questa stessa domanda? Sarebbe come inventare il motore a scoppio senza definire il carburante.
    A meno che la loro tesi non sia: questo è un reattore il cui carburante è “Ni+H” poco importa come faccio ad innescare la reazione. Ed il mio reattore è diverso da quello dichiarato da altri indipendentemente da questo fatto… Non credo che la cosa abbia senso.
    @queryonline
    Piantelli ha fatto questa domanda di brevetto:
    http://worldwide.espacenet.com/publicationDetails/biblio?CC=IT&NR=PI20080119A1&KC=A1&FT=D&date=20100525&DB=&locale=en_EP
    Non potete chiedere a lui se ha realizzato qualche cavolo di esperimento? Oppure gli è venuta in mente un mattino mentre era sulla tazza?

  • @camillo franchini
    la demo del 14 gennaio rimane importante come le altre prove rese pubbliche, ce ne vorrebbero altre (io insisto sempre per quella con portata intermedia) ma per adesso tra gli elementi che mi permettono di pensare che l’ecat non sia un bufala c’è sempre quella demo. non ho mai tripudiato, sono fermo sulle mie posizioni dalla seconda prova non ufficiale a alta portata. poi s’è aggiunta anche la prova con gli svedesi che conferma la mia posizione: netto possibilismo e speranza che vada tutto bene.

  • Di questa cosa se ne parla solo in rete.E’di assoluta e vitale importanza eppure i media di larga diffusione tacciono nel bene e nel male,non un si o un no.Silenzio.Onore al cicap che si occupa di smascherare gli imbroglioni,mi piacerebbe che ci fosse anche una organizzazione seria che si occupasse di rendere noti gli insabbiamenti ad opera dei potentati.Il silenzio è una strategia efficace per poter lavorare tangenzialmente senza opposizioni.Il governo greco è l’unico ad aver offerto asilo ed appoggio,forse in quanto non hanno altro che il turismo e sperano che l’europa non debba aprire le porte alla Turchia.Speriamo che sia una congiuntura favorevole,perchè se dipendesse da noi siamo troppo occupati dai reality tv.La maggior parte della gente non ha neppure una vaga idea degli ordini di grandezza che separano l’energia chimica e nucleare e vive ubriaca nel fracasso delle stupidaggini dei media e del silenzio sulle cose vitali.
    Scusate lo sfogo ot.

  • @Camillo Franchini
    …Rossi sa muoversi con abilità. Scrivo questo per Daniele, che apprezza il fair play e che, da bravo romanziere, vede complotti in ogni angolo buio.
    Mi sembra esattamente il contrario. È chi si dichiara programmaticamente negazionista che va a immaginarsi chissà quali complotti e trucchi, quando basterebbe che avesse solo un po’ di pazienza.

  • Italo:
     
    Se vuole aggiornarsi sulla credibilità delle prove (pubbliche e private) lo può fare guardando qui:http://www.   esowatch.  com/en/index.php?title=Focardi-Rossi_Energy-Catalyzer
    Qualcuno sa chi sono questi di ESOWATCH? E’ una specie di CICAP inglese?



    E un gruppo internazionale, ma in sostanza sono sopratutto “tedeschi di Germania”… (Hanno anche un angolo italiano a proposito dell’apparato Rossi, mi sembra un’abozzo pero’. ) 2 settimane fa’,  si sono interessati al problema della bilancia mobile del dipartimento di fisica dell’ universita’ di Bologna che doveva essere in grado di misurare un peso di 13 chili (la bottiglia di idrogeno)  e con una risoluzione e precisione di 100 mg. Camillo aveva chiesto in vano il tipo da Levi.
    Ho seguito la loro discussione:
    forum esowatch.com/index.php?topic=6222.0
    hanno esteso la loro ricerca ad un forum di esperti di bilancie (incredibile quanti forum esistono in giro). La loro ricerca ha mostrato che non sembra di esistere una bilancia sul mercato con una precisione di 0,1 gr per pesi al di fuori dei 6 chili. Esisterebbe una (una sola!) in grado di pesare pesi fino a 14 chili con risoluzione e linearita di 0,1 gr (ovviamento ce il problema dell’ ultima cifra – se viene usata l’ultima ciffra e non esiste una ulteriore ciffra, scusate non so come esprimermi meglio in italiano. Di solito devi dimenticare l’ultima ciffra per problemi di quantizzazione. esempio: 0,99 e piu vicino a 1 che al valore di 0,9, va viene letto come tale). Questa bilancia e’ della Sartorius di Gottinga. Altre bilancie per 14/16/20/34/64 chili hanno prestazioni al sotto di quella della Sartorius, tipicamente con risoluzioni (che vuol dire poco) nell’ordine di 0,1 gr, ma con linearita sopra 0,2 gr, anzi fino a 0,4 gr.
    Conclusione:
    Chi, per sconosciuti motivi, si avventura di fare affermazioni scientifiche proprio sull’ livello della risoluzione, e fuori della linearita/precisione, non deve meravigliarsi di essere criticato. In concreto: chi vuole stabilire che un peso ha 136667 mg, deve per forza indicare il tipo di bilancia miracolosa. O, da buon’ fisico deve aggiungere l’errore. In questo caso sembra di essere almeno 0,2 grammi, probabilmente 0,3 gr usando una delle migliori bilancie esistenti sul mercato. E il risulatato voluto era 0,1 gr (100 mg). Insomma: con un errore di 0,2-0,3 si vuole esprimere a proposito di una differenza di peso di 0,1 gr.

    Voglio aggiungere, che misure di grandezze naturali era il mio job con il quale guagdagnavo la mia vita prima di andare in pensione anticipata. Io so, di che cosa parlo. La discussione di una singola misura nelle vicinanza della precisione puo riempire un intero foglio di carta. In verita’ si tratta sempre di intervalli accompagnate dalla loro probabilita:
    …con una probabilita’ oltre il 99% il peso e’ entro x e y
    …con una probabilita’ oltre il 99,9% il peso e’ entro xx e yy
    e sempre indicando il tipo di strumento (con numero di serie e anno di produzione, ultima calibrazione etc), temperatura, pressione atmosferica, umidita e cosi via.
    Di piu si aggiunge qui il problema che ogni piccolo spostamento della bombola e del tubo flessibile di collegamento cambia il valore. Se tale tubo sarebbe una volta in contatto col tavolo e una volta no, potete dimenticare tutto. Ma, assume good faith: probabilmente ha ragione Dott Levi: la differenza di peso era forse davvero sotto un grammo, se loro hanno rispettato un minimo di precauzioni. Ma esprimermi negli ordini di 0,1 grammi…  non riesco a capire perche lo fanno. Mi viene la sensazione che vogliono creare risultati voluti invece di misurarle.

  • Grazie Robert,
    il tuo italiano è molto buono, sei riuscito a spiegare un concetto non di immediata comprensione.
    Hai anche fornito un ottimo esempio del perchè i “tedeschi di Germania” sono considerati unanimemente dei grandi pignoli … nel senso buono del termine 😉
    Sarebbe meglio che anche noi aggiungessimo un po’ di pignoleria al nostro estro, a cominciare dalle Università.
     

  • @Robert
    Non sono molto d’accordo.
    Questioni come la non linearità, etc non c’entano molto quando quello che si va a valutare è una differenza di peso. Non è richiesta molta precisione ma una buona risoluzione (e una buona ripetiilità).

  • Naturalmente sto parlando di piccole variazioni del misurando, come appunto nel caso in questione.

  • se non erro per ottenere 10 Kw occorre bruciare 2 gr/min di H,quantità che nel demo di bologna la bilancia avrebbe misurato benissimo.Lo scopo di quella misura era verificare che non venisse a mancare una quantità di H utile ad una combustione chimica,non tanto che il calo ponderale rispondesse alla reazione nucleare.

  • Perchè è così immportante conoscere il peso? mettiamo che all’inizio della prova la bombola pesava 10 grammi e alla fine 8… quindi ben 2 grammi di differenza… quanta energia termica si può produrre con 2 grammi di idrogeno e per quanto tempo?
    Ci son molte cose sospette in questa vicenda, ma al momento nessuna ipotesi sul funzionamento del dispositivo… qualcuno ha ipotizzato come possa fare un apparecchio così piccolo a produrre quell’energia?

  • Ma riguardo al peso dell’e.cat? nessuno ne sa nulla? quanto pesa? qui vedo che si parla molto di atomini, nuclei, isotopi, e molte altre cose che potrebbero provocare la reazione, ma essendo questo il comitato degli scettici sarebbe anche il caso che si facesse qualche supposizione…. come fa sto dispositivo a produrre energia? se c’è un trucco, quale potrebbe essere?

  • @dan
     
    La natura chimica della reazione sembrerebbe essere stata esclusa nell’esperimento successivo a quello del 14 gennaio (di cui ora non ricordo la data, chiedo scusa) di cui però non mi pare si abbiano né foto, né filmati, da qui l’uso del condizionale. C’è anche da considerare il fatto che le condizioni di lavoro nella prima prova non erano certo le migliori per valutare accuratamente la potenza erogata dall’e-cat: probabile errore nella valutazione della vaporizzazione, dubbi sulla costanza della portata dell’acqua, grossi dubbi sul modello della bilancia usata, e via discorrendo.
    Per cui, la mia opinione è che in primis sarebbe il caso che Rossi&Co. permettessero di rifare l’esperimento in condizioni controllate (o meglio, in condizioni non dettate da loro), per fugare questi dubbi, anche senza aprire la macchina: dopotutto, se funziona davvero, perché non sarebbe possibile smanettarci un po’ e vedere cosa effettivamente può fare?
     
    Detto ciò, se davvero le reazioni chimiche fossero da escludere, l’unica cosa che potrei pensare è ad un qualche tipo di decadimento radioattivo. Per ora è ovviamente solo un’ipotesi, non ho ancora controllato i numeri per vedere se possono tornare, quindi prendetela con le pinze; però, escludendo reazioni di fusione e/o fissione, è l’unica cosa che mi viene in mente. Ovviamente se qualcuno ha qualche altra idea, è ben accetta.

  • @Robert
    @Italo Bianchi
    Sarebbe meglio che anche noi aggiungessimo un po’ di pignoleria al nostro estro, a cominciare dalle Università.
    Ricordo a memoria, spero di ricordare bene. La bombola pesava 18 kg; l’idrogeno immesso pesava 0,11 g.
    Ciò significa che la portata della bilancia avrebbe dovuto essere di almeno 20 kg; la sua sensibilità il centesimo di grammo.
    Una bilancia con queste caratteristiche non esiste.
    Ho chiesto a Levi di chiarire questo aspetto fin dall’inizio. Ho  ripetuto la richiesta. Ora l’osservazione viene anche da Robert.
    Siamo di fronte a un falso, al solito mal congegnato.
    La ricostruzione degli eventi presentata da ESOWATCH mi sembra ottima. E’ la prova che la demo del 14 gennaio e le ripetizioni successive hanno avuto una vasta risonanza.

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