Il terzo occhioNews

Reattore E-Cat: la posizione del CICAP

Ci occupiamo della vicenda del reattore inventato da Andrea Rossi ormai da qualche mese. Abbiamo pubblicato un certo numero di articoli e ci sembra giunto il momento di fare una richiesta ufficiale a Rossi.

Scriveva il fisico Giuliano Toraldo di Francia che «un vero scienziato accetta qualsiasi fenomeno, anche se inspiegato, purché sia accertato». È con questo spirito che il CICAP si occupa di argomenti scientifici “di frontiera”: non per confutarli a ogni costo, ma per aiutare a verificarli al di là di ogni dubbio. La spiegazione verrà poi.

L’esistenza delle reazioni nucleari a bassa energia (LENR), che sarebbero alla base del principio di funzionamento del dispositivo, non è a oggi riconosciuta dalla comunità scientifica. Sarebbe quindi facile obiettare agli inventori che, secondo le leggi della fisica, l’apparecchio non può funzionare; allo stesso tempo è altrettanto ovvio che se loro riuscissero a produrre una prova sperimentale inequivocabile si dovrebbero trovare nuove spiegazioni che vadano al di là di quelle stesse leggi.

È questa impostazione che ci ha portato a lasciare in secondo piano le incongruenze che pure si manifestavano nelle spiegazioni teoriche: la verifica sperimentale sarebbe arrivata ed era necessario sospendere il giudizio in attesa del risultato.

Dobbiamo però ribadire che in casi come questi è necessario un rigore nelle misure e una trasparenza nella comunicazione delle tecniche usate e dei problemi incontrati anche superiori a quelli che si adottano normalmente: «ad affermazioni straordinarie, devono corrispondere prove straordinarie».

Per questo ci dispiace constatare che gli inventori (e, purtroppo, in parte anche gli sperimentatori) hanno scelto di precipitare i tempi e di comunicare i risultati che avrebbero ottenuto con modalità molto diverse da quelle tradizionali della ricerca scientifica, che sono pensate proprio per garantire rigore e trasparenza.

A una prima dimostrazione pubblica il 14 gennaio, seguita dalla pubblicazione dei report preliminari (disponibili a questo link), sono seguite anticipazioni parziali sui risultati di nuove misure e dichiarazioni a volte confuse e contraddittorie.

L’idrogeno è fornito dall’esterno o prodotto per elettrolisi? Ci sono o non ci sono radiazioni di qualche tipo? E se non ci sono, perché vietare di misurarne lo spettro, come nella dimostrazione pubblica del 14 gennaio? Il rame che si troverebbe nella polvere “usata” ha la stessa composizione isotopica di quello naturale oppure no? Come è possibile che l’11% di ferro riscontrato sia solo una «contaminazione dalle pareti»? Esiste un abbozzo di teoria che spieghi il fenomeno oppure no? La lista potrebbe continuare.

Accanto a queste domande, che ancora attendono una risposta, l’annuncio e la diffusione del rapporto di Levi hanno dato il via a una discussione tecnica sull’affidabilità delle misure, per esempio sulla titolazione del vapore o sulla effettiva portata del flusso d’acqua. Questo non deve stupire: in un serio lavoro scientifico gli studi preliminari sono necessariamente difettosi e servono per capire quali problemi vanno risolti e come impostare le verifiche definitive.

Da molte parti la visita dei fisici svedesi Hanno Essén e Sven Kullander al laboratorio di Rossi, qualche settimana fa, è stata salutata come la prova definitiva. In realtà il loro rapporto non aggiunge molto a quanto già era noto: Essén e Kullander non hanno potuto fare nulla più di quanto era già stato fatto da Levi e collaboratori nelle dimostrazioni precedenti, con la sola novità della versione più piccola del dispositivo e della conseguente diminuzione della potenza misurata da 20kW a circa 4kW.

Ci sembra perciò che, nonostante i risultati preliminari appaiano molto promettenti, le verifiche fatte non abbiano ancora raggiunto uno standard sufficientemente alto, sia dal punto di vista tecnico che da quello della trasparenza e possano solo essere considerate, appunto, preliminari.

Simili esperimenti fatti in condizioni molto vincolate hanno il difetto di mettere al sicuro solo dagli errori che si sa di poter commettere e (per dirla tutta) solo dai trucchi che si riescono a immaginare. L’unico modo per cercare di evitare errori e trucchi che non si riescono a immaginare è progettare la misura da zero, misurando tutto quello che è possibile misurare, per ottenere riscontri incrociati e tenere sotto controllo gli errori di misura: ci pare che questo non sia ancora avvenuto.

Lo stesso Essén, che è stato presidente dell’associazione Vetenskap och Folkbildning (l’equivalente svedese del CICAP), ci ha dichiarato: «Sono perfettamente d’accordo; la faccenda non può essere considerata chiusa fino a che non saranno autorizzati test indipendenti: l’ho fatto notare anche ad Andrea Rossi. A quanto so, l’Università di Bologna dovrebbe alla fine avere questo permesso».

Per quanto riguarda la trasparenza, la nostra opinione è che la proprietà intellettuale e il segreto industriale dovrebbero essere tutelati attraverso opportuni accordi di non divulgazione, come accade comunemente nelle collaborazioni tra industria e accademia, piuttosto che attraverso divieti e limitazioni come è sinora avvenuto. In pratica, gli scienziati si impegnerebbero a non divulgare eventuali scoperte o indizi sul funzionamento interno dell’apparato, ma solo i risultati delle loro misure.

Quello che vorremmo chiedere ad Andrea Rossi è di autorizzare quanto prima una verifica veramente indipendente della produzione di energia in cui la responsabilità, la progettazione e la conduzione dell’esperimento siano completamente demandate agli sperimentatori (gli stessi fisici dell’Università di Bologna o altri), che operino nei loro laboratori e alle loro condizioni, scegliendo strumentazione e dettagli tecnici sulla base di un protocollo concordato a priori e con la massima pubblicità di metodi e risultati.

Dato il tipo di misura, non dovrebbe essere difficile né troppo costoso neppure immaginare un processo di peer review e una eventuale seconda fase che possa tener conto delle eventuali obiezioni emerse. Questo convincerebbe noi e la comunità scientifica, interrompendo il flusso di anticipazioni e dichiarazioni poco controllate che raggiungono il pubblico. Siamo a disposizione eventualmente a partecipare sia alla discussione che alle sperimentazioni se ciò ci venisse concesso dagli inventori.

Può darsi che la scelta di Rossi, come sembra, sia quella di trascurare per ora le verifiche scientifiche, in attesa di ottenere un brevetto o di dimostrare la funzionalità della sua invenzione con l’installazione dell’annunciato impianto da 1MW in Grecia.
In questo caso, quello che ci lascia perplessi è la sicurezza di un dispositivo funzionante grazie a un fenomeno che dovrebbe essere nucleare, la cui natura e le cui proprietà non sono ancora note.

759 pensieri riguardo “Reattore E-Cat: la posizione del CICAP

  • @Query Online
    Tramite Voi, ripeto a Rossi, o Levi o a chiunque sia la mia richiesta di fornire informazioni su marca e modello di bilancia usata nella demo del 14 gennaio e in quelle successive.
    Se nessuno risponde, significa che non solo non vogliono informare sul contenuto del bussolotto, ma che non vogliono collaborare in nessun modo con il CICAP.
    In questo caso il CICAP avrebbe il diritto di prendere una posizione molto severa.

  • @alberto
    Detto ciò, se davvero le reazioni chimiche fossero da escludere, l’unica cosa che potrei pensare è ad un qualche tipo di decadimento radioattivo.
    Come confronto, uno SNAP contenente 17.500 curie di 90Sr eroga una potenza di 108 W termici. Lo stronzio90 dimezza la sua attività in 28 anni, quindi Rossi avrebbe la sua fonte di calore.
    Pensa invece a un miscuglio generico di prodotti di fissione? Quelli sono da escludere perché sono anche gamma emittenti.  Certamente Rossi non dispone di una laboratorio di Radiochimica e di radiochimici in grado di manipolare macroquantità di radioisotopi. Poi come se li sarebbe procurati? In Italia qualsiasi materiale radioattivo è schedato e tenuto sotto stretto controllo. Se avesse rubato materiale radioattivo rischierebbe la galera a vita.
    Non resta che pensare a qualche batteria chimica moderna e leggera, di capacità tale da fornire l’energia necessaria per la durata di una demo. A me non viene in mente altro.

  • Quindi in teoria, se la prossima prova si protaesse ad esempio per 1 settimana consecutiva, si potrebbe escludere del tutto l’origine chimica?

  • @Camillo Franchini
     
    Sono proprio la difficoltà di reperimento e manipolazione i principali ostacoli all’ipotesi del decadimento radioattivo. D’altronde, non so se esistono batterie che possono generare abbastanza potenza da giustificare le 18 ore di utilizzo continuato (sempre che il dato sia reale, ovviamente).
    Qualcuno saprebbe indicare un candidato plausibile?

  • @dan
     
    Con quasi assoluta certezza, a patto che la misura della potenza erogata sia fatta a regola d’arte, in modo da non poter sollevare dubbi sulla sua legittimità. Dico “quasi” perchè non saprei indicare un tipo di batteria capace di erogare abbastanza potenza per un tempo così lungo.

  • “Non resta che pensare a qualche batteria chimica moderna e leggera, di capacità tale da fornire l’energia necessaria per la durata di una demo. A me non viene in mente altro.”
    Allora sei davvero messo male…grazie per aver precisato che non c’è nessuna spiegazione conosciuta e anche per le elucubrazioni sulla radiottività dello stronzio 90 un simpatico elemento radioattivo …
    Per la precisione …il controllo sui materiali radioattivi è simile al controllo sui rifiuiti classici …
     

  • @dan
    ma essendo questo il comitato degli scettici sarebbe anche il caso che si facesse qualche supposizione…. come fa sto dispositivo a produrre energia? se c’è un trucco, quale potrebbe essere?…
    Nelle discussioni precedenti ospitate dal CICAP sono già state avanzate delle spiegazioni sul presunto eccesso di energia che, secondo gli sperimentatori, sarebbe stato riscontrato nelle prove condotte in presenza di personale del DF di Bologna. Sono in pratica le stesse spiegazioni riassunte da Esowatch nella pagina che ho riportato in precedenza, e cioè che ci sono validi motivi per ritenere che l’eccesso di energia (rispetto a quella elettrica assorbita) non ci sia affatto stato. Non c’è bisogno quindi di immaginare alcun trucco. Ci sono solo dati e misure sballate scritti nei report o riferiti in interviste e interventi sul web.

    dan: Quindi in teoria, se la prossima prova si protaesse ad esempio per 1 settimana consecutiva, si potrebbe escludere del tutto l’origine chimica?
    Nelle condizioni della prova di febbraio, avrebbero potuto andare avanti per anni, altro che 18 ore. La temperatura dell’acqua in uscita, che non superava i 20°C, avrebbe potuto benissimo essere quella ambiente. Su questa prova abbiamo solo le dichiarazioni dello stesso autore del report sulla prova di gennaio. Il report in cui si dice che per verificare la secchezza del vapore è stata usata una sonda che, come risulta da foto e filmati, in realtà non c’era, in cui si riporta una portata di acqua pari a 2 volte e mezzo quella massima erogabile dalla pompa e in cui si attribuisce una durata di 40 minuti ad una condizione che è durata appena la metà.
    Non c’è bisogno di immaginare né arcane reazioni chimiche, né batterie nascoste, né tantomeno la presenza di elementi radioattivi. Il trucco, se così si può chiamare, è quello di utilizzare il prestigio dell’istituzione universitaria (prestigio che, se non interverrà presto una smentita autorevole delle affermazioni fin qui fatte, durerà ancora per poco), per certificare dei dati errati sulla calorimetria, approfittando della credulità popolare.

  • @dan
    Quindi in teoria, se la prossima prova si protaesse ad esempio per 1 settimana consecutiva, si potrebbe escludere del tutto l’origine chimica?
    Fuori dubbio. Bisogna però escludere anche un flusso continuo di aria e di idrogeno dall’esterno. Se fosse presente  Nickel di Raney, il nickel catalizzerebbe l’ossidazione non esplosiva dell’idrogeno, con produzione continua di calore.

  • @alberto
    Sono proprio la difficoltà di reperimento e manipolazione i principali ostacoli all’ipotesi del decadimento radioattivo.
    Per qualche anno sono stato responsabile dell’Ufficio Radioisotopi del CAMEN (Pisa). Dovevo mantenere scrupolosamente aggiornato un registro che riportava entrate ed uscite del materiale radioattivo, con date e quantità. I registri erano periodicamente controllati da funzionari CNEN della Casaccia. Il materiale fissile era controllato direttamente dagli USA. Il Laboratorio di Radiochimica aveva un servizio di Fisica Sanitaria al suo interno, che doveva certificare la regolarità di ogni singola operazione. Da escludere che Rossi abbia messo in piedi l’organizzazione necessaria per manipolare radioisotopi in quantità tale da rilevare effetti termici.
    Difficile che il DF di Bologna sia autorizzato a manipolare materiale radioattivo. Difficile che abbiano un laboratorio di Radiochimica controllato da loro, perché ovunque i laboratori di Radiochimica sono dipendenti dai Dipartimenti di Chimica e Chimica Industriale.
    Purtroppo i centri di Radiochimica si stanno lentamente estinguendo dopo il 1986, per progressiva mancanza di studenti. A Pisa il laboratorio di Radiochimica gestito dal Prof. Lo Moro è stato chiuso dopo il suo ingresso in pensione; il corso non esiste più. I giovani non vogliono più sapere di nucleare.
    Possiamo stare tranquilli per Rossi: non può disporre delle minima quantità di materiale radioattivo, finché lavora in Italia.

  • @Zanno
    Allora sei davvero messo male…grazie per aver precisato che non c’è nessuna spiegazione conosciuta e anche per le elucubrazioni sulla radiottività dello stronzio 90 un simpatico elemento radioattivo …
    Non sono messo male. Mi devi dare atto che ho sempre sostenuto che si tratta di una patacca marchiana, sfuggita al controllo di Capiluppi e di Zoccoli (è il nome giusto?), perché non hanno avuto voglia (o capacità) di entrare nei dettagli della demo, di fare domande stringenti. Anzi, dai filmati risulta che essi non chiesero proprio nulla, forse per non ritardare il momento del buffet.
    Mi ricordo che invece Rubbia a suo tempo pose la domanda cruciale sulla ff di F&P: “ragazzi, avete trovato un bel flusso di neutroni?”
    Non bisogna mica scomodare Rubbia per stringere un pochino da vicino Rossi e sodali.
    Mi sembra che tutta la faccenda sia gestita da emeriti posapiano. Adelante, Pedro, con juicio, lasciamo che cada l’attenzione pubblica.

  • @Italo Bianchi
    Il trucco, se così si può chiamare, è quello di utilizzare il prestigio dell’istituzione universitaria (prestigio che, se non interverrà presto una smentita autorevole delle affermazioni fin qui fatte, durerà ancora per poco), per certificare dei dati errati sulla calorimetria, approfittando della credulità popolare.
    Ho letto con grande interesse il Suo messaggio. Io non mi sono occupato del bilancio energetico, tranne che per osservare che usare l’acqua in due fasi era una prova di incompetenza. Mi allineo volentieri alla Sua tesi. Vediamo che cosa ne pensa Robert, che mi sembra stia seguendo l’affaire con passione e tipica competenza teutonica.
    Il silenzio dell DF di Bologna dà credito ulteriore alla Sua tesi. E’ chiaro che non sanno come uscirne. Anzi, ne usciranno all’italiana, stando zitti anche sotto tortura. Il peggio che potrebbero fare, deus avertat, è di dichiarare pomposamente che, dopo profonda indagine dei dati e matura riflessione, hanno scoperto che la Terra è tonda, pardon, che l’invenzione di Rossi è una patacca.

  • @Camillo Franchini
    Il silenzio dell DF di Bologna…

    Grazie per la Sua attenzione e condivisione. Nel mio messaggio precedente auspicavo una smentita del Rettorato della Facoltà di Scenze o meglio ancora dell’Università di Bologna, non del DF. Io mi aspetto che l’Università (o il MIUR) scindano le responsabilità dell’Istituzione da quella dei singoli che si sono permessi di utilizzarne simboli e prestigio accademico per divulgare mediante internet notizie e dati non verificati e che la rete ha oramai smascherato (vedi esowatch), saltando la normale e prudente prassi scientifica delle pubblicazioni scientifiche controllate e verificate.

    Io vorrei potermi fidare di ciò che in futuro verrà reso pubblico sotto l’egida del simbolo della più antica università del mondo. Questa vicenda non può terminare nel silenzio, anche perché oramai resterà in internet ad imperitura memoria del modo approssimativo in cui è stata condotta. E’ necessario che in rete compaia anche una smentita ed una censura dell’Università di Bologna che rassicuri tutti i cittadini italiani sul fatto che in futuro verrà messa più attenzione al rispetto di procedure che garantiscano la competenza e l’attendibilità dei suoi dipendenti e l’affidabilità dei suoi studi.

  • guardate che su esowatch non c’è niente di nuovo tranne che il ‘riassunto’ (molto lungo e prolisso) di tutte le obiezioni già lette e sentite altrove..le sappiamogià. anzi all’inizio c’è una frase buttata lì e non approfondita (Independent tests, which might prove a fusion process according to the said principle, failed so far)
    tradotta letteralmente uno pensa che siano stati fatti fare test indipendenti che non hanno dato risultati (failed so far..), ma poi non ne parlano più e attaccano le solite litanie già sentite. quindi è evidente che non sono falliti, è solo fallito il fatto di farli perché rossi non li vuole fare essendo in attesa del brevetto. tutto qui. perchè se ci fossero elementi nuovi a smentita delle prove che hanno dato esiti favorevoli non penso che stareste ancora qui a tromboneggiare sull’ ‘egida del simbolo della più antica università del mondo’:))

  • @ItaloBianchi
    Grazie per la Sua attenzione e condivisione.
    Mi associo in modo incondizionato a quanto ha scritto in questo ultimo messaggio e vorrei che esso diventasse un strumento di pressione sul CICAP e, indirettamente, sull’Università di Bologna.
    Il Direttore di un Dipartimento Universitario non è un rabdomante di cui si vogliono scoprire i trucchi senza inquietarlo, ma cercando la sua collaborazione con metodi morbidi e amichevoli, perché non si sottragga. Quel Direttore è invece una persona con cui dobbiamo ragionare alla pari, anche se proveniamo da esperienze professionali diverse. Il CICAP non deve dimostrare particolari cautele con lui; non dobbiamo temere di scomodarlo.
    Una volta accettato il gioco pubblico (presenza di giornali, televisioni, blog compiacenti) il gioco deve continuare a essere pubblico. Molti di noi si sono esposti con nome e cognome. E’ tempo che queste persone trovino il coraggio di esprimersi chiaramente sulla demo del 14 gennaio, presentata come cruciale. Lo sarebbe stata, se non ci fossero stati quei rompiscatole di CICAP. Nessuno infatti mosse obiezioni e chiese chiarimenti nella sede giusta e nel momento giusto, anche quando si vedeva bollire l’acqua.
    Spostare l’attenzione sulle prossime demo è un modo scorretto di prendere tempo e di far perdere tempo a chi ha preso sul serio la faccenda.
    Se Capiluppi ha il temperamento che dimostra nella lettera che ha scritto al CICAP, qualcuno ci sarà presso l’Università in grado di esprimersi al posto suo. Spostiamo la nostra attenzione da Capiluppi ad altri   nell’ambito di quella Università.
    Il CICAP, con il prestigio di serietà e indipendenza che si è meritato, può chiedere di fare parlare qualcuno, diverso da Levi, Focardi e Capiluppi?

  • @ant0p
    tutto qui. perchè se ci fossero elementi nuovi a smentita delle prove che hanno dato esiti favorevoli non penso che stareste ancora qui a tromboneggiare sull’ ‘egida del simbolo della più antica università del mondo’:))
    Tutto qui? Non esiste in Italia un  riassunto più puntuale di quello offerto ai tedeschi di esowatch. Nei nostri blog (CICAP, 22 passi d’amore, per esempio) le cose sono uscite poco per volta; in esowatch sono esposte in modo ordinato e puntuale, utile per chi si avvicina all’argomento per la prima volta.
    In ogni modo, esowatch testimonia l’interesse che ha destato in tutto il mondo l’invenzione di Rossi. A maggior ragione è necessario che l’Università di Bologna si esprima, dimostrando che l’atteggiamento scostante e minaccioso di Capiluppi non rappresenta l’Università di Bologna.
    Forse basterebbe spostare l’attenzione dal Dipartimento di Fisica al Dipartimento di Chimica, lasciando che si esprima il titolare di Chimica Nucleare.
    A meno che anche lì non sia stata cancellata quella specializzazione. Non ci sarebbe da meravigliarsi.
    Mi meraviglia che Lei, in genere così attento, non abbia commentato la liquidazione del filone dd da parte di Focardi. Significa che è d’accordo con lui o crede che faccia parte della polemica sotterranea tra fusori classici F&P e fusori eretici tipo Iorio/Cirillo (scuola di Caserta)?

  • @ant0p
    guardate che su esowatch non c’è niente di nuovo tranne che il ‘riassunto’

    Infatti! E’ il segno che si tratta di un’organizzazione seria, che cerca la verità raccogliendo e sistematizzando le informazioni disponibili, non inventandosele.

    In questa vicenda, le vere trombonate sul ruolo dell’Università di Bologna, si leggono in decine di articoli come questo http://pesn.com/2011/03/07/9501782_Cold_Fusion_Steams_Ahead_at_Worlds_Oldest_University/
    dove oltre al titolo enfatico si può leggere nell’occhello:
    “Progress accelerates as a year long study of Andrea Rossi’s Nickel-Hydrogen Cold Fusion technology (energy catalyzer) at the University of Bologna is announced. The birthplace of higher education has become the developmental womb for a game changing technology!
    Tutto questo senza che sia stata resa pubblica alcuna iniziativa ufficiale che scinda le responsabilità dell’Università da questa affatto limpida storia.

  • @Robert
    @ItaloBianchi
    Il candore di Focardi non conosce limiti.
    Ha rilasciato a Panorama un’intervista. Dopo vari discorsi arriva questo punto:
    La fusione a freddo che noi abbiamo prodotto dipende dal fatto che un protone di idrogeno entra nel nucleo del nichel, il che, secondo le leggi della fisica, non dovrebbe accadere perché entrambe le particelle sono cariche di segno positivo. Eppure questa cosa accade e, come ci insegna Galileo, non c’è alcuna teoria della fisica che possa contraddire un fatto sperimentale. Quello che mi dispiace è che i miei colleghi scienziati continuano a non credermi.
    Più avanti:
    Secondo me, anche se non dovrei essere io a dirlo, si tratta della più grande scoperta scientifica di tutta la storia dell’umanità.
    Se lo lasciano parlare ancora, Focardi seppellirà nel ridicolo il Dipartimento di Fisica di Bologna, dove ha trascorso tutta la sua vita attiva.

  • @Mattia Rizzi:
    …. Questioni come la non linearità, etc non c’entano molto quando quello che si va a valutare è una differenza di peso. Non è richiesta molta precisione ma una buona risoluzione (e una buona ripetiilità)….
    hai ragione, questo parla PER Levi. In questo caso importa di piu‘ la ripetibilita‘. Ma, rimane il problema che l’autore fa quasi sicuramente affermazioni ai limiti dello strumento. Si parla di una differenza di peso di 100 mg senza concedere che tale valore e‘ stato (quasi sicuramente) misurato con un errore assoluto di 100 o 200%.

  • @Italo: a me non piaciono le generalizzazioni. Pignoli esistono un po‘ ovunque. (a Genova non usano i frigoriferi perche non sono sicuri dello spegnimento automatico della lampadina d’illuminazione) Ma visto che vedi in me magari uno, devo subito correggere il mio contributo che avevo scritto al volo senza rileggere:
    …con una probabilita’ oltre il 99% il peso e’ entro x e y
    …con una probabilita’ oltre il 99,9% il peso e’ entro xx e yy
    oltre dev’esere sostituito con entro. E poi, il peso della bombola di idrogeno aveva secondo Levi un peso di 13,66 chili. Lui scrive:
    Also in [Test2] a high precision scale (0.1g) was used to weight the Hydrogen bottle (13 Kg) before 13666.7 +/- 0.1 g and after 13668.3 +/- 0.1 g the experiment.  The cause of this unexpected rise was traced to be the remnant of piece of adhesive tape used to fix the bottle during the experiment. After careful examination of the tape the weight loss was evaluated to be <1g. This is far less the expected weight loss due to chemical burning. In fact 1g of H can produce (max) 285 Kj.
    newenergytimes. com/v2/news/2011/36/2010Levi-Report-RossiDemo.pdf
    Da notare che esistono diverse versioni del testo di Levi. Per esempio:
    Also in [Test 2] a high precision scale (0.1 g) was used to weight the Hydrogen bottle (13 kg) before the experiment at 13666.7 +/- 0.1 g and after 13668.3 +/- 0.1 g.  The cause of this unexpected rise was traced to be the remnant of piece of adhesive tape used to  fix the bottle to the table during the experiment. After careful examination of the tape the weight loss was evaluated to be <1g. This is far less the expected weight loss due to chemical burning. In fact 1g of H can produce (max) 285 kJ.
    http://www.lenr-canr. org/acrobat/LeviGreportonhe.pdf
    Un tipico problema di testi che non sono stati pubblicati in un modo serio. Se avrei piu tempo libero, cercherei di trovare tutte le differenze. Di consequenza tutti questi file sono sempre da salvare notando la data e l‘ indirizzo internet.
    Io avevo fatto un errore: avevo parlato di un peso di 136667 mg. Invece avrei dovuto scrivere 13666 grammi. Ero distratto.

  • @Robert
    a me non piaciono le generalizzazioni. Pignoli esistono un po‘ ovunque.
    E’ sicuramente vero, ho usato quel termine solo per simpatia. Mi ricordo di aver ascoltato tempo fa alla radio italiana un aneddoto riguardo alla “precisione” teutonica. Parlavano di un archeologo tedesco che rimproverava i suoi assistenti se gli riferivano che un reperto era lungo 37 cm e non 37,0 cm. A noi italiani la cosa risulta strana, ma ovviamente aveva ragione l’archeologo, in quanto i 2 valori non indicano la stessa misura.
    Comunque, siccome anch’io mi considero un “pignolo”, vorrei continuare il tuo ragionamento sul peso della bombola facendo notare che siccome la pesata iniziale di Levi mostrava un aumento di peso della bombola di 1,6 g e che tolto il pezzo di nastro adesivo si era riscontrata una diminuzione di 1 g (senza decimale!), vuol dire che il peso del nastro è stato stimato 2,6 g. Ora, ipotizzando una densità al massimo di 2 g/cm3, si avrebbe un volume di 1,3 cm3. Assumendo ancora una larghezza massima di 2 cm (quello blu che si vede nelle foto sembra più stretto) e uno spessore al massimo di 0,1 mm, il “pezzo” di nastro avrebbe dovuto essere lungo almeno 65 cm!
    Di consequenza tutti questi file sono sempre da salvare notando la data e l‘ indirizzo internet.
    Si può anche notare che dei 3 report sulla prova del 14 gennaio, quello del dr. Levi è l’unico senza data, per cui non si potrebbe neppure distinguere un’eventuale revisione (che per altro non arriverà mai) dalla prima versione.

  • @camillo franchini
    lo sapevo che focardi non ha molta considerazione per la fusione pd-d, lo diceva in un intervista a rcdc. in effetti le celle elettrolitiche col palladio davano piccoli effetti di produzione di energia in eccesso e continuare a insistere su quel tipo di ff sarebbe stato un po’ sterile, considerando anche che il palladio è raro come elemento. non considerava molto nemmeno le prime prove che aveva fatto lui col nichel, che davano effetti ancora troppo poco utili per essere sfruttati per la produzione di energia, però sia le lenr pd-d e che quella col nichel hanno avuto il merito di aprire la discussione su quel tipo di fenomeni. poi c’è stata la corsa a cercare di amplificare gli effetti e a quanto sembra rossi è il primo a esserci arrivato, vedremo se la cosa sarà confermata.
    e poi anche nel campo delle lenr ci sono tutte le varie parrocchie ovviamente, mica ci siete solo voi vetero-nuclearisti a voler fare i vostri interessi:)) io che sono un esterno-totale e non c’entro niente mica posso farmi influenzare più da uno o dall’altro, mi interessa solo che se la cosa ha un’utilità per rendermi più comoda la vita non venga bloccata per interessi di qualche altra parrocchia o parrocchietta..che il pioniere riconosciuto si chiami rossi, focardi o piantelli o arata non m’interessa..la vedo in modo molto più utilitarista e semplice di voi. tutti i discorsi sulla credibilità delle istituzioni universitarie e sul ‘pericolo’ di dover ripensare le teorie nucleari mi lasciano del tutto indifferente. e penso proprio che se la cosa dovesse diventare di dominio pubblico sul serio (al punto che ne parla laggente al bar) la stragrande maggioranza farebbe il mio stesso ragionamento, perchè è il più semplice. a nessuno interesserebbe mai un articolone stile wikipedia con tutti i dubbi emersi sull’esperimento del 14 gennaio, perchè se si dimostrerà la cosa funziona a livello industriale di massa saranno dubbi del tutto infondati, mentre se si dimostrerà che è una bufala emergerebbero ben altri elementi a discapito dell’e-cat, che quelli riportati nell’articolo sarebbero irrilevanti lo stesso..al massimo potrebbe servire a chi ha scritto l’articolo e a voi per vantarvi di aver intuito tutto con largo anticipo. se sarà così vi dirò bravi:)) ovvio che c’è pure una terza ipotesi: cioè che l’ingegnerizzazione trovi degli ostacoli e la cosa diventa questione di anni, il brevetto non arriva e allora si andrà per le lunghe, con rossi che sicuramente vorrà continuare a tenere il più possibile riservate le informazioni. a quel punto le discussioni continueranno all’infinito, tra poche persone e allora magari quel link vi tornerà utile, ma a quel punto quelli come me si saranno stufati e potrete esibirlo solo a piccolissime nicchie di persone direttamente coinvolte nelle questioni, e quindi ancora ‘virtualmente’ inutile..

  • @ant0p
    io che sono un esterno-totale e non c’entro niente mica posso farmi influenzare più da uno o dall’altro, mi interessa solo che se la cosa ha un’utilità per rendermi più comoda la vita non venga bloccata per interessi di qualche altra parrocchia o parrocchietta
    Ho capito da tempo scorrendo – e qualche volta partecipando – che esiste una categoria di persone che, non possedendo conoscenze nucleari, stanno sul concreto e pensano: intanto vediamo se funziona. Lo stesso Levi è su quella posizione. Curiosamente Levi si definisce un fisico sperimentale, come se il fisico sperimentale non avesse solide conoscenze teoriche. Qualcuno meno giovane si ricorderà del “Trattato di Fisica Generale e Sperimentale” di Eligio Perucca. Conteneva della fisica tosta per tutti.
    Io trovo molto più appassionante vedere le cose da un punto di vista esclusivamente scientifico e chiedermi se, in base alle conoscenze di chimica di cui dispongo, la reazione che descrive Focardi (un protone di idrogeno entra nel nucleo del nichel) può avvenire. Per me la cosa è di estrema importanza, perché uno scrutinio iniziale, quello che non ha fatto il dipartimento di fisica di Bologna, può evitare di generare speranze sbagliate  e di provocare investimenti sbagliati. Spero di cuore che gli investimenti greci di cui si parla restino allo stato di progetti. La Grecia non è un paese che può permettersi disavventure tecnico scientifiche del tipo che minaccia Stremmenos.
    I sostenitori di Rossi credono nella sua buona fede, io la escludo assolutamente. Mi incoraggia il fatto di non essere solo, anche in questo blog. Focardi stesso ci informa: secondo le leggi della fisica non dovrebbe accadere. Quello che mi dispiace è che i miei colleghi scienziati continuano a non credermi.
    Per Focardi il fatto che le leggi della fisica escludano che quella reazione possa avvenire al di fuori di un set sperimentale che solo un acceleratore può fornire è un dettaglio secondario, per i suoi colleghi scienziati è sufficiente per togliere credito all’esperienza.
    nel campo delle lenr ci sono tutte le varie parrocchie ovviamente
    Non è questione di parrocchie: Focardi esclude che la reazione dd sia qualcosa di più di una fluttuazione. Con Celani e De Ninno non si considera nemmeno in competizione, li ignora. Si ricorderà che nel 1995 Mallove  scrisse che “cold fusion goes commercial”. Come vede, molte grandi speranze si sgonfiano miseramente.
    Ho notato con una certa tristezza che gli estranei tendono a essere creduloni di fronte a una promessa invitante.
    @Daniele
    Mi farebbe piacere conoscere il nome dell’Incredibile Hulk che dà il titolo a un sottoblog di 22 passi d’amore. A furia di usare figure retoriche si rischia di non capire. A scorrere i messaggi, non si tratta esclusivamente di critiche a Rossi, come sembrerebbe dalla scelta del sottotitolo. Scusi la pedanteria.
    @ Italo Bianchi, Mattia Rizzi
    Uno di voi due scrisse che non si capiva se la quantità di idrogeno consumata nell’E-Cat era stata determinata per pesata o applicando la legge dei gas. Per non cercare tra mille messaggi, l’Autore potrebbe rimettere a disposizione quel singolo messaggio? Grazie

  • Nuovi test effettuati da Ny Teknic
     
    Inglese: http://www.nyteknik.se/nyheter/energi_miljo/energi/article3166552.ece
    Italiano: http://22passi.blogspot.com/2011/05/ny-teknik-ha-testato-il-catalizzatore.html
     

  • @Camillo Franchini
    Spero di cuore che gli investimenti greci di cui si parla restino allo stato di progetti. La Grecia non è un paese che può permettersi disavventure tecnico scientifiche del tipo che minaccia Stremmenos.
    E’ sempre fonte di sorprese dottor Franchini. A questo punto dovrebbe essere felice che l'”accrocchio” di Rossi naufraghi miseramente nel mare ellenico, non aspetta altro dall’alto della su supponenza scientifica seguito dalla sua “cricca” di adepti. Oppure è preoccupato per le povere finanze del governo Greco (alquanto generoso da parte sua), nel dettaglio mi risulta che l’investimento è tutto a carico di privati. Oppure è proccupato che la cosa funzioni veramente in barba a tutte le sue rispettabili teorie e che i finanziamenti dedicati a fusioni calde vengano finalmente dirottati a realizzare qualche cosa di più costruttivo. Forse l’ultima che ho detto.

  • Per quel che riguarda il sofisticato dossieraggio che ho letto ieri messo in rete dal fantomatico esowatch, rafforza la mia convinzione che l’E-CAT cominci veramente a fare paura. Non vi siete accorti che per realizzare una pagina del genere non si sia dovuto muovere qualche professionista di indagini investigative, che unisce puntuali analisi tecniche sia sull’E-CAT che su altre “invenzioni” del Rossi e osservazioni specifiche sulle “disavventure” giudiziarie avvenute anni fa dallo stesso Rossi, il tutto condito da un (non tanto) velato tono sarcastico. Per realizzare questa cosa occorre tempo e denaro e forse informatori istituzionali, temo che la guerra sia appena cominciata, non si spiegherebbe un tale schieramento di truppe contro una cosa che non funziona. 

    • alessandro, Esowatch ha semplicemente messo assieme in una pagina (fatta molto bene) informazioni che circolano in rete da mesi ormai e che sono passate anche di qui (negli articoli e nei commenti). Quindi è sì un grosso lavoro, ma di ricerca delle fonti e di aggregazione intelligente dei contenuti, non tanto di indagine fisica più o meno “infiltrata”.

  • Nell’ultimo report Mats Lewan indica alla fine bilancia e pompa…il rapporto potenza uscita/entrata è anche inferiore ai report precedenti, ma alla fine le sue conclusioni sono:
    “However, to date no one have been able to explain the measured values that Ny Teknik now has been able to confirm.”
    Rizzi? Bianchi?

  • @Query online
    Non vi sembra “vagamente” schierato?
    Al sottoscritto non sembra un “lavoro” asettico e imparziale.
    Una buona informazione non è mai schierata non credete?

    • @alessandro: una buona informazione è quella che presenta i dati, li contestualizza e li “pesa”.

  • Concordo con il fatto che le informazioni in esowatch si possono reperire anche in altri siti. Concordo comunque con Alessandro: si tratta di un sito che, più che fare il punto, sembra gettare discredito sulla figura di A.Rossi. Comunque: sul sito di Rossi almeno vediamo nomi e coqnomi.
    Su esowatch ecco con chi abbiamo a che fare:

    Domain name :

    esowatch.com

    Administrator Contact:

    hidden

    Technical Contact:

    hidden

    Billing Contact :

    hidden

    Creation date :

    2011-04-02

    Expiration date :

    2012-05-31

    Name Server :

    ns1.anadoludns.com

    Name Server :

    ns2.anadoludns.com

    Name :

    Linh Wang

    Address :

    3617 Tower 1, Lippo Centre Hong Kong Queensway

    Address :

    Hong Kong 89

    Phone :

    +852.3006.4510

    Fax :

    +852.3006.4510

    Email :

    e-mail is hidden by Alantron.

    Creation Date :

    2008-08-29

    Name :

    MediaOn.com – CEO Brooke Stein

    Address :

    319 Florin Road Sacramento CA

    Address :

    USA 95823

    Phone :

    +1.916.3130702

    Fax :

    +1.916.3130701

    Email :

    e-mail is hidden by Alantron.

    Creation Date :

    2008-08-29

    @queryonline: siete in grado di capire chi c’è dietro?

    • @Claudio Eterno: chi c’è dietro in che senso? Non c’è un’organizzazione particolare. È un wiki, quindi tutti possono registrarsi e apportare modifiche, come per Wikipedia (ovviamente discutendone con gli altri). La pagina in questione è stata creata da una persona (si vede nella cronologia), ma ci sono molte persone coinvolte nella gestione delle pagine (è sufficiente buttare un occhio al forum).

  • @Mattia Rizzi
    Mattia avevi detto che il 21(mi sembra) di Aprile gli svedesi avrebbero fatto nuovi test con Rossi. Alludevi ad un test in cui sarebbe stato presente Mats Levan(http://www.nyteknik.se) oppure intendevi nuove prove con Essén e Kullander ?
    C.

  • Nooo…. ancora il vapore !
    Si vede che non ne possono fare a meno di stupirci con gli effetti speciali.
    Ho letto frettolosamente il report ma chiederei a qualcuno più esperto di me di spiegarmi il ragionamento per cui in base alla temperatura (102 °C) vi è la certezza che il vapore è saturo.
    Non manca un parametro (pressione) per stabilirlo ?

  • @queryonline
    scusate ma dietro ad un dns c’è sempre un proprietario. Ad esempio dietro a queryonline.it abbiamo:
    Name: CICAP
    Organization: CICAP
    ContactID: SWR1272979296
    Address: Via Rezzonico 6
    35131 – Padova (PD), IT

    Admin:
    Name: Adalberto Piazzoli
    Organization: CICAP
    ContactID: SWA1272979296
    Address: Via Rezzonico 6
    35131 – Padova (PD)

    Info prelevate da http://www.nic.it > whois. Dietro esowatch.com non si capisce (andate a vedere  su www.internic.com)…

    • @Claudio Eterno, qui su wikipedia spiegano un po’ come stan le cose. Sono anonimi e vogliono restarlo per evitare ritorsioni (chi capisce il tedesco eventualmente corregga).

  • @Claudio
    Pensavo ci fosse anche Essén dalle comunicazioni che ho avuto con lui. Evidentemente sagliavo. Il test a cui riferivo è appunto quello del 19 aprile.

  • Ho osservato l filmato http://www.nyteknik.se/nyheter/energi_miljo/energi/article3166552.ece con particolare attenzione all secchio blu (l’ha rubato all’imbianchino ?) e all’uscita del vapore dal tubo nero.
    Poi partendo dai dati forniti qui http://www.nyteknik.se/incoming/article3166569.ece/BINARY/Report+test+of+E-cat+28+April+2011.pdf ho fatto il classico conto della serva.
    Flusso in entrata = 4,1 Kg/h = 4,1L/h = 3,18ml/s
    Il flusso di vapore in uscita è, se completamente saturo, 1700 volte quello del liquido in entrata e quindi 5,4 L/s
    Ora quallo che mi chiedo, anche dopo aver percorso 3 metri di tubo, all’uscita 5,4 litri al secondo di vapore fanno un così tenue soffio e e così poche timide bollicine nel secchio ?
     
    Un altra cosa che “potrebbe” dar adito a dubbi. La corrrnte assorbita viene misurata sul filo blu ipotizzando che il ritorno sul filo marrone porti esattamente la stessa intensità, ma. ad essere proprio sospettosamente malati, ci sarebbe il filo di terra che potrebbe essere manipolato per portare altra corrente.
    Senza ricorrere ad artifici cervellotici, io, se dovessi barare, lo collegherei ad una fase della forza motrice a 400V, presente in tutti i capannoni industriali. Un paio di ricablaggi ad arte nelle ciabatte e otterrei il 220 per gli strumenti e un bel 400 V AC per la blu box.
     

  • purtroppo è così, questi test non aggiungono niente, anzi rischiano di rafforzare i dubbi. uno si può iniziare seriamente a chiedere come mai non ne fanno mai uno a portata media..non dico che adesso divento scettico, ma non si possono indebolire gli scettici insistendo con questi test con il cambiamento di fase, anzi li si rafforza.

  • Chiedo venia. Ho fatto un errore di calcolo  ed il vapore in uscita dovrebbe essere sui 1.9 L/s
    Comunque la sostanza non cambia.

  • @Andrea
    Concordo con il secchio… è stato usato da poco, probabilmente hanno dato il bianco prima della demo.
    Prima di tutto voglio dire che credo all’invenzione di Rossi. Tuttavia, siamo sinceri, questo nuovo test non fa che avallare ancora di più le ipotesi degli scettici. Le osservazioni fatte da più parti durante questi mesi chiedevano maggior rigore durante i test. Mi sembra che Rossi abbia commesso un passo falso. Cioè, non dico di invitare carlo Rubbia ma almeno un paio di persone del Cicap…
    @queryonline
    esowatch… su wikipedia spiegano un po’ come stan le cose. Sono anonimi e vogliono restarlo per evitare ritorsioni
    hanno paura che rossi gli tiri un E-Cat in testa? No scusate, a me piacciono quelli che ci mettono nome e cognome.
    Saluti
    C.
     

    • @Claudio Eterno, Esowatch è in piedi da anni e, se in italiano c’è solo la pagina dell’E-Cat, nelle altre lingue ci sono moltissimi articoli. Da quel che c’è scritto di Wikipedia, mantengono l’anonimato per evitare ritorsioni da altri (lì parlano di un generico “new age”). Di più non ne sappiamo e non abbiamo mai avuto rapporti con loro. È vero che l’anonimato per queste cose è abbastanza la regola (wikipedia in testa). Comunque, in questo caso, hanno fatto un buon lavoro di raccolta e organizzazione dei contenuti.

  • Quattro mesi. Una valanga di consigli di Celani (portata intermedia), Ekstrom, CICAP, scettici. E siamo ancora al (livello del) 14 gennaio.
    Una performance grandiosa per l’invenzione piu importante degli ultimi millenni.
    Inizio a sentire la puzza del cadavere.

  • Tra poco Franchini farà il suo intervento… non oso pensare cosa tirerà fuori. Penso che mi divertirò. Saluti a tutti.
    🙂
     

  • @Claudio Eterno
    Tra poco Franchini farà il suo intervento… non oso pensare cosa tirerà fuori. Penso che mi divertirò. Saluti a tutti.
    Sì, divertiamoci insieme. Lei di che cosa si occupa nella vita? E’ uno che che sa di che cosa parliamo o è un puro appassionato alla Daniele Passerini?
    Grazie, buon pomeriggio.

  • ahah, vabè stavolta franchini sarà contento:)) ma insisto, se non si fa prima una prova a portata intermedia (la cosa più semplice) è tutto inutile. dalla parte degli scettici solo astrusi calcoli chimico-nucleari che nessuno capisce e dall’altra questo continuare con prove controproducenti con il cambiamento di fase.

  • e aggiungo, la prova che mi aveva incoraggiato più di tutte era stata quella a alta portata..ovvio che anche in quel caso erano possibili vari dubbi, ma supponendo che le rilevazioni di temperatura fossero giuste il calcolo della potenza per 18 ore era inattaccabile, almeno non c’era di mezzo il dubbio sulla secchezza del vapore.

  • @Franchini
    Se l’ho offesa mi scuso. Non era mia intenzione. Sono un appassionano ma la prego non faccia associazioni campate li. Comprendo il rigore e l’impegno che ci mette però il rispetto non deve andare in una sola direzione.
    Cosa faccio nella vita?
    Mi occupo di elettronica e sono solo diplomato. Un barbaro ai suoi occhi, me ne rendo conto. Le ricordo comunque che questo non è un forum dedicato ad esperti.

    Prego,
    buon pomeriggio anche a lei

     

  • @myrtil
    Nell’ultimo report Mats Lewan indica alla fine bilancia e pompa…il rapporto potenza uscita/entrata è anche inferiore ai report precedenti, ma alla fine le sue conclusioni sono:
    “However, to date no one have been able to explain the measured values that Ny Teknik now has been able to confirm.”
    Rizzi? Bianchi?
    Alcune osservazioni:

    1: finalmente si conoscono i dati di targa della pompa, che confermano che si tratta della LMI P18, come anticipato da esowatch. Credevo si trattasse della J5, ma ai fini della portata indicata nel report di Levi non cambia nulla: il dato nel report era grossolanamente sbagliato. Per più di 3 mesi hanno taciuto la verità. C’è voluto l’intervento di un giornalistico svedese per conoscerla;

    2: si continua a pretendere di stabilire le condizioni del vapore misurando solo la temperatura, come era stato fatto anche nelle prove di gennaio e marzo, cercando però di farci credere, nei rispettivi report, che si trattava di una sonda capace di misurare l’umidità relativa. Anche per questa verità abbiamo dovuto aspettare l’intervento del giornalista svedese;

    3: mi sembra che in entrambe le prove l’energia elettrica assorbita sia più che sufficiente per scaldare l’acqua fino alla temperatura di ebollizione;

    4: nell’articolo e nei 2 report non si parla più dell’Università di Bologna, nè del DF e nè dei suoi membri. Questa è davvero una buona notizia. Spero che questo varrà anche per il futuro;

    A questo punto la vicenda mi preoccupa meno. Diventa un affare privato, una delle tante curiosità, vere o false, che girano per internet.

  • @ItaloBianchi : Vera o falsa ?? O bella, è qui il problema!

  • La mia posizione è dovuta al fatto che sono molto più interessato alla natura della faccenda che alla reputazione del DF di Bologna  ….

  • @Mattia
    Rossi scrive questo:

    Andrea Rossi
    May 2nd, 2011 at 8:54 AM
    DEAR DANIELE PASSERINI:
    THE PEOPLE OF NYTEKNIK MADE A VERY RIGOROUS JOB, I THANK YOU FOR TO MENTION IT. THE WAY THEY WORK HAS CONVINCED ME TO GIVE AN E-CAT TO THE UPPSALA UNIVERSITY FOR INDIPENDENT USE.
    WARM REGARDS,
    A.R.
    Ne sai qualcosa?

  • Personalmente ciò che scrivono gli anonimi manco lo leggo.Chi fa affermazioni che sa esser vere deve aver assunto informazioni da fonti attandibili ed incontrovertibili e citandole non fa altro che diffondere notizie,quindi non credo abbia nulla da temere.Chi parla dall’ombra senza metterci la faccia non merita attenzione, perchè non si assume le proprie responsabilità e trova terreno fertile solo nella malafede.
    Poi per quanto riguarda il fatto che qualcuno non risponda alle interpellaze di altri,non significa che si trovi in imbarazzo nelle risposte,ma forse semplicemente non se li filano e hanno altro da fare.

  • Visto che ormai questa maledetta pompa è diventato un classico, chi sa per favore risponda.
    La situazione: Pompa usata LMI P18 (usata anche nel test di gennaio)
    Da http://www.miltonroy-europe.com/Files/MiltonRoy_Europe-fr/Global/FR-fr/1605002201.pdf si sa che è capace di erogare 12 l/h (problema: a gennaio c’era scritto nel report 18 kg/h)
    Quello che non avevo considerato (e che mi è stato fatto notare) è che è riferito alla pressione max di esercizio, che è 1.5 bar.
    Mi sono spulciato il manuale (http://www.lmi-pumps.com/Manuals/157983_1615n.pdf) ed in effetti:
    Sintomo:
    Excessive Pump Output
    Cause:
    2. Little or no pressure at injection point.
    Quindi può darsi che i 12 l/h li eroga appunto a 1.5 bar. Ma visto che dentro l’E-Cat non credo ci sia una tale pressione, può erogarne di piu.
    Qualcuno conferma o smentisce?

  • Come al solito, quando è impossibile attaccare il messaggio, si attacca il messaggero. Adesso il problema non è una reazione impossibile secondo le conoscenze attuali e non verificabile in maniera indipendente, il problema sono dei volontari che osano raccogliere le informazioni in maniera anonima. A cosa serve l’anonimato in questi ambiti se ne può fare chiunque un’idea leggendo gli attacchi personali di Zanno (nome e cognome?) al sottoscritto sul tema scie chimiche, presenti nei commenti a questo post.
    Parlando di cose serie (si fa per dire): la misurazione della secchezza del vapore con quel metodo è *RI-SI-BI-LE*. Loro avrebbero calibrato la sonda in acqua bollente, avrebbero letto 99,6°C. La sonda, inserita nel tubo di uscita, avrebbe letto “about 100,5°C” (ma non doveva essere un titolometro? Adesso salta fuori che è solo un termometro?). Manco un grado di differenza, insomma. Per rispondere alla giusta osservazione di Andrea, interpolando dalla tabellina del Colombo, a 1 bar si hanno 99,6°C mentre 100,5°C si raggiungono con 1,03 bar, quindi 30 ettopascal sono sufficienti per spiegare la differenza di temperatura. Ma ammesso e non concesso che la pressione non sia variata a sufficienza, questa prova continua a essere ridicola perché soggetta a errori sistematici clamorosi, relativi al posizionamento della sonda in primis, perturbazioni di ogni genere ecc. Si fossero fermati a 90 gradi avrebbero avuto una misura molto più seria. Oppure, se solo avessero ridotto la portata dell’acqua di un misero 1%! Il vapore, se davvero secco, avrebbe dovuto surriscaldarsi di ben 20°C (30kJ/kg contro i 2500 per riscaldamento acqua+passaggio di fase). Quindi adesso scopriamo un’ulteriore portento dell’apparato di RossiFocardi: senza alcun controllo esterno, né valvole a farfalla né barre di cadmio né PID né nulla, è capace di regolare la potenza prodotta con l’1% di precisione. Questa è una necessaria conseguenza dell’ipotesi che quel vapore sia davvero secco.
    Insomma, questo nuovo articolo di Nyteknik dimostra la vecchia massima del CICAP secondo la quale quando i controlli aumentano, le “anomalie” si riducono.
    Infine piccola nota per i complottisti, quelli che “le coincidenze non esistono”: l’input energetico è di ” order of 300 watts” e l’output di “between 2.3 and 2.6 kilowatts”, in rapporto di 8 a uno circa. Guarda caso molto simile al rapporto tra calore di evaporazione e quello di riscaldamento dell’acqua da 30 a 100°C…
    L’uomo preferisce credere a mille dolci bugie che a una amara verità.

  • @Tiziano
    Vera o falsa ?? O bella, è qui il problema!

    Personalmente questo dilemma l’ho risolto da tempo, parlavo in generale di ciò che si trova su internet.

    La mia posizione è dovuta al fatto che sono molto più interessato alla natura della faccenda che alla reputazione del DF di Bologna  ….

    Invece il probrema fondamentale è stato il ruolo giocato dal DF di Bologna. Se lo avesse svolto con accuratezza e competenza, la faccenda si sarebbe chiusa la sera del 14 gennaio, forse anche prima.
    Comunque l’apparente disimpegno del DF che sembra emergere sia da queste prove fatte solo alla presenza del giornalista svedese, sia dal fatto che non si sa più nulla sulla firma del programma di ricerca annuale (a proposito qualcuno ne sa qualcosa?) è significativo per tutti coloro, che, essendosi avvalsi del loro sacrosanto diritto di credere a ciò che diffonde un’Università, avevano sperato nel funzionamento del dispositivo.

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