La pseudo-matematica dell’Apocalisse: intervista a Ennio Peres
Ennio Peres, con la numerologia, ci va a braccetto. Ex docente di matematica, è tra i più apprezzati divulgatori di queste disciplina in Italia e ha firmato alcuni volumi di grande successo, tra cui Matematica. Corso di sopravvivenza (Ponte alle Grazie, 1998; TEA, 2002; seconda edizione 2010), Matematicaterapia: come la matematica può semplificarci la vita (Salani, 2011), e la collana “Brain Trainer” del Corriere della Sera, dedicata alle potenzialità della mente. Ma è anche uno dei più famosi enigmisti e appassionati dalla pseudo-disciplina della numerologia, di cui non manca mai di smontare le presunte fondamenta scientifiche. Tra i tanti volumi sull’argomento, l’ultimo Un mondo di coincidenze (Ponte alle Grazie 2010) presenta numerosi esempi di come la numerologia sia collegata a pseudo-teorie apocalittiche. Su quest’argomento, il professor Peres ha concesso all’Osservatorio Apocalittico un’intervista da non perdere!
La presunta profezia Maya per il 2012 vuole la fine del mondo per il 21 dicembre di quest’anno. Ma 21/12/2012 non è una cifra un po’ troppo strana, “numerologica” alla luce del nostro calendario cristiano, considerando che i Maya adottavano un computo degli anni ben diverso?
In realtà, un data particolare è quella del 20 dicembre 2012 (l’ultimo giorno tranquillo, prima del cataclisma annunciato…). Infatti, se viene scritta nella forma: GG/MM/AAAA, la successione delle cifre del giorno e del mese (20/12) è uguale al valore dell’anno (2012). Questa è l’ultima data dell’attuale secolo che presenta una tale coincidenza, perché la numerazione dei mesi arriva solo fino a 12; la prossima data con analoghe caratteristiche cadrà il 21/01/2101. Come sottolinei tu, però, i Maya non potevano certo prevederla, perché non utilizzavano la cronologia cristiana…
Secondo alcuni catastrofisti, il 21 dicembre 2012, coinciderà effettivamente con la fine di uno dei due cicli (baktun) del calendario degli antichi Maya (anche se altri, per lo stesso evento, indicano date nettamente diverse…). In ogni caso, mi sembra assurdo supporre che, con la fine di un antico calendario, il nostro pianeta debba essere distrutto da una successione inesorabile di eruzioni vulcaniche, terremoti, tsunami, tempeste magnetiche, uragani, inondazioni, invasioni di cavallette…
L’aspetto ridicolo di tale credenza è messa bene in risalto dalla vignetta di Dan Piraro, pubblicata nel libro 2012 è in gioco la fine del mondo (Iacobelli) di Mariano Tomatis.
In molti hanno avuto paura di eventi catastrofici previsti per l’11/11/2011: perché? L’11 palindromo ha forse qualche strano significato?
Sinceramente, non so quali particolari influssi possa emanare una data palindroma; quella in questione, però, non lo era realmente, perché poteva essere considerata tale, solo se scritta nella notazione abbreviata GG/MM/AA (11/11/11).
Secondo alcuni astrologi, l’11 novembre 2011 avrebbe dovuto rappresentare un significativo momento di svolta per l’Umanità. Quel giorno sono nati diversi bambini, in varie parti del mondo, ma non credo che in nessuno di questi si sia incarnato il Messia…
Nell’intento di fare del sensazionalismo a tutti i costi, i mass media hanno scritto sull’argomento una valanga di idiozie. Molti hanno affermato che una data di quel genere si era verificata soltanto un’altra volta nella storia del mondo occidentale e che si presenterà mai più, nel corso del tempo (a meno di imprevedibili mutamenti del calendario gregoriano).
In realtà, una data analoga non può ripresentarsi nell’attuale secolo, ma si ripete puntualmente ogni 100 anni:
…11/11/(18)11; 11/11/(19)11; 11/11/(20)11 – 11/11/(21)11, e così via…
In tutti questi casi, le coincidenze sono un po’ taroccate, perché coinvolgono solo le ultime due cifre di un anno. Una data veramente rilevante è quella caduta l’11 novembre del 1111 (11/11/1111); un’analoga combinazione numerica non si ripresenterà prima dell’11 novembre del 11111 (11/11/11111), tra 9.100 anni…
Lo scorso anno il predicatore evangelico americano Harold Camping aveva previsto il giorno del giudizio per il 21 maggio 2011 sulla base di una fantasiosa interpretazione numerologica della Bibbia: i giorni trascorsi dal 1° aprile 33, a suo dire data della crocifissione, al 21 maggio 2011, sono infatti 722.500, ossia 5x10x17 elevato al quadrato. Secondo Camping, questi numeri hanno un significato: il 5 è il numero della redenzione, il 10 della completezza e il 17 indica il regno di Dio. Cosa ne pensi?
Tra tutte le false credenze, le presunte profezie sono le più facili da smontare. Basta aspettare pazientemente che non si avverino. E questa, in particolare, non si è verificata…
In ogni caso, a livello cabalistico, sono molti i numeri interi che hanno un significato sacro. Quindi, si può ricavare un’analoga profezia da diversi numeri composti… Perché proprio: (5x10x17)2? E non, ad esempio: (3x10x17)2 o(7x11x19)2?.. E perché al quadrato e non al cubo?…
Senza contare che, secondo la tradizione cristiana, Gesù è morto di venerdì, mentre il 1° aprile del 33 era un mercoledì. Forse, Camping desiderava sottolineare che a Gesù, in quella drammatica occasione, era stato giocato un pessimo pesce d’aprile (alludendo anche al fatto che il pesce era il simbolo segreto con cui i primi cristiani indicavano Gesù…).
Ma il 21 maggio 2011, non è successo assolutamente niente. Quindi, che ne parliamo a fare?
Nel versetto XII-18 dell’Apocalisse di Giovanni, è contenuta la seguente profezia: «Una mostruosa bestia infetterà la chiesa: questa bestia sarà un uomo il cui nome conterrà il numero seicentosessantasei».
Nel corso dei secoli, ricorrendo ai sistemi più strani, il numero 666 è stato attribuito praticamente a tutti i personaggi storici di spicco: da Maometto a Lutero, da Napoleone a Stalin, dall’Anticristo al Papa. Attualmente, è considerato un simbolo di Satana, anche se il testo biblico lo attribuisce esplicitamente a un uomo e non a un essere immateriale.
L’attenzione nei confronti di questo numero, fin dall’antichità, è stata accentuata anche da alcune interessanti sue proprietà matematiche. In particolare, è uguale alla somma dei quadrati dei primi sette numeri primi:
22+32+52+72+112+132+172 = 4+9+25+49+121+169+289 = 666.
Corrisponde anche al trentaseiesimo numero triangolare, essendo uguale alla somma dei primi trentasei numeri interi:
1+2+3+4+…+33+34+35+36 = 666
Inoltre, è uguale alla somma palindroma dei primi sei cubi interi, maggiori di zero:
13+23+33+43+53+63+53+43+33+23+13 = 1+8+27+64+125+216+125+64+27+8+1 = 666.
Detto tutto questo, non posso fare a meno di segnalare che, pochi anni fa, alcuni ricercatori dell’Università di Oxford hanno analizzato un antico frammento dell’Apocalisse di Giovanni, rinvenuto, nei pressi di Ossirìnco in Egitto. Impiegando una sofisticata tecnologia a raggi infrarossi, questi emeriti studiosi sono arrivati alla conclusione che il numero della Bestia, riportato nel testo originale non è 666, ma 616.
Ma come si permettono? Non possono mandare in fumo, con tanta leggerezza, due millenni di laboriose speculazioni numerologiche!…
Parecchie persone sono convinte che dopo Benedetto XVI ci sarà un ultimo papa, dopodiché arriverà la fine del mondo. Ciò in base a un elenco di papi futuri attribuito a San Malachia. Di cosa si tratta in realtà?
I sostenitori di questa profezia, ritengono che sia degna d’attenzione, perché è stata elaborata da un santo (e non da un astrologo), è scandita da una rigorosa successione cronologica e si basa su una serie di motti piuttosto stringati. Secondo alcuni suoi detrattori, invece, è solo uno scherzo messo a punto, circa 500 anni fa, da un cardinale che si annoiava un po’, durante un conclave…
D’altra parte, si è cominciato a parlare di questa profezia solo sul finire del XVI secolo (a più di 400 anni dalla morte del suo presunto autore). Di conseguenza, è forte il sospetto che i primi 74 motti (su 112) possano essere stati costruiti ad arte per associarli ai relativi pontefici, dato che, per interpretare i restanti, è stato necessario ricorrere a interpretazioni alquanto contorte.
L’unico papa citato direttamente per nome, è l’ultimo: Petrus Secundus.
Quindi, per vanificare tale profezia (e scongiurare un’altra incombente fine del mondo…) basterà semplicemente che il prossimo papa non scelga il nome (ancora disponibile) di Pietro II.
Immagine di apertura: Foto di Digital Buggu da Pexels