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Ora legale, tra risparmi e polemiche

Domenica prossima, come ogni anno, all’ultima domenica di ottobre entrerà in vigore l’ora solare. E come ogni anno, c’è da scommetterci, si ripresenteranno puntuali le polemiche sulla sua reale utilità.

Il problema è complesso e coinvolge diverse sfere. Da un lato c’è la sicura complessità di gestire questo cambio d’orario, che peraltro avviene solo in alcuni paesi e regioni del mondo. Si pensi ai database dei sistemi di emissione dei biglietti aerei, o ai sistemi che sincronizzano le comunicazioni tra diversi luoghi del mondo. Si tratta di un problema che fa venire le emicranie ai programmatori e accresce i costi di gestione.

Poi ci sono le questioni puramente psicologiche: se da un lato alcuni individui particolarmente sensibili rimangono leggermente storditi dall’alterazione dei ritmi circadiani, dall’altro le persone meteopatiche sono avvantaggiate dall’ora legale, che prolunga le ore di luce nella seconda parte della giornata. Chiaramente l’ora legale reca vantaggi alle attività commerciali che si svolgono all’aperto (per esempio bar e ristoranti) e a coloro che amano la vita notturna, mentre crea disagi a chi per lavoro deve svegliarsi molto presto al mattino.

Insomma, se i vantaggi dell’ora legale superano o meno gli svantaggi è un problema multifattoriale che dipende dai punti di vista e che non si può risolvere in poche righe. Basti dire che al mondo l’ora legale è in vigore nell’Europa occidentale e in nord America, oltre che in alcuni stati del sud America, mentre è stata abolita nel resto del sud America, in quasi tutta l’Asia e in gran parte dell’Africa. Nell’Africa equatoriale non è mai stata adottata, in quanto vicino all’equatore, dove le giornate durano praticamente sempre 12 ore, non vi è praticamente alcun vantaggio nello spostare avanti e indietro l’ora, mentre rimangono le complicazioni burocratiche. In Russia l’ora legale è stata abolita l’anno scorso, su volontà dell’allora presidente Medvedev, adottando l’ora estiva anche in inverno, е il governo è stato sommerso delle proteste dei cittadini delle regioni più settentrionali che, nelle uggiose giornate invernali, detestano avere il buio notturno che dura fin quasi a mezzogiorno.

E’ chiaro che ognuno ha la propria opinione sull’argomento e giudica maggiori i vantaggi o gli svantaggi in funzione della situazione e dei gusti personali. A noi del CICAP interessa invece l’aspetto misurabile e quantitativo della questione. Dal momento che la ragione originale che portò all’introduzione dell’ora legale fu il risparmio elettrico, dovuto alla minore necessità di illuminazione serale, ci chiediamo: questo risparmio è reale? E lo si può tuttora considerare un fattore da mettere su uno dei piatti della bilancia?

Va subito premesso che la risposta è tutt’altro che semplice. Tanto per cominciare, oggi nei paesi più industrializzati l’illuminazione pubblica tende a rimanere accesa tutta la notte (in attesa del provvedimento cieli bui di Monti…) per cui questa fetta del consumo è poco influenzata dall’ora legale. Lo è ancora meno il consumo di molte attività industriali, mentre in estate pare che la gente tenda a tenere accesi i condizionatori più a lungo se viene prolungata “artificialmente” l’illuminazione serale.

Sono stati svolti diversi studi scientifici su questo problema. Fondamentalmente, per quantificare il supposto risparmio energetico vi sono due metodologie. La prima è sviluppare dei modelli che predicono il comportamento delle persone e la loro attitudine a consumare energia elettrica in funzione di diversi parametri (stagione, temperatura, clima, illuminazione ambientale, se è un giorno feriale o festivo, ecc…). Questi modelli sono stati sviluppati da parecchi ricercatori, e alcuni molto sofisticati sono utilizzati dalle compagnie elettriche per predire il consumo energetico nei giorni successivi e mettere in atto le misure necessarie a garantire la fornitura a tutti gli utenti.

Purtroppo nessun modello è perfettamente aderente alla realtà, e le abitudini dei consumatori tendono a cambiare nel tempo, perciò questi modelli non sono mai più precisi di qualche percento.

Siccome il supposto risparmio introdotto dall’ora legale è stimato essere inferiore all’1% del consumo nazionale, i modelli tendono a non fornire risposte esaurienti al riguardo.

Un altro modo per avere un responso è quello sperimentale. Sfortunatamente, sperimentare in questo campo non è molto semplice: bisognerebbe introdurre o abolire l’ora legale in una o più nazioni e vedere cosa succede, e anche in questo caso le trappole sarebbero in agguato, perché l’andamento economico da un anno all’altro può generare variazioni di consumo ben maggiori dell’1% e separare i due contributi non è banale.

Sono noti due casi in cui l’esperimento è stato possibile: nel 2000 in Australia, quando l’ora legale venne estesa in alcune regioni durante il periodo delle olimpiadi di Sidney e nel 2006 in Indiana (USA) quando per legge venne estesa l’ora legale a un centinaio di contee che fino ad allora l’avevano rifiutata. I ricercatori che hanno studiato gli andamenti energetici delle zone interessate hanno concluso che, se risparmio c’è stato, è stato minimo, ma alcuni leggono dai dati che addirittura si sia consumato di più, per il maggior uso dei condizionatori.

Il sottoscritto, insieme a Luca Antonelli, ha provato ad analizzare la situazione italiana e ad aggiungere un piccolo contributo al dibattito sull’argomento. Abbiamo prelevato i dati di consumo energetico a consuntivo per gli anni dal 2000 al 2011, forniti dal distributore elettrico italiano, la società Terna. Abbiamo analizzato i consumi elettrici nelle due settimane immediatamente precedenti e susseguenti al cambio dell’ora, in marzo-aprile e in ottobre-novembre. Data la vicinanza tra loro delle date su cui è stato fatto il confronto, i fattori climatici dovrebbero influire poco, per cui un diverso consumo rilevato dovrebbe essere imputato per lo più a un cambio di abitudini degli utenti, indotti dall’orario.

A complicare le cose, nell’intervallo primaverile è spesso caduta la festività pasquale e in quei giorni c’è stata una notevole riduzione dei consumi. Altrettanto, subito dopo il cambio d’ora autunnale è sempre caduta la festività del 1 novembre.

Dopo aver depurato i dati da questi fattori, le nostre conclusioni sono state che non c’è praticamente alcun cambio di consumo nel passaggio dell’ora autunnale (quello che ci accingiamo a compiere) mentre in alcune annate (ma non in tutte) si è riscontrata una piccola ma significativa riduzione dei consumi nel passaggio primaverile. Questo “esperimento” ha chiaramente il limite di analizzare l’efficacia dell’ora legale in primavera e autunno e non è estendibile a tutto il resto dell’anno, mentre si ritiene che i reali vantaggi o svantaggi pesino di più proprio in estate.

Le certezze sono poche, ma quello che si può concludere è che il risparmio energetico è un argomento talmente debole che sarebbe opportuno rimuoverlo dal dibattito sull’opportunità o meno dell’ora legale.

Immagine di Lawrence Gonzalez, tratta da Wikimedia Commons, licenza CC BY-NC 3.0 unported

10 pensieri riguardo “Ora legale, tra risparmi e polemiche

  • Gentile Luca,
    da qualche anno lavoro come programmatore nella più grande azienda per servizi alle compagnie aeree e non solo (ovvero: la prossima volta che prende un aereo o compra un biglietto del treno ci sono buone probabilità che utilizzi il nostro, e un po’ mio, software).
    Dal punto di vista tecnico non abbiamo alcun problema a gestire i cambi dell’ora. Il problema è stato risolto moltissimi anni fa e nessuno ci pensa più (basta usare sempre lo stesso orario, il GMT).
    Uscendo un po’ dal mio ambito lavorativo, ho forti dubbi che i vostri calcoli possano essere considerati validi. Capisco che sia facile scegliere i dati in questa maniera, ma si tratta di una scelta abbastanza arbitraria.
    In questo periodo la quantità di luce è grossomodo ben distribuita nella giornata: ovvero se ho bisogno di accendere per un’ora la luce la mattina appena sveglio (come ho dovuto fare oggi), ne ritardo l’accensione stasera di esattamente un’ora. Inoltre, essendo un periodo un po’ uggioso, capita di dover accendere la luce anche di giorno per le fitte nuvole che rendono il cielo meno luminoso.
    I calcoli andrebbero fatti, piuttosto, confrontando un’estate con l’ora legale e un’estate con l’ora solare. Immaginiamo in entrambi i casi di svegliarci alle 07.00 e di andare a dormire alle 23.00. Immaginiamo che sia il giorno di Ferragosto (per quanti vivessero su un altro pianeta, cade il 15 agosto). Il sole quel giorno sorge alle 06.18 e tramonta alle 20.10 (ora legale), oppure nella versione ‘solare’ sorge alle 05.18 e tramonta alle 19.10 [1]. In entrambi i casi il sole sorge prima che noi ci svegliamo
    Nella situazione attuale, ad agosto c’è l’ora legale, godiamo la luce dalle 07.00 (quando ci svegliamo) fino alle 20.10, con un totale di 13 ore e 10 minuti di sole. Se invece utilizzassimo l’ora solare godremmo della luce dalle 07.00 fino alle 19.10, ovvero 12 ore e 10 minuti di sole. Calcolatrice alla mano, con un po’ di pazienza, possiamo vedere che con l’ora solare godremmo di un’ora in meno di luce che con l’ora legale.
    Il fatto che in alcuni paesi l’ora legale non è stata mai introdotta, è l’eccezione che conferma la regola. Mia personale esperienza: Hong Kong, dove soggiorno regolarmente. Nella città di Bruce Lee l’ora legale non c’è per il semplice motivo che non c’è molta differenza di lunghezza delle giornate tra inverno ed estate, visto che rispetto a noi si trova più vicina all’equatore. Ed è per lo stesso motivo che i vostri calcoli, confrontando periodi con quasi uguale numero delle ore di luce, hanno mostrato l’inutilità dell’ora legale.
    In breve. L’ora legale è utile solo quando ci sono grosse differenze di ore di luce tra inverno ed estate.
    [1] http://www.timeanddate.com/worldclock/astronomy.html?n=215&month=8&year=2012&obj=sun&afl=-1&day=1

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  • Michele, forse l’esempio dei biglietti aerei non è il più calzante, ma so per certo che coi biglietti ferroviari i problemi ci sono. Ho letto per esempio che in Russia quest’anno il sistema di emissione di biglietti ferroviari online ha impedito di acquistare i biglietti per il giorno del cambio dell’ora, credo anche per una serie di problemi burocratici oltre che tecnici (non è stato chiaro fino agli ultimi giorni se avrebbero cambiato l’ora oppure no). Ho anche raccolto le lamentele di parecchi amici softwaristi che lavorano su database di vario genere e che abolirebbero l’ora legale solo per risparmiarsi la scocciatura di gestire quelle eccezioni.
    Quanto alla misura del risparmio, credo di aver chiarito che la misura l’abbiamo fatta in autonno e primavera perché con i dati a disposizione il confronto si poteva fare in modo sensato solo in quel periodo. Ho anche precisato che le differenze maggiori si dovrebbero attendere in estate, ma in tal caso per fare il confronto si dovrebbe decidere per legge, almeno per un anno, di non introdurre l’ora legale e vedere cosa succede (io sarei favorevolissimo, per accertare se sia vero o siamo tutti vittime di un’abitidine irrazionale).
    Oppure bisogna basarsi sui casi che ho citato (Australia e Indiana), in cui è stata cambiata la legge e non si sono riscontrati vantaggi consistenti. Anzi, nelle giornate più calde la gente usava di più il condizionatore e consumava di più.
    Non sto sostenendo che il vantaggio NON ci sia, ma che in letteratura non si trovano dati convincenti che mostrino dei vantaggi energetici reali e che non siano estrapolazioni da modelli semplificati e poco precisi.

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  • Il mio problema più grave è quello di essere costretto per ben due volte l’ anno a mettere la sveglia alle 3 di notte per cambiare l’ ora su tutti gli orologi, compreso quello dell’ auto,per cui devo anche scendere sulla strada! Preferirei l’ abolissero. Grazie, comunque, per la ricerca. Il dubbio che servisse a poco o nulla l’ avevo.

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  • Secondo me il problema non è di ore di luce, ma di ore libere di luce che abbiamo nei due casi.
    Ipotiziamo di alzarci alle 7 per entrare al lavoro alle 8 e di uscire dal lavoro alle 18 (1 ora di pausa pranzo).
    Nell’esempio del 15 agosto, avremo, nel caso dell’ora legale 20.10 – 18.00, 2 ore e 10 minuti liberi.
    Nel caso dell’ora solare, avremo 19.10 – 18.00, 1 ora e 10 minuti liberi.
    Se è vero che le aziende non risparmiano granchè con questo giochino perverso, le persone perdono un’ora di tempo-luce preziosissima!

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  • Ma io mi chiedo l’utilità di questo articolo. Siete a corto di idee voi del CICAP?  Questo sito come è strutturato è inutile, fate un articolo ogni morte di papa e non ha nessuna utilità ne pratica ne culturale.

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  • Bravo Boschini bell’articolo e molto accurata l’indagine come del resto le tue precedenti.Mi e’ stato molto utile per capire anche le differenze da noi ad altri paesi culturalmente diversi.Ciao Luca.

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  • Articolo chiaro, almeno nel delineare le difficoltà oggettive di raggiungere risultati certi e comprovabili.
    La mia domanda è la seguente: a fronte della complessità esposta, come è possibile che i telegiornali nazionali snocciolino cifre importanti con assoluta certezza e un po’ di compiacimento? Il TG5 dà la notizia di un risparmio di 100 milioni di euro, con fonte Terna; il TG Uno è più preciso, e la cifra sale a 102 milioni. Dove sta il trucco?

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  • Paolino, i telegiornali si sono limitati a riportare il comunicato stampa emesso da Terna.
    Quest’ultima, per giungere alla sua valutazione, immagino si sia basata su modelli, visto che la “controprova” neppure loro possono avercela.
    Quello che mi lascia molto perplesso è l’affermazione, tratta dal medesimo comunicato stampa, che “Nei mesi di Aprile e Ottobre si è registrato, come di consueto, il maggior risparmio di energia elettrica. Ciò è dovuto al fatto che questi due mesi hanno giornate più corte in termini di luce naturale, rispetto ai mesi dell’intero periodo.”.
    Le nostre rilevazioni, basate proprio sui dati di consumo Terna a consuntivo, mostrano che in Aprile e Ottobre c’è risparmio minimo o nullo. A ciascuno le proprie considerazioni…

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  • Ma finiamola di dire “ora legale” e “ora solare”! L’ORA E’ SEMPRE LEGALE. Esiste soltanto l’ora legale estiva e l’ora legale invernale.

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