Paura dell’apocalisse? Va’ in libreria!
C’è chi al 21 dicembre si prepara facendo scorta di cibo e medicinali e chi allestendo un rifugio antiatomico. C’è chi trema al pensiero di una catastrofe imminente e chi prenota una stanza d’albergo nei pochi luoghi sparsi nel mondo sui quali – garantiscono i beninformati – non si abbatterà la vendetta dei Maya.
Ma siccome ogni occasione è buona per leggere un bel libro e dal momento che si può fare corretta divulgazione scientifica anche parlando di profezie apocalittiche, noi vi consigliamo di andare in libreria e di scegliere una lettura intelligente a tema. Ecco quali sono le nostre proposte.
1. Matteo Martini, Psicosi 2012, Armando Curcio Editore.
L’autore, docente di Fisica generale presso l’Università degli studi “Guglielmo Marconi” di Roma e ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, sceglie di esaminare con l’acribia dello scienziato tutte le teorie, comprese le più improbabili e fantasiose, sulla presunta fine del mondo prevista dai Maya. Senza mettere in ridicolo nessuna delle affermazioni dei catastrofisti, Martini sceglie di controbattere alle stesse con un’analisi rigorosa ed accurata, ma nel contempo accessibile a ogni lettore, anche a chi è del tutto digiuno di studi scientifici. Veniamo, così, a scoprire la totale arbitrarietà con la quale è stata fissata la data del 21 dicembre e la completa inconsistenza di tutte le ipotesi di catastrofe che la pseudoscienza e la fanta-archeologia hanno messo in campo. Del tutto vane si rivelano anche le speranze di una rinascita “spirituale”, d’altra parte così vaghe da poter essere interpretate nei modi più svariati.
Obiettivo trasversale del libro – che lo renderà una lettura interessante e formativa anche quando sarà spuntata l’alba tanto attesa del 22 dicembre – è la divulgazione del metodo d’indagine della scienza, attraverso lo spunto pratico dell’analisi critica di una teoria pseudoscientifica.
2. Marco Casolino, Mai più Maya, E-Brooks editore.
Dal mondo della fisica proviene anche l’autore di questa pubblicazione, distribuita gratuitamente attraverso il web nei formati più utilizzati per la lettura digitale (Mobi, PDF, ePub). Marco Casolino è fisico delle astroparticelle di alta energia e ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare; svolge, inoltre, attività di ricerca presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Tor Vergata e il RIKEN (centro di ricerca giapponese). Tra i pregi del suo libro si possono annoverare anche le splendide illustrazioni, ad opera di Shun Iwasawa, animatore del celeberrimo Studio Ghibli, fondato da Hayao Miyazaki. Insieme all’opera di divulgazione scientifica operata da Casolino risulta apprezzabile anche la sua sintesi della storia dei Maya, della loro ascesa e dei problemi che questo popolo ha dovuto superare, fino alla definitiva scomparsa della loro civiltà, sulle cause della quale gli archeologi ancora discutono. In ultima analisi, ci ammonisce l’autore, per l’uomo di oggi è molto più interessante scoprire le ragioni di tale crollo, alcune delle quali sono sicuramente di origine antropica, per evitare di commettere, nel futuro, gli stessi errori dei Maya. Ovviamente si accompagna a queste condivisibili considerazioni un accurato esame delle diffuse inesattezze sull’astronomia e la misura del tempo secondo i Maya (per spiegare da dove sia nata la loro presunta profezia), nonché un apprezzabile approfondimento sulle conoscenze matematiche di tale popolo.
L’e-book in questione entrerà a far parte del libro Pseudoscienze del nuovo millennio in uscita, sempre per eBrooks, nel 2013.
3. Telmo Pievani, La fine del mondo, Il Mulino editore.
Ma da che cosa nasce il fascino esercitato sull’uomo dalla catastrofe, dalla minaccia di estinzione? Quali sono le ragioni per le quali l’uomo è portato a ricercare ragioni nascoste nel moto delle stelle o nelle presunte profezie di antichi popoli? Telmo Pievani, filosofo della scienza e in particolare della biologia, liquida in poche parole la confutazione delle teorie dei catastrofisti, perché lo scopo principale del suo saggio è quello di allargare il discorso spostandolo sulle motivazioni dell’eterno fascino – condito di sacro terrore – che caratterizza questo argomento. L’uomo è irresistibilmente attratto dall’idea della fine del mondo, che è sì spaventosa, ma anche deresponsabilizzante, perché nessuno si può opporre al disastro – etimologicamente l’esito di una “cattiva stella” – che piomba sull’umanità incolpevole. L’autore invita anche a riflettere sul bisogno dell’uomo di ricercare significati nascosti nelle catastrofi che si abbattono ciclicamente sulla terra, magari scrutando le stelle e rivolgendosi all’astrologia, che è uno dei tanti modi attraverso i quali la specie umana tenta di spiegare ciò che non comprende. Eppure proprio l’esistenza della nostra specie sarebbe stata impossibile senza un evento catastrofico, verificatosi nel Cretaceo, che ne ha gettato le basi: la caduta del gigantesco meteorite che determinò l’estinzione dei grandi rettili. Come a dire che non tutte le apocalissi vengono per nuocere e talvolta la fine di un mondo non è che la nascita di una nuova realtà per un’altra specie.
Tra i pregi del libro di Pievani va, infine, annoverata la piacevole commistione tra rigore scientifico e riferimenti letterari e filosofici (ho particolarmente apprezzato quelli alle Operette morali di Leopardi), che dimostra come non esistano compartimenti stagni tra il sapere scientifico e quello umanistico.
Foto di apertura di Mario La Pergola su Unsplash
Una Profezia dei Maya, a mio giudizio molto più attendibile di quella che suppone per il 21 Dicembre la fine del nostro Ciclo, è stata di recente decodificata, almeno a suo dire, dall’ Archeologo del Caucaso Jlia Boyadev. Il frammento sarebbe stato composto da una Sacerdotessa Maya vissuta a Soconusco nel X Secolo a.C., molto venerata dalla Popolazione locale, che la chiamava La Maya Lady Thumah. E’ appunto con questo titolo che è uscito l’ articolo di Boyadev, finora purtroppo solo in Russo, all’ inizio del mese, sulla Rivista dell’ Accademia Nazionale di Scienze Archeologiche di S. Pietroburgo. Ecco, comunque, la presentazione ufficiale:
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