21/12/2012: l’editoriale
Aggiornamento del 21/12: trovate qui il liveblogging della fine del mondo.
Il mondo sta per finire? Che sia per un’antica profezia Maya, l’inversione del campo magnetico terrestre, l’asteroide Nibiru, l’aumento dei terremoti o una qualsiasi delle bufale che imperversano per la rete da qualche anno a questa parte, in molti lo pensano davvero: secondo un sondaggio Ipsos/Reuters nei paesi industrializzati una persona su dieci pensa che il monda possa finire il 21 dicembre. La percentuale aumenta tra i bambini e gli adolescenti, che fanno fatica a distinguere le notizie affidabili da quelle che non lo sono. David Morrison, lo scienziato della NASA che cura la rubrica “Chiedi all’astrobiologo“, racconta di ricevere almeno una volta alla settimana lettere di adolescenti così preoccupati dalla fine del mondo imminente da considerare l’ipotesi del suicidio.
Eppure tutti questi allarmi sono delle bufale e la profezia sul 2012 non è che l’ultima di una lunghissima serie di catastrofismi sempre smentiti. Lo testimoniano coloro che si occupano del paziente lavoro di monitorarli e confutarli, come Osservatorio Apocalittico e, in inglese, 2012 Hoax.
Perché allora la fine del mondo continua a fare paura? E’ solo questione di ignoranza del pubblico, di sensazionalismo dei media, di avidità dei “venditori di paura” o c’è qualcosa in più? Abbiamo cercato di approfondire la questione con tre interviste, a Armando De Vincentiis, psicologo e psicoterapeuta, Roberto Paura, fondatore di Osservatorio Apocalittico e Luca Pietrantoni, sociologo delle emergenze. Abbiamo capito che l’allarme 2012 va preso sul serio, non perché sia fondato ma perché produce danni su alcune persone: per questo abbiamo analizzato in un altro articolo le bufale più diffuse sul tema e abbiamo pubblicato anche sul sito CICAP le risposte alle domande più frequenti sul 21 dicembre.
Torneremo a occuparci dell’argomento venerdì, con il liveblogging della fine del mondo. Nel frattempo, se proprio temete che il mondo stia per finire, vi consigliamo tre libri che smontano le teorie catastrofiste e ne spiegano il successo e un manuale su come superare la paura. Da parte nostra facciamo la profezia che non solo il mondo non finirà il 21 dicembre, ma purtroppo nemmeno gli allarmi infondati ci abbandoneranno. Continuerà a esserci bisogno di spirito critico e di buon senso.
Foto di Mario La Pergola su Unsplash
Pingback: 2012, lo speciale del CICAP su “Query” | Osservatorio Apocalittico
La sera del 17/12/2012 ero a Telefriuli (canale 11 del digitale terrestre nel nord-est), con l’amico Roberto Manzocco, giornalista scientifico e simpatizzante CICAP.
Abbiamo partecipato ad un dibattito sulla presunta fine del mondo, quella di cui si è molto (troppo!) parlato negli ultimi anni, sulla base di una fantomatica “profezia Maya” per il 21/12/2012.
Oltre a noi c’erano ben quattro interlocutori, tutti di stampo new age, che hanno fatto i soliti discorsi sulle energie positive e dintorni, e si sono espressi in modo abbastanza controverso sul tema della fine del mondo. Hanno in parte tentato di“calvalcare” comunque la suggestione dell’evento, ma non hanno esplicitamente decretato l’imminenza della fine, per non essere poi smentiti clamorosamente, pochi giorni dopo. Qualcuno ha parlato della fine di un ciclo, se non addirittura di una festa, qualcun altro dell’arrivo di un’energia nuova, mai vista prima (!). Nulla di popperianamente falsificabile.
Ad ogni modo i toni del dibattito erano assai morbidi, al contrario di quanto io temevo, e non incoraggiavano prese di posizione troppo perentorie ed aggressive da parte mia e di Roberto: saremmo risultati arroganti, e ci saremmo esposti alle solite critiche di scientismo, ottusità, ecc.
Io ho tentato, nel limite del possibile, di esprimere delle posizioni scettiche, contrastanti con quelle espresse dagli adepti new age, senza però essere offensivo o eccessivamente polemico. Certamente non ho “bucato lo schermo” (nonostante la scelta bizzarra della maglia verde e della camicia rossa!), né ho potuto esporre in modo efficace ed esauriente tutte le argomentazioni necessarie, perché c’erano davvero troppe cose da dire.
Mi rimane dunque una certa delusione, un senso di incompiutezza. Ma sono tuttavia convinto che una presenza CICAPina in questi dibattiti sia ugualmente utile, se non addirittura doverosa.
Ho la sensazione che, bene o male, una piccola dose di spirito critico e di contenuti scientifici io e Roberto siamo riusciti a far passare.
Il conduttore del dibattito, Alberto Terasso, che è anche il direttore della rete, è una persona molto affabile, e molto abile a mettere a proprio agio le persone anche televisivamente sprovvedute, come me (e gli altri ospiti della serata).
Il problema è che, nei brevi ritagli di tempo in cui avevo la parola, avrei dovuto, idealmente:
1) rispondere alle domande del conduttore (o almeno fingere di farlo!);
2) replicare alle affermazioni degli altri partecipanti, almeno a quelle più strampalate e scientificamente infondate;
3) esporre alcune delle informazioni sulla presunta fine del mondo che mi ero ripromesso di esporre (nello specifico, riflessioni antropologiche e psicologiche sul tema “perché crediamo alle profezie apocalittiche?”);
4) esporre alcune delle vaste e stimolanti informazioni sulla presunta fine del mondo che negli ultimi tempi sono comparse sul sito del CICAP e su “Query on line”;
5) inquadrare brevemente obiettivi e natura del CICAP;
6) rispondere alle obiezioni del pubblico (telefonate ed SMS), che in qualche caso erano piuttosto critiche verso il CICAP.
E’ evidente che l’impresa, nei tempi a me assegnati, era di gran lunga superiore alle mie possibilità … e forse anche alle possibilità di qualunque altra persona che si fosse trovata al mio posto.
L’intervento più azzeccato, da parte mia, forse è stato quello in cui ho commentato l’uso improprio del termine “energia” da parte della new age. La scelta strategica di una parola, che ha un significato preciso nel mondo della scienza, usata invece per indicare qualcosa di soggettivo, che non ha niente di scientifico. E che però acquisisce una sorta di credibilità, o addirittura di plausibilità scientifica, proprio per essere stato denominato “energia”.
Detto questo, posso dire che comunque nel complesso ci siamo divertiti, e, soprattutto, non abbiamo patito l’emozione o lo stress della diretta.
La trasmissione sarà replicata il 19/12 alle 13.05.
Giuliano Bettella (CICAP F.-V.G.)
Una boiata del genere non dovreste nemmeno pubblicarla, è così cretina che non merita nemmeno di essere smentita. Se stessimo a ribattere a tutti i cialtroni che prevedono disastri dovremmo star attaccati al PC per 24 ore al giorno!
@ Giuliano: avevi un po’ troppe ambizioni per una trasmissione televisiva con 6 ospiti (se non ho capito male) più le telefonate in diretta. E’ un po’ come Radio Anch’io, cui ho partecipato per anni, come telefonatore e poi come speditore di e-mail, venendo più volte chiamato e citato: Puoi solo esprimere un concetto, il meglio posssibile, non di più. Si può realizzare il Tuo sogno solo in una trasmissione “seria”, almeno secondo i miei concetti: due soli ospiti, di idee contrapposte sull’ argomento in discussione, una ora di tempo pieno senza telefonate in diretta, un conduttore che dia tempi uguali a tutti e due e impedisca a chiunque di parlare mentre parla l’ altro.
Però anche voi con un’immagine pro apocalisse (e cialtrona): non sarebbe meglio evitare visto che il messaggio passa comunque anche attraverso le immagini?
Be’, in generale sì, però quella è un’immagine chiaramente ironica, diamo credito all’intelligenza dei nostri lettori.
Simo, è ovvio che è ironica, anzi, a me ha fatto ridere un sacco… 🙂 Però penso che un articoletto possa bastare, nel mondo oggi non si parla d’altro! Sarebbe meglio che ci curassimo di più delle carestie, quelle sì una cosa grave, attuale e drammatica, che di questa boiata dei Maya!
Certo che le carestie sono più gravi, ma non c’entrano niente con il CICAP. La nostra specializzazione sono proprio le “boiate”, sono molto meno importanti, ma fanno anche loro dei danni e bisogna pure che qualcuno si occupi di indagarle: il nostro mestiere è questo, non ci piace fare i tuttologi e gli argomenti che hai citato li lasciamo ad altri.
Hahah mai nome fu più appropriato!
[…] “Roberto Paura, fondatore di Osservatorio Apocalittico”
Sono assolutamente d’accordo con te, bisogna scovare e distruggere queste credenze da primitivi! Però ieri, scusa, è stato un fioccare di Maya ed è forse proprio perché continuiamo a dire che sono tutte stupidaggini che la gente s’incuriosisce e magari preferisce i cialtroni. Forse sarebbe meglio tacere, quando qualche folle fa affermazioni ridicole, così lo si snobba ed i giornali non diffondono la notizia. Il silenzio credo sia la cura migliore, no? Ieri sera ho visto Mistero, su Italia 1. Credo di non aver mai sentito nulla di più squallido ed antiscientifico, erano un’idiozia dopo l’altra. Ma se mi mettessi a dar addosso a Mistero otterrei l’effetto contrario, la gente lo guarderebbe. Non credi che un sano snobismo sia preferibile a tante parole al vento dirette a chi, tanto, non vuol sentir ragione?
La questione di quale sia la strategia migliore è aperta. Quello che cerchiamo di fare noi, proprio per evitare di fare pubblicità alle bufale, è aspettare a parlarne soltanto quando sono ormai diffuse sui media, rivolgerci non a chi è già convinto in un senso o nell’altro ma a chi è nel dubbio e vuole capire come stanno le cose, e non limitarci a smontare le bufale ma cercare di fornire qualche strumento per ragionare con la propria testa. Non sempre siamo sicuri di avere fatto la scelta giusta, ma sappiamo che una fetta di pubblico è interessata a questo servizio e in qualche caso (magari non quello del Maya) non potrebbe averlo se non fosse per noi. Sicuramente commettiamo degli errori ma nell’insieme pensiamo che valga la pena di continuare.
Nel caso specifico delle profezie sulla fine del mondo nel 2012, abbiamo deciso di parlarne perché abbiamo saputo da fonti diverse (David Morrison della Nasa, il sondaggio Ipsos, Osservatorio Apocalittico), che continuavano a essere prese sul serio da una frazione significativa della popolazione, soprattutto i più giovani, e che quindi continuava a esserci bisogno di smentirle.