Looper, paradossi temporali e introspezione
Looper è quel tipo di film che divide il pubblico in due: chi lo odia e chi scopre un gioiello nascosto. Questo perché il film non è due cose. Primo: non è il film che viene venduto nei trailer. Non potrebbe essere più lontano. Secondo: non è un film di fantascienza. Usa alcuni suoi elementi, ma di fatto ha un suo percorso particolare.
Nel 2044 Joseph Gordon Levitt è Joe, un Looper, ovvero un killer che tutti i giorni alla stessa ora aspetta la sua vittima, in arrivo dal 2074, per eliminarla fisicamente. Questo perché nel futuro non ci si libera di un corpo tanto facilmente, per cui si fa fare il lavoro sporco indietro nel tempo. Il mondo in cui vive Joe è uno strano miscuglio tra decadenza (che ricorda quella della serie Dark Angel) e accessori high tech. Joe si muove in un quartiere malfamato, si droga, passa il tempo tra un assassinio e l’altro in un bordello.
Ma sta succedendo qualcosa: sempre più Looper si vedono terminare il contratto, ovvero: viene rispedita indietro la loro controparte più anziana perché venga uccisa. Come buona uscita, lingotti d’oro. Prima capita a un amico di Joe, che cerca di non uccidere il se stesso del futuro, con risultati terribili. Poi è il suo turno, e la storia prende forma.
Il Joe adulto, Bruce Willis, arriva preparato e riesce a scappare. E qui il film prende una piega imprevista: la storia si riavvolge e ci fa vedere la “timeline” originale, poi come è cambiata. Joe giovane deve però rispondere al suo boss Abe (Jeff Daniels), che arriva dal futuro, il quale è disposto a tutto per impedire che il Joe adulto riesca a scappare.
Ma Joe/Bruce Willis, ha una missione duplice: impedire la morte della sua donna, e soprattutto fermare un individuo misterioso, chiamato Lo Sciamano, che nel futuro sta diventando un vero e proprio dittatore sanguinario. Le strade dei due Joe sono destinate a incontrarsi in una fattoria, dove vive Sara (Emily Blunt), vero e proprio fulcro della storia.
Looper è un film diverso da ciò che vi aspettate: è un film di silenzi e di dialoghi, più che di paradossi temporali. Parla delle conseguenze delle proprie scelte e di una possibile, o impossibile, redenzione. È anche un film che soffre di alcuni cliché che lo appesantiscono a livello di dialoghi e situazioni, come appesantisce il make-up utilizzato per far assomigliare Joseph Gordon Levitt a Bruce Willis, o alcuni personaggi che sembrano essere lì per un valido motivo, senza che però vengano davvero sviluppati.
L’aspetto che colpisce di più è il tono sporco e realistico, ispirato più al cinema inglese indipendente che alla fantascienza e il contrasto tra un mondo che sembra sull’orlo del collasso, mentre all’orizzonte si profila una città ipertecnologica.
Looper è un film che trova il suo spessore nei dialoghi e in personaggi senza speranza, che cercano di salvare se stessi da un destino apparentemente già deciso. Perché più che di cambiare il futuro, qui si parla di cambiare se stessi, le scelte fatte, il percorso intrapreso di cui si sa già il finale.
Se invece di un film di pura fantascienza vi aspettate un film introspettivo, allora le vostre aspettative saranno accontentate, ma se cercate un Die Hard nel futuro, rischiate di ritrovarvi spiazzati. Certo ci sono alcune scene d’azione, ma il vero fulcro della storia è un altro: puoi davvero riavvolgere e cambiare la tua vita?
Leo Lorusso
Certo gli Americani non sanno immaginare un futuro migliore del loro presente, anzi: nei loro film di fantascienza si spara più di oggi, si è liberi di compiere omicidi più di oggi, si viene pagati in lingotti d’ oro, quindi, nel denaro, addirittura un regresso alla reliquia barbara di keynesiana memoria. Nel 2044, probabilmente, gli USA non esisteranno più. E’ una Profezia facile, non occorrono grandi sensitivi per formularla.