Universo senza luce
Non credo di poter recensire in modo imparziale questo romanzo. Il motivo risale più di quaranta anni fa quando mia madre iniziò a introdurmi al magico mondo della fantascienza. Isaac Asimov, Robert Heinlein, Arthur Clarke, Poul Anderson, Edmond Hamilton e una pattuglia di autori scelti furono, allora e sempre, i miei fedeli compagni.
Tuttavia non tutti i romanzi venivano considerati idonei, un cassetto del comodino racchiudeva due libri proibiti, che divennero subito oggetto di desiderio. Uno era l’edizione SFBC di un romanzo di Philip Farmer, Gli amanti (The lovers, 1961), l’altro un Cosmo Ponzoni con uno spaventoso pterodattilo in copertina; il primo non mi colpì più di tanto, ma il secondo…. mi impressionò.
Si trattava di Percezione infinita di Daniel Francis Galouye, e parlava di un mondo immerso nelle tenebre, dove gli uomini combattevano contro pipistrelli giganti e mostruosi demoni chiamati Stronzio e Cobalto. Probabilmente il dover leggere nei pochi momenti in cui mia madre era fuori casa accrebbe l’effetto, sta di fatto che ero terrorizzato, il buio per la prima volta mi spaventava, provavo a chiudere gli occhi e a far rumore per vedere se riuscivo a sentire gli echi, senza molto successo, per la verità, e vivevo nel timore di incappare in un mondo di ragni. Ristampato varie volte, questo romanzo viene riproposto con il titolo Universo senza luce da Urania Collezione. Rileggerlo è stato un salto nel passato.
Jared Fenton è un abitante del Livello Inferiore, curioso e intraprendente, perfettamente a suo agio nella più completa oscurità, visti il suo fiuto, la sua abilità nel rilevare le onde sonore riflesse dai vari ostacoli e la conoscenza dei pericoli che si annidano nell’oscurità. Ma a un certo punto le cose iniziano a cambiare. Le sorgenti calde attorno a cui cresce la manna, pianta necessaria alla sopravvivenza del suo popolo, lentamente incominciano a prosciugarsi.
I Veggenti, una tribù avversaria con misteriosi poteri, diventano sempre più audaci e quel che è peggio strani mostri, forse addirittura i Demoni Gemelli portatori della Radiazione, fanno la loro comparsa. Quando gli uomini della tribù iniziano a scomparire, Jared è incaricato di stringere un’alleanza con gli abitanti del Livello Superiore, per unire le forze e affrontare insieme i nuovi pericoli.
Per suggellare l’alleanza Jared dovrà unirsi alla nipote del capo del Livello Superiore, Della, una giovane avvenente e intelligente ma che nasconde un segreto. La donna è una Veggente, che brama di riunirsi ai suoi simili, ed è convinta che Jared sia anch’esso sotto mentite spoglie. Senza sapere bene il perché il giovane non denuncia Della, anzi sta al suo gioco, ma poi le cose improvvisamente precipitano, e inizia una dura lotta per la sopravvivenza.
Galouye affronta il tema della catastrofe atomica con un punto di vista molto particolare: secoli dopo l’apocalisse gli abitanti di un profondo rifugio sotterraneo sono circondati dalle tenebre dopo il collasso del sistema di illuminazione. Una parte di loro ha affinato fiuto e udito, mentre altri hanno sviluppato una forte sensibilità per la radiazione infrarossa. Tutti vivono però immersi nell’ignoranza, senza il ricordo di cosa sia veramente successo.
Non mancano mutazioni, alcune benigne altre meno, il ritorno ad armi primitive e nemmeno azione e ai colpi di scena, ma il romanzo ha altri punti forti. Notevole la descrizione dell’adattamento dei sopravvissuti a un ambiente ostile e le loro reazioni quando l’ignoto irrompe nelle caverne, ma il fascino maggiore di Universo senza luce sta nella fame di conoscenza di Jared.
Voglioso di penetrare la natura di fenomeni fuori dalla sua portata come “buio” e “luce”, visti più come concetti filosofici che come cose reali, il giovane si mette nei guai alla svelta, venendo addirittura incolpato di aver risvegliato i Demoni Gemelli violando la Barriera, confine tra le caverne e il Mondo Originario.
Eccezionale il modo in cui Jared, vedendo per la prima volta la luce, la scambia per un terribile rumore, dato che i suoi sensi cercano di ricondurre la nuova esperienza a qualcosa di conosciuto. Per quanto intelligente, il giovane fatica a liberarsi dai preconcetti, anche se, messo di fronte a una realtà totalmente nuova, riesce ad accettarla prima dei suoi compagni.
Da ragazzino ho colto solo il lato horror della storia, ora ne ho potuto apprezzare le molteplici sfaccettature. In definitiva un romanzo da leggere, confezionato da un grande artigiano della fantascienza in modo pressoché perfetto. Una piccola gemma che orna la corona della fantascienza.
Giampaolo Rai
Daniel F. Galouye, Universo senza luce (Dark universe, 1961) – FANTASCIENZA – Mondadori – Urania Collezione – 2012 – traduttore: Sandro Pergameno – pagine 233 – prezzo 5,90 euro
Bellissimo romanzo! L’ho letto quando avevo circa 14-15 anni e devo averlo ancora da qualche parte… mi hai fatto venir voglia di rileggerlo
Caro Giampaolo, Tu, almeno, puoi incolpare la mamma. Ma io, nella Fantascienza, mi ci sono cacciato da solo, sob!