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Breaking magic: quando la magia è scienza

Recensione di Pierfrancesco Panunzi, prestigiatore.

Molti di voi ricorderanno il Mago Mascherato, personaggio che negli anni ’90 fu protagonista di un fortunato e discusso format televisivo dove venivano svelati i classici trucchi usati dai prestigiatori nei loro show.

La serie americana, andata in onda su Italia1, incuriosì i non addetti ai lavori ma fece infuriare il mondo dei prestigiatori che trovava (giustamente) poco etico nei loro confronti svelare in TV  i segreti del loro mestiere.

Immaginate il danno economico di chi aveva investito i propri soldi acquistando, per ragioni professionali, un attrezzo magico da scena per poi vederne rivelare i segreti in TV. Si consideri anche il fatto che il prezzo di un effetto magico sta più nell’idea che nella sua costruzione.

Il danno principale stava comunque nel veder trasformare la poesia irrazionale della magia nella logica razionale del trucco.

Molti quindi avranno provato la stessa sensazione di rabbia nel venire a conoscenza del fatto che Discovery Channel proponeva la trasmissione “Breaking Magic” (ultimamente visibile anche in chiaro sul canale DMAX del digitale terrestre), avente come leitmotiv la promessa di svelare i trucchi usati per realizzare “incredibili incantesimi”.

Possibile che quattro giovani prestigiatori di fama internazionale diventassero complici del loro predecessore, il Mago Mascherato?

Che sorpresa invece constatare come la magia non abbia perso, in questo caso, il suo fascino e magari ne abbia acquistato ancora di più grazie a quella che molti professionisti del settore definiscono “falsa spiegazione”! Non che i metodi spiegati siano realmente falsi, ma sicuramente associare la riuscita dell’effetto a della buona divulgazione scientifica si è rivelato un ottimo metodo per far capire come i prestigiatori si servano anche di conoscenze scientifiche e come determinati effetti risultino ottenibili solo grazie a tecniche sofisticate.

Ovviamente le cose non stanno proprio così: qualsiasi illusionista può affermare che i migliori effetti si realizzano seguendo la via più semplice.

La canadese Gia Anne-Marie Felicitas, in arte Billy Kidd, l’inglese Ben Hanlin, l’australiano James Galea e l’americano Wayne Houchin si presentano all’inizio di ogni puntata pronunciando parole sempre differenti ma riferite allo stesso concetto:

«Usiamo la scienza per spiegare l’illusionismo. Come tutti gli illusionisti abbiamo i nostri segreti che mai sveleremo. Ci limitiamo ad usare alcuni principi scientifici per spiegare effetti spettacolari. Guardate come la scienza è in grado di creare illusioni».

Il format televisivo prevede alcune sessioni di street magic (magia di strada) con relativa spiegazione scientifica alla fine. Per fare qualche esempio, vediamo come Billy Kidd finga di leggere il pensiero leggendo in realtà le informazioni grazie a vetri polarizzati; in un altro effetto un bambino finge grandi doti mnemoniche acquisendo le vere informazioni grazie agli ultrasuoni (viene spiegato come l’orecchio dei bambini sia più sensibile a queste frequenze); in un altro caso James Galea si finge un vampiro dissolto nell’acqua santa sostituendola con dell’acetone e mettendo un manichino di polistirolo espanso al suo posto.

Ovviamente questi effetti sono eseguibili con tecniche ancora più semplici – di certo non c’è bisogno di usare ultrasuoni o vetri polarizzati per mandare e ricevere informazioni – di conseguenza il risultato che si ottiene con la falsa spiegazione (a tutto vantaggio dei prestigiatori) è un’ulteriore complicazione delle cose, che rende la magia più affascinante.

Nulla toglie che per qualche effetto di facile realizzazione venga proposto, se non addirittura spiegato, il trucco realmente in uso.

L’obiettivo vero della trasmissione è, però, dimostrare che dietro la magia si cela pura scienza: i quattro giovani scienziati ci dimostrano che tutto può apparire magico se si applicano principi fisici e chimici.

Attualmente le puntate sono anche disponibili a questo indirizzo. Vedendole si noterà come il pubblico presente in scena rimanga spesso più affascinato dalla spiegazione scientifica che dall’effetto stesso. È proprio questa sensazione che la trasmissione vuole trasmettere per empatia al pubblico a casa, rendendolo partecipe non di semplici trucchi ma della vera magia: la scienza.

Foto di Tima Miroshnichenko da Pexels

3 pensieri riguardo “Breaking magic: quando la magia è scienza

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