Cose… di un altro mondo
Guardare il cielo stellato in una notte serena è un’esperienza che non può lasciare indifferenti. Non c’è bisogno di essere particolarmente sensibili per essere colti da un’emozione dettata dalla consapevolezza di quanto piccola, insignificante sia la nostra esistenza di uomini, di terrestri, in rapporto alla vastità dell’universo. È la stessa sensazione che prova il protagonista di una novella di Pirandello, dal significativo titolo Pallottoline: appassionato di astronomia, consapevole della massa insignificante della Terra in rapporto all’immensità circostante, si rifiuta di dare peso alle sciocchezzuole che sono solite agitare gli uomini su questa microscopica biglia in orbita attorno al sole.
Di qui a chiedersi che cosa ci sia al di là della nostra Terra il passo è brevissimo. Il pensiero che, con buona pace del paradosso di Fermi, sia davvero possibile mettersi in contatto con una civiltà extraterrestre è innegabilmente attraente. La bibliografia “contattista”, infarcita di inverosimili resoconti di incontri ravvicinati, è ben nutrita, ma esistono, per fortuna, anche studiosi seri, che perseguono l’obiettivo di fare corretta informazione su un tema dai risvolti culturali e antropologici spesso inaspettati.
Presentiamo, dunque, con piacere ai nostri lettori due recenti pubblicazioni che si focalizzano su tematiche… “aliene”.
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Cerchi nel grano. Tracce d’intelligenza
Francesco Grassi
Stes, 2012
pp. 528
€ 24,00
Sono anni che Francesco Grassi si dedica allo studio scientifico dei crop circles, un fenomeno che, senza téma di sbagliare, si può inquadrare tra le moderne manifestazioni dell’ingegno artistico dell’uomo. L’origine terrestre dei cerchi nel grano non è messa in dubbio da chi si accosta al loro studio senza pregiudizi e con padronanza di mezzi scientifici. È questo il caso di Grassi, che unisce a una solida preparazione scientifica e tecnica (è ingegnere elettronico) l’esperienza maturata come consulente scientifico del CICAP. Nel corso di questi anni di ricerca ed esperienze una domanda tornava ossessivamente ad affacciarsi alla sua mente: entro quali limiti lavora l’autoinganno di chi è fermamente convinto della natura aliena dei crop circles? Come stabilire quanto peso abbiano le convinzioni preconcette nell’animo dei believers? Chi ama la scienza sa bene come muoversi, in questi campi. Per provare la consistenza di un’ipotesi è necessario un esperimento. Il libro di Francesco Grassi contiene il resoconto dell’esperimento effettuato dall’autore e dal suo gruppo di circle maker nel giugno 2011, culminato nella realizzazione di un cerchio nel grano (corredato di opportuno messaggio nascosto) nei pressi di Torino. Ma il libro di Francesco Grassi non è solo questo: si presenta, in realtà, come una vera e propria enciclopedia dell’indagine scientifica dei cerchi nel grano, con un’infinità di informazioni accuratamente verificate, interviste, documenti e un ricchissimo corredo fotografico. In breve, un monumento allo studio razionale di un fenomeno che, lungi dal farci conoscere meglio gli alieni, è invece un mezzo per capire qualcosa in più dell’uomo.
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Terra chiama Marte
Maurizio Verga
Upiar, 2013
pp. 75
€ 10,00
Chi, come me, ha trascorso la sua infanzia negli anni ’80 ricorderà che la parola “alieni”, nei nostri discorsi di bambini, era pressoché assente, mentre la faceva da padrone “marziani”. Sarà forse per via della sua vicinanza alla nostra Terra, ma il Pianeta Rosso è sempre stato il principale oggetto delle nostre fantasiose speculazioni sulla possibile esistenza di civiltà aliene.
In questo agile ma documentatissimo opuscolo, Maurizio Verga ci narra la storia di Hugh Mansfield Robinson che, nell’Inghilterra degli anni ’20, affermò di aver scambiato messaggi telegrafici e telepatici con gli abitanti di Marte (in particolar modo con la gentile “signora” marziana Oomaruru), ricevendo interessanti quanto improbabili resoconti sulla vita, i costumi, l’assetto sociale delle fiorenti comunità umanoidi che abiterebbero il pianeta.
Il resoconto di questa surreale pagina di storia è l’occasione per riflettere sui meccanismi alla base del sorgere e del diffondersi di credenze inverosimili, ma l’opuscolo risulta anche molto interessante per la nutritissima parte documentaria, che permette di guardare all’episodio in prospettiva storico-sociale, attraverso gli occhi di chi seguiva in diretta il dipanarsi degli eventi.
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