Scienza medica e fantasie scientifiche
Scienza medica & fantasie scientifiche è un saggio scritto da Franco Piccinini dove si parla di scienza medica. Non si trovano solo aride elencazioni di dati scientifici, non si parla solo di storia della medicina. C’è anche tanta fantascienza. A pensarci bene, in effetti, i rapporti tra la medicina e la letteratura fantastica sono cominciati presto, anzi prestissimo, ovvero da Frankestein, il capolavoro nonché capostipite della letteratura gotica. Mary Shelley scelse un medico come protagonista, probabilmente ispirandosi a una figura reale, quella del dottore e naturalista inglese James Lind.
Da allora innumerevoli medici hanno percorso le pagine della fantascienza, a volte con risultati molto migliori di quelli del dottor Victor Frankenstein, a volte no, e in effetti nel saggio le opere citate sono veramente molte. Tra i tanti meritano una citazione i dottori Jekill e Herbert West, immaginati rispettivamente da Robert Louis Stevenson e da Howard Phillips Lovecraft, medici che non hanno fatto affatto meglio del loro collega Frankenstein.
Tra gli esempi positivi possiamo citare il dottor Calhoun, che Murray Leinster fece vagare tra gli spazi a risolvere intricati casi clinici nella serie Med Ship Man, e il suo successore, il dottor Conway, eroe di un ciclo basato su un gigantesco ospedale spaziale, in grado di curare tutte (o quasi) le razze senzienti che popolano la galassia. Scritta da James White, questa poderosa serie resta, per ragioni incomprensibili, quasi del tutto inedita in Italia.
Dopo questi due esempi positivi un medico più giocato in svariate sfumature di grigio, Shadrach Mordecai, medico personale di Genghis II Mao IV Khan, protagonista di uno dei migliori romanzi di Robert Silverberg, Sandrach nella fornace (Shadrach in the furnace, 1975). Impossibile non citare il dottor Leonard McCoy e i suoi colleghi, più o meno virtuali, della serie Star Trek, gestori di una scienza medica avanzatissima, ma anche posti di fronte a pericoli immensi.
Nel saggio non si parla solo di medici, che oltre a essere protagonisti a volte sono autori, ma anche dei progressi della scienza medica e dei temi etici che questi possono suscitare.
La possibilità di vivere in eterno trapiantando organi o addirittura sostituendo un corpo logoro con uno nuovo, la selezione genetica, la clonazione, il futuro di una sanità sempre più avanzata ma non alla portata di tutti sono argomenti di scottante attualità, che in futuro diventeranno sempre più attuali.
Temi classici come le epidemie e il viaggio nel corpo umano per scopi curativi sono trattati nel saggio, come pure le utopie mediche, positive o negative che siano. Un solo piccolo neo, parlando del romanzo di John Cristopher Morte dell’erba (Death of grass, 1956) Piccinini afferma che i sopravvissuti avrebbero portato il virus nel posto che volevano raggiungere, distruggendo così anche le piantagioni che dovrebbero garantire loro il futuro. In realtà la valle che il protagonista cerca di raggiungere è stata coltivata dal fratello a patate, appartenenti alla famiglia delle solanacee, mentre il virus attaccava solo le graminacee, il che è un bel guaio, considerando che a questa famiglia appartengono grano, mais, riso, avena, bambù e moltissime altre specie. Quindi nessuna incomprensione da parte di Cristopher, la marcia che fa fare ai suoi personaggi non è inutile.
A parte questo dettaglio Piccinini, che oltre a essere un medico è anche uno scrittore di fantacienza, ha scritto un saggio che si legge come un romanzo, pieno di dati ma appassionante, intrecciando la storia della medicina con quella della fantascienza in modo magistrale. Un’ottima occasione per gli amanti dell’avventura dura e pura, Scienza medica & fantasie scientifiche può farvi dimenticare per un po’ le minacce provenienti dallo spazio, adesso la sfida è curare gli alieni… e forse è più difficile che non eliminarli.
Giampaolo Rai
Franco Piccinini, Scienza medica & fantasie scientifiche – SAGGISTICA – Elara – La biblioteca di Alessandria – 2011 – pagine 204 – prezzo 25,00 euro
“il dottor Conway, eroe di un ciclo basato su un gigantesco ospedale spaziale, in grado di curare tutte (o quasi) le razze senzienti che popolano la galassia. Scritta da James White, questa poderosa serie resta, per ragioni incomprensibili, quasi del tutto inedita in Italia.” Non mi pare incomprensibile: in Italia di Ospedali fantascientici e megagalattici ce n’è tanti. Sarebbe come cercare di vendere I Soprano a Corleone.
“pieno di dati ma appassionate,” forse volevate scrivere: appassionante.
Sì, grazie, corretto.