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L’interesse dell’umanità per le cosiddette pseudoscienze non è sempre stato un male per la scienza

Articolo di Thony Christie, pubblicato originariamente su The Renaissance Mathematicus. Si ringrazia Simone Melis per la traduzione.

In un recente articolo sul suo eccellente blog per Guardian Science, “The H word”, la mia sorella spirituale di #histsci Rebekah “Becky” Higgitt  ha chiesto: “c’è un’ondata di crescente irrazionalità?”, riassumendo il suo parere con il sottotitolo seguente:

Nonostante le  pretese che le opinioni pseudoscientifiche siano in aumento, la storia dimostra che la credenza in cose come l’astrologia o il paranormale è sempre stata con noi ed è probabile che vi rimarrà.

Essendo il solito vecchio provocatore,  ho pensato di prendermi un po’ di tempo per sottolineare che non solo la credenza in cose come l’astrologia e il paranormale è sempre stata con noi, ma che questa fiducia ha dato, nel corso dei secoli, un contributo non trascurabile all’evoluzione delle cosiddette scienze legittime. Ciò che segue non intende essere un esame  esauriente del soggetto, ma un’indicatore del fatto che l’interesse dell’umanità per ciò che è apparentemente non-razionale non è stato necessariamente così disastroso come vorrebbero farci credere gli appartenenti alla cosiddetta comunità scettica.

Giacché la signora Higgitt menziona espressamente l’astrologia, ho pensato che sarebbe stato un ottimo punto di partenza.  Qualche forma dell’astrologia o, più in generale, la credenza nelle influenze celesti fu la principale spinta allo sviluppo dell’astronomia dalle sue origini nella preistorica notte dei tempi fino all’inizio del XVIII secolo.

La maggior parte se non tutti gli astronomi dell’antichità erano anche astrologi. Questo è meglio illustrato dal fatto che Tolomeo, autore del resoconto definitivo delle tecniche astronomiche, l’Almagesto, fu anche l’autore del resoconto definitivo delle tecniche astrologiche, il Tetrabiblos.

Troviamo questa connessione in pieno sviluppo all’inizio dell’Era Moderna, quando i fondatori principali della nuova astronomia – Gmunden, Peuerbach, Regiomontano, Apiano, Retico, Copernico, Brahe, Keplero, Galileo, ecc. – erano tutti praticanti astrologi (la prima persona che nei commenti afferma che lo facessero solo per i soldi pulirà la mia bici per i prossimi dodici mesi).

Sappiamo, infatti,  che per la maggioranza di loro la principale motivazione per migliorare l’astronomia era quella di fornire un impianto più accurato per  ottenere dati grezzi per l’astrologia. È la prima generazione di astronomi attivi nell’ultima parte del XVII secolo – Cassini, Newton, Flamsteed, Halley, ecc. –  che abbandonò l’astrologia per l’astronomia in quanto tale, sebbene siaCassini sia Newton furono motivati a occuparsi della materia per un primo interesse verso l’astrologia.

Durante l’Umanesimo il forte interesse per l’astro-medicina o, com’era nota, la iatromatematica portò a costituzione, per la prima volta, di cattedre dedicate allo studio delle scienze matematiche nelle università medievali.

All’inizio dell’Era Moderna, i tentativi di istituire l’astrologia come scienza empirica fecero emergere la scienza della meteorologia e diedero anche un maggior contributo all’approccio storico moderno basato sui fatti. Tutto sommato, non un brutto primato per la più ridicolizzata delle pseudoscienze.

Continuando con la “A”, passiamo all’alchimia. Spesso ridicolizzata come assolutamente priva di senso, in realtà l’alchimia ha dato un contributo anche maggiore, rispetto all’astrologia, all’evoluzione delle scienze all’inizio dell’Epoca Moderna.

È molto difficile determinare il contributo dell’alchimia allo sviluppo della sua cugina chimica, dato che le due discipline erano intrecciate in uno stretto abbraccio fino al XVIII secolo.  Quello che è certo è che la maggior parte della strumentazione e della metodologia che divenne uno standard dei laboratori chimici furono sviluppate durante i secoli dagli alchimisti.

Paracelso è stato definito il padre della farmaceutica, un termine che, come i lettori abituali di questo blog sapranno, detesto. Ad ogni modo, è un fatto storico che la scienza farmacologica  come la conosciamo ha le sue origini nelle attività iatrochimiche dei paracelsiani tra il XVI e XVII secolo, attività basate su un’alchimia modificata elaborata dal loro guru Teofrasto.

L’alchimia ha anche giocato un ruolo sorprendente per la storia  della fisica, nel lavoro del più noto alchimista del XVII secolo, Isaac Newton. Per citare I. Bernard Cohen, probabilmente il più grande tra gli studiosi newtoniani:

Così, l’accettazione di Newton delle forze (e anche l’azione a distanza)  come entità fondamentali fu condizionata in misura significativa dai suoi studi di alchimia. [Isaac Newton The Principia: Mathematical Principia of Natural Philosophy, nuova traduzione di I. Bernard Cohen e Anne Whitman, assistente Julia Badenz; preceduto da A Guide to Newton’s Principia, di I. Bernard Cohen, pp. 57 – 58.]

In effetti, il rifiuto di Newton dell’allora dominante filosofia meccanica in favore di una fisica, ispirata all’alchimia, di forze invisibili attive a distanza portò i Principia ad essere rifiutati sia dai fisici cartesiani che da quelli leibniziani come una scienza occulta (leggi pseudoscienza).

Rimanendo sul vecchio Isaac per un istante, come scritto sul blog in passato, lui e altri cronologisti biblici, millenaristi fino al midollo (e non vi è nulla più ‘pseudo’ di questo), nel loro sforzo di stabilire la data dell’apocalisse diedero un significativo contributo allo sviluppo della moderna metodologia storica.

Se qualcuno saltasse alla conclusione che con il compimento della cosiddetta rivoluzione scientifica questa alleanza profana tra la più pura dottrina scientifica e il suo  fratello  decisamente sgradevole, l’occulto, sia definitivamente conclusa, starebbe sbagliando di grosso.

Per esempio nel XIX secolo vitalismo, Naturphilosophie e mesmerismo, ciascuna delle quali sarebbe  disprezzata come pseudoscientifica oggi, giocarono tutte un’importante e significativo ruolo nei dibattiti scientifici dell’epoca, spingendo in avanti lo sviluppo di diverse discipline scientifiche.

Anche il XX secolo fu tutt’altro che immune dall’influenza di soggetti molto dubbi nell’evoluzione delle scienze. Quando morì, lo scienziato, divulgatore e scrittore Arthur Koestler dispose sul testamento di lasciare i suoi soldi per l’istituzione di una cattedra d’investigazione del paranormale, un atto che causò un forte grido di protesta tra la comunità scientifica. Ad ogni modo, durante il XX secolo, le indagini sui presunti fenomeni paranormali come telepatia, telecinesi, esperienze fuori dal corpo ecc. hanno contribuito all’ideazione e valutazione degli esperimenti, all’evoluzione di statistiche valutative degli stessi e dato un contributo generico allo sviluppo delle scienze cognitive.

Coloro che credono che la fisica del XX secolo sia immune da irrazionalità  dovrebbero leggere  la storia delle euristiche impiegate da coloro che svilupparono il modello standard; razionale è un’altra cosa.

Naturalmente, non sto  promuovendo le pseudoscienza né sostenendo in alcun modo chi cerca di  intrufolare le pseudoscienze all’interno del curriculum scolastico, ma come storico della scienza ho dei problemi con l’atteggiamento spesso quasi isterico della comunità scettica verso ciò che vedono come le forze demoniache dell’irrazionalità. In un’occasione, mentre si discuteva il ruolo che l’astrologia ha giocato nell’evoluzione dell’astronomia moderna, mi venne detto da uno dei massimi esponenti della comunità scettica tedesca – che era a quel tempo un fisico assegnista presso la mia università ed è ancora molto coinvolto nella comunicazione scientifica – che non dovrei dire certe cose in pubblico perché potrei dare al pubblico un’impressione ingannevole della scienza. Come storico della scienza posso solo dire che  sono i sostenitori di Dawkins, Mayer e affini, che col loro vangelo dello scientismo danno alla gente un’impressione ingannevole della scienza. La scienza si è evoluta durante i secoli lungo un percorso strano e intricato e quasi certamente continuerà a farlo nonostante gli sforzi  delle Orde di Pharyngula e della loro stirpe di chiuderla in una camicia di forza.

Foto di Pavel Danilyuk da Pexels

2 pensieri riguardo “L’interesse dell’umanità per le cosiddette pseudoscienze non è sempre stato un male per la scienza

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