Dal mondo

Requiem per HAARP

HAARP ha chiuso. Lo ha fatto in sordina, a maggio, senza annunci ufficiali.

Per chi non lo sapesse, HAARP è l’acronimo di High-Frequency Active Auroral Research Program. Si tratta di un progetto di ricerca, in collaborazione con l’Air Force Research Laboratory e l’Office of Naval Research. La sua base principale è in Alaska, a Gakona, ed è costituita da un enorme complesso di antenne radio.

A dar notizia della sua chiusura è l’ARRL (American Radio Relay League, l’associazione radioamatori statunitense), che ha chiesto a James Keeney, program manager del progetto HAARP, il motivo dell’apparente stato di inattività del complesso. Semplice, ha risposto Keeney: HAARP ha chiuso.

Attualmente il sito è abbandonato. Abbiamo esaurito i soldi. Non ne abbiamo più.

Keeney ha spiegato che la decisione era stata già presa due anni fa: troppo dispendioso. Tenere il complesso aperto costava 300.000 dollari al mese. E poi ci si è messo anche il Clean Air Act, una legge anti-inquinamento varata nel 2011: per adeguare i generatori diesel dell’impianto ai nuovi standard ecologici ci sarebbero voluti 800.000 dollari. Di qui la decisione: chiudere tutto. Le strade d’accesso sono state bloccate, gli edifici sprangati, l’elettricità spenta, il sito web messo offline.

Tra l’autunno e l’inverno 2013 la struttura dovrebbe essere rimessa brevemente in funzione per terminare alcuni progetti in collaborazione con la DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency). Ma poi, se nessun altro ente deciderà di rilevare il complesso, tutto verrà smantellato.

Degli obiettivi di HAARP vi avevamo già parlato qui, in un articolo di Gianni Comoretto:

Essenzialmente l’impianto invia onde radio nella ionosfera, riscaldandola leggermente e causando delle leggere ondulazioni (whistlers), analoghe ma più deboli di quelle causate dalla radiazione solare. In questo modo è possibile studiare come queste perturbazioni influenzino le comunicazioni radio.

Ma soprattutto HAARP era il capro espiatorio perfetto, invocato dai cospirazionisti per spiegare qualsiasi fenomeno fuori dalla norma. Un terremoto? Colpa di HAARP. Un nubifragio, un’inondazione, un tornado, una nevicata fuori stagione? E’ HAARP, che controlla i fenomeni meteorologici. E le scie chimiche? Collegate con HAARP anche quelle: come far rimbalzare il segnale radio in ogni parte del globo, senza una miriade di belle nuvole cariche di bario a fare da “specchi”?

Tutte teorie cospirative senza il minimo fondamento, e che probabilmente nemmeno la chiusura di HAARP riuscirà a fermare: c’è già chi ha ipotizzato che la serrata non sia altro che un depistaggio, per meglio continuare le attività in segreto. E poco importa se questa eventualità suoni abbastanza assurda: se i radioamatori sono stati i primi ad accorgersi del fatto che le antenne non trasmettevano più, probabilmente si accorgerebbero anche di una ripresa delle trasmissioni.

Di fronte alle immancabili teorie del complotto, Keeney ha chiosato:

Se veramente avessimo potuto controllare il clima, lo avremmo tenuto aperto.

Foto di Michael Kleiman, US Air Force, da Wikimedia Commons, pubblico dominio

Sofia Lincos

Sofia Lincos collabora col CICAP dal 2005 ed è caporedattrice di Queryonline. Fa parte del CeRaVoLC (Centro per la Raccolta delle Voci e Leggende Contemporanee) e si interessa da anni di leggende metropolitane, creepypasta, bufale e storia della scienza.

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