Dal mondo

Gli astronauti che credono agli UFO

Edgar Mitchell è uno dei dodici astronauti che hanno camminato sul suolo lunare: si tratta dunque di una persona influente, ascoltata, quasi “venerata” e quando parla anche di argomenti non strettamente legati alla sua carriera viene solitamente preso per una fonte attendibile e credibile. Perciò, quando ha dichiarato di ritenere che il governo americano possieda le prove dell’esistenza di visitatori extraterrestri, e di averne anzi la quasi certezza per via delle sue “fonti segrete”, come si può ritenere che sia un pazzo o un millantatore?

E infatti le sue recenti dichiarazioni a riguardo sono state riportate sulla stampa internazionale, incluso sulla nostra Repubblica (nonché Affaritaliani, ma questo sito non è proprio noto per la sua attendibilità). Stando a quanto riportato dal quotidiano di Ezio Mauro, Mitchell avrebbe affermato che il segreto sugli UFO viene tuttora mantenuto dal governo statunitense perché la tecnologia aliena è da sempre sfruttata per produrre nuove meraviglie tecnologiche e armamenti militari, e dunque sarebbe un segreto dell’industria americana da custodire gelosamente.

Qualche dubbio sulle sue affermazioni per la verità è più che lecito, ma oltre oceano il lavoro degli scettici è arduo: come criticare aspramente e smentire un vero eroe americano, un protagonista e un’icona della corsa allo spazio vinta contro i sovietici?

Noi invece ci proviamo, cercando di rimanere legati puramente ai fatti: sono almeno una ventina d’anni che Edgar Mitchell va raccontando dell’esistenza degli alieni, ma nelle sue esternazioni pubbliche ha sempre espresso convincimenti personali o ha parlato di fonti delle quali non ha mai voluto fornire i dettagli. Per quanto persona celebre e influente, le sue sono pertanto solo opinioni personali, così come vi sono decine di altri personaggi famosi che si sono dichiarati a favore di discipline pseudoscientifiche di ogni genere: su certi argomenti, essere famosi non conferisce alcuna autorevolezza aggiuntiva. Per un approfondimento a riguardo si può vedere questo post di Paolo Attivissimo di cinque anni fa ma ancora attuale.

Inoltre Mitchell è la stessa persona che negli anni ’60 e ’70 era convintissimo assertore dell’esistenza di poteri paranormali, tanto da aver fondato un istituto per il loro studio e da aver condotto degli esperimenti di telepatia non autorizzati nello spazio, conclusisi peraltro con un fiasco totale.

E’ dunque alquanto sospetto che la caduta in disgrazia della parapsicologia sia coincisa con l’abbandono, da parte del nostro protagonista, di questa “scienza” e con il suo contemporaneo abbraccio di un’altra discussa e misteriosa disciplina quale è l’ufologia.

Se stiamo ai fatti, Edgar Mitchell è sempre stato una persona fortemente attratta dalle pseudoscienze, che fin da giovane si è apertamente dichiarata credente in fenomeni della cui esistenza non sono state fornite prove convincenti, né da lei né da altri. Il fatto che sia stato anche un astronauta dimostra solo che è possibile possedere eccezionali doti di pilota e tecnico e mantenere nel contempo una visione mistica, spirituale e poco razionale della realtà.

Se allarghiamo un po’ lo sguardo scopriamo inoltre che, di tutti gli astronauti coinvolti nei programmi Mercury, Gemini e Apollo, solo due si sono espressi a favore dell’interpretazione aliena degli UFO: Gordon Cooper e, appunto, Edgar Mitchell. Su internet girano leggende su decine di presunti avvistamenti nel corso delle suddette missioni spaziali ma si tratta appunto solo di leggende (se siete abbonati a Query potete approfondire l’argomento su questo articolo).

Che i due soli autentici “credenti” non siano stati in grado di fornire testimonianze convincenti di avvistamenti compiuti in prima persona, ma solo racconti di seconda mano, non depone certo a favore dell’autenticità del fenomeno.

11 pensieri riguardo “Gli astronauti che credono agli UFO

  • Quindi, da un punto di vista razionale considerate le probabilità di vita evoluta su un pianeta e che l’universo è infinito noi saremmo l’unica civiltà! Una vera fortuna!

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  • Non so se esistano civiltà extraterrestri che ci vengano a visitare. E’ tuttavia indubbio che, data l’esistenza di centinaia di miliardi di galassie e sistemi solari, vi siano pianeti che ospitano la vita. Non penso che si possa escludere che fra tali forme di vita ve ne siano alcune ben più evolute della nostra, risultato che del resto, a pensarci bene, mi sembra facilmente ottenibile. Se consideriamo come un dogma l’impossibilità di avvicinarci alla velocità della luce per effettuare viaggi spaziali e quindi classificare come spazzatura anche la sola idea che civiltà extraterrestri possano visitarci (al pari di streghe, folletti fantasmi e sedute spiritiche) dovremmo forse ripensare gran parte del nostro modo di ricercare e vivere sullaterra. Gran parte degli sforzi e delle risorse economiche tecnologiche sono state dedicate, negli ultimi 50 anni, al volo spaziale e alla esplorazione di pianeti da colonizzare. Ma che senso ha un impegno del genere se diamo per scontato il fatto che non si possa viaggiare nello spazio? Magari attraversando miglieia di anni luce. Lawci ai lettori immaginare quali conseguenza tale approccio avrebbe su di noi e su questo pianeta … che sta puntando velocemente su quota 10 miliardi di abitanti.

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  • Gli scienziati non negano l’esistenza di altre civiltà tecnologiche nella nostra Galassia. Tutt’altro! Semmai il problema sono le enormi distanze che ci separano da esse da rendere utopico qualsiasi forma di contatto radio e tanto meno di una loro visita sulla Terra. Un solo anno luce corrisponde a 10.000 miliardi di km e forse la civiltà tecnologica a noi più prossima potrebbe trovarsi a non meno di 10.000 anni luce dalla Terra. Questo spiega il perchè fino ad esso e forse amai noi non abbiamo avuto nessun contatto con ET.

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  • Oltre alla distanza, c’è da considerare anche il fattore contemporaneità: basta qualche migliaio di anni di differenza tra la nostra civiltà e la loro (un’inezia in termini cosmici) e gli alieni si ritrovano a dialogare con un T-Rex. 🙂

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  • Ragazzi e non scordiamoci dei 25-30 mila euro, che si prende a conferenza, per pagarsi le SPESE !!!

     

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  • Il mondo degli ufologi è ben strano. Hanno un astronauta che è stato sulla Luna, ma non ha esplorato basi/relitti alieni. Eppure loro dipingono la Luna come una sorta di discarica aliena.
    I primi astronauti avevano tanto “manico”, ma quanto a cultura…
    Mitchell comunque sostiene l’esistenza, ma lui non li ha mai visti. Questo è il punto.
    Per il resto, lo spazio è incredibilmente vasto. questo ci autorizza acredere che là fuori possa esserci qualcun altro. Ma dove? Le ipotesi più ottimistiche parlano di centinaia di possibilità, si, ma nell’universo! Non nella nostra Via Lattea, che sarebbe comunque abbastanza vasta già di per suo.
    Qualcuno sopra ha fato notare che se il muro della velocità dela luce fosse invalicabile, l’esplorazione delle altre stelle sarebbe impossibile. Non direi. In un futuro lontano l’umanità potrebbe avere le tecnologie per usare con lal massima efficenza lel risorse disponibili, questo significa lal realizzazione di ambienti spaziali semi autonomi. Con lal dovuta spinta, tali ambienti possono diventare quelle che lal SF chiama astronavi generazionali. Io parto ed a destinazione arrivano i mieni pronipoti. I pionieri dello spazio. L’idea ci urta, ma è già successo. La storia dell’umanità è piena. Ovviamente questo tipo di colonizzazione è lento, ma teoricamente fattibile.
    Tornando in linea, non è la prima volta volta che persone “del mestiere” dicono castronate, ma è la loro opinione personale. Se poi trova eco nei media meno informati…

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  • Con la tecnologia che abbiamo oggi arrivare su Alfa Centauri impiegherebbe almeno 10.000 anni (decisamente troppi anche considerando che la nostra civiltà a 5000 anni) ma in futuro potremmo disporre di motori a fusione nucleare che ci farebbero raggiungere i 75.000 km/s. A quella velocità che è 1/4 della luce arriveremmo a destinazione in circa 20 anni (considerando la fase di accellerazione e decellerazione) un tempo tutto sommato compatibile con la vita umana. Certo 20 anni sono comunque tanti, ma potremmo ricorrere a tecniche di ibernazione o animazione sospesa. Questo è fattibile. In base a queste considerazioni non è un utopia il viaggio interstellare in se e per se, ma tutto dipende dalla nostra capacità di progredire tecnologicamente senza autodistruggerci prima.

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  • Tony, in linea di principio è vero, solo che devi avere la certezza che la tua astronave sia in grado di funzionare senza guasti per vent’anni. Ok, tieni sveglio a turno un certo numero di componenti dell’equipaggio. Però sull’ibernazione et simila ho i miei dubbi. Non posso escluderla come possibilità, ma a parte i toni enfatici che accompagnano certi piccoli successi in merito, non c’è molta carne sul fuoco. Ho paura che possa trattarsi di tecniche puramente fantascientifiche.
    C’è anche un altro problema, a quella velocità non hai il tempo di schivare ostacoli sulla tua traietoria. Solo il mezzo cosmico, polveri e gas naturalmente presenti nel vuoto, avrebbero un effeto abrasivo notevole.
    Quanto all’autodistruggerci, se non avremo un cataclisma nucleare, potremmo sempre avere un regresso culturale. L’umanità quindi potrebbe solo posticipare la sua conquista dello spazio, ammesso che lo vorrà conquistare.

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  • Mitchell e gli altri Astronauti non han trovato Alieni sulla Luna? E’ una ulteriore prova che la spedizione sulla Luna e’ stata una finta!

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  • Pingback: Gli astronauti che credono agli UFO | favisonlus

  • Già, poi dicono male di noi perché gli astronauti sulla Luna hanno buttato là i loro sacchetti pieni di cacca.
    Invece quel rotamat a cielo aperto che è diventata la Luna… ah, ma la rottamaglia aliena è come la pipì dei bambini… è santa!
    :):):)

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