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La bellezza del futuro secondo il Festival della Scienza

Che cos’è la bellezza? L’umanità se lo chiede da sempre, e nel corso della storia scrittori, poeti, artisti, persone comuni, hanno dato la loro risposta, decisamente soggettiva e personalizzata. Anche la scienza se lo chiede ogni tanto; e su questa premessa è stato impostato il programma dell’edizione 2013 del Festival della Scienza, che si svolgerà come di consueto a Genova dal 23 ottobre al 3 novembre. L’edizione del decennale del Festival è infatti incentrata sulla bellezza, che come recita il sito ufficiale, è quella cosa che fa “muovere quello spirito di avventura che potrebbe consentirci di trovare nuove strade per uscire dal periodo critico che ha travolto la nostra società”. La bellezza intesa quindi anche come percorso da intraprendere per costruire il futuro, possibilmente migliore del presente (e non è che ci voglia moltissimo). Su questo concetto il Festival ha costruito tutte la sua struttura, articolata come sempre in conferenze, mostre, laboratori, spettacoli ed eventi speciali, pensati per informare, divulgare e intrattenere tutti, dagli adulti ai più piccoli.

Tra le conferenze, numerosissime, se ne segnalano alcune interessanti sulle nanotecnologie (C’è tanta bellezza là in fondo alla nanoscala), sull’astronomia (Hubble e la bellezza del cosmo, Il lato oscuro dell’universo), sull’evoluzione (Il bello e le bestie), sulle neuroscienze (Un viaggio alla Verne al centro del cervello), sulla futurologia (Un ottimista razionale) e, novità, sul rapporto tra comic books e scienza (Comics and Science: da Rat-Man alla scienza). In più viene dedicato un approfondimento speciale alla tecnologia del grafene, materiale del futuro e anche del presente, a cui vengono dedicate conferenze speciali come Grafene: Benvenuti a Flatlandia, che rimanda al famoso romanzo di Edwin Abbott su un mondo popolato da esseri bidimensionali. Ma gli argomenti sono tra i più disparati e toccano praticamente ogni branca della ricerca scientifica.

Ci sono mostre di ogni tipo, da Bella e possibile: la matematica, a Il bello dei robot, da L’eleganza del tempo a Mostri di belle speranze, incentrata sulla fauna che popola il fondale profondo degli oceani. I laboratori, come nelle precedenti edizioni, sono stati pensati per far sperimentare direttamente ai partecipanti, grandi e piccoli, le possibilità e il fascino della ricerca scientifica. Negli spettacoli vengono messi in scena, letteralmente, temi e argomenti della scienza rappresentati sotto forma di spettacoli multimediali. Come Dal baroque al rock: con Darwin nella natura delle specie musicali, performance di divulgazione scientifico-musicale; o come Il Principio dell’Incertezza, spettacolo ispirato alle lezioni di meccanica quantistica tenute da Richard Feynmann. Con gli eventi speciali si racconta di come la bellezza viene tirata in ballo in modi diversi e originali; esempi sono Dallo storytelling allo storyboarding, sulle tecniche di narrazione in grado di unire le culture, e La scoperta della bellezza espressa in termini matematici. Con gli eventi ospiti e i grandi contenitori, Il Festival si apre ad altre manifestazioni, concomitanti per date e luoghi.

Tutto questo viene presentato, come al solito, da un enorme numero di scienziati, divulgatori, ricercatori e personalità provenienti dall’Italia e dal mondo, tra nomi noti e new entry come i cosmologi russi Andrey Varlamov e Serge Parnovsky. Come sempre, modalità di visita, luoghi e prezzi di biglietti e abbonamenti, si possono trovare sul sito ufficiale (www.festivalscienza.it/site/home.html). Dovrebbe poi essere possibile, come per le edizioni precedenti, seguire on line alcune tra le conferenze più importanti sul sito dedicato FestivalScienzaLive, anche se finora non ci sono notizie certe. Insomma, bellezza e scienza sono legate da un filo sottile ma resistente, che permette, a chi lo vuole, di cogliere le meraviglie del mondo che ci circonda e soprattutto di comprenderle, lasciandosene stupire.

Maurizio del Santo

Foto di apertura di Brian Garrity su Unsplash

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