6 Novembre 2024
Il terzo occhio

Pregi e difetti della stufa a candele

Da alcune settimane circola in rete un curioso video, in cui si vede come si può realizzare una sorta di stufa di fortuna con quattro candeline e due vasi rovesciati. Il titolo del video promette di riscaldare una stanza con 12 centesimi al giorno.

La cosa di per sé ha senso. Ci scaldiamo con il fuoco dal paleolitico, e il trucco dei vasi fa sì che il calore venga irraggiato nella parte bassa della stanza, mentre le candeline da sole finirebbero per produrre solo aria calda che scalderebbe essenzialmente il soffitto. Quindi come stufetta di emergenza, se uno non ha di meglio, il tutto funziona. Va benone anche come sistema per scaldare solo una piccola stanza, lasciando il resto della casa al gelo. In fondo se passiamo tante ore lì e la casa è grande la cosa ha senso. E non è neppure una novità, un sito americano reclamizzava un sistema simile già nel 2006 (nell’immagine in basso). Se poi lo uniamo alla idea giapponese del “kotatsu“, un tavolino basso con una coperta sotto il quale si mette una stufetta a candela, possiamo ottenere un calore confortevole, scaldando solo l’aria intorno al corpo e lasciando il resto della stanza al freddo.

Ma se pensiamo di ridurre la bolletta energetica scaldando la casa a forza di candeline dobbiamo ricrederci. Una casa italiana media ha bisogno di 30-60 kWh per metro quadro all’anno. Per un appartamento di 80 metri quadri, e un costo del metano di circa un euro a metro cubo, significa una bolletta di 250-500 euro l’anno (di solo riscaldamento). Per scaldare la stessa casa con la paraffina delle candele, assumendo che il tutto funzioni in modo ideale, ne servirebbero da 1 a 2 quintali. 100 candele come quelle del video costano circa 3,5 euro e pesano in totale circa 1,3 kg. Quindi le candele costano circa 2,7 euro al kg ed alla fine il costo del riscaldamento a candela sarebbe circa il doppio di quello a metano.  Insomma, la stufa a candele costa poco perché scalda poco, le quattro candele producono 150 watt di potenza termica, circa quella prodotta da una persona. Anziché le candele invitiamo un amico (o amica) in camera, e magari le candele le usiamo per fare atmosfera.


kandleheeter
Il riscaldamento a candele presenta qualche ulteriore problema. Finché bruciamo 4 candele, che durano circa 4 ore, in una piccola stanza, il ricambio naturale d’aria provvede ad eliminare il biossido di carbonio e a rifornirci di ossigeno.  In fondo si tratta di quantità circa uguali a quelle prodotte dal respiro di una persona. Se vogliamo scaldare la casa spargendo un numero di “vasi” adeguato in giro per le stanze arriviamo rapidamente a concentrazioni di CO2 decisamente preoccupanti. In fondo le canne fumarie le hanno inventate per dei buoni motivi.

In conclusione si tratta di un’idea carina, che in qualche caso può tornare utile, ma che in termini assoluti non porta a un effettivo vantaggio economico. Di fatto si ottiene solo quello per cui si ha pagato: se si vuole risparmiare sul riscaldamento basta abbassarlo. O, preferibilmente, isolare meglio la casa.

 

15 pensieri riguardo “Pregi e difetti della stufa a candele

  • Il calcolo economico non tiene conto delle candele benedette, che vengono fornite gratuitamente. Quindi costano meno sia del metà no che di quello intero:
    http://www.sanfrancescopisa.it/?p=473
    Ovviamente, se siete di Livorno, dovete trovarle a casa Vostra, mica venire a Pisa a rubarcele.

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  • E’ una cagata pazzesca.
    L’ho sperimentato spendendo circa 10 € per i materiali.
    Non riesce a scaldare nemmeno in mc di vano. Il fumo di candela oltretutto rende l’ambiente irrespirabile. L’aria riscaldata è veramente esigua, ma talmente esigua che se lasci le candele a cielo aperto producono da sole più aria riscaldata.

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  • @ Aldo: la cosa piu preoccupante Aldo sono i commenti al rituale. Da incubo!!!!Per il resto d’accordissimo con Camoretto,meglio un’amica da 150w.

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  • Per meno di 50 centesimi si va in libreria e si comprano tanti bei libri da bruciare su apposita graticola. Vedrete come vi riscaldano l’anima tutte quelle belle parole… c’è ancora chi crede che il calore si possa amplificare.
    Poi dalle mie parti fornitori di candele gratis non ci sono.

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  • @ Aldo Grano:   saranno almeno 5 anni che vedendo i tuoi commenti mi chiedo se tu sia un “bot” o meno…..continuo a seguirti, è istruttivo sai!

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  • Caro Luk, sai che sono vecchio e per me i Bot sono titoli di stato a scadenza ravvicinata. Le Bott (ma con due T) sono, invece, delle Siciliane allegre in forma abbreviata e meno censurabile. Immagino che i Tuoi “bot” siano invece collegati al linguaggio dei blog. Persone che vanno BEN oltre negli OT? O persone che non si capisce mai se ci sono o ci fanno? Traducimelo, abbi compassione.

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  • Aldo Luca M. non sono io .CIAO Luca Neri Cesena

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  • Hai ragione Luk, sono andato giù un po’ distrattamente. Comunque che sia Luca Menichelli, Luca Evangelisti o chiunque lo sappia, anche Tu, potreste cortesemente dirmi cosa sia un “bot”?

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  • @ Aldo:  dai non è difficile sei adulto abbastanza per fare una ricerca, no?
    da wiki che ormai è la mammasantissima della query generica
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    Il bot (abbreviazione di robot) in terminologia informatica in generale è un programma che accede alla rete attraverso lo stesso tipo di canali utilizzati dagli utenti umani (per esempio che accede alle pagine Web, invia messaggi in una chat, si muove nei videogiochi, e così via). Programmi di questo tipo sono diffusi in relazione a molti diversi servizi in rete, con scopi vari ma in genere legati all’automazione di compiti che sarebbero troppo gravosi o complessi per gli utenti umani.
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     ecco mi ispiri l’essenza del BOT, non averne a male ma a volte è un dilemma perchè il confine fra il reale ed il surreale è ambiguo, continuo a studiarti
    ps non sono il Menichelli e nemmeno il Neri, chiamami “lo studente”
    bai 

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  • E non è nemmeno Luca Menichelli qeul Luca M. 😀
    Comunque il bot è il finale di Robot, nel caso specifico vuol dire se ci sei o ci fai, non in senso negativo intendo sia chiaro.  😉

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  • Bot è un’abbreviazione di Robot e fa riferimento a dei programmi automatizzati il cui scopo è quello di ripetere ciclicamente, e in maniera rapida, un’azione. Ad esempio alcuni bot vengono utilizzati per inviare mail di pubblicità, o truffa, a tantissime persone in poco tempo.
    In questo caso la battuta di chi ha commentato faceva riferimento al fatto che da ben 5 anni “trovava” i tuoi commenti un po’ dappertutto, e quindi si chiedeva scherzosamente se tu non fossi una macchina!

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  • Grazie, Andrea. Non sono una Macchina, sono comunque un Replicante: ho visto cose che Voi umani non potete nemmeno immaginare!

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