Dal mondo

La balena bicefala e altre duplici storie

Ha fatto il giro del mondo la notizia di un insolito ritrovamento in Messico questi giorni: due balene siamesi appena nate, con due teste e due code perfettamente formate ma unite all’altezza del torso. Secondo quanto riferito dagli esperti del museo di storia naturale di Los Angeles a National Geographic le due balene siamesi erano più piccole di un balenottero normale appena nato (2-3 metri contro 4 di media), ma questo può voler dire che si tratta o di un aborto o di feti nati sottopeso per via dello sforzo nella gravidanza gemellare. Al ritrovamento la balena bicefala era ancora viva ma è sopravissuta solo poche ore: le balene siamesi non sopravvivono a lungo dopo la nascita perché hanno difficoltà a nuotare e respirare.

Considerando che i cetacei nascono con la coda in avanti, e che qui di code ce n’erano ben due, non è chiaro come la madre abbia potuto partorire, né se sia sopravissuta al parto. Non è comunque stata ritrovata.

Per quanto raro, gli esperti riferiscono che non si tratta di un evento unico e che gemelli siamesi erano già stati riportati per altre specie di balena. Smentiscono anche la voce che sia colpa delle radiazioni di Fukushima.

Questo non è l’unico esempio di animale bicefalo nato a cavallo del 2014: il 30 dicembre 2013 era nato in vitellino bicefalo in Marocco. Basta guardare sul web per vedere che l’evento di un vitellino bicefalo, al contrario di quanto accade per le balene, per quanto infrequente e per quanto bizzarro, non è poi così raro. Idem dicasi per i serpenti, le tartarughe, i gattini, i polli, gli squali, le salamandre e così via. C’è persino il caso famoso di Abigail e Brittany Hensel, le teen-ager americane gemelle siamesi con due teste e un unico corpo, con ciascuna testa che muove il braccio e la gamba della metà corrispondente del corpo. Nessun vertebrato, insomma, è immune al fenomeno. Serpenti e tartarughe sembrano sopportare abbastanza meglio degli altri lo stress dovuto alla mutazione e riescono in alcuni casi ad arrivare sino all’età adulta, mentre la mortalità neonatale degli individui bicefali tra i mammiferi sprovvisti di cure mediche sfiora il 100%. Frank e Louie tuttavia sono le due teste di un gatto siamese (di razza e di fatto) arrivato all’incredibile età di 12 anni. In realtà si tratta di due facce collegate a un cervello solo, quindi si muovono all’unisono. Frank però non ha un esofago, quindi Louie mangia per due.

L’origine della bicefalia (o, più propriamente, policefalia) è la stessa dei gemelli siamesi ed è dovuta alla mancata disgiunzione di due gemelli monozigoti nelle prime fasi della vita embrionale, avviene da sempre, e non è particolarmente collegata alle radiazioni. E’ stato addirittura rinvenuto il fossile di un rettile del cretacico inferiore bicefalo.

Il fenomeno ha però da sempre contribuito ad alimentare l’immaginario e fantasioso mondo interiore di Homo sapiens. Cerbero, il cane a tre teste, ad esempio, o l’idra di Lerna erano mostri policefali della mitologia greca. Scilla fu per gelosia trasformata dalla maga Circe in un mostro a sei teste e quattro occhi. E poi c’è naturalmente Giano Bifronte dei romani, forse ispirato a un caso di disopropia, ovvero due facce ma una testa sola, come il gatto Frank e Louie. Gli dei della mitologia indiana hanno un numero di teste nettamente superiore alla media degli altri dei: Brahma ne ha quattro, Ravana ne ha dieci, Airavata è un elefante a sette teste e così via. Poi ci sono anche i draghi a due o più teste delle mitologie nordiche e, pur non essendo una creatura leggendaria o divina, una piccola menzione la merita anche Zaphod Beeblebrox della Guida galattica per autostoppisti.

La policefalia ci inquieta perché si tratta di due creature che condividono un unico corpo e, se da un lato ci desta orrore per la deformità, dall’altro siamo coscienti che si tratta di una creatura con ben due cervelli, ovvero il 100% in più della nostra materia grigia, e ci si aspetta che ci batta in scaltrezza. Considerata l’intelligenza delle balene, se la balena bicefala fosse sopravissuta avrebbe probabilmente potuto spiegarci qualcosa, soprattutto sul perché non è una buona idea dare la caccia alle balene.

Foto di Stephen Hart da Pixabay

5 pensieri riguardo “La balena bicefala e altre duplici storie


  • Abigail e Brittany non sono “una adolescente bicefala” ma due Gemelle Siamesi. Hanno due cervelli e due personalità. Per favore, c’ è già abbastanza confusino nella nostra specie, non facciamone dell’ altro.

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  • Infatti nell’articolo c’è scritto “Abigail e Brittany Hensel, le teen-ager americane gemelle siamesi”

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  • In realtà il testo è stato modificato dopo la segnalazione per evitare discussioni, anche se in questi casi la distinzione tra individuo bicefalo e gemelli siamesi è più filosofica che biologica.

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  • Scusate se insisto, ma un “individuo bicefalo” ha due teste, o almeno un duplice viso, che obbediscono a un cervello solo. Le Gemelle in oggetto sono due donne, nate unite in buona parte del corpo. Giacché ci sono e sono un rompiscatoloni seriale, anche la dizione: “ci desta orrore per la deformità” mi inquieta e non mi piace fatto da un Articolista del CICAP: si tratta di esseri umani che si sforzano di vivere una vita normale e sono aiutati dalla Famiglia e da tante persone, comprese Medici e altri Scienziati. Anche per quanto riguarda gli Animali, anche se molti Credenti, oltre gli Atei, pensano che non abbiano un’ Anima, la nostra legge e le consuetidini Scientifiche sono orientate al rispetto o, al massimo, allo Studio, non al rifiuto con orrore, anticamera della soppressione a prescindere. So che, comunque, le posizioni ufficiali del CICAP e della maggioranza degli aderenti sono contrari alle discriminazioni umane e allo sfruttamento non giustificato scientificamente degli Animali. Vi ringrazio per la correzione e la difesa di fronte a lettori ritardatari come quello che l’ ha letto per 51esimo.

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  • La precisazione della redazione è stata doverosa e gradita. Consiglio alla redazione di segnalare a margine o a piede di un articolo la revisione dello stesso.
    @Aldo: personalmente l’ultimo paragrafo l’ho inteso come  scritto con un po’  di ironia e forse di sarcasmo, a tutto vantaggio dei policefali. Dopo aver citato i mostri della mitologia, orrorifici per natura, l’autrice dice con una antitesi chiaramente che anche essi nonostante l’aspetto sono più intelligenti  di noi, semplici monocefali

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