Regione Piemonte e agricoltura biodinamica: la replica di Agri.Bio
In seguito al nostro articolo sui finanziamenti della Regione Piemonte all’agricoltura biodinamica, ci è arrivata una richiesta di replica da parte dell’ente beneficiario dei finanziamenti, Agri.Bio Piemonte. La trovate qui di seguito. Qui, invece, la nostra risposta all’articolo.
Oggetto: riscontro all’articolo del 13 Novembre sul sito Query on line
Caro Autore Anonimo, qualche giorno fa un Conoscente mi ha riferito che Qualcuno su un sito internet “parlava di me e di Agri.Bio.Piemonte”. Quale stupore! Incuriosito, ovviamente, mi sono precipitato a leggerlo tutto d’un fiato. Non Ti nego che, terminata la lettura, mi sono detto “che delusione, quel Qualcuno, che peraltro non si è neanche firmato, ma sta parlando di me, in qualità di Presidente di Agri.Bio, sta riportando, a mio modesto avviso, dati non veritieri, non reali e, soprattutto, non obiettivi”.
A questo punto, dato che mi sembra di capire che mi hai definito il Leone della Foresta Agricola, mi permetto di descriverTi come stanno le cose. Devi solo aver voglia e tempo di leggere. Devi sapere che l’associazione Agri.Bio.Piemonte è un’Associazione Onlus dei Produttori e dei Consumatori Biologici e Biodinamici, costituita negli anni novanta, che opera a livello regionale in qualità di ente formativo accreditato. L’Associazione non ha scopo di lucro e non ha carattere politico. Sul punto, caro Amico, Ti svelo un segreto: Agri.Bio.Piemonte oltre che essere riconosciuta come associazione dei produttori biologici e biodinamici dalla Regione Piemonte , tra l’altro, è federata a livello nazionale con FederBio, ma … non dirlo a nessuno.
L’Associazione, coadiuvata costantemente da Professionisti e Tecnici di comprovata esperienza, che se vorrai Te li presenterò personalmente, svolge la propria attività in campo agricolo: dalla ricerca (sperimentazione e dimostrazione in ambito biologico e biodinamico per valutare l’efficacia di tecniche innovative di coltivazione e per la diffusione della loro conoscenza e applicazione a livello degli operatori agricoli con bandi regionali) ed assistenza tecnica (per l’applicazione di metodi di produzione vegetale e animale biologici e biodinamici, per la gestione delle pratiche documentali ai fini della certificazione, progettazione e pianificazione ordinaria e straordinaria, consulenza per la presentazione di domande di finanziamento per miglioramenti fondiari e avviamento attività con la Misura 111.1.B del PSR 2007 – 2013) alla promozione e commercializzazione di tali prodotti.
Riprendendo il Tuo articolo, mi chiedo come Tu possa aver asserito “l’agricoltura biodinamica si basa prevalentemente su una visione mistica e spirituale del mondo e non su osservazioni concrete ed oggettive”.
Caro Amico, devi sapere che amo ciò che faccio e pertanto, mi permetto, al fine di poter togliere qualsiasi dubbio sulla materia trattata, di raccontarTi, sempre brevemente, direi quasi in pillole, cosa sia l’Agricoltura Biodinamica. E’ un sistema agricolo caratterizzato da un criterio di ricostruzione dell’armonia e dell’equilibrio tra la natura e l’uomo nato nel 1924 in Austria in una azienda agricola di 12500 ettari, attraverso una serie di conferenze di Rudolf Steiner su richiesta di agricoltori che avevano visto con l’introduzione dell’agricoltura chimica un aumento delle malattie nelle piante e negli animali ed un peggioramento dell’humus nel terreno. Rudolf Steiner fu il primo (inascoltato) che provò che la causa dell’aumento delle malattie delle piante era dovuto alla perdita di humus nel terreno. Il suo collaboratore E. Pfeiffer misurò questa perdita di humus a livello mondiale nel 75% già nel 1960!
Questa particolare tipologia di agricoltura si basa su diversi Principi. J. W. Goethe vedeva, nel suo poderoso lavoro in 12 volumi dal titolo “Gli scritti scientifici”, tra le piante ed il suolo un “matrimonio indissolubile” dove il suolo è di fatto lo “stomaco” della pianta ed il “cuore” della stessa pianta è governata dal Sole e dal sistema solare e questo principio è la base dell’agricoltura biodinamica che agisce con l’uso di appositi preparati biodinamici che mettono “in moto” tali processi vivificandoli.
Per questo motivo la base della salute delle piante sta nel mantenere ed aumentare la fertilità della terra, curando in particolar modo l’humus con la spruzzatura di un preparato biodinamico (il 500 o cornoletame) che attiva la radicazione delle piante, il cumulo biodinamico che rafforza l’humus nel terreno ed il cornosilice che guida e favorisce i processi di maturazione e qualitativi in genere.
Caro Amico, se ciò non bastasse, Ti dico di più: dal 1932 esiste la certificazione privata registrata Demeter, ben 20 anni prima della certificazione biologica, che tutela i prodotti da agricoltura biodinamica; dal 2007 esiste anche la certificazione privata registrata Agri.Bio.Dinamica che tutela il prodotto biodinamico creata da Agri.Bio.Italia.
Caro Amico, ora affrontiamo il tema del finanziamento del bando dei corsi in oggetto della Mis. 111.1.A del PSR della Regione Piemonte, che per la precisione si chiama “Nuove sfide Health Check: Cambiamenti climatici, gestione delle risorse idriche e biodiversità”. Come dice il titolo del bando, è teso a promuovere tecniche innovative che vadano ad incidere su queste tre priorità. Queste priorità, stranamente sono state provocate dall’agricoltura chimica (erroneamente chiamata convenzionale, perché avvelenare la terra dalla quale ti nutri non è proprio una convenzione ma una follia) fatta dall’uso di circa 10 milioni di tonnellate all’anno (solo in Italia) di veleni per funghi ed insetti sempre più potenti e refrattari e diserbanti vari.
I corsi in questione servono proprio per informare gli agricoltori su tecniche innovative e non invasive (sul punto Ti evidenzio che l’agricoltura biodinamica non solo non è proibita, ma è riconosciuta dal regolamento CE 834/07 e prima ancora dal Regolamento CE 2078/92 fin dal 1991) e lo stesso corso per essere attivato deve avere la richiesta di partecipazione di almeno 7 agricoltori.
Mi sembra ovvio che sia permesso proprio agli agricoltori richiedere di attivare e partecipare a corsi dove si parli di tecniche di agricoltura biodinamica che, fra l’altro, anche grazie ad una sperimentazione scientifica di oltre 80 anni ha dimostrato la sua efficacia sulla rigenerazione dell’humus, della difesa da funghi ed insetti, sul minore consumo di acqua in agricoltura e sulla rigenerazione delle sementi (solo per indicare alcuni campi di attività).
Ai corsi in questione la Agri.Bio.Piemonte, come da bando, lascia la possibilità di partecipare come uditori soggetti non agricoltori che siano interessati all’argomento del corso in oggetto. Potresti pertanto venire anche Tu, se non sei già venuto: sei sempre ben accetto! E’ il luogo giusto per dialogare della questione in modo costruttivo e soprattutto è una buona opportunità per imparare qualcosa. Tutte le critiche costruttive sono ben accette, le altre no.
Non Ti nego che oltre a leggere il Tuo articolo mi sono persino soffermato sul video di un tal Signor Dario Bressanini. A mio modesto avviso non mi sembra che possa essere considerato il Maestro dei Maestri. Mi sembra, ma posso sbagliare, che esprima solo preconcetti e non conosca affatto la materia.
Sono dell’idea che per esprimere un’opinione occorra conoscere la materia. Ed è proprio per questo che Ti invito, caro Amico, a studiare. E se hai bisogno io ci sono.
Non essendo mia intenzione polemizzare sugli operati altrui, reputo più interessante spendere ancora due parole sull’agricoltura biodinamica che è riconosciuta ed autorizzata dal regolamento CE 834/07. Quindi non è “una pratica da stregoni”: pensa che in molte università di paesi civili (Inghilterra, Germania, Austria, Francia, Stati Uniti, Danimarca, Australia solo per citarne alcuni) è materia di insegnamento da decine di anni e molte scuole agrarie in tutta Italia richiedono sempre più di fare lezioni e seminari sull’agricoltura biodinamica a noi ed alle associazioni che si occupano di agricoltura biodinamica.
Non a caso l’agricoltura biodinamica è praticata in oltre 90 Stati nel mondo e solo in Australia si conducono con le tecniche biodinamiche oltre 1,5 milioni di ettari e se Ti interessa guarda cosa ha fatto in Egitto Ibrahim Abuleish con il progetto Sekem: ha coltivato il deserto! Senza contare il grande successo dei vini biodinamici in Europa che hanno sempre maggiore richiesta dai consumatori e soprattutto hanno terreni viventi!
Sulla base di quanto appena evidenziato, non riesco a comprendere la Tua affermazione: “il proliferare di corsi esplicitamente riferiti all’agricoltura biodinamica”. Sembra che Tua stia dando quasi un senso negativo a questo tipo di Agricoltura.
Ti rammento che in tutta Italia ed in tutto il mondo vi è sempre più una forte attenzione e richiesta di formazione su questo metodo di agricoltura che, fra l’altro, ha il pregio che costa praticamente nulla e produce moltissimi effetti positivi.
Pensa che la FIBL svizzera, un ente di ricerca finanziato dal governo svizzero, ha fatto una ricerca comparativa tra agricoltura chimica (quella che Tu chiamate agricoltura convenzionale), agricoltura biologica ed agricoltura biodinamica per 21 anni di seguito e le prove sulla qualità dell’agricoltura biodinamica sono state schiaccianti.
I grandi biologi Lilly ed Eugene Kolisko hanno sperimentato fin dal 1929 per oltre 50 anni la validità scientifica dell’agricoltura biodinamica con migliaia di sperimentazioni scientifiche: in Italia il testo è stato tradotto ed edito da Agri.Bio.Edizioni nel 2003. Non sto a dilungarmi sulle numerose sperimentazioni scientifiche, dagli anni ‘30 in poi, che sono disponibili su molti siti dedicati.
Caro Amico, diversamente da quanto sostenuto nel Tuo articolo, gli effetti dell’agricoltura biodinamica sono provati scientificamente e, soprattutto, visibili anche da un uomo palesemente inesperto.
In merito ai contributi percepiti sui bandi indicati mi sembra che si sia fatta un po’ di confusione, mi auguro, non voluta. Ma provvedo, anche su questo punto, a chiarire, mi auguro, ogni dettaglio.
Per il contributo della la Mis. 111.1.A abbiamo avuto il finanziamento approvato di € 196.000,00, e non € 296.000,00 come da Te erroneamente scritto, per gli anni 2012-2013, che sono cifre molto basse rispetto agli altri enti che hanno avuto finanziamenti con tale bando di € 2.104.000,00.
Per la misura 111.1.B, che nulla ha a che fare con la Mis. 111.1.A, abbiamo avuto l’approvazione di bandi dal 2009 al 2013 di € 338.400,00 e non di € 486.400,00 come da Te scritto.
Anche qui si omette di dire che, per esempio, sono stati aperti 3 bandi dove nella mis.111.1.B del 2011 -2012 sono stati finanziati enti per il servizio di sportello per la cifra di € 7.800.000,00 ed Agri.Bio.Piemonte ha avuto il 2,56% dei fondi deputati.
A differenza di quello che mi sembra Tu abbia voluto dire, non è un’enormità. Fra l’altro anche il totale dei 2 bandi attribuito ad ABP da Te citato mi sembra errato in quanto il totale approvato (e non ancora totalmente realizzato e soprattutto pagato dall’ente erogatore) ammonta con le due misure a € 534.400,00 e non a € 782.400.
Fra l’altro ricordo che questi bandi sono stati aperti dall’Assessorato Agricoltura della Regione Piemonte. Agri.Bio.Piemonte vi ha partecipato in quanto ente formatore riconosciuto ed i bandi in oggetto sono stati finanziati su tematiche riconosciute ed approvate dagli enti deputati.
Mi pare, quindi, che la Tua analisi “scientifica” dei costi e delle deputature sia tesa ad evidenziare qualche cosa che per pura combinazione non sia conforme alla realtà. Leggendo il Tuo articolo sembrerebbe di capire che tu stia asserendo che chi come noi promuove la biodiversità ed il non inquinamento del terreno in agricoltura non sia degno di usare fondi pubblici. Conseguentemente, chi consiglia (in maniera scientifica) di usare milioni di tonnellate di pesticidi e diserbanti che hanno ridotto l’humus nei terreni (dati non dei biodinamici ma del Der Spiegel) di oltre l’80% in meno di 50 anni ed aumentato esponenzialmente le malattie dei vegetali e degli animali vengono anche finanziati con centinaia di milioni di euro. Ho capito male? Spero di sì.
Sui ben 10 corsi che hai contato nelle diverse località del Piemonte Ti evidenzio, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, che il corso di Cuccaro è stato fatto col programma stabilito (fra l’altro l’ultima lezione è stata fatta in un panificio biologico di Lu); più attinente di così alla “Filiera dei pani e dei grani antichi” …: le attinenze delle influenze planetarie sui cereali (come da programma) è stato dimostrato ampiamente dagli studi di Maria Thun fin dal 1952 con una rigorosa serie di pubblicazioni e sperimentazioni pubblicate in 20 lingue e gli stessi principi del calendario biodinamico sono usati oggi da migliaia di agricoltori.
Il corso di Castellinaldo dal titolo “La salvaguardia della biodiversità nella biodinamica” è stato fatto seguendo il programma presentato ed approvato: ricordo che i “preparati cornosilice e cornoletame non vengono aggiunti al letame” come erroneamente descritto nell’articolo, ma spruzzati il primo sui frutti per aumentarne la qualità ed il secondo sul terreno umido per favorire la radicazione. Semmai nel letame si inseriscono i preparati da cumulo … .
La stessa cosa vale per il corso di Mondovì dove strettamente inerenti al titolo ed al programma presentato ed approvato abbiamo tratto temi espressamente richiesti dagli agricoltori partecipanti.
Per quanto riguarda il corso di Dronero “Orticoltura biodinamica: la difesa delle varietà locali” dove sempre su richiesta degli agricoltori partecipanti abbiamo trattato la difesa delle orticole tramite il mezzo delle ceneri e tramite il calendario delle semine … come da programma.
Fra l’altro ricorda, non per gloriarmi, ma per Tua conoscenza, che i corsi di ABP sono seguitissimi e gli stessi partecipanti ci ringraziano delle conoscenze che portiamo loro e grazie a questi corsi si sta riducendo l’uso di pesticidi e diserbanti.
La pratica delle ceneri, tecnica di controllo delle infestanti, funghi, insetti ed animali, che mi sembra che Tu le bandisca, fra l’altro usate in forme più semplici da millenni in agricoltura ed estremamente funzionate e senza costare praticamente nulla e senza usare veleni, non si fa oggi, come dici Tu, “bruciando un parassita e spargendone le ceneri”, ma con tecniche molto più complesse e rigorose, che, per bontà di sintesi, evito di trattare.
Sappi, però, che ho avuto modo personalmente di provare e vederne l’effetto per diversi anni e su diversi elementi.
Caro Amico, Ti do ragione quando asserisci che nella vita ci sono cose strane e delle quali non si conoscono bene le pratiche. Ma non Ti preoccupare. Spaventa solo ciò che non si conosce. Bisogna solo aver voglia e tempo di studiare e di appassionarsi alle cose.
Caro Amico, con questa mia spero di aver solleticato la Tua curiosità di Studiare la materia. Ascolta e studia le tecniche, ma poi fatti una Tua idea.
Ma non mi fermo qui. Ti invito a conoscere me ed il mio mondo, un mondo in evoluzione. Solo la conoscenza e la voglia di fare porta a “capire” il senso delle cose: la critica fine a se stessa non porta da nessuna parte. Sperando che Tu accolga il mio invito, auguro a Te ed ai Lettori appassionati auguri di buone feste.
Ivo Bertaina
Presidente Agri.Bio.Piemonte
Immagine: Preparazione del cornoletame. Foto di Sugar Pond, da WikimediaCommons, licenza CC BY-SA 2.0 Generic
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Tirando le fila (a modo mio, non del CICAP) del discorso direi che, da un punto di vista Scientifico, bisognerebbe scindere le Filosofia di fondo di un metodo di coltivazione agricola dai risultati, e dai costi necessari per raggiungere i quali. Credo, cioè, che di un metodo di coltivazione vadano valutati i costi/benefici ed una valutazione onesta mi pare possa far convergere interessi diversi e filosofie diverse sull’ opportunità di adottarlo e di finanziarlo (nessuna forma di Agricoltura sopravviverebbe oggi in Europa senza finanziamenti, sia essa chimica, OGM o Biolo-Biodi-namica: In regime di libero mercato, senza nessun provvedimento e nessun fondo per salvare gli ultimi Contadini rimasti, in Europa mangeremmo olive e oli extravergini Cinesi e berremmo Chianti Africano).
Presidente Bertaina non so se il Suo è lo stile usuale dei biodinamici. Se sì un motivo in più per continuare a non esserlo. Secondo me, nèh!
Mi chiedo se non sia più semplice far benedire le colture dal parroco come si fanno benedire automobili, animali, oggetti da lavoro, etc… invece che preparare tutti quegli intrugli e impiegare tanto tempo e fatica. Meno spesa stessa resa.
Bravo, 51enne. E se si vuol risparmiare il Parroco, ogni agricoltore può invocare singolarmente S. Isidoro di Siviglia e S. Magno di Fußen. Per gli Animali da allevamento, invece, S. Adalaro Vescovo e S. Wendel.
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