Fanta-scienza

L’esercito Usa progetta un chip cerebrale

DARPA, ovvero Defense Advanced Research Project Agency, il ramo tecnologico e scientifico dell’esercito Usa, i cui scopi però vanno spesso oltre il progettare nuove armi e abbracciano quello che sembra il desiderio di migliorare le condizioni di vita dei soldati e, per estensione, dei civili. Il progetto riportato online dal sito Extremetech ha un’ambizione di alto livello. Si tratta di un impianto cerebrale con un doppio scopo: registrare i ricordi dei soldati, così che se dovessero subire danni al cervello diventerebbe possibile recuperare la memoria; stimolare il lato destro del cervello in fase di addestramento e in azione per migliorare la capacità di acquisire nuove conoscenze e ridurre i tempi di reazione. E questi sono solo due delle potenziali applicazioni.

Il progetto, chiamato Restoring Active Memory, è ora nella fase in cui la DARPA sta richiedendo proposte da compagnie private che hanno già sperimentato con successo gli impianti cerebrali, come la Medtronic, che ha creato il DBS, ovvero Deep Brain Stimulation, un impianto che ha avuto risultati quasi miracolosi nel controllare i debilitanti effetti del morbo di Parkinson, come potete scoprire nel video qui sotto.

The effects of DBS on the motor symptoms of Parkinson’s Disease

Ma anche la Brown University è una possibile candidata, avendo creato un’interfaccia cervello-computer in grado di far comunicare la mente via wireless con un computer situato nelle vicinanze, ben rappresentato in questo video.

Paralysed woman moves robot with her mind

Il progetto RAM ha due obiettivi: analizzare e decodificare i segnali neurologici e scoprire come immagazziniamo i ricordi, facendo in modo di poter riprogrammare un cervello che abbia subito una perdita di memoria.

L’ambizione della Darpa va ben oltre l’aspetto militare. Si vuole creare un prototipo di dispositivo neurale in grado di far recuperare la memoria in tutti i pazienti con questa patologia. Al momento può sembrare un progetto vicino alla fantascienza, o al nuovo Robocop dove accadono cose simili ad Alex Murphy, ma in realtà il RAM è solo a qualche anno di distanza dal passare dalla teoria al prototipo e portare un giorno non solo a guarire malattie incurabili o danni cerebrali, ma trovare nuove strade per evolvere la mente umana.

Voi che cosa ne pensate, il RAM può migliorare la condizione umana?

Leo Lorusso

Foto di Robina Weermeijer su Unsplash

2 pensieri riguardo “L’esercito Usa progetta un chip cerebrale

  • Avendo loavorato dieci anni per la Medtronic, ho potuto seguire l’ “evoluzione” dei dispositivi medici della linea neurologica. Si partì con Pacemakers esterni, modificati da quelli per cardiostimolazione. Si stimolava il Sistema Nervoso Periferico, per aiutare pazienti con patologie associate a dolore incoercibile, come ad esempio, il Morbo di Burger. Con il Progresso della Medicina e, soprattutto, della Tecnologia dei Neurostimolatori, si passò ad impiantarne di sempre più piccoli e multifunzione in pazienti con diverse patologie.
     http://www.medtronic.it/tua-salute/dolore-cronico-schiena-gambe/nostra-terapia/neurostimolatore/che-cose/
    La stimolazione del Sistema Nervoso centrale fu considerata l’ obiettivo da raggiungere col Progresso ed il Morbo di Parkinson sembrò, fin dall’ inizio, il primo candidato. Dopo 20 anni che non frequento più Medtronic posso non essere aggiornato, ma mi risulta che pensare di intervenire con la Neurostimolazione per migliorare quelle prestazioni del nostro cervello cui teniamo maggiormente, come l’ Intelligenza e la Memoria, sia ancora fantascienza. Un conto è pensare di stimolare in modo appropriato certe aree cerebrali con la speranza di ridestare ricordi perduti, un altro, non ancor raggiunto, è pensare di poter registrare i ricordi, come certi dispositivi Medtronic degli ultimi anni in cui c’ ho lavorato facevano con pezzetti di ECG e di EEG. Un’ altra frontiera interessante di ricerca è il tentativo di stimolare con questi dispositivi la ricrescita cellulare. Per alcune lesioni di tipo diabetico o vascolare o traumatiche ci sono anche risultati, ma per i Neuroni non mi risulta.

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  • Il link postato non si apre, ma se andate sul sito medtronic.it trovate con facilità le informazioni sulla Neurostimolazione che volevo render disponibili. Approfitto dell’ ultimo numero di Quotidiano Sanità, che parla dei progressi nella cura del Morbo di Parkinson, per spiegarVi meglio cosa è “miracoloso” nella terapia DBS. Innanzitutto si tratta sempre di Terapia Sintomatica, che non guarisce la malattia ma migliora le condizioni di vita di alcuni tipi di paziente. L’ articolo dice, giustamente, che non è per tutti. Io Vi dico, sotto mia responsabilità, che è per pochi anche a causa del costo. Se costasse di meno se ne potrebbero giovare più malati. Ed è questo il problema grosso di queste tecnologie estreme: non le forniranno mai agli Ospedali di Emergency di Gino Strada e neanche ai Medici Senza Frontiere.Ovviamente mi fa comunque piacere che il CICAP usi ogni tanto, seppur in senso ironico, la parola miracoloso.E ora spero funzioni questo secondo link.
    http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=19840&fr=n

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