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Il valore dei fatti: convegno CICAP a Milano

31 marzo 2014, ore 9.30-13
Sala Napoleonica
Università degli Studi di Milano, Via S. Antonio 12

Il valore dei fatti: un argine alla diffusione delle pseudoscienze, un contributo alla crescita culturale e civile del Paese.

CICAP, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze fondato da Piero Angela nel 1989, e l’Università Statale di Milano, in prima linea nella diffusione della corretta cultura scientifica, propongono una giornata di riflessione dedicata alla preoccupante diffusione delle pseudoscienze: ovvero alla circolazione mediatica, in campo medico, alimentare, economico, storico, di contenuti privi di qualsiasi riscontro effettivo, mimetizzati con l’equivoco travestimento del linguaggio e della terminologia scientifica. L’obiettivo è di riaffermare con forza il “valore dei fatti”: la necessità che le diverse affermazioni, teorie, ipotesi di spiegazione immesse nel dibattito pubblico siano adeguatamente sostenute da prove, per garantire ad una società democratica le condizioni necessarie a prendere decisioni consapevoli, basate su informazioni accurate.

Programma

9.30 Saluto del Rettore dell’Università Statale di Milano Gianluca Vago
9.50-11.10 Chair: Sergio Della Sala, Presidente CICAP

Il valore dei fatti

  • Nella scienza. Gilberto Corbellini, storico della Medicina e scrittore
  • In medicina. Beppe Remuzzi, coordinatore delle attività di ricerca della sede di Bergamo dell’Istituto Mario Negri
  • Nella divulgazione scientifica. Beatrice Mautino, coordinatrice del Festival della Scienza di Genova
  • Nel giornalismo. Peter Gomez, direttore de Il Fatto Quotidiano.it.

11.10-11.35 Coffee Break
11.40 – 12.20 Chair: Gabriella Pravettoni, professore ordinario di Psicologia cognitiva

Il valore dei fatti

  • In storia. Marco Ciardi, professore associato di Storia della scienza.
  • In filosofia. Giulio Giorello, professore ordinario di Filosofia della scienza.

12.20-12.40 “I fatti prima delle opinioni”, Piero Angela, giornalista e divulgatore scientifico.
12.40-13 Intervento conclusivo del Rettore dell’Università Statale di Milano Gianluca Vago

La partecipazione al Convegno è aperta e libera, ma occorre registrarsi a questa pagina.

Per informazioni: 049-686870; [email protected]

6 pensieri riguardo “Il valore dei fatti: convegno CICAP a Milano

  • Non vorrei fare polemica, ma rammento bene un articolo (secondo ma da incorniciare) di Bressanini, nel quale annunciava la cessata collaborazione con il Fatto Quotidiano proprio per la quasi totale mancanza di scientificità della sua linea editoriale. E ricordo anche la riposta (totalmente ascientifica) di Gomez in merito.
     

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  • Me li ricordo bene anch’io. 🙂
    La mia impressione (da assoluta “profana”, ovviamente) è che al Fatto, così come in alcune trasmissioni televisive (vedi Report), abbiano un buon fiuto per il fact-checking delle notizie di cronaca (specie quella giudiziaria), molto meno per le notizie scientifiche. Se riesco a essere presente al convegno una domanda in merito quasi quasi gliela faccio.

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  • E’ una giornata importante per il CICAP, che si fa ascoltare in una Università Statale prestigiosa [ricordateVi di aver protestato perché una Università Statale (meno?) prestigiosa aveva ascoltato gli Esorcisti] e cerca un aggancio con la Società Civile su una sua battaglia   di interesse Politico, olttre che Scientifico. Mi sarei aspettato più commenti da parte dei Militanti del CICAP, specie da gente come Maiomidomandoecc. che protestano perché ne faccio troppi io di commenti. A loro vorrei dire: d’ accordo, ma se non vi impegnate in prima persona, in tempo e denaro, e con la Vs/ presenza, a costo di rinuncie e sacrifici, almeno quando ci sono in corso Manifestazioni di questa rilevanza, siete perdenti in partenza. Senza lotta e sacrificio personale non ci sono successi, in tutti i campi importanti della Vita.

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  • Ho assistito al convegno che, per quanto organizzato con serietà impeccabile ed ottima scelta di relatori, era un “primo approccio” alla questione, un’introduzione a chi non avesse mai affrontato l’argomento. Laddove, trattandosi d’un convegno con relatori tutti di altissimo livello, era forse lecito aspettarsi qualcosa di più.
    La mia perplessità sta nel fatto che quanto ho udito dire, invocando la necessità di porre nuovamente i fatti scientifici al centro del dibattito e dell’informazione giornalistica, ha girato attorno al problema principale: nella nostra società hanno sempre più spazio teorie che affermano, seguendo Nietszche, che “non esistono fatti, solo interpretazioni” (o meglio, “narrazioni”). Questa filosofia (postmodernista) è quasi monopolistica in certe facoltà universitarie, ma ha poi la sua ricaduta “per il volgo” nei talk show di Vespa e della Tv generalista. Quella della “scomparsa dei fatti” denunciata da Travaglio.
    Ora, io non dico che in quattro ore di tempo e con una fretta barbina di stare nei limiti di tempo si dovessero affrontare posizioni come quelle di Bruno Latour che da decenni afferma che non esistono “fatti scientifici” ma solo “narrazioni che affermano di essere fatti”, e men che meno dico che lo si sarebbe potuto confutare in pochi minuti, però almeno accennare al problema costituito dal fatto ( 🙂 ) che è il concetto stesso di “fatto” ad essere sotto attacco, non si poteva? Specie dopo la sbalorditiva ritrattazione parziale di Latour di due o tre anni fa, nella quale egli ammetteva che no, fenomeni come il riscaldamento globale (al quale sembra essersi votato, bontà sua) sono “fatti”, e sono fatti “indiscutibili”!!!
    Si aggiunga che la scienza ha anche commesso errori che hanno indebolito la sua pretesa di essere “fattuale”. Senza assolutamente sostenere che gli errori rendono “falsa” la scienza (la quale al contrario procede esattamente con un meccanismo di prove, errori appunto, e correzioni) non si può fingere che questo non sia un problema nella percezione comune. Non ce la si può prendere, come ha fatto un relatore, con la popolazione che non accetta il fatto che è “scientificamente dimostrato” che gli alimenti OGM sono “assolutamente” sicuri. Dopo aver letto per decenni studi che “dimostravano scientificamente” che il fumo era assolutamente innocuo, o che l’energia nucleare era la più pulita e sicura che esistesse  io credo che un certo scetticismo rispetto a tali “fatti” e tali “prove” non sia necessariamente antiscientismo, ma semplice prudenza nata dall’esperienza passata. Dopo tutto, i fatti ci dicono che la scienza si è piegata troppe volte agli interessi economici forti, e quindi non crederle per FEDE è un atteggiamento razionale. Proprio quello che il Cicap vuole diffondere, non il contrario.
    Eppure tutti i relatori, nessuno escluso, ha parlato dando per scontato che sia pacifico ed esista l’accordo unanime su cosa sia un “fatto”. Mentre io mi scontro sempre più spesso, specie tra i giovani, con persone che affermano che la decisione relativa a cosa costituisca un fatto dipende solo dalle opinioni di chi lo decide…
    Nel mio campo di ricerca, la storia, sono egemoniche in alcuni settori teorie che dicono che è lo storico a letteralmente “creare” la storia attraverso l’assemblaggio di testi che, prima del suo intervento, non erano “documenti”, ma che lo diventano proprio per il fatto di essere stati eletti a tale ruolo. In questo modo ogni storico, letteralmente, crea, scolpisce, “inventa” una storia che non è preesistente al suo sforzo, ma esiste solo grazie ad esso. Dunque, non esistono “fatti storici” ma solo “narrazioni storiche”. Eppure uno dei relatori ha iniziato il suo intervento affermando che anche la storia, ormai, ha raggiunto la dignità di scienza… Mi sembra davvero che qui obiezioni e contro-obiezioni si collochino su piani diversi che non si intersecano mai. E’ una strategia saggia? A mio parere no, visto che rischiamo di finire come con il dibattito sul revisionismo storico, dove una pattuglia di agili giornalisti superficiali ma brillanti ha fatto polpette (fra il grande pubblico, sia chiaro) di documentatissimi, ma troppo pesanti luminari accademici, che non riuscivano neppure a mettere a fuoco bene quale fosse la posta in gioco.
    Forse dovremmo smetterla di giocare in difesa, e di rintuzzare ad uno ad uno tutti gli attacchi che provengono da questo modo di pensare. La mia opinione è che chi come me è materialista e razionalista deve portare l’attacco al cuore stesso del “pensiero debole”, o “postmoderno” che dir si voglia. Altrimenti continueremo a combattere i sintomi e non la causa dell’epidemia di solipsismo irrazionalista e di verità “à la carte” che sembra avere colpito un po’ tutti gli ambienti della nostra società.

    Paradossalmente, insomma, concludo due cose esattamente opposte: da un lato il Cicap ha bisogno di continuare a divulgare, se non vuole rischiare di non farsi capire dal grande pubblico, ma dall’altro dovrebbe approfondire maggiormente tematiche che vengono date per scontate, mentre proprio nel grande pubblico scontate non sono affatto.
    E solo un’utopia? Come direbbero le trasmissioni complottiste: “noi non lo crediamo”.

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  • Bravo Virgilio, non intervengo perché sono “Fatti” Vostri. Spero che il Tuo intervento susciti dibattito.

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