Dal mondo

Storie di fate e di UFO

Capita molto spesso che, riguardando le nostre foto o i video da noi girati, ci sembra di notare in cielo oggetti volanti, a volte luminosi, dei quali magari non ci eravamo accorti in fase di ripresa.  Questo perché, nella stragrande maggioranza dei casi, tali oggetti non facevano in effetti parte della scena, ma sono artefatti della ripresa, ad esempio riflessi di lenti, effetti di rifrazione della luce o ancora effetti di compressione dei file digitali.

Per altri effetti ottici, invece, l’origine non va ricercata all’interno del sistema di ripresa, ma all’esterno, nell’atmosfera. Non dobbiamo infatti dimenticare che la nostra atmosfera, lungi da essere una quieta e uniforme massa di gas, è caratterizzata da zone a temperature, umidità, e densità differenti, che in modo diverso vengono attraversate dalla luce. In altre parole, l’atmosfera è un complicatissimo sistema di lenti e specchi.

Un interessante esempio di questo genere di “inganni atmosferici” ci viene fornito da un video di recente caricato su youtube e ripreso da alcuni siti di argomento ufologico.

Nel video è ripreso un iceberg sopra il quale sembra fluttuare un oggetto (si direbbe quasi la punta dell’iceberg stesso).  L’oggetto non appare inoltre immobile e la sua forma varia leggermente.

In questo caso ci troviamo di fronte ad un esempio, quasi da manuale, di effetto Fata Morgana (il nome è italianizzato anche nelle altre lingue, in quanto il fenomeno è stato per la prima volta osservato dai marinai che attraversavano lo stretto di Messina). Si tratta di un fenomeno in parte riconducibile ai famosi miraggi superiori.

I miraggi superiori si manifestano ogniqualvolta l’indice di rifrazione dell’aria (dipendente dalla temperatura) varia con continuità, man mano che ci allontaniamo dalla superficie, fino a raggiungere la condizione di riflessione totale. Il percorso compiuto da un raggio luminoso, in queste condizioni, non è dunque una linea retta bensì un arco. Nei miraggi superiori, l’arco ha concavità verso il basso e l’oggetto appare a quota superiore di quanto non sia realmente, dando talvolta l’impressione di essere sospeso a mezz’aria.

Se il raggio di curvatura dell’arco è compatibile con quello della Terra (il che avviene per determinati gradienti di temperatura) il miraggio potrebbe rendere addirittura visibili oggetti posti oltre l’orizzonte e quindi normalmente preclusi allo sguardo.

Schema di miraggio superiore. Da Wikimedia Commons, pubblico dominio

Una Fata Morgana appare come un miraggio superiore molto vicino all’orizzonte ma del quale spesso è difficile distinguere la forma per via di forti effetti di distorsione. A differenza dei miraggi classici, inoltre, le immagini variano nel tempo, spesso anche in modo repentino. Da un punto di vista fisico, la comparsa di tali effetti richiede non solo la condizione di riflessione totale caratteristica dei miraggi, ma anche la formazione di un condotto atmosferico, entro il quale la luce compie percorsi molto complessi e variabili nel tempo, il che può spiegare la variabilità dell’immagine osservata.

Questa caratteristica peculiare è all’origine di leggende antiche e moderne. Lo stesso nome deriva infatti dall’associazione del fenomeno con le leggendarie illusioni create dalla fata del ciclo bretone. Anche la leggenda dell’Olandese Volante potrebbe avere origine da visioni di Fate Morgana. Ed a quanto pare, persino la mitologia contemporanea, fatta non più di maghi e fate, ma di UFO e aerei che lasciano strane scie, sembra subire il fascino di questi interessanti fenomeni fisici.

Foto di apertura: effetto Fata Morgana sul mare, foto di Sus Dahl Pedersen, da Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0

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