Il terzo occhio

Storie di ordinaria coulrofobia

I giornalisti l’hanno battezzata “psicosi dei clown picchiatori”. Esplosa tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, ha travolto prima Reggio Emilia, poi Modena, infine la provincia di Mantova. E non c’è verso di fermarla.

La paura viaggia su Facebook e Whatsapp, dove i ragazzi si mettono in guardia a vicenda, raccontandosi i luoghi degli avvistamenti e organizzando “gruppetti di protezione reciproca”. Le storie variano leggermente, ma il nucleo centrale è lo stesso: una banda di clown, armata di mazze e pitbull, si apposta in luoghi isolati per spaventare e picchiare i passanti.

Si racconta di ragazzini che avrebbero avuto la sfortuna di incontrarli, finendo all’ospedale o riuscendo a scappare appena in tempo. Aggressioni che avrebbero coinvolto l’“amico di un amico”, secondo il meccanismo tipico delle leggende metropolitane. A Modena, dove i clown sarebbero stati localizzati intorno all’istituto superiore Cattaneo, un’insegnante ha cercato di risalire alle origini della voce:

Sono andata in classe e ho chiesto: “Qui dentro siete in 23. Chi di voi ha visto qualcuno intorno a scuola?” Nessuno! …Però l’ha visto l’amica di prima R. “Bene, dimmi il nome dell’amica di prima R”. Vado in prima R: “Carissima, hai visto qualcuno qui intorno?”. “Io? Nooo… Ho sentito solo la musichetta” […] Si vede che si contraddistinguono con una musica particolare.

Ma la paura ha contagiato anche i genitori: a Reggiolo (RE), una madre ha telefonato al 112 per segnalare la possibile presenza dei clown picchiatori in zona, preoccupata per il figlio che non era ancora rincasato. I carabinieri sono intervenuti, ma non hanno trovato nulla. La voce era partita da un’amica della figlia.

A Reggio Emilia, invece, un quattordicenne ha denunciato di essere stato schiaffeggiato e derubato da ladri-clown. Solo in seguito si è scoperto che si era inventato tutto, insieme a due amici, per giustificare un ritardo a scuola. I carabinieri li hanno denunciati per simulazione di reato.

Il 16 ottobre a Modena si è svolto un vertice in prefettura, in cui si è ipotizzato il reato di “procurato allarme”:

si è preso atto che, al momento, non risultano elementi certi ed attendibili rispetto alla vicenda. […] Considerato che la circostanza è fonte di allarme e preoccupazione tra i residenti tuttavia è stato concordato di tenere il fenomeno attentamente monitorato.

Sempre a Modena, la storia ha già avuto una vittima, un giovane commerciante reggiano: il furgone della sua ditta è stato additato su Ask.fm come quello dei clown picchiatori, con tanto di foto e targa. Dopo l’ennesimo controllo dei carabinieri, è stato costretto a rimuovere il logo dal veicolo, per renderlo un po’ meno riconoscibile.

Difficile risalire alle origini della storia. Secondo la Gazzetta di Reggio il colpevole è da individuarsi nella DM Pranks Productions, costituita da due giovani videomakers umbri che hanno pubblicato su internet alcuni scherzi – piuttosto pesanti, per la verità – basati proprio sulla presenza di clown assassini. L’ultimo video, diffuso a settembre, ha avuto 16 milioni di viualizzazioni, mentre il primo è apparso in rete lo scorso maggio.

Ma le candid sono state girate in provincia di Perugia, presumibilmente a Torricella di Magione, a giudicare dai cartelli stradali visibili nei video. E allora, perché la psicosi dei clown picchiatori è esplosa tra l’Emilia Romagna e la Lombardia? …Un gruppo di emulatori, forse?

Sicuramente, questa storia si innesta su una lunga tradizione di leggende metropolitane che hanno per tema le bande giovanili (si pensi alla “banda del sorriso”  in Olanda o alla “gang dei fari” negli Stati Uniti) e i pagliacci terrificanti (chi non ha mai sentito quella della baby sitter e del clown?).

Lo studioso di leggende metropolitane Jan Harold Brunvand ha individuato diverse ondate di “pagliacci fantasma”: la prima di cui si ha notizia (un furgone guidato da un  clown che rapisce i bambini incontrati per la strada) è esplosa nel 1981, forse ispirata alla figura del pedofilo John Wayne Gacy, alias Pogo il Clown. Senza contare i numerosi personaggi cinematografici come Pennywise di It o Joker di Batman che hanno contribuito a fissare lo stereotipo del pagliaccio assassino.

Intanto, la psicosi sembra aver investito anche la California, in particolare la cittadina di Wasco, dove si segnalano clown spaventosi che si aggirano di notte per le strade, a volte armati di pistola (una leggenda innescata probabilmente da una performance artistica, ma che ha presto coinvolto paesi e città che nulla c’entravano con il progetto originale). Segnalazioni e allarmi sono giunti anche dall’Indiana, dalla Florida e dall’Inghilterra.

Lo stesso sembra essere avvenuto nel Nord della Francia: a Douvrin, vicino a Pas de Calais, un emulatore diciannovenne della DM pranks è stato condannato a sei mesi di prigione per aver terrorizzato i passanti vestito come il protagonista di It. Ma questo non ha fermato gli avvistamenti, che sono continuati anche altrove.

In Italia, invece, la storia sta cominciando a mutare, fondendosi con altre leggende metropolitane già attestate da tempo. Lo testimoniano ad esempio i numerosi accenni a un “furgone bianco” (un classico delle leggende metropolitane, tornato in auge proprio in questi giorni per i presunti tentativi di rapimento del Salento). Oppure il post condiviso su Facebook dal vicesindaco di Baricella (BO), che metteva in guardia contro una banda di polacchi mascherati da clown specializzata in furti d’organi. Accortosi di aver diffuso un falso allarme, il politico si è giustificato dicendo:

Mah, guardi…tutto può essere. […] Meglio avvertire che non farlo.

Signor vicesindaco, ne siamo sicuri?

Si ringrazia Paolo Toselli del CeRaVoLC per i contributi all’articolo. Foto di Daniel da Pixabay

Sofia Lincos

Sofia Lincos collabora col CICAP dal 2005 ed è caporedattrice di Queryonline. Fa parte del CeRaVoLC (Centro per la Raccolta delle Voci e Leggende Contemporanee) e si interessa da anni di leggende metropolitane, creepypasta, bufale e storia della scienza.

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