Aiuto, mi si è bucato il cielo!
Al mercato di Vairano, in provincia di Caserta, molte persone hanno potuto avvistare e fotografare un insolito fenomeno atmosferico: alcuni “buchi” circolari, comparsi misteriosamente in mezzo alle nuvole.
Lo racconta MoliseNetwork, che ha raccolto la testimonianza di una coppia di Pozzilli (IS):
Le nuvole […] avevano forme circolari, simili alle navette spaziali dei film. Erano tutti a fotografare e filmare quello strano fenomeno. Alcuni sembravano terrorizzati; chi parlava della fine del mondo, chi di castigo di Dio… A quel punto abbiamo preferito tornarcene a Pozzilli!
Quello avvenuto sui cieli del casertano è in effetti un fenomeno piuttosto curioso, che nella letteratura scientifica prende il nome di fallstreak hole o hole punch cloud (“nuvola perforata”), e che fa periodicamente capolino sui giornali di tutto il mondo associato a improbabili ipotesi ufologiche. Se ne può vedere una galleria qui.
Ma le astronavi non c’entrano: anzi, la colpa potrebbe essere dei velivoli terrestri. Gli strani buchi si formano infatti negli altocumuli o nei cirrocumuli, quando la temperatura delle nubi scende al di sotto del punto di congelamento: in particolari condizioni di pressione e temperatura, però, le goccioline d’acqua contenute nelle nubi non si solidificano immediatamente (sopraffusione), ma rimangono allo stato liquido fino a quando non incontrano qualcosa (particolato, ad esempio) che possa fungere da nucleo di solidificazione. Quando ciò avviene, si innesca un effetto domino (processo di Bergeron) che si espande a macchia d’olio a partire dal nucleo di solidificazione, dando luogo a una precipitazione localizzata di goccioline ghiacciate.
Nel 2010 due articoli scientifici (Westbrook e Davies, Heymsfield et al.) hanno chiarito ancor meglio i dettagli di questo processo e concluso, tra l’altro, che gli aerei potrebbero giocare un ruolo chiave nella formazione di alcune nuvole perforate: e questo non solo perché i residui della combustione possono costituire i nuclei di solidificazione, ma anche perché la diminuzione della pressione in prossimità delle ali può abbassare la temperatura delle nuvole anche di 20 o 30°C, innescando il processo.
Se le hole punch clouds possono quindi essere più frequenti ora rispetto al passato, non sono però una novità assoluta: nuvole bucate furono fotografate, ad esempio, durante la missione Gemini 7 del 1965.
Foto di Dollsworth da Wikimedia Commons, pubblico dominio
Vedremo presto questa notizia ripresa dai vari sostenitori del complotto delle “scie chimiche” accanto a didascalie recanti il numero di particelle di bario, microchip e “metalli pesanti”..
Quest’anno finalmente, anche grazie ai vostri studi ed alle vostre pubblicazioni in merito, in pochi hanno sono tornati su le “ragnatele sintetiche” che ogni anno i ragnetti volanti spargono durante le loro migraizoni
p.s. La galleria dei fallstreak-hole e’ impressionante 🙂 nonostante i soliti menagramo
secondo me qualcuno al mercato ha fatto cadere a terra una bottiglia di aceto di mele,rompendola.
E ha combinato quel casino 😉