Il terzo occhio

Sette cose da ricordare quando vi viene la tentazione di provare l’omeopatia

Articolo originale: Seven things to remember when you are tempted to try homeopathy di Edzard Ernst. Si ringrazia Sonia Ciampoli per la traduzione.

Questo post è dedicato a Sua Altezza Reale il Principe di Galles, che festeggia oggi [16 novembre n.d.t.] il 66mo compleanno e ha sostenuto l’omeopatia per tutta la vita.

Come il principe Carlo, molti sono sostenitori dell’omeopatia, in particolare in India, Germania, Francia e alcune zone del Sud America. Avendo a disposizione così tanti tipi di cure, è importante che le scelte terapeutiche vengano effettuate con la piena conoscenza degli elementi cruciali. Al fine quindi di aiutare un processo decisionale basato sui fatti e le prove, sintetizzerò alcuni punti che forse vale la pena di prendere in considerazione prima di provare l’omeopatia – che sia comprando rimedi da banco o consultando un omeopata.

1) L’omeopatia è stata inventata da Samuel Hahnemann, un dottore tedesco molto carismatico, circa 200 anni fa. A quei tempi, la nostra conoscenza delle leggi di natura era deplorevolmente incompleta, di conseguenza le idee di Hahnemann sembravano molto meno implausibili di quanto non appaiano ora. Inoltre, le cure standard del periodo erano spesso più pericolose delle malattie che avrebbero dovuto curare, e l’omeopatia veniva ripetutamente mostrata come migliore dell’ “allopatia” (termine coniato da Hahnemann stesso per insultare la medicina ufficiale). Per questo le cure di Hahnemann ottenero un immediato successo mondiale. Quando, circa 100 anni dopo, furono scoperte terapie molto più efficaci, l’omeopatia scomparve quasi del tutto, per essere poi riscoperta nella nazioni del Primo Mondo, quando i baby-boomer iniziarono la loro recente storia d’amore con la medicina alternativa.

2) Molti confondono l’omeopatia con la fitoterapia, ma le due cose sono profondamente diverse. Le medicine fitoterapiche sono estratti di piante contenenti ingredienti potenzialmente attivi. I rimedi omeopatici possono essere derivati dalle piante (o da qualsiasi altra cosa, se è per questo), ma sono talmente diluiti che possono arrivare a non contenere assolutamente nulla.
La diluzione usata più frequentemente (gli omeopati la chiamano “potenza”) è una C30: è stata cioè diluita 30 volte in un rapporto di 1:100. Questo significa che una goccia del prodotto di partenza viene dissolta in 1 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 di gocce di diluente. Il che equivale a una molecola di sostanza per tutte le molecole di molte migliaia di universi.

3) Gli omeopati sanno perfettamente tutto questo, e perciò dichiarano che i loro rimedi non funzionano tramite effetti farmacologici, ma attraverso una qualche “energia” o “forza vitale”. Sono convinti che il processo di preparazione delle diluizioni omeopatiche (scuotono la mistura a ogni successiva diluizione) trasferisca dell’energia vitale da un passaggio all’altro. Citano ogni genere di fantasiose teorie sulle modalità con cui avverrebbe questo “trasferimento energetico”, ma nessuna accettata dalla comunità scientifica.

4) I rimedi omeopatici sono prescritti solitamente sulla base del principio “ogni simile cura il suo simile”. Ad esempio, se soffrite di lacrimazione un omeopata potrebbe prescrivervi un rimedio a base di cipolla, perché la cipolla fa lacrimare gli occhi. Questo e tutti gli altri assunti di base dell’omeopatia contraddicono le leggi di natura così come le conosciamo. In altre parole, non solo non è possibile capire come funzioni l’omeopatia, ma comprendiamo che non può funzionare a meno che le leggi di natura conosciute non siano sbagliate.

5) I trial clinici per l’omeopatia concordano ampiamente con questi assunti scientifici di base. Ad oggi, sono stati pubblicati più di 200 studi: se guardiamo all’insieme di queste evidenze, non possiamo che concludere che i rimedi omeopatici sono soltanto placebo.

6) Questo è chiaramente in contrasto con quanto viene sostenuto dagli appassionati di omeopatia. Giurano che funzioni e che li abbia aiutati (o abbia aiutato l’animale domestico, la zia, il figlio, etc) più e più volte. Le prove più significative in nostro possesso al momento dimostrano che tali miglioramenti non sono legati al rimedio in sé, ma sono il risultato dell’empatico e coinvolgente incontro con un omeopata, dell’effetto placebo e di altri fattori combinati che gli esperti chiamano “di contesto”.

7) La convinzione universale che l’omeopatia sia completamente priva di rischi non è corretta. Il rimedio in sé può essere innocuo (a parte, ovviamente, i danni provocati alle vostre finanze, e il fatto che sciocchezze irrazionali su “energie vitali” e simili minino la razionalità in generale), ma questo non necessariamente è vero anche per l’omeopata. Quando gli omeopati, come spesso fanno, consigliano ai pazienti di sospendere le cure “ufficiali” per malattie gravi, mettono in pericolo le loro vite. Questo fenomeno è documentato, per esempio, in relazione ai vaccini. Qualsiasi trattamento non porti risultati provati, anche se comporta rischi minimi, può procurare solo più danni che benefici.

Foto di Stefan Schweihofer da Pixabay

85 pensieri riguardo “Sette cose da ricordare quando vi viene la tentazione di provare l’omeopatia

  • Ricordatevi sempre che curiamo anche gli imbecilli come Aldo Grano….

    Gianni P

    Ps… quella fesseria dell’osteosarcoma, con tutto il rispetto per il decesso, meglio evitarla di porla come esempio di equipollenza tra l’UNICA MEDICINA e quelle altre IMMANI TROIATE

    un medico che fa bene il suo lavoro

    Rispondi
  • Infine.
    Mi arriva l’ennesimo pirla in preospedalizzazione, 50 enne, cultura medioelevata, con un neo del labbro destro. MELANOMA…

    “Ho provato con l’omeopatia. Niente da fare”

    Ma perchè dobbiamo curarli sti idioti. PERCHE’?????????????

    Perchè siamo buoni.

    Noi dottori.

    GIANNI P. vi saluta….

    Vi ricordo:

    “Esiste una sola medicina. Quella la cui efficacia è provata da studi statistici RCT ben strutturati…”

    IL RESTO E’ PURA STREGONERIA, TRUFFA, ACCHIAPPASOLDI, VELENO PER FESSI…

    saluti

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  • @AldoGrano

    risponda all’obiezione evitando di svicolare su altre balle.
    Sugli studi del gruppo di Napoli, come mai se sono così rivoluzionari vengono accettati da due sole riviste?

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  • Carlo, queste Tue ultime, purtroppo, non sono obiezioni: sono bestialità.

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  • artigiano, terza media….io vedo dei bambini che han bisogno di prevalere, di aggredire.
    La discussione è lecita, ma il metodo nn fa onore a chi partecipa ed a chi ospita e lancia queste “discussioni”. come invitare sgarbi in trasmissione sperando che la sua presenza sia civile ed onesta. buonanotte

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    • Allora come mai gli omeopati come gli agopuntori sono prima di tutto medici chirurghi regolarmente laureati in medicina, in seguito specializzati in omeopatia, riconosciuti dal sistema sanitario nazionale e iscritti all’albo? Se l’omeopatia fosse davvero così inefficace allora questi dottori dovrebbero essere considerati alla stregua di truffatori come la Marchi (come infatti traspare, neanche tanto nascosto, fra le righe dell’articolo), mentre invece sono medici a tutti gli effetti. Poi che nell’eventualità di patologie gravi sia meglio non sottovalutarle e prediligere la medicina allopatica, non c’è dubbio, ma ci sono mille altri disturbi perfettamente curabili con l’omeopatia.
      La prima regola per scrivere un articolo valido è cercare di essere il più obiettivi possibile riguardo a un argomento e non evidenziare solo determinate caratteristiche a discapito di altre, tralasciando le tesi contrarie al proprio pensiero. Ma bisogna avere una deontologia professionale o sapere almeno cos’é.

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  • Mi sembra che non abbia risposto al punto se non con le solite chiacchiere.
    1) ruolo del solvente e/o del principio attivo
    2) se quel che conta sarebbero i legami idrogeno (secondo quanto vagamente indicato – senza uno straccio di prova falsificabile – dai paper del gruppo di D’Elia) come caspita farebbero a permanere dei “cluster” nella matrice degli zuccherini in vendita alla modica cifra di migliaia di euro al chilo?

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  • Quando ho letto questo articolo ho voluto semplicemente raccontare cosa ci spinse a percorrere strade alternative. La “fesseria dell’osteosarcoma”, come ha scritto quel Gianni P., spero che non la provi mai in prima persona e tanto meno che non la provi una persona che adora.
    Dovrei considerare meno di niente quanto ha scritto e sarebbe cosa migliore se non gli dessi nessuna importanza, ma evidentemente non mi riesce.
    Inoltre io eviterei di scrivere qualsiasi cosa se decidessi di non firmarmi per esteso.

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  • Caro Dr. Nardone, Tu non puoi far finta di non capire quello che dice il Prof: Elia e quello che Ti ho già spiegato io sulla cantonata di Claudio (l’ altro). Gli studi di Elia non intendono dimostrare i ruoli del solvente e del soluto, ma che, nonostante le Leggi della Fisica e della Chimica ci dicano che, alla fine di una diluizione alla 30 CH fatta secondo la metodica Omeopatica, l’ acqua depurata non è diversa da quella di partenza, si possono invece misurare differenze di proprietà che dimostrano che è un’ acqua diversa. Consiglio: 1) leggi con attenzione, perché i Tuoi pregiudizi Ti portano a vedere quello che vuoi vedere, non quello che c’ è scritto 2) avete in squadra un valido Chimico, il Prof. Luigi Garlaschelli; fatti spiegar da lui quali errori fa Elia e, a quel punto o scrivete una lettera alle riviste che ne hanno pubblicato i lavori o rifate gli stessi lavori facendo venir fuori risultati che non convalidano i risultati di Elia; inviateli allora a queste riviste perché pubblichino il lavoro a dimostrazione che non è ripetibile. La prassi della “Comunità Scientifica” è questa. Nel caso volessi perdere una mezzoretta, qui il Prof. Elia espone le sue tesi a un Congresso di Omeopatia a Firenze, cui fui presente. E’ in tre parti, Ti linko la prima, le altre due le trovi a fianco:

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  • Aldo grazie per il link su “Domande frequenti e risposte sull’Omeopatia, da parte della Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata”. Sinceramente non leggevo una cosa cosi’ divertente da anni. Dalla prima domanda: “Come funzione l’omeopatia?” Risposta: ” Non lo sappiamo!” Fino al dire OK ai vaccini, purche’ accompagnati da medicine omeopatiche.

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  • Ma possono formare tutti i legami a idrogeno che possono, a patto che in una soluzione cosí diluita le molecole di soluto si vedano, e non lo escludo. Lo zero in chimica non esiste, e una molecola ogni miliardo di miliardo ci sarà pure. Ma uno dei princípi della chimica farmaceutica, amena disciplina che ha finalmente razionalizzato i meccanismi dei quali stiamo a discutere qui e ci è arrivata solo nel ‘900 inoltrato, è la CONCENTRAZIONE UTILE ALLA BIOFASE. La biofase è il sito bersaglio del farmaco. Perché i medicinali veri e propri nelle formulazioni tengono conto di quest’aspetto e ne assumiamo dosi diverse in base a peso, età, ecc.? Perché ci sono studi molecolari e farmacologici dietro che ci hanno fatto capire che le nostre biomacromolecole (recettori o sistemi enzimatici o nucleo cellulare) devono essere saturati in una certa percentuale affinché si abbia la risposta biologica. Ovvero l’effetto. Signori, c’è razionalità, c’è impegno dietro la conoscenza, c’è tanto che abbiamo capito e tantissimo da capire ancora. Ma restiamo lucidi per favore, non sabotiamo la scienza.

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  • Non abbiamo intenzione di sabotare la Scienza, cara Valeria, ed è proprio questo che Voi del CICAP non volete accettare. Perché per Voi la scienza (la metto stavolta minuscola apposta) è la Vostra scienza, quella asservita all’ ideologia e alla filosofia della Natura fatta solo di Chimica e Fisica ed esprimibile mediante formule matematiche. Non è un caso che tra i Vostri Soci i Medici siano una infima minoranza. Non c’è dubbio che i Farmaci Omeopatici non funzionino grazie alle leggi della Biofase e nemmeno in base a quelle, molto più vecchie, della Dose Minima Efficace. Attenta però, che nemmeno un Farmaco normalissimo funziona SOLO in base a queste leggi, altrimenti, sapendo peso, età e superficie corporea del Paziente, avremmo sempre un risultato prevedibile iniettandogli una dose di farmaco, e così non è. Il fatto che ancora non abbiamo scoperto le basi fisiche e biochimiche del funzionamento dei farmaci Omeopatici non ci impedisce, però, di verificarne il buon funzionamento (e non ci impedisce nemmeno di riuscire a dimostrare che la diluizione di un farmaco in acqua depurata a dosi omeopatiche superiori alla 12 CH è fisicamente diversa dall’ acqua usata in partenza, cosa apparentemente contraria alle Leggi della Fisica e della Chimica che attualmente conosciamo ); e solo la coalizione periodica di un certo numero di Studiosi contrari all’ Omeopatia per Ideologia, per fare una Metaanalisi pilotata, Vi consente, ancora, di difendere l’ ultima linea di difesa, che è quella di sostenere che le prove che dimostrano che il loro effetto è superiore all’ effetto di un Placebo non sono sufficienti. Prima dicevate che l’ Omeopatia non può funzionare e basta. Oggi solo chi non pubblica su riviste scientifiche e non è Laureato in Medicina osa affermarlo ancora. A proposito, l’ effetto Placebo, al quale, quando Vi conviene, Vi attaccate tanto da sostenere quasi che è pari a quello di un farmaco allopatico, obbedisce alle Leggi della concentrazione utile alla Biofase, o alla Dose minima efficace, o a qualunque Legge della Fisica o della Chimica?

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  • Ma che sciocchezze blatera signor Grano ,con le sue ipotesi mi sembra di tornare al medioevo !!,Evitate di consigliare acqua fresca a due milioni al litro a creduloni e fobici !!Una mia amica ha perforato il timpano al bambino per curarlo con le vostre medicine senza fondamento ne principio attivo e ne vedo di danni nella mia professione causati da queste goccine costose ed inutili ,per quanto riguarda i farmaci exaiuvantibus o che agiscono per induzione psicologica la storia è completamente diversa ,sicuramente il sistema nervoso esplica un azione similafarmaco, ma questo non vuol dire che sia merito delle vostre costosissime diluizioni

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  • Cara Marisa, se mi vuoi dar del Tu Te lo concedo e puoi chiamarmi Aldo. Ma se mi vuoi dar del Lei, specialmente nel modo in cui me l’ hai dato ora, ricordati di chiamarmi Dottore e non signore, perché ho una Laurea in farmacia.

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  • comunque a me pare una diatriba infinita, a colpi di marketing. Pubblicità ingannevoli per prodotti omeopatici che si spacciano in tv per farmaci tradizionali. Le persone che conosco che usano l’omeopatia non sanno che cosa c’è dietro. E dentro. E spendono per la gioia delle multinazionali dell’omeopatia, e spesso l’affiancano ai farmaci comuni,per la gioia delle multinazionali della farmacia. Doppia spesa, stessa resa. Esperienza personale: dopo circa 2 anni di terapia convenzionale per un mio disturbo, senza risultati, il medico specialista mi dice dubbioso ma aperto alla possibilità di provare col l’omeopatia dato che altre cure la medicina ufficiale non ne aveva da propormi. L’omeopata si è invece dimostrato in gamba e fiducioso. Io ero ignorante nella materia, non sapevo cosa fosse,ma dopo circa 1 anno e mezzo di palline e gocce omeopatiche e visite a pagamento il risultato è stato solo quello di sgonfiare il portafoglio. Se il medico specialista mi avesse semplicemente detto di tenermi la malattia almeno avrei risparmiato i soldi (magari poi li avrei spesi per un viaggio a Lourdes) 😉

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  • Caro 51esimo, facciamo un Armistizio: noi mettiamo in tutte le confezioni di Farmaci Omeopatici i 7 Memi di Edzard (tipo gli avvisi mortiferi sui pacchetti di sigari e sigarette) cosicché chi vuol cadere in tentazione e peccare gravemente contro la Salute e la Scienza in orgie Omeopatiche è come se firmasse un consenso informato. E Voi, in cambio, la piantate di romperci i Carillons e Vi dedicate alle Terme, agli Integratori Alimentari e ai prodotti per la Caduta dei Capelli. Ovviamente, per poter giustificare confezioni Omeopatiche grandi abbastanza da contener foglietti (i tubetti unicisti della Boiron e della Unda son troppo piccini) ci dovete anche autorizzare a mettere la posologia e le indicazioni. E le controindicazioni e gli effettti collaterali, che ci sono, checché ne diciate Voi e la Boiron. Altrimenti chi lo sente Starcruiser ?!

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  • Gentile dottor Grano, se siete così certi di riuscire a distinguere la vostra acqua magica dall’acqua di rubinetto perchè non ne date pubblica dimostrazione? Perchè non sfidate questi cattivoni del CICAP e gli sbattete in faccia i vostri dati? Perchè preferite cantarvela e suonarvela da soli facendo sempre la faccina dei poveri derelitti incompresi in balia delle cattive multinazionali del farmaco? Perchè se non sapete come funziona l’omeopatia siete così attenti a far seguire ai poveri pazienti che credono alle vostre favole una serie di regolette che a questo punto non solo assomigliano a dei rituali ma lei mi conferma lo sono davvero? Perchè poi quando conviene, economicamente intendo, le stesse regolette le cambiate in corsa voi “professionisti” omeopati?

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  • Caro Il Santa (fai per caso Pazienza di cognome?) e Tu perché non leggi attentamente tutto il thread? Pare che il 51esimo, il 20 di Novembre, alle 17 e 28, abbia detto che questa offerta di “pubblica dimostrazione” il Prof. Elia l’ abbia già fatta al CICAP, ma che si siano dimenticati di rispondergli.

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  • Bhe questo è quello che un suo sostenitore scrive in un libro e che si legge in rete. Se la redazione di query sa qualcosa in merito,anche una smentita, è cosa gradita…

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  • Aldo carissimo, soluzione per convincere uno scettico: prendi uno scettico e sottoponilo ad una vostra tanto cara “succussione 30ch”ohiiiiiiiiii che dici Aldo, cede? non cede?la memoria dello scettico vacillera’?Sempre senza offesa Aldo. Buona serata.

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  • Be’ Aldo le succussioni omeopatiche quelle originali, ovvero battere la soluzione su una Bibbia ricoperta di crine di cavallo e’ senza dubbio Hahnemanniana.ciao Aldo

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  • Mi spiace ma dissento almeno parzialmente.
    Non voglio dire che l’omeopatia curi tutte le casistiche, ma alcune sicuramente sì.
    Oltre ad usarla con soddisfazione personalmente ( sempre con buon senso ) esiste un ramo di applicazione che non lascia adito a dubbi sull’efficacia, che vivo quotidianamente.
    Sono cavaliere di salto ostacoli e con mia sorpresa inizialmente vedevo in occasione delle competizioni, sopratutto internazionali, i veterinari autorizzati dalla FEI ( federazione internazionale equestre ) utilizzare farmaci quasi esclusivamente omeopatici in prossimità o durante le competizioni. Il motivo è presto detto: tutti gli altri farmaci chimici ed addirittura fitoterapici sono considerati doping sul cavallo.
    E qui non esiste effetto placebo, ovviamente… e con mia grande soddisfazione uso tali rimedi anche a casa lontano dalle competizioni, senza dover chimicare inutilmente i cavalli, sempre sotto controllo veterinario.

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  • ALdo basta molto meno,facci trovare qualche molecola di principio attivo .Avogadro ringrazia.ciao

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  • @Aldo Grano sugli studi di Elia
    Elia trova che l’acqua 12CH è differente dall’acqua di partenza. Qualche volta ha resistività differente, qualche volta ha differenti altre prorpietà: LO STESSO succede per l’acqua succussa, cioé ad una diuizione 12CH di ACQUA.

    Se ne possono trarre diverse conclusioni, poco conclusive a dir la verità:
    – il processo è molto aleatorio. Cosa succeda veramente non lo sa neppure Elia, che non riesce ad avere risultati riproducibili
    – il processo NON dipende dal fatto di avere una soluzione omeopatica, ma dall’aver agitato l’acqua.

    Ora possono succedere molte cose agitando l’acqua. Entra in soluzione dell’aria. Può variare la concentrazione degli ioni di acido silicico (estremamente insolubile, ma gli effetti sono MOTO PICCOLI). Possono succederne altre che a me non vengono in mente. Possiamo essere in presenza di un fenomeno nuovo ed interessante, ma non particolarmente rilevante per l’omeopatia, visto che non dipende da cosa in quell’acqua ci avevo inizialmente messo.

    E COMUNQUE l’omeopatia è un sistema ideologico profondamente incompatibile con la scienza ANCHE se esistesse la memoria dell’acqua. Il principio del simillimus non è mai stato dimostrato. Tutto il proving omeopatico (vedi articoli precedenti) è basato sul nulla, sui sintomi casuali che il prover rileva dopo aver assunto un po’ di zucchero. I metastudi di studi clinici omeopatici (cito Linde, un omeopata) mostrano che “l’omeopatia non è più efficace del placebo per nessuna patologia specifica”.

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  • Meglio l’omeopatia della vostra falsa scienza. Meglio un placebo di un farmaco con PESANTISSIMI effetti collaterali. Se non erro anche con i farmaci tradizionali esiste l’effetto placebo. Gli studi in doppio cieco non vi ricordano nulla?
    A proposito quanti farmaci annualmente vengono ritirati dal commercio perchè, sull’uomo, fanno male? Come mai visto che con la vivisezione erano risultati non pericolosi?
    La scienza è la vivisezione? Bella scienza. Fate ammalare specie completamente diverse di malattie che non prenderebbero mai e poi li curate con farmaci nuovi che a loro non danno effetti collaterali. Sull’uomo però, visto che è diverso, li danno eccome.
    Comunque l’omeopatia viene spiegata OTTIMAMENTE con la meccanica quantistica.
    Se le cose voi non le conoscete o non riuscite a spiegarle non è detto che non possano succedere. Secondo il vostro modo di ragionare, altamente arcaico e limitato, le più grandi scoperte scientifiche non ci sarebbero state! Io non posso spiegare quindi non esiste. GALILEO, però, la pensava diversamente.

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  • Pingback: Per star benone bevi acqua e limone! | / ca gi zero /

  • Una domanda che mi sono sempre posto e che ho sempre rivolto a chi crede nell’omeopatia (senza ricevere risposta) è la seguente.
    Nell’acqua, anche se distillata, oltre all’Idrogeno ed all’Ossigeno sono disciolti anche altri atomi o molecole. In base a quale principio quest’acqua dovrebbe tenere in memoria l’”energia” (si dice così?) delle sostanze che io vi aggiungo e non quella delle sostanze già presenti?

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    • Caro Mattia, a dire il vero, questa Tua domanda è stata posta molte altre volte, anche qui su Query. A volte ho risposto anche io. Forse sei giovane, lo dimostra l’ entusiasmo con cui Ti lanci in un ragionamento che, secondo Te, risolve il problema alla base. Perché (sempre secondo Te) un ragionamento risolve il problema di qualunque cosa esista che a Te non piaccia. Dio ne è l’ esempio più eclatante: per gli Atei il problema della Sua esistenza si risolve con un ragionamento che ne dimostri la contraddizione (dell’ esistenza). Mi spiace darti cattive notizie: come, finora, nessun ragionamento dimostra il perché l’ Omeopatia funziona, dall’ altro lato nessun ragionamento può frenare la ricerca sull’ Omeopatia, proprio perché funziona e, quindi, si tenterà sempre di trovarne la ragione, suscitando, dall’ altro lato, controricerche da parte di chi non vuole accettare questa triste realta: l’ Omeopatia funziona, anche se non se ne capisce il meccanismo. Così come la Materia Oscura esiste, anche se non se ne capisce la natura. Il Tuo ragionamento comunque è sbagliato alla base, ovvero è un bias cognitivo. Difatti l’ acqua dei fiumi o delle fognature non ha nulla a che vedere con l’ acqua con cui si prepara una farmaco Omeopatico. Considera, inoltre, che molti farmaci omeopatici si diluiscono con altre soluzioni e, quindi, l’ acqua colà non ha memoria, perché non c’è. Un ultima cosa, chiedo scusa sia a Te che al CICAP per la lungaggine: Io non credo che l’ Omeopatia funzioni grazie alla memoria dell’ acqua. L’ ho detto tante volte qui, spero sia l’ ultima. Quando diluiamo una sostanza che derivi dal Mondo Vegetale, Animale, o Minerale, fino ad avvicinarci alla singola molecola, o cellula, finiamo col potenziarne l’ essenza, ciò che la distingue dalle altre molecole, o cellule. In traduzione per il Popolo: ci avviciniamo alla sua anima. E ora spiegami come si potrà mai dimostrare una cosa del genere se si pensa che anche le cellule viventi siano costituite soltanto, di base, da elementi inorganici. Ovviamente questa mia risposta è fiato sprecato, sia per Te che per gli altri del CICAP. Lo dimostra il fatto che ciclicamente compare qualcuno che, raggiante della scoperta, fa la Tua domanda. : il Tuo ragionamento è troppo bello per voi, Vi sentite vincitori solo con una chiacchierata. Ma l’ altra brutta notizia, quella fondamentale, è che i ragionamenti fini muoiono di fronte alla realtà dei fatti. La Vostra vittoria più facile si ottiene soltanto a prezzo di ricerche pubblicate su riviste scientifiche, cioè a prezzo di fatica e soldi. Buon Lavoro.

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      • Aldo Grano, quante cose hai voluto leggere in una semplice domanda…
        Sarebbe bastata una risposta che rimaneva sull’argomento… Era così difficile rispondere senza ricorrere ad interpretazioni su quali sarebbero le mie intenzioni, su quale sarebbe il mio pensiero?
        Forse dovresti chiederti perché senti il bisogno di affibbiare agli altri un pensiero che non hanno espresso. Evito di interpretarne i motivi, per non cadere nel tuo stesso atteggiamento. Certo, in generale, ma non dico che la cosa riguardi te, chi esce dall’argomento e sposta l’attenzione sull’altro mostra di non essere capace di sostenere un dialogo (per i più disparati motivi).
        Adesso, puoi continuare a scrivere chi sono, cosa penso, quanti anni ho, cosa mangio a colazione etc. E, mi raccomando, non lesinare superbia e vanità.
        Un caro addio (perché non ti risponderò).

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  • Sig. Aldo io non sono un omeopata, però a seconda di cosa mi curo con l’omeopatia e anch’io sapevo delle sostanze diluite. So invece che sono stati provati gli effetti dell’informatizzazione dell’acqua dal ricercatore giapponese Masaru Emoto che ha sperimentato i diversi effetti che le frequenze hanno su di essa., ma non mi risulta che c’entri con l’omeopatia. Credo anch’io siano due cose distinte.

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