La più grande foto mai vista ritrae la galassia di Andromeda
Con questa rubrica settimanale, curata da Alessandro Muré di fantascienza.com, ci occupiamo di argomenti legati ai rapporti tra scienza e fantascienza. Qui l’articolo originale.
Se in questa pagina ci fosse il pulsantino “zoom” per permettervi di vedere questa foto in grandezza naturale, vi servirebbe un monitor con risoluzione di 120dpi di ben 760 pollici. Quella presentata dalla NASA il 5 gennaio in effetti non è una foto unica. Si tratta di un montaggio di 411 foto scattate in serie dal telescopio spaziale Hubble, e ritraggono, con una definizione mai vista prima — ben 69536 x 22230 pixel — la Galassia di Andromeda.
Andromeda, nota anche come M31, è una galassia a spirale come la nostra, ma molto più grande. È la più grande del nostro Gruppo locale, l’insieme di una cinquantina di galassie che interagiscono gravitazionalmente tra loro. Si stima che la Galassia di Andromeda contenga mille miliardi di stelle, molte più di quelle della Via Lattea che sono stimate al massimo 400 miliardi.
Ora molte di queste stelle, almeno le più grandi, sono discernibili grazie a questa incredibile foto, che è possibile apprezzare in questo filmato da brivido che vi presentiamo.
Andromeda in Gigapixel (Youtube)
Silvio Sosio
“Infinitesimi dell’infinito che contengono l’infinito in un eterno passato chiuso dal futuro”
più di questo non sono ancora riuscito a capire o meglio ad intuire/ipotizzare/sintetizzare.
…ma forse è troppo complicato.
Cordialmente
Umberto
posso capire lo spazio di una camera di un magazzino , ma puoi spiegarmi quello dell’universo e in questo volume l’esistenza di miliardi di stelle e del loro volume simile a quello della Terra? Non mi capacito e non riesco a pensare a sì tanto spazio. Grazie
Gentile omonimo (di nome) posso solo ipotizzare ragionando o al più intuendo ovviamente la certezza è un’altra cosa.
Provo a spiegarmi ora che ho 65 anni.
Quando avevo meno di 20 anni mi sono posto il seguente problema
Se mi potessi muovere ad una velocità immisurabile (per quanto ne so solo il pensiero è enormemente più veloce della luce) allontanandomi da un punto qualsiasi della Terra (ad esempio dal Foro Romano) superato il sistema solare, la via lattea (ossia la nostra galassia) , le altre galassie il circostante spazio del vuoto dove finirei?
Simmetricamente se mi potessi muovere a una velocità immisurabile addentrandomi in me stesso attraverso i tessuti, le molecole, gli atomi, i quark l’insito spazio del vuoto dove finirei?
La risposta è: nello stesso punto in una totale circolarità spaziale.
Quando avevo meno di 50 anni mi sono posto il problema di correlare a quanto sopra il tempo.
Il principio è lo stesso dello spazio. Se mi potessi allontanare ad una velocità immisurabile da un punto qualsiasi della Terra (ad esempio dal Foro Romano) mantenendone la perfetta visuale vedrei lo scorrere del tempo i papi, Traiano, Giulio Cesare, i Galli Senoni, Romolo, i dinosauri, gli anfibi, la prima ameba unicellulare, il magma il big bang l’attimo iniziale e prima cosa vedrei?
In un contrario simmetrico se mi potessi avvicinare a una velocità immisurabile ad un punto qualsiasi della Terra (ad esempio un gradino del Foro Romano) mantenendone la perfetta visuale vedrei lo scorrere del tempo in senso contro storico ossia il futuro: la mia morte, quella di tutti quelli che conosco e via via sino all’attimo finale e dopo cosa vedrei?
La risposta è lo stesso evento in una totale circolarità temporale.
Allora le due circolarità si fondono in un tutt’unico un’ essenza sferica spazio-temporale con la coscienza, ossia la consapevolezza dell’essere. a fare d’amalgama.
Così siamo tornati all’uomo trino (intelligenza, anima e fisicità o se volete cervello, cuore e corpo) immagine di un Dio trino o al contrario concetto teologico dell’essere.
Cordialmente
Umberto (Fratini)
Ancora una piccola osservazione per tentare di spiegarmi meglio:
Se oggi guardiamo una stella non vediamo quella stessa stella, ma la sua immagine di milioni di anni fa e magari quella stella oggi non esiste più.
Aggiungo un saluto
Umberto Fratini