Segnalibri

I Segnalibri 52 – Epidemie a Disneyland, inaccessibilità dei vaccini, Roald Dahl, Wakefield e diagnosi

Continuano a mostrarsi con sempre maggiore chiarezza i danni apportati dal movimento antivaccinista: in USA è per esempio in atto un’epidemia di morbillo, malattia che si riteneva ormai debellata e che – sebbene sia ritenuta dai più completamente innocua (“L’abbiamo fatta tutti da bambini”) – può arrecare danni permanenti se presa invece in età adulta. La maggior parte dei casi riscontrati al momento è in qualche modo correlata alla celeberrima Disneyland, tanto che i gestori dell’attrazione hanno chiesto alle persone non vaccinate di non visitare il parco e hanno intrapreso una campagna di prevenzione con il personale.

Contemporaneamente, Medici Senza Frontiere denuncia le difficoltà di accedere ai vaccini per le popolazioni dei Paesi più poveri e in via di sviluppo, a causa dei costi aumentati vertiginosamente. L’associazione chiede alle case farmaceutiche di riabbassare i prezzi delle singoli dosi, per continuare a creare quell’immunità di branco che è il principio basilare e salvifico dei vaccini stessi.

Qualcuno sostiene che i vaccini non siano così indispensabili, specie quelli per le cosiddette malattie infantili, che “abbiamo fatto tutti da piccoli e siamo sopravvissuti”. Questa corrente di pensiero dimentica o ignora che, in una considerevole percentuale di casi, quelle stesse malattie contratte da adulti possono avere conseguenze devastanti, e che anche sui bambini non sono sempre così innocue come ci piacerebbe credere, specie il morbillo, che può rivelarsi mortale, come racconta drammaticamente il grande scrittore Roald Dahl in questo brano, in cui ricorda sua figlia Olivia, morta di morbillo a 7 anni.

Se poi qualcuno nutrisse ancora dubbi sulla correlazione vaccini-autismo, qui un’interessante sintesi della famigerata ricerca di Wakefield che ha dato il via alla credenza popolare e qui, invece, un’analisi che mostra come l’aumento dei casi di autismo sia dovuto più che altro alla maggiore capacità di individuarlo e diagnosticarlo correttamente rispetto al passato.

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