Dal mondo

Il bosone di Homer-iggs, o come I Simpson (non) hanno predetto il futuro

1998, Springfield.

Eccolo, si avvicina alla lavagna e, con polso fermo, traccia gli immortali segni. Una nuova pagina del sapere umano sta per essere svelata: “L’inventore di Springfield” ha predetto il futuro. O forse no?

Homer Simpson ha davvero risolto l’equazione di Higgs con 14 anni di anticipo, prevedendo i risultati di LHC? E cosa sono gli altri “arcani” segni che ha tracciato sulla lavagna dell’immortalità scientifica?

Parliamo del secondo episodio della decima stagione de I Simpson: “The Wizard of Evergreen Terrace” (titolo italiano: “L’inventore di Springfield“), in cui Homer – sull’onda di una transiente crisi dei 40 anni – si promuove a novello Edison, creando una lunga serie di invenzioni di dubbia utilità tra cui un martello elettrico e una poltrona reclinabile con toilette incorporata. In puro stile “simpsoniano”, dopo una serie di peripezie che portano Homer e Bart al museo di Edison per distruggere una delle sue invenzioni, le uniche due idee sensate di Homer verranno, sorprendentemente!, attribuite proprio ad Edison. Ma non è questo il punto.

Durante l’episodio Homer scrive su di una lavagna quattro formule (in realtà tre formule e un grafico), la prima delle quali sembra predire correttamente la massa del bosone di Higgs, fatto che ufficialmente avvenne solo numerosi anni dopo, grazie ai risultati di LHC. Ma davvero il nostro giallo inventore ha prodotto dei risultati sconvolgenti durante la sua immedesimazione con Edison?

No.

O meglio, quasi. Analizziamo una per una le formule – mostrate in figura – scritte da Mr. Simpson.

Homer Simpson e il bosone di Higgs

La prima, come detto, rappresenta la massa del Bosone di Higgs. Se supponiamo che G sia, come d’uso, la costante di gravitazione universale, otterremmo una massa di circa 700 GeV, in effetti la massa misurata grazie ad LHC è di circa 126 GeV. Nel 1998 si sapeva già che la massa del bosone di Higgs dovesse essere in quell’ordine di grandezza (qualche centinaio di GeV) e inferiore a 700 GeV. Mi spiace, caro Homer, ma non sei stato preveggente. Secondo Simon Singh, che ha scritto un libro sul rapporto tra la serie e la matematica, questa formula venne suggerita a David Cohen, all’epoca sceneggiatore de I Simpson, da David Schiminovich, astronomo alla Columbia University e suo ex compagno di college.

La seconda formula – che è palesemente falsa, come una semplice calcolatrice può aiutarci a dimostrare – rappresenterebbe una violazione dell’ultimo teorema di Fermat, che afferma che non esistono soluzioni intere positive all’equazione:

Unknown

se n > 2. Fermat enunciò questo predicato come congettura, in quanto – per quanto ne sappiamo – non fu mai in grado di dimostrarlo. La prima dimostrazione valida venne formulata nel 1995 da Andrew Wiles, matematico dell’Università di Princeton. Matematicamente parlando, la formula scritta da Homer rappresenta una delle cosiddette “near misses” del teorema di Fermat. Ci sono dei matematici che si occupano proprio di quest’area di ricerca, da molto tempo prima del nostro caro Homer.

La terza formula è di carattere cosmologico ed indica che l’universo avrebbe una densità maggiore di quella critica e quindi dovrebbe collassare nel cosiddetto “Big Crunch“. Anche questa è falsa, come dimostrato dalle misurazioni della missione WMAP, in collaborazione tra NASA e Università di Princeton. Il buon Homer, però, nel 1998 non poteva sapere del suo errore, in quanto i dati menzionati sono successivi al 2003.

L’ultima formula, o meglio grafico, sembra suggerire che una ciambella possa essere topologicamente morsicata sino a diventare un krapfen. Questa affermazione, senza contesto, non è né vera né falsa. Effettivamente se si prendesse una ciambella di pongo, la si rompesse e la si stirasse un poco, si otterrebbe una palla (o un krapfen), tuttavia questa non sarebbe una trasformazione omeomorfa. Se l’intenzione di Homer fosse stata di dimostrare che una ciambella sia topologicamente omeomorfa a un krapfen, beh, allora anche in questo caso avremmo un errore.

Mi piace pensare che gli autori della serie (tra cui si annoverano numerosi matematici, per altro) abbiano voluto prendere in giro Homer con delle formule plausibili ma errate, proprio come le sue “brillanti” invenzioni non fecero di lui esattamente un novello Edison. Analisi dei sottintesi a parte, fa decisamente piacere vedere come scienza e divertimento possano andare di pari passo anche per il grande pubblico e come una mente preparata possa godere ancora di più di queste raffinate “gag”.

Foto di Yulia da Pixabay

Un pensiero su “Il bosone di Homer-iggs, o come I Simpson (non) hanno predetto il futuro

  • Buonasera, mi chiamo Marco e ho un canale su youtube in cui cerco di spiegare la fisica in termini semplici. Ho trovato il suo articolo molto divertente e interessante.
    Volevo chiederle il permesso di sviluppare il prossimo video intorno a questo articolo, ovviamente citandolo come fonte e linkandolo.
    La ringrazio per la disponibilità

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *