Recitare la parte dello stregone: l’etica nascosta nelle investigazioni sul paranormale
Articolo originale: Playing Witch Doctor: Hidden Ethics in Skeptical Ghost Investigation, di Ben Radford. Si ringrazia Sonia Ciampoli per la traduzione.
Il viaggio in auto dal mio appartamento alla casa infestata era di circa venti minuti, ma mi ritrovai a desiderare che fosse più lungo. Volevo più tempo per capire che cosa avrei dovuto dire, come avrei dovuto annunciare alla famiglia che la casa non era abitata da un demone o da uno spirito malevolo.
In teoria, avrebbe dovuto essere una conversazione facile da affrontare, non troppo diversa dal dire a un bambino spaventato “Non c’è niente sotto il letto, torna a dormire ora”. Per un investigatore scettico di lunga esperienza e fama, avrebbe dovuto essere un lavoro confortante e ricco di soddisfazioni. In pratica, però, si trattava di persone reali con sentimenti reali, persone che erano state ingannate e a cui era stato mentito. E probabilmente anche io avrei dovuto mentire loro. O quantomeno non avrei detto loro tutta la verità.
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Circa due settimane prima avevo ricevuto una telefonata da una donna di nome Monica, in preda al panico perché riteneva che la sua casa fosse infestata. Con il marito Tom e la figlioletta di due anni, avevano lasciato la casa subito dopo Halloween e non vi erano più tornati. Si erano stabiliti da sua madre e cercavano disperatamente aiuto contro ciò che si nascondeva nelle loro camere e nei corridoi. Nonostante fossi molto impegnato con altri progetti, accettai di dare un’occhiata alla casa perché la famiglia era evidentemente davvero spaventata, e poi anche perché ero incuriosito: sebbene abbia svolto ricerche scientifiche e scettiche per anni, questa è stata una delle mie più accurate e approfondite indagini.
Era anche la prima volta che interagivo da vicino con una famiglia la cui casa era ritenuta infestata. Studiai le loro dichiarazioni lungo l’arco di una decina di giorni. Rimasi con loro durante la notte, in attesa che si manifestasse lo spettro. Ascoltai le loro speranze e le loro paure. Non ero più soltanto il loro ghost hunter volontario, ero diventato il loro confidente e consigliere. Allora non me ne resi conto, ma accettando il caso avevo accettato anche una serie di implicite e nascoste responsabilità etiche.
Il caso mostrava molti dei classici fenomeni di infestazione, compresi gli orbs bianchi e le facce demoniache nelle foto, angoli misteriosamente freddi, voci e passi fantasma. Tom dichiarava addirittura di essere stato assalito dallo spettro. Di religione cattolica, Tom aveva chiesto a un sacerdote di effettuare un esorcismo sulla casa il 30 ottobre. Più tardi disse di avere avuto la sensazione che la cerimonia fosse stata condotta per prenderlo in giro e i fenomeni erano peggiorati. Quella stessa sera lasciarono la casa: tornavano solo nelle ore diurne.
La bambina era stata portata via da casa ed era consapevole che i genitori erano terrorizzati. Man mano che le mie visite continuavano, e Monica e Tom sentivano che prendevo loro e la loro esperienza sul serio, la famiglia si sentiva sempre più a suo agio in casa. La mia presenza li rassicurava. Non si erano verificati nuovi fenomeni e, a ogni piccolo mistero che riuscivo a spiegare, capivano che non tutto ciò che avevano interpretato come infestazione lo era. (L’indagine è troppo complessa per poterla illustrare qui, ma la potete trovare nel quinto capitolo del mio libro Scientific Paranormal Investigation: How to Solve Unexplained Mysteries).
Io avevo le conoscenze, ero credibile e li trattavo con rispetto. Tom e Monica si sentivano abbastanza a proprio agio al primo piano (sul divano e per terra) quando ero lì, ma nessuno dei due avrebbe dormito al piano di sopra. Ogni volta che andavo lì proseguivo l’indagine, risolvevo altri misteri e poi tornavo quando mi era possibile (studiavo il caso nel mio tempo libero, principalmente di notte e durante i weekend). Avevo deciso di vedere Tom e Monica un’ultima volta per discutere le conclusioni che avevo raggiunto.
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Perciò, eccomi lì, che tornavo per la quarta o quinta volta nella casa ora significativamente meno infestata, per comunicare a Tom e Monica cosa avevo scoperto. Mi resi conto che ciò che avrei detto loro avrebbe avuto un grosso peso, si fidavano di me. Se avessi detto loro che la casa era davvero infestata, avrebbero potuto finire con l’andare in albergo o metterla in vendita.
Che cosa devo dire? mi chiedevo.
Come dicevo poc’anzi, la risposta avrebbe dovuto essere semplice. La verità è che ero assolutamente certo che non ci fosse alcun fantasma in casa, e non c’era mai stato. Avevo potuto spiegare tutti i presunti fenomeni con accurate e scettiche indagini, e avevo condiviso ogni singolo risultato con loro, così che potessero vedere come stavano le cose.
Ma avevo anche passato abbastanza tempo con loro da sapere che entrambi credevano di aver con ogni probabilità vissuto qualcosa di strano e sovrannaturale in casa propria. Non potevo dire semplicemente che non c’erano spiriti o fantasmi, perché, sebbene fosse vero, avrebbero potuto non credermi. Nonostante accettassero le mie spiegazioni razionali e scientifiche, capivo che nutrivano ancora qualche dubbio e pensavano che almeno alcune delle spaventose esperienze vissute erano state reali.
Ero ben consapevole di quanto forti possano essere le esperienze personali e le convinzioni. Tutte le argomentazioni e le prove di questo mondo non persuaderanno mai chi è convinto di aver visto un UFO o uno spettro che si sbaglia. Dovevo tenere in conto la possibilità che nel profondo fossero convinti di essere stati visitati da un fantasma. La mia capacità di aiutarli era appesa al filo della loro fiducia nel fatto che avessi capito cosa era successo; se avessi puramente e semplicemente affermato che i fantasmi non esistono, ai loro occhi avrei perso ogni credibilità. Quindi non potevo dire loro la verità.
Però, a Tom e Monica era stato mentito abbastanza. La coppia seguiva trasmissioni televisive come Ghost Hunters e questo li aveva portati a scambiare per paranormali fenomeni assolutamente normali. Monica era andata in libreria e biblioteca in cerca di volumi su fantasmi e infestazioni, nessuno dei quali era di stampo scettico, che avevano solo alimentato le loro paure. Avevano persino consultato un medium della zona che, senza nemmeno fare la mossa di cominciare a investigare e senza mai essere entrato in casa, aveva mentito alla famiglia dicendo che “era piena di fantasmi”.
Cercavo di capire quale fosse la cosa giusta da dire loro. Se avessi sostenuto di aver scacciato uno spirito maligno, sarebbe stata una scappatoia? Una menzogna? Avrei perso la mia credibilità (e il mio rispetto per me stesso) come investigatore del paranormale? Sarebbe stato diverso da un dottore che prescrive un trattamento placebo, sapendo bene che non contiene alcun principio attivo ma può far star meglio il paziente?
Mi resi conto che il mio scopo ultimo come investigatore scettico (almeno in questo caso) era aiutare la gente più che indagare sui fantasmi. Rinunciai al mio discorsetto scettico sui fantasmi; a questa famiglia non interessavano i detector elettromagnetici o le diverse tipologie di infestazione o le spiegazioni scientifiche del perché le persone individuino voci fantasma in suoni casuali o la ragione per cui Ghost Hunters fa schifo. Questa famiglia voleva tornare a dormire nel proprio letto e non aver paura a rimanere in casa dopo il tramonto. Volevano che la figlia potesse dormire tutta la notte senza piangere. Avevano bisogno di conforto, non di analisi scettiche o discorsi scientifici.
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Arrivato a destinazione, mi sedetti con Tom e Monica, la figlioletta giocava lì vicino. Tirai fuori il taccuino, diedi una breve ma zelante occhiata ai miei appunti e scelsi accuratamente le parole: “Abbiamo esaminato ogni singolo fenomeno uno alla volta, e abbiamo trovato una spiegazione razionale per ciascuno… Ora, immagino sia possibile che prima del mio arrivo qui ci fosse qualcosa. Non c’ero, quindi non lo so. Ma posso dirvi che ho controllato tutto ciò che mi avete fornito e non ho trovato alcuna traccia di fantasmi, demoni, spiriti o cose del genere. Di conseguenza, se c’era qualcosa, ora sicuramente non c’è più. Non dovete più preoccuparvi.”
Avevo iniziato la mia indagine da scienziato e la concludevo da stregone. Non era un ruolo in cui mi sentissi completamente a mio agio, ma quando vidi la loro reazione sollevata seppi di aver fatto parlare il personaggio giusto. Avevo scelto le parole magiche e gli appigli giusti per alleviare le loro paure. Non avevo completamente mentito, ma non avevo detto completamente la verità: avevo fatto il meglio che potevo.
Quando si guarda un’indagine sui fantasmi in tv, è facile dimenticare le persone reali in preda a paura e panico. Chi vive un’esperienza fantasmatica non è uno stupido credulone di cui prendersi gioco. Sono persone normali, come i nostri amici, vicini e familiari, che non hanno le conoscenze scettiche in grado di aiutarli a capire quando ricevono informazioni sbagliate da “esperti” privi di etica. Questa indagine non era uno scherzo divertente, o una corsa notturna a lume di candela in un cimitero o un magazzino abbandonato in cerca di spiriti invisibili. Non era uno show televisivo o un gioco; queste erano persone vere che non dormivano più, fumavano una sigaretta dietro l’altra e mostravano segni di squilibrio psicologico.
Finì tutto bene, li rividi una settimana dopo e grazie alla mia indagine tornarono a casa in tempo per il Ringraziamento. Scrissi un articolo per lo Skeptical Inquirer (e per il mio libro) e andai avanti. Usai l’esperienza e la conoscenza che avevo accumulato in altre indagini, ma non ci pensai più molto.
Poi, l’anno seguente ricevetti una mail da un altro investigatore che aveva letto questo caso, la maniera in cui l’avevo risolto e il modo in cui mi ero rapportato alla famiglia. Scriveva:
Vorrei ringraziarla per lo studio sulla casa infestata nello Stato di New York. Era esattamente ciò che stavo cercando. Sono l’Arcidiacono della zona nord della Provincia del Quebec e mi hanno recentemente chiesto di condurre un’indagine su un caso simile vicino Montreal. Sebbene sia una Pastore anglicano… tendo ad approcciare le indagini sulle infestazioni con una buona dose di scetticismo. Come Pastore devo essere aperto alle credenze escatologiche della mia fede, ma la mia preoccupazione principale è per quelli che vivono nella paura.
Chiedeva anche consigli sulle sue tecniche di indagine, e concludeva con una riflessione che rispecchiava la mia esperienza.
Detesto dover ricorrere all'”armamentario da prete”, quando mi ritrovo a doverlo fare (mi è capitato di rado nel corso della carriera, per fortuna) mi sembra di interpretare lo sciamano che gioca a una specie di acchiapparella psicologica . Preferisco di gran lunga usare lo stesso approccio che ha adottato lei, spiegando passo passo che non esistono le premesse per una “infestazione” e poi benedire la casa per il conforto di chi ci vive. Invece, di solito le persone vogliono “combattere” le forze sovrannaturali contrapponendo altre forze ancora più sovrannaturali. Se questa è la loro visione del mondo, è difficile per me, durante il mio breve rapporto con loro, fare altro che non sia accondiscendere a questo gioco, per aiutarli a stare bene.
Alla fine mi sembra di aver mentito perché loro non hanno accettato la spiegazione razionale e io ho interpretato il ruolo dello stregone. Spesso sembra che le persone preferiscano credere di essere perseguitate nel sonno da uno spirito malevolo che non capire che si tratta di uno specifico stato onirico. Forse hanno la sensazione che una descrizione razionale delle cose privi la vita di mistero e fascino. A me pare il contrario: la scienza riesce a provocarmi sentimenti di stupore simili a quelli che nascono dalla poesia o dalla musica. Eppure non credo di essere in maggioranza. L’unica cosa che ha funzionato con questa famiglia è stato fare l’esorcista.
Provai a suggerire che forse le nostre erano state esperienze del tipo “il diavolo noto è meglio dell’ignoto”: le spiegazioni razionali e scientifiche suonano come un blablabla intellettualoide ai profani, mentre una forza oscura che li tormenta è un archetipo che conoscono. E’ più facile comprendere la dinamica “Bene vs. Male” che non le sfumature di esperienze psicologiche anomale.
Mi colpì molto che un indagatore del paranormale scettico e non religioso si trovasse di fronte agli stessi dilemmi etici di un Arcidiacono anglicano. Entrambi usavamo scienza e scetticismo per risolvere i misteri e aiutare coloro che erano stati ingannati – a volte dai loro stessi sensi o da errori logici, altre volte da ghost-hunter ed “esperti” privi di morale e bravissimi a diffondere informazioni fasulle.
Entrambi eravamo stati costretti, se non a mentire quantomeno a fingere di essere qualcosa che non eravamo. Ho un profondo e sentito rispetto per la forza della verità e della scienza, ma a volte il desiderio di credere delle persone ci riduce a interpretare il ruolo di stregoni ed esorcisti.
Foto di Steinar Engeland da Unsplash
Francamente, mi pare del tutto inutile. Continuando a credere all’ esistenza dei fantasmi, è
facile che in seguito possano ritenere che lo spettro sia tornato, o anche cambiando casa,
ricominciare a interpretare certi accadimenti, veri o immmaginari, come segni di un
infestazione. È un po’ come per chi si crede posseduto, puoi convincerlo che lo spirito maligno
sia andato via, ma facilmente avrà una ricaduta. Non vedo molta differenza tra credere di avere
uno spirito dentro il corpo e credere di averlo dentro casa. Finché c’ è la credenza, c’ è l’
ossessione. Quanto ai preti, non penso siano i più adatti a parlare di stregoneria, visti i
riti che fanno. Prendiamo la benedizione: il prete prende una bacinella d’ accqua, compie gesti
e pronuncia frasi prederminate allo scopo di richiamare una forza soprannaturale (nel caso
specifico una divinità) affinché questa operi un cambiamento nel liquido. Anzitutto, non si
capisce cosa significhi “benedire”, in secondo luogo non è chiaro come faccia a sapere di aver
ottenuto il risultato. Bisognerebbe chiedere ai preti di distinguere tra acqua “santa” e acqua
“normale”, come si fa con gli omeopati.
Perché ? Le persone , o meglio i pazienti, vogliono uscire da una situazione che li disturba. Se mentire serve ad ottenere il risultato , la menzogna o la mezza verità possono essere considerate sistemi terapeutici validi.
L’ ho detto il perchè: finché credono, ci ricascano.