Quarantaquattro fatti in fila per sei… (terza parte)
Continua da qui. Si ringrazia Marco Massimi per la traduzione.
23. Un gran numero di persone utilizza X, non possono sbagliarsi tutte. Oh, eccome se possono! L’argumentum ad judicium è una fallacia: popolarità non è indice di verità. Basti pensare a quante persone credono nell’oroscopo o consultano i sensitivi. Per secoli si è ritenuto che il salasso fosse efficace nel bilanciare gli umori del corpo nella cura delle malattie. Solo quando fu appropriatamente testato, i medici compresero che stavano uccidendo i loro pazienti, invece di aiutarli.
24. Si usa da secoli: deve funzionare per forza o le persone non avrebbero continuato ad utilizzarlo. Questo è l’appello alla tradizione, la fallacia della “saggezza degli antichi”. I nostri antenati possono anche essersi imbattuti in alcuni rimedi efficaci procedendo per tentativi ed errori, ma non potevano avvalersi del metodo scientifico e non sapevano come testare i loro rimedi. Potrebbe essere saggezza antica, ma può anche trattarsi semplicemente di un vecchio errore trascinatosi fino ad oggi da un’era prescientifica.
25. È naturale, pertanto è sicuro. Non necessariamente. Molte sostanze naturali sono veleni mortali. Ogni rimedio naturale deve essere testato per verificarne l’efficacia e la sicurezza, usando gli stessi standard con cui si testano quelli “non naturali”, come i farmaci. Anche le erbe sono farmaci e tutto ciò che ha un effetto benefico ne può avere uno collaterale. Se i rimedi naturali “sicuri” venissero sottoposti a controlli rigorosi quanto quelli dei farmaci, si dimostrerebbe che alcuni non lo sono.
26. È provato che X è correlato a Y (e cita uno studio). La correlazione non è prova di causalità. L’incremento delle diagnosi di autismo coincide quasi perfettamente con la diffusione del cibo biologico, ma ciò non significa che il cibo biologico causi l’autismo. Un’apparente correlazione può essere dovuta a una coincidenza, all’errore, all’esiguità dei dati raccolti e a molte altre ragioni. Può non esserci una reale correlazione, ma anche se ci fosse non significa necessariamente che X abbia causato Y, potrebbe anche significare che Y ha causato X, o che X e Y sono entrambi causati da Z.
27. Ci sono centinaia di studi che dimostrano che X funziona. Molti degli studi citati dai vari sostenitori delle medicine alternative riguardano test effettuati su animali o in provetta; altri sono scritti d’opinione, speculazioni e studi irrilevanti. Non specificheranno mai che esistono altri studi clinici effettuati su esseri umani, di qualità migliore, che mostrano che non funziona. Si possono trovare studi che supportano quasi ogni tipo di affermazione. Metà di tutti gli studi pubblicati sono errati, per una vasta gamma di ragioni che sono state spiegate da loannidis (vedi qui). Non si possono considerare esclusivamente gli studi a sostegno di un’ipotesi: bisogna vagliare l’intero insieme di prove pubblicate. È qui che interviene l’analisi sistematica. E in ogni caso, non è detto che riflettano la realtà: potrebbero esserci studi confutanti che non si conoscono perché mai pubblicati (il file drawer effect e il bias di pubblicazione). Si ricordi sempre cosa disse Carl Sagan: “Affermazioni straordinarie necessitano di prove straordinarie”. Ci vorrebbe un enorme numero di prove per rovesciare tutta la scienza fondata, la quale afferma che l’omeopatia non funziona così come i sostenitori dichiarano che faccia.
28. A noi non servono gli studi; abbiamo parecchi testimoni. Dieci aneddoti non sono meglio di uno; cento non sono meglio di dieci. Una prova basata su un aneddoto non è una prova, non importa quante se ne siano accumulate. È una lezione che è stato necessario ribadire più e più volte lungo la storia della medicina. Basti pensare a quanti testimoni esistevano a favore del salasso per tutta la durata del Medioevo e oltre. Gli aneddoti sono utili, ma solo per guidarci verso cosa si debba investigare con studi scientifici.
29. Ci stai accusando di mentire? No. Pensiamo che tu ci stia riferendo la verità così come la vedi. Pensiamo che tu abbia vissuto l’esperienza che racconti. Questo non implica, però, che la tua interpretazione di questa esperienza sia corretta.
30. Se pensi che X non funzioni, perché non fai uno studio per provarlo? Non è che pensiamo che X non funzioni, è che non ci sono prove che portino a pensare che lo faccia. Non sta a noi provare che non funzioni. L’onere della prova grava su chi pronuncia l’affermazione. Se io ti dicessi che gettando una fiche da poker nel serbatoio otterresti consumi migliori, mi chiederesti di dimostrartelo. Non posso obbligare te a costruire e condurre uno studio controllato per provare che non funziona.
31. La comunità medica emarginerebbe qualunque dottore che provasse a pubblicare studi che vadano contro la linea mainstream, mostrando che X ha funzionato o che la condizione Y era reale. Piuttosto il contrario. Tramitela peer review si analizzerebbe lo studio. Se fosse un buono studio verrebbe pubblicato, altrimenti si condurrebbero ulteriori studi. Un medico che scoprisse una nuova malattia o un nuovo trattamento verrebbe onorato. L’idea di trattare l’ulcera con antibiotici, invece che con gli antiacidi, andò contro la linea mainstream, ma i dottori Marshall e Warren vinsero il Premio Nobel per la scoperta del ruolo di Helicobacter pyloris. Luc Montagnier fu insignito del Premio Nobel per la scoperta del virus che causa l’AIDS, solo due anni dopo il primo rapporto sulla “sindrome dell’immuno-deficienza legata all’omosessualità”. Le malattie reali e i nuovi trattamenti vengono rapidamente riconosciuti dalla comunità medica.
32. Non puoi sapere com’è, se non l’hai provato. Sì che posso. Non c’è bisogno di essere stati morsi da un serpente per sapere come curare i morsi del serpente. Gli ostetrici uomini sono la prova che si possono far nascere bambini senza essere mai stati incinti. Possiamo sapere che gli antibiotici servono per curare la polmonite senza esserne affetti noi stessi. Possiamo leggere la letteratura medica e impararne molto più di quanto potremmo sperare di imparare attraverso l’esperienza personale.
33. Si rise di Galileo (“gambetto Galileo”). O di qualunque altro genio solo, che venne ignorato nella sua epoca. Certo, qualunque stravaganza può infine rivelarsi esatta, ma molte no. Se qualcuno afferma qualcosa di discutibile, si possono analizzare le sue prove. Se invece afferma qualcosa di idiota senza prove, merita di essere deriso.
Continua…
Foto di Detlev Cosler da Pixabay
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