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Omeopatia non più rimborsabile nel Regno Unito?

Tempi duri per l’omeopatia in Gran Bretagna! Il NHS, il servizio sanitario del Regno Unito, sta valutando la possibilità di inserirla nel cosiddetto allegato 1, la lista dei medicinali che non possono essere prescritti dai medici del servizio sanitario nazionale. In questa blacklist trovano posto tutti quei trattamenti che non sono considerati efficaci, o per cui esistono alternative meno costose, per un totale di circa 3000 voci.

Il sottosegretario George Freeman ha dichiarato al Guardian:

“Stiamo attualmente valutando se i prodotti omeopatici debbano continuare a essere prescritti dal servizio sanitario nazionale, oppure no.”

Ha inoltre annunciato che nel 2016 il Dipartimento della Salute avvierà una consultazione interna per valutare la questione e, se si deciderà che l’omeopatia rientra tra i criteri di esclusione per le prescrizioni pubbliche, la inserirà all’interno dell’allegato 1. I preparati omeopatici continueranno ovviamente a essere venduti, ma non potranno più essere rimborsati dal servizio sanitario nazionale.

Questo annuncio è stato dato in seguito a una campagna della Good Thinking Society, un’associazione scettica britannica che ha minacciato di intentare una causa contro l’NHS per far includere l’omeopatia nell’allegato 1. Il suo portavoce, il divulgatore Simon Singh, ha dichiarato:

“Dato che le risorse dell’NHS sono finite, qualsiasi spesa in medicinali omeopatici è altamente ingiustificabile, dal momento che il denaro speso in questi rimedi inefficaci potrebbe essere meglio speso in trattamenti che offrono benefici reali ai pazienti. I rimedi omeopatici hanno dimostrato più e più volte di non essere altro se non placebo. In effetti, questa è la posizione ufficiale della British Medical Association, del Chief Medical Officer, del Chief Scientific Advisor, dell’House of Commons’ Science and Technology Select Committee, e anche la posizione dell’attuale ministro della Salute.”

E perfino dell’NHS stessa, che sul suo sito, spiegando cos’è l’omeopatia, specifica:

“Non ci sono evidenze di buona qualità che l’omeopatia sia un trattamento efficace per una qualsiasi condizione di salute.”

Se i preparati omeopatici entreranno a far parte della blacklist dell’NHS, sarebbe davvero un duro colpo per l’omeopatia del Regno Unito, dove le medicine alternative sono sempre state sostenute dalla Casa Reale e dove fino a poco tempo fa erano presenti ben cinque ospedali omeopatici. Negli ultimi tempi, però, questa popolarità sembra essere venuta meno: attualmente gli ospedali omeopatici sono rimasti due, a Londra e Glasgow; il numero di prescrizioni di medicinali omeopatici si è ridotto del 97% in 17 anni (attualmente la spesa pubblica per l’omeopatia in Gran Bretagna si aggira sui 4 milioni di sterline all’anno). Anche questo fattore, forse, potrebbe incidere sulle decisioni dell’NHS.

Foto di Stefan Schweihofer da Pixabay

Sofia Lincos

Sofia Lincos collabora col CICAP dal 2005 ed è caporedattrice di Queryonline. Fa parte del CeRaVoLC (Centro per la Raccolta delle Voci e Leggende Contemporanee) e si interessa da anni di leggende metropolitane, creepypasta, bufale e storia della scienza.

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