La scienza del linguaggio secondo Noam Chomsky
Rubrica settimanale curata da fantascienza.com. Qui l’articolo originale.
Noam Chomsky
La scienza del linguaggio
Il saggiatore
Pagine 435 – € 32,00
Esce per il saggiatore La scienza del linguaggio, libro in cui Noam Chomsky attraverso una serie di interviste espone le sue teorie.
Ricordiamo infatti che oltre a essere, come recita la sinossi “filosofo e pensatore politico”, Chomsky è conosciuto dal mondo scientifico, informatico e matematico come uno dei principali teorici della linguistica il cui apporto, dalle formalizzazione delle grammatiche generative trasformazionali, alla gerarchia delle grammatiche formali che generano linguaggi che porta il suo nome, è veramente troppo vasto per sintetizzarlo in un breve articolo.
Il libro
Noam Chomsky è l’intellettuale americano più significativo degli ultimi cinquant’anni. Filosofo e pensatore politico, attivista nelle battaglie per i diritti umani, Chomsky ha costruito nel tempo un corpus imponente di scritti che spaziano dall’analisi dell’attualità statunitense alle ultime conquiste dell’intelligenza artificiale. Questi campi di indagine non hanno tuttavia distolto la sua attenzione da quella che rimane la costante più evidente del suo pensiero: la teoria linguistica, e in particolare la riflessione sull’origine, la natura e la funzione del linguaggio.
In questo libro di interviste con James McGilvray – arricchito da un dettagliato glossario dei termini tecnici e da chiare appendici esplicative –, Chomsky ripercorre gli snodi centrali della sua teoria, secondo la quale il linguaggio è un sistema biologico evolutosi in un singolo individuo e in seguito trasmesso geneticamente alla sua discendenza. In questa visione, il linguaggio non è più un semplice strumento, ma diventa un elemento chiave della nostra natura. Anzi, è proprio il linguaggio a rivelare quanto c’è di autenticamente umano in noi e nel modo in cui ci siamo evoluti.
Con il tono persuasivo che da sempre lo contraddistingue, Chomsky parla in queste pagine – ideali tanto per chi vuole accostarsi per la prima volta al suo pensiero, quanto per chi desidera approfondirne i momenti fondamentali – del rapporto fra linguaggio e idee, dell’importanza della semplicità nell’elaborazione filosofica, del sapere e dell’apprendimento, e indaga con l’usuale lucidità e acutezza la relazione fra linguistica e politica, individuando il nesso che unisce due campi apparentemente così lontani in un impegno oggi più che mai urgente: quello per la libertà di ogni uomo.
Emanuele Manco
Mi giunge nuova che Chomsky pensi che il linguaggio si sia evoluto in un singolo individuo e poi da lui sia stato trasmesso, come se fosse un Adamo. Io sono rimasto qui:
“Di qui l’ipotesi che la facoltà del linguaggio in senso stretto coincida con il meccanismo generativo e che essa sia di evoluzione recente: forse non un adattamento (cioè una caratteristica selezionata per la sua utilità in vista della sopravvivenza), ma una conseguenza accidentale di un adattamento. Per es. – ipotizzano Hauser, Chomsky e Fitch – la facoltà del linguaggio in senso stretto potrebbe essersi evoluta da un meccanismo che serviva alla navigazione (la capacità di tenere sotto controllo un itinerario attraverso la valutazione delle distanze rispetto a punti di riferimento: ne sono dotate varie specie animali, per es. le formiche).” E siamo nel 2002. Ma la rivoluzione maggiore di Chomsky è stata proprio il non aver voluto più perder tempo a cercare di dimostrare che il Linguaggio sia frutto dell’ Evoluzione. Lo dà per scontato e concentra i suoi studi sull’ essenza del linguaggio, superando uno scoglio che, comunque, rimane insormontabile ancor oggi per gli Evoluzionisti riduzionisti (il tutto nasce da una sola prima proteina vivente formatasi per caso).
http://www.treccani.it/enciclopedia/linguaggio-e-scienza-cognitiva_(XXI-Secolo)/