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Elon Musk scommette sull’intelligenza artificiale open source

Rubrica di scienza e fantascienza a cura di fantascienza.com

Elon Musk lancia al mondo la sua nuova sfida: OpenAI, una società di ricerca non-profit che si occuperà di studiare e monitorare l’evoluzione delle tecnologie che puntano ad imitare il cervello umano.

In diverse occasioni il brillante miliardario sudafricano non ha mancato di esternare la sua catastrofica visione del futuro tecnologico. L’uomo che il Time Magazine ha definito “la versione più realistica del personaggio Tony Stark del fumetto Iron Man” vede nello sviluppo di I.A. autonome un rischio concreto per la nostra sicurezza. Durante un seminario con gli studenti del MIT di Boston nel 2014 ha dichiarato:

Dovremmo essere estremamente cauti sull’intelligenza artificiale. Se dovessi riflettere sulla principale minaccia per la nostra esistenza penserei proprio a questo […] Sono sempre più incline a pensare che dovrebbe esserci un controllo regolatorio, anche a livello nazionale e internazionale, proprio per essere sicuri che non si faccia qualcosa di veramente folle.

Adesso, dopo i proclami, il papà di Tesla Motors, Space X, PayPal e SolarCity passa ai fatti scommettendo su OpenAI.

A onor del vero, anche prima di oggi Musk non si è limitato alle sole parole. Ha destinato 7 milioni di dollari di finanziamenti al Future of Life Institute (FLI) di Boston (a cui è proprio affidato il compito di trovare il modo di salvaguardare l’uomo dai pericoli che potrebbero emergere creando AI complesse). Non solo. Insieme a Mark Zuckerberg (fondatore di Facebook) e Ashton Kutcher (attore con diversi investimenti nel campo della tecnologia) è uno dei maggiori azionisti di Vicarious, una startup nata per sviluppare un computer in grado di “pensare umano” replicando il funzionamento del nostro cervello allo scopo di controllare funzioni come vista, movimento e linguaggio.

Convinto più che mai che il progresso sul fronte AI debba avvantaggiare l’intera umanità nel modo migliore, grazie al contributo di ricercatori e investitori (si parla di un miliardo di dollari di finanziamenti privati dietro l’operazione), Musk è seriamente intenzionato con la sua nuova creatura a mettere le mani sul fenomeno allo scopo di prevenirne possibili derivazioni pericolose e di favorirne un controllo regolatorio a livello sia nazionale che internazionale.

In questa ottica, la missione dichiarata di OpenAI è quella di offrire il collegamento necessario tra ricerca scientifica e istituzioni normative, con l’obiettivo di far avanzare l’intelligenza artificiale anche rendendo pubblici tutti gli studi dei ricercatori, condividendo le ricerche brevettabili, aprendo ad aziende e istituzioni che implementano le nuove tecnologie, creando valore per tutti.

Elon Musk sarà il co-presidente della neonata società insieme al venture capitalist Sam Altman, che in passato ha già sostenuto finanziariamente Reddit. L’attuale lista di donatori include anche il cofondatore di Paypal (e vecchia conoscenza di Musk) Peter Thiel , Reid Hoffman (fondatore di Linkedin) e Jessica Livingston (fondatrice di Y Combinator). Il direttore della ricerca sarà Ilya Sutskever, già in Google, mentre la carica di CTO verrà ricoperta da Greg Brockman, ex Chief Technology Office del servizio di pagamenti online Stripe.

Per completezza di informazione è doveroso precisare che Musk non è l’unico filantropo illuminato che si sta muovendo in questo campo.

Zuckerberg, attraverso l’Open Compute Project (di cui fanno parte anche Microsoft, Intel e Cisco), metterà a disposizione di tutti una variante di Big Sur (il cervellone che regola l’hardware di facebook) regalando così alla community degli sviluppatori una versione del server che il social network di Menlo Park utilizza per far funzionare le “reti neurali” che mimano i meccanismi del ragionamento umano (il “tizio”, sostanzialmente, che ordina i contenuti foto-video e che personalizza i news feed sulle pagine dei suoi utenti).

Anche Google non vuole essere da meno e già da tempo si sta muovendo seriamente sullo sviluppo di una tecnologia di machine learning più intelligente e soprattutto aperta a tutti, rendendola disponibile ad accademici, ingegneri o sviluppatori, convinta del fatto che tale tecnologia viva oggi soltanto la sua fase infantile e che per replicare le doti di un umano con una macchina, insomma, ci vorrà tempo.

Intanto tutti tranquilli… manteniamo ancora la supremazia sulle macchine. Per quanto?

Paolo Antonio Magrì

Foto di Possessed Photography da Unsplash

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