In preparazione la prima spedizione per Alpha Centauri
Rubrica di scienza e fantascienza a cura di fantascienza.com
Di nuovo lui, Yuri Milner. Dopo aver finanziato la ricerca di vita extraterrestre coi radiotelescopi, ora vuole mandare una flotta di veicoli spaziali verso la stella più vicina. E l’idea è verosimile.
Se ci avessero detto che la prima spedizione interstellare sarebbe partita durante la nostra vita avremmo fatto una risatina amara. E invece potrebbe essere proprio così.
Il tutto parte non dalla NASA o dall’ESA o dall’agenzia spaziale russa, ma da un privato, il miliardario russo Yuri Milner. Che avevamo già conosciuto per aver investito ben cento milioni di dollari nel progetto Breakthrough Listen, per la ricerca di segnali radio (generati da civiltà extraterrestri) provenienti dallo spazio, lanciato in collaborazione con Stephen Hawking. E che ora ne mette altri cento in un nuovo progetto, Breakthrough Starshot. Molto più ambizioso.
Chi è Yuri Milner
Milner è un personaggio notevole. Ha cominciato vendendo computer DOS illegali, ha lavorato in banca, si è messo in proprio vendendo hosting basati sulla vecchia piattaforma Geocities. Il grande successo l’ha trovato con il servizio di email Mail.ru; da lì ha cominciato ad aprire altre aziende, fare investimenti scelti molto accuratamente sempre nel mondo di internet, crescendo sempre di più.
Oggi col suo gruppo detiene partecipazioni in un gran numero dei maggiori operatori di internet, da Facebook a Spotify, da Xiaomi ad Alibaba.
E la sua grande passione è la ricerca di civiltà aliene.
Il progetto Breakthrough Starshot
Non pensate a una flotta di astronavi stile Battlester Galactica o stile Star Trek. Non sarebbero ovviamente realizzabili con la tecnologia attuale, e certamente non basterebbero i cento milioni di dollari investiti da Milner.
Il progetto invece è interessante, e sembra quasi realistico.
L’idea è di realizzare una collezione di micro veicoli spaziali di pochi grammi, equipaggiati con sensori e un laser per trasmettere informazioni verso la Terra, un minimo di robotica per governare e una telecamera.
La propulsione di questi veicoli? La luce. Vele solari, possibili grazie alla recente scoperta di metamateriali che permettono di realizzare una vela spessa poche centinaia di atomi ma larga diversi metri.
Altri due recenti sviluppi della tecnologia che rendono possibile il progetto sono l’ingegnerizzazione di “wafer” gram-scale, ovvero di microcircuiti del peso di pochi grammi, e gli sviluppi nella tecnologia laser, il “pezzo” più complicato e costoso. Sincronizzando tra loro un certo numero di piccoli laser è possibile creare un raggio abbastanza forte da poter utilizzare il laser stesso come propulsione per lanciare i nanoveicoli fuori dall’orbita.
Essendo piccoli e vulnerabili, l’idea di Milner è di lanciare diverse centinaia di questi miniveicoli, nella speranza che ne sopravvivano abbastanza per arrivare a destinazione.
La destinazione
L’obiettivo, naturalmente, è raggiungere Alpha Centauri, ovvero il sistema stellare più vicino al nostro, alla distanza di circa quattro anni luce. Si prevede che la flottiglia possa arrivare a destinazione in circa vent’anni di viaggio; considerato che prima che possano essere lanciati ci vorrà ancora qualche anno, e che i loro segnali impiegheranno comunque altri quattro anni per arrivare a noi, mettete in conto che se volete sapere cosa c’è su Alpha Centauri dovete cercare restare in questo mondo almeno una trentina d’anni.
È comunque un periodo brevissimo. Con qualunque altro tipo di propulsione conosciuta oggi i tempi per un simile viaggio sarebbero nell’ordine dei trentamila anni.
Alpha Centauri è un sistema ternario, composto da due stelle grandi circa come il nostro sole (Alpha Centauri A e B) e una terza stella molto più piccola, Alpha Centauri C, nota anche come Proxima Centauri perché per un periodo si credette che fosse la stella più vicina a noi (il che in realtà dipende dalla rotazione delle tre stelle nel loro sistema). Diversi pianeti sono stati catalogati, in particolare attorno ad Alpha Centauri B, ma si pensa ce ne possano essere diversi altri.
Il capoprogetto sarà Peter Worden, già direttore dell’AMES Research Center della NASA, e nel consiglio di amministrazione ci saranno, oltre a Milner, Steven Hawking e Mark Zuckenberg di Facebook.
Foto di Greg Rakozy da Unsplash
Interessante, tuttavia mi sorgono dei dubbi.
Le sonde sono piccole e fragili, quindi alle velocità che devono raggiungere anche un piccolo impatto con pulviscolo può danneggiarle, poi la luce solare potrebbe deviarle, ma suppongono che la avranno a favore, poi i laser dopo una certa distanza dovrebbero perdere di forza perché fuori fuoco.
Comunque, trattandosi di un progetto privato con fondi privati, spero in un suo successo.
Ma la Luna è solo… troppo vicina? O è perché non è “vergine”?
per ovviare alle conseguenze di granelli di polvere killer (e non solo) l’idea è quella di mandare centinaia di sonde, sperando che alcune sopravvivano.
la luna ha già rover lander, satelliti e prossimamente ci torneranno anche persone, lo scopo di questa ricerca sono sonde interstellari
Ma non facciamo prima se chiediamo direttamente agli ufo?Scherzi a parte, sarebbe un grande passo verso il futuro.