Un robot è evaso
Rubrica di scienza e fantascienza a cura di fantascienza.com.
Altro che evasioni da Alcatraz! È la prima evasione di robot della storia. Nella cittadina russa di Perm, Prombot – questo il nome di un piccolo robot come tanti… fino all’altro giorno perlomeno – ha pensato bene di “darsela a rotelle” fuggendo dal laboratorio dove era stato addestrato a muoversi indipendentemente, interagire e chiacchierare con gli esseri umani.
Prombot è un automa creato per fornire informazioni promozionali attraverso un sistema di altoparlanti montati all’interno della sua struttura. A tal scopo, quindi era stato programmato per muoversi autonomamente e conversare con le persone, rispondendo alle domande e dando informazioni stradali.
A quanto pare il fuggiasco sui generis ha messo bene in pratica gli insegnamenti ricevuti, non appena i suoi “carcerieri” hanno dimenticato di chiudere la porta.
Putroppo – purtroppo per il robottino – la fuga di Prombot è durata appena 40 minuti e si è conclusa a 50 metri dall’edificio quando ha esaurito la batteria in mezzo a una strada trafficata, frantumando così i suoi sogni (Philip Dick docet?) di libertà.
Bisogna precisare – per correttezza di informazione – che c’è chi non crede alla ricostruzione dei fatti fornita dall’azienda e sospetta un’astuta mossa di marketing… secondo alcuni, addirittura mal riuscita.
La fuga non sarebbe avvenuta se il robot fosse stato programmato in modo corretto
, rileva Filippo Cavallo, esperto di robotica sociale dell’Istituto di Biorobotica della scuola Superiore di Pisa.
Chi ha programmato l’esperimento
aggiunge avrebbe dovuto dare al robot un’area di operazioni definita, con un limite massimo all’interno del quale muoversi e da non superare. Il robot avrebbe anche dovuto tener conto dell’autonomia delle sue batterie e non allontanarsi dal punto di recupero.
Commercial fake o no, la notizia potrebbe benissimo essere il plot di un film di fantascienza, sicuramente suggestivo e affascinante. Non pensate?
Paolo Antonio Magrì
Foto di Possessed Photography da Unsplash