Storia e scetticismo: gli anniversari della settimana dal 1 al 7 agosto 2016
Nella settimana che in Italia ricorda tristemente gli anniversari della bomba sull’Italicus il 4 agosto 1974, che causò la morte di 12 persone e 22 feriti, e la più grave strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, che riportò 85 vittime e oltre 200 feriti, raccontiamo le altre ricorrenze:
BRUTTE STORIE
Non è solo l’Italia a ospitare gli anniversari dannati di questa settimana; il più drammatico cade il 6 agosto 1945, nell’Impero del Sol Levante, brutale alleato all’Asse nella Seconda Guerra Mondiale. Nei cieli di Hiroshima si staglia, a quasi 10.000 metri di altezza, il gigantesco Boeing B-29, ribattezzato “Enola Gay” dal nome della madre del colonnello Paul Tibbets, pilota del velivolo; alle 8:15 viene sganciata la bomba atomica Little Boy, il cui detonatore innesca a 600 metri dal suolo la fissione nucleare. Solo l’1,5% dell’Uranio-235 di cui è carica contribuisce alla detonazione, e il risultato è una deflagrazione equivalente a sedicimila tonnellate di tritolo: nel raggio di oltre un chilometro e mezzo dal punto direttamente sottostante l’esplosione, viene spazzata via quasi ogni costruzione e uccise sul posto oltre 70.000 persone (un terzo della popolazione della città), di cui 20.000 soldati giapponesi e circa 20.000 schiavi coreani (e numerose altre moriranno successivamente per le radiazioni). Il computo totale dei morti oscilla tra i 90.000 e i 150.000; tre giorni dopo, l’orrore si abbatterà su Nagasaki, scelta perché il bersaglio primario, Kokura, sarà oscurato dal fumo dei bombardamenti su una città limitrofa. Un anno prima, il 4 agosto 1944, in un magazzino di Amsterdam la famiglia Frank, insieme ad altri, viene raggiunta dalla Gestapo, avvertita da un informatore olandese della presenza di ebrei nascosti nell’edificio.
Saranno tutti deportati, “complici” compresi, in vari campi; la quindicenne Anna Frank perirà nel marzo del 1945 a Bergen-Belsen insieme alla sorella (a un solo mese dalla liberazione del campo), e, degli altri, sopravvivrà solo il padre di Anna, Otto, che si occuperà di pubblicare il diario della figlia: sarà uno dei racconti più vividi e concreti dell’antisemitismo e del dramma della guerra. Ed è un’altra guerra, quella che inizia il 2 agosto 1990: Saddam Hussein, leader dittatoriale dell’Iraq, invade il piccolo (e ricchissimo di petrolio) Kuwait con 100.000 soldati. L’occupazione durerà pochi mesi; a seguito di una risoluzione dell’ONU, nel gennaio 1991 inizieranno le ostilità con le forze internazionali guidate dagli Stati Uniti, e si concluderanno alla fine di febbraio dello stesso anno, con il ritiro della maggior parte delle truppe irachene e l’annientamento di quelle restanti.
Un ulteriore pensiero va a Nelson Rolihlahla Mandela, che il 5 agosto 1962 viene incarcerato nel penitenziario di Robben Island (nei pressi di Città del Capo). Trasferito più volte, sarà liberato 27 anni più tardi, nel 1990, grazie all’intervento del presidente sudafricano Frederik Willem de Klerk, che insieme a Mandela contribuirà a concludere l’odioso capitolo dell’Apartheid. Mandela diverrà egli stesso presidente nel 1994, l’anno dopo aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace insieme a de Klerk.
DÉBÂCLE ED EPIC FAIL
2 agosto 216, Puglia: alcune decine di migliaia di soldati cartaginesi, guidati da Annibale, fronteggiano otto legioni romane (oltre 40.000 unità), comandate da Gaio Terenzio Varrone e Lucio Emilio Paolo e affiancate da migliaia di truppe alleate. L’abilità tattica di Annibale permetterà di accerchiare a tenaglia un esercito di gran lunga più vasto del proprio, sfruttando la propria cavalleria, condotta dal fratello Asdrubale, per colpire il nemico alle spalle. Resteranno sul campo varie decine di migliaia di soldati romani, contro qualche migliaio cartaginese; lo stesso Lucio Emilio Paolo sarà ferito a morte. La battaglia campale – combattuta in un solo giorno – passerà alla storia come una delle più sanguinose della storia, e diverrà argomento di studio nelle accademie militari moderne.
Non si può dire che andò molto meglio a William Wallace, eroe nazionale scozzese, che dopo la sconfitta di Falkirk e il tentativo di ottenere il supporto del re di Francia Filippo IV, viene catturato il 5 agosto 1305 dagli inglesi di Edoardo I e portato al processo per alto tradimento.
Sarà condannato in pochi giorni a una pena capitale brutale chiamata “Hanged, drawn and quartered”, in cui il prigioniero è prima torturato con un’impiccagione non letale, poi evirato, sbudellato, sottoposto alla visione dei propri organi, e infine decapitato e squartato. Agghiacciante. Sempre di pena capitale si tratta, quando il 6 agosto del 1890 William Kemmler, accusato di aver ammazzato la moglie a colpi d’accetta, viene condannato a morte con la sedia elettrica – la prima della storia – la cui realizzazione è stata lasciata a Edison. Quest’ultimo è dapprima riluttante: ha chiesto infatti di lasciarla all’avversario Westinghouse per mettere in cattiva luce la (concorrente!) corrente elettrica alternata di Tesla, ma viene scoperto dallo stesso Westinghouse e non gli resta che costruirla. Edison continuerà però la campagna contro la corrente alternata, arrivando nel 1903 ad uccidere in pubblico un elefante a New York; la tecnologia ideata da Tesla conquisterà le case di tutto il mondo, nonostante i discutibili sforzi di Edison, che pure fecero molto clamore. Molto meno rumore fa, il 6 agosto 1946, la caduta di un Pinus longaeva chiamato “Prometheus” e cresciuto nel territorio che oggi è il Nevada: un dottorando di geografia, Donald Rusk Currey, supportato dal corpo forestale statunitense, lo taglia per approfondire lo studio della Piccola Era Glaciale, un fenomeno climatico riscontrabile tra il XVI e il XIX secolo, attraverso la dendrocronologia (un sistema di datazione basato sulle linee di accrescimento degli alberi). Currey scopre così Prometheus è nato intorno al 3.000 avanti Cristo, ed è… o meglio, è stato, uno degli alberi (non-clonali) più antichi del pianeta. La polemica che scoppierà dopo servirà a ben poco; ben più efficace invece, quella che esplode il 1 agosto del 2001, quando nella rotonda centrale della Corte suprema dell’Alabama, viene installato (con tanto di riprese video) un monumento di granito di circa due tonnellate e mezzo, ricoperto da citazioni della Dichiarazione d’Indipendenza e dell’inno nazionale statunitensi, sovrastati da una rappresentazione dei Dieci Comandamenti.
A ordinare il monumento è il già controverso presidente della Corte suprema, Roy Moore, noto per le sue idee religiose radicali. L’installazione causa numerose proteste per la violazione dell’indipendenza tra stato e religione, e il 5 agosto 2003 la corte federale pretenderà la rimozione del massiccio blocco di pietra. Moore ignorerà la decisione, portando ad un’escalation giudiziaria che lo farà sospendere dall’incarico nell’agosto del 2003, permettendo infine (di spostare prima e poi) di rimuovere il monumento. Roy Moore sarà rieletto presidente della Corte suprema dell’Alabama nel 2012, ruolo che manterrà fino al maggio 2016, quando (recidivo!) gli sarà intimata una nuova sospensione per varie violazioni, fra cui l’abuso di potere e l’interferenza con decisioni e ingiunzioni da parte della corte federale in merito ai matrimoni di persone dello stesso sesso.
RICORRENZE DA NON DIMENTICARE
Inizia una nuova era quando, il 3 agosto 1492, tre navi partono da Palos, diretti verso le indie. A condurre le tre imbarcazioni – due caravelle, la Niña e la Pinta, e una caracca, la più grande Santa Maria – il navigatore genovese Cristoforo Colombo, involontario scopritore delle Americhe (è per quell’aggettivo, che il nome del continente sarà ispirato da Amerigo Vespucci). E un’altra era è quella che comincia il 6 agosto 1991, quando l’informatico Tim Berners-Lee pubblica sulla rete Internet la prima pagina web della storia, utilizzando il software da lui ideato, installato su un server del CERN di Ginevra, con cui collabora. Da quel momento nasce infatti il World Wide Web. Senza di quello, non sarebbe possibile condividere il video sottostante, mandato in onda per la prima volta sul neonato canale televisivo “MTV” il 1 agosto del 1981: ecco a voi “Video Killed the Radio Star” dei The Buggles.
Immagine di apertura di Garik Barseghyan, da Pixabay