Il terzo occhio

La mummia siberiana: non un dinosauro

Articolo realizzato con il contributo di Rodolfo Rolando, Luca Boschini e Sofia Lincos

I resti mummificati di quello che è stato descritto come un “mostro misterioso” sono stati rinvenuti nei giorni scorsi nella miniera di diamanti di Udačnyj, nel distretto di Mirninski della Repubblica Autonoma della Sacha-Jakuzia, nella Russia siberiana orientale, secondo il sito web The Siberian Times del 9 agosto scorso. L’articolo, in lingua inglese, è stato ben presto ripreso da altri media internazionali: in Italia, fra gli altri, dai siti web de Il Messaggero e del Gazzettino.

Secondo quanto riportato dal sito siberiano, i minatori che hanno scoperto il corpo avrebbero pensato di trovarsi di fronte ad un qualche tipo di dinosauro sconosciuto. Una convinzione errata, come vedremo, ma che potrebbe essere stata influenzata, se è stata davvero espressa, dal fatto che le sabbie diamantifere oggetto dell’attività mineraria risalgono all’era mesozoica, comunemente nota come età dei dinosauri. In realtà le notizie che è stato possibile reperire non dicono dove i resti siani stati rinvenuti: quella che era nata a metà degli ‘50 del secolo scorso come miniera a cielo aperto è in via di trasformazione in una miniera sotterranea e non è difficile pensare che un animale possa essere rimasto intrappolato, anche in tempi recenti, in una qualche cavità raggiunta oggi dai lavori di scavo.

Una fotografia del reperto in mano ad uno dei minatori (fonte: YSIA) illustra l’articolo: l’animale, che appare essere stato oggetto di un processo di mummificazione spontanea come era avvenuto per le mummie di Roccapelago o per i gatti disseccati che a volte si ritrovano in vecchi edifici, sembra essere di dimensioni ragguardevoli. In realtà il confronto con un’altra foto pubblicata fianco a fianco della precedente da ykt.ru ci svela però che ci troviamo di fronte ad uno scherzo della prospettiva, come nel caso del ratto gigante di cui abbiamo parlato su Query Online tempo fa: le dimensioni sono molto più limitate, compatibili con quelle di un mustelide.

Ed è appunto questa l’ipotesi che avanzano gli esperti. Intervistato da yakutiamedia.ru, il paleozoologo Albert Protopopov, che presso l’Accademia delle scienze della Repubblica di Sacha-Jacuzia di Jakutsk è responsabile della sezione che si occupa di studiare la fauna del periodo dei mammùt, dopo avere visto alcune foto ritiene che al 99% ci si trovi di fronte ad uno zibellino:

Coloro che hanno rinvenuto all’inizio le spoglie, si sono rivolti all’Istituto Permafrost  [l’Istituto Permafrost Melnikov della sezione siberiana dell’Accademia russa delle scienze, con sede a sempre a Jakutsk, NdA], che a loro volta si sono rivolti a me. Mi hanno mandato le foto del reperto, attraverso le quali ho stabilito che è uno zibellino. E’ il corpo di uno zibellino senza pelle. Adesso aspetto quando manderanno le spoglie a Jakutsk, ma queste persone con cui sono in contatto per ora non le hanno mandate [Udačnyj è a più di un migliaio di chilometri a nord-est rispetto alla capitale regionale]. Per stabilire l’età del corpo, è indispensabile compiere l’analisi del radiocarbonio.

Lo zibellino (Martes zibellina) è un mammifero carnivoro che appartiene allo stesso genere della martora (M. martes) o della faina (M. foina), mustelidi diffusi anche in Italia. Nel nostro continente era un tempo presente nelle foreste della Russia europea, della Scandinavia e della Polonia, ma la caccia cui è stato sottoposto per la pregiata pelliccia ne ha ormai ridotto l’areale europeo ai soli Urali fino alla Siberia, grazie principalmente ad una reintroduzione novecentesca.

Le analisi, che saranno effettuate a Yakutsk, Novosibirsk e Mosca, richiederanno almeno sei mesi di tempo e dipenderanno dallo stato del reperto. Come ha voluto sottolineare lo stesso Protopopov nello stigmatizzare il clamore mediatico:

[l]’opinione pubblica ha sollevato troppo presto un baccano perché senza analisi questo ritrovamento non ha alcun valore. Inoltre questo tipo di carcasse va conservato congelato, affinché si preservi. Spero che i minatori lo abbiano fatto.

Immagine: le fotografie del reperto pubblicate da YKT (© YKT.ru, 2016)

3 pensieri riguardo “La mummia siberiana: non un dinosauro

    • Era l’occhio di un pesce spada se non ricordo male. Ne aveva parlato anche il National Geographic.

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  • Aldo Grano sollevava, nel suo commento, una critica: che capita che non si sappia più nulla di campioni o esemplari “insoliti” che gli scopritori affidano allo studio di esperti.

    Nel terzo capitolo de The Nature of the Beast (2015), originato dalle ricerche di cui ho parlato qui, Bryan Sykes notava (traduzione mia):

    Ho capito che [quel tipo di] criptozoologi [che aveva incontrato] non avevano alcuna possibilità, da soli, di convincere il mondo della validità delle loro affermazioni. Ma neppure penso che siano stati “ben serviti” da quegli scienziati che, ogni tanto, hanno accettato campioni, spesso raccolti in circostanze molto difficili, e che non si sono neppure presi la briga di restituire adeguati rapporti.

    Un comportamento certamente criticabile; è però necessario avere a mente una cosa: quegli esperti, quegli scienziati sono solitamente impegnati in programmi di ricerca complessi. Il tempo che possono dedicare alle cose insolite è quindi assai limitato e le indagini hanno comunque dei costi che è necessario valutare se sostenere (e a spese di chi?), quando, ad esempio, si è comunque giunti ad un’identificazione di massima di quanto è stato consegnato.

    C’è poi da dire che mentre l’evento iniziale può sollevare l’interesse della stampa, è più difficile che questo accada per una soluzione “convenzionale” che può arrivare mesi o anni dopo.

    Per il caso particolare della mummia siberiana, proveremo a tenere aggiornati i lettori di Query Online. C’è però una difficoltà aggiuntiva: la lingua. Già per scrivere questo articolo abbiamo recuperato le dichiarazioni del paleozoologo solo in lingua russa (non erano infatti state veicolate in lingua almeno inglese), e perché sapevamo che c’era qualcosa da cercare. Non sarà purtroppo così fra più di sei mesi, quando giungeranno eventuali ulteriori risposte.

    Un invito, quindi, ai lettori: segnalateci aggiornamenti sulle storie che abbiamo trattato; potrebbero esserci sfuggiti.

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