Rapimenti alieni e multidisciplinarità
Articolo di Daniel Loxton pubblicato originariamente qui. Si ringrazia Giulia Maffucci per la traduzione.
Nel mio ultimo post ho spiegato che il brulicante serraglio di apparentemente differenti affermazioni “di confine” studiate dagli scettici sono accomunate dall’indifferenza di altri studiosi, da somiglianze strutturali e (in alcuni casi) da interconnessioni dirette. Per questo motivo alcuni argomenti possono essere raggruppati sotto un unico manto di scetticismo e da qui si può cercare di trarre idee utili.
Oggi vi faccio una domanda correlata: perché tra gli scettici si vedono prestigiatori, psicologi, dottori, storici, divulgatori scientifici, artisti e così via?
Una multidisciplinarità necessaria
Nel corso della storia i tentativi di affrontare argomenti “di confine”, che fossero ben definiti o un insieme di temi interconnessi, ha sempre attirato le persone più diverse con esperienze complementari. In America il mondo degli scettici tra la fine del XVIII sec. e l’inizio del XX ha attratto psicologi come Joseph Rinn, David Phelps Abbott ed Harry Houdini. Quando negli anni ’30 a New York sono aumentati i controlli sulle attività disoneste legate al paranormale, l’applicazione della legge ha unito le forze con i prestigiatori scettici (vedere il mio articolo The Remarkable Mr. Rinn e Junior Skeptic #46). Poi il moderno movimento scettico nato nel 1976 ha riunito prestigiatori, psicologi, scrittori di scienza, giornalisti, filosofi e altri scienziati, attivisti e studiosi. (Il coinvolgimento di prestigiatori è ovviamente ancora in corso – e molto opportuno in campi dove l’inganno è un elemento molto comune).
Questa gamma di competenze è la conseguenza naturale del tema in oggetto. Affermazioni “di confine” richiedono già di per sé un approccio multidisciplinare, anche quando vengono esaminate separatamente da altre affermazioni concettualmente vicine.
La complessità dell’abduction aliena
Ad esempio: alcune persone credono di essere state rapite dagli alieni (abduction). Come ci poniamo noi di fronte a questo singolare fenomeno? Se la domande è solo “Me la bevo?”, allora è abbastanza semplice rispondere intuitivamente in un modo o nell’altro e immaginare la risposta: “E’ ridicolo!” o “Maledetti rapitori alieni!”. Ma se invece la domanda fosse “Che sta succedendo qui?”, allora è decisamente più complicato. Come la maggior parte delle affermazioni sul paranormale, l’abduction aliena non può essere spiegata con una comoda ma singola causa, né essere compresa attraverso un’indagine da un unico punto di vista, perché è più complessa.
Di seguito riporto alcuni aspetti che dovrebbero portare delle intuizioni utili nella valutazione di un’abduction aliena:
Fattuale: è sicuramente importante che ci siano prove concrete di presunti rapimenti (come “impianti”, cicatrici insolite e ovviamente le esperienze vissute dalle persone rapite). È importante anche che alcune affermazioni possano essere confutate direttamente da prove concrete (come quando viene confermata la presenza di una persona in un determinato posto al momento del rapimento), così come quando mancano quelle prove che presumibilmente ci aspetteremmo di vedere se le affermazioni fossero vere (come fotografie degli alieni fatte da telecamere di sicurezza). Ma la storia non finisce qui.
Psicologico: Per quanto i dibattiti sulle prove degli UFO siano complessi e interessanti, aggiungono poco per farci capire perché alcune persone credono di aver vissuto certe esperienze in prima persona – e ci credono al punto che ricordare i loro rapimenti innesca le stesse reazioni psicologiche delle vittime di traumi verificabili. Le ricerche su persone rapite di Susan Clancy e altri suggeriscono che alcuni ricordi di rapimento iniziano con esperienze fisiche reali, che risultano inspiegabili per la vittima – un notevole contributo è dato dalla paralisi del sonno, abbastanza comune e spaventosa (che è implicata anche in alcuni casi di incontri con fantasmi e “battaglie spirituali” con apparizioni demoniache). Malgrado la presenza frequente di allucinazioni, la paralisi del sonno è un evento fisiologico e non un avvenimento immaginato. Esistono anche indizi che l’essere suscettibili a credenze paranormali o interpretazioni di esperienze personali spaventose possa dipendere da fattori genetici o neurologici. Per esempio, le persone rapite dagli alieni sono più inclini della popolazione in generale a formare false memorie in esperimenti di laboratorio.
Culturale: Eventi fisiologici possono innescare la creazione di ricordi di rapimento, ma, come spiega Clancy, “arrivare a credere di esser stati rapiti dagli alieni è parte di un processo di attribuzione”[1]. Quel processo è guidato in parte dalla disponibilità culturale di modelli esplicativi (“fantasmi”, “alieni”) che sembrano adattarsi ai fatti:
“Quando si cerca la causa di una esperienza anomala, la ricerca è limitata dalle spiegazioni che già si conoscono. Per la maggior parte di noi la serie di possibili spiegazioni è tuttaltro che completa. Magari non siamo consapevoli di paralisi del sonno, disfunzioni sessuali, disturbi di ansia, anomalie percettive, squilibri chimici, vuoti di memoria e dolori psicosomatici. Ma la nostra serie di possibili spiegazioni comprende l’abduction aliena, perché tutti conoscono gli alieni e il loro modus operandi (arrivano di notte, ti riempiono di terrore, ti rapiscono e cancellano i tuoi ricordi)” [2].
Com’è possibile che “tutti sappiano” cose su mai scoperti alieni? Perché tali affermazioni sono prevalenti nei media e ampiamente accettate tra milioni di persone? Quale impatto hanno prassi mediatica, demografia, educazione, credenze religiose e sottoculture sulla distribuzione di credenze popolari? Come fanno la cultura popolare e queste credenze a influenzarsi a vicenda? Queste sono considerazioni critiche per tutte le affermazioni sul paranormale – domande di complicata scienza sociale.
Psicologico: Le persone che hanno veri e propri ricordi molto dettagliati di rapimenti alieni vi arrivano attraverso ulteriori processi psicologici. Alcuni cercano aiuto presso consulenti specializzati nel “recupero” dei ricordi del rapimeno alieno attraverso terapie, visualizzazioni guidate, ipnosi e incontri di gruppi di supporto con altre vittime. Questi interventi influenzano e addirittura creano i “ricordi” dei pazienti – un impatto reso evidente dalla corrispondenza tra il contenuto dei ricordi recuperati e le credenze personali dei terapisti. “Mi colpisce il fatto che sembra ci sia una qualche corrispondenza tra il ricercatore e chi viene analizzato” ha ammesso l’influente terapista delle abduction e autore John Mack, aggiungendo che “chi viene analizzato sembra scegliere il ricercatore che più si adatta alla propria esperienza” [3].
Formazione di false memorie, confabulazione, malleabilità delle testimonianze, impatto dell’ipnosi e della “terapia della parola” – ovviamente tutte profonde questioni psicologiche con implicazioni di salute mentale e giustizia criminale che vanno ben oltre il tema di nicchia degli affermati rapimenti alieni.
Storico: Relative agli aspetti fattuali e culturali ci sono anche le domande storiche: come si sono originate, diffuse ed evolute queste idee nel corso del tempo? Certe idee paranormali come fantasmi e veggenti sono così antiche che le loro origini sono ormai perdute nell’abisso della storia; altre invece, come Nessie, il potere delle piramidi o il Chupacapra sono idee relativamente nuove la cui origine può essere localizzata in momenti specifici. Una volta concepite, le affermazioni sul paranormale maturano nel tempo una mitologia più ampia che arricchisce e approfondisce quel bacino di fattoidi che “tutti conoscono”. L’abduction aliena e gli UFO si adattano bene a questo schema, dal momento che emergono in momenti ben identificabili e si sviluppano sotto l’influenza di personalità innovative e della cultura popolare. Dalle prime storie di contatti ravvicinati con i venusiani alla svolta più oscura verso racconti di sinistri rapimenti, le motivazioni, le apparizioni e i comportamenti in questi incontri ravvicinati con gli alieni hanno tutti subìto un cambiamento nel corso del tempo. Infatti l’evoluzione dei dettagli standard nello schema delle abduction (come “gli occhi grandi”) può essere rintracciata e quantificata. Documentare e capire la complessa storia dell’abduction aliena è un’impresa storica formidabile – ma senza quella prospettiva storica qualunque “spiegazione” del fenomeno risulterà debole.
Di per sé l’abduction aliena richiede l’attenzione di studiosi critici con diverse competenze. Quando ampliamo la nostra visione dello scetticismo per includere dozzine o centinaia di ulteriori argomenti paranormali, cospirazionisti, storici alternativi e pseudoscientifici, di conseguenza si estenderà anche la competenza richiesta. Lo scetticismo può trarre benefici dal contributo di esperti di diversa estrazione; alcuni si concentreranno su argomenti vicini al loro campo professionale – come i dottori che si occupano di medicine alternative – mentre altri contribuiranno con punti di vista su una vasta gamma di temi. Tutti daranno un contribuito essenziale e complesso al lavoro pubblico dello scetticismo scientifico – lavoro che ho definito come “una cosa rara e bellissima”.
Riferimenti:
- Susan Clancy. Abducted: How People Come to Believe They Were Kidnapped by Aliens. (Cambridge, MA: Harvard University Press, 2005.) p. 33
- Ibid. p. 38
- C. D. B. Bryan, Close Encounters of the Fourth Kind: Alien Abduction, UFOs, and the conference at MIT, 1995, p 270-271. Intervista con John Mack.
Foto di Alexander Jawfox da Unsplash
Bell’ articolo, anche se viene dagli USA. Giacché ci siete, vi dispiacerebbe risolvere, in maniera definitiva e inoppugnabile (e, quindi, con un arresto, credo, non vedo altre soluzioni se fosse tutto falso) il caso di Fortunato (ah!ah!ah!) Zanfretta?
Le storie dei rapimenti alieni veramente devono essere presi con le pinze, cioè analizzare caso per caso. Io spesso ho paralisi del sonno ma nulla a che vedere con gli alieni. 🙂