Storia e Scetticismo: gli anniversari dal 24 al 30 ottobre
Sono moltissime le ricorrenze storiche che cadono tra il 24 e il 30 ottobre: l’incontro a Teano fra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II, avvenuto il 26 ottobre 1860; la drammatica sconfitta italiana a Caporetto (24 ottobre 1917) contro le forze austro-ungariche della Prima Guerra Mondiale; il crollo di Wall Street, iniziato il 24 ottobre 1929 e conclusosi il 29 ottobre 1929, segnando l’inizio della Grande Depressione; l’abbordaggio dell’U-boot U-559, colpito dalla HMS Perard, che permetterà il recupero del materiale necessario alla decrittazione del codice Enigma; la prima foto dallo spazio, scattata il 24 ottobre 1946 a 105 kilometri di altezza da un razzo V-2 lanciato dagli USA; e lo schianto dell’aereo privato di Enrico Mattei il 27 ottobre 1962, oggi riconosciuto ufficialmente come un attentato da parte di ignoti. Alcuni degli anniversari di questa settimana, tuttavia, sono più interessanti dal punto di vista scettico:
ILLUSIONISMO E SEDUTE SPIRITICHE. Il 24 ottobre 1926, il più celebre illusionista della storia, Erik Weisz, arriva a Detroit, per tenere uno spettacolo al Garrick Theater. Il suo addome è estremamente dolorante per via di un’appendicite acuta, ma l’artista, decisamente ben più noto col nome d’arte di “Harry Houdini”, si esibisce comunque, pur con evidente difficoltà. Sarà l’ultima volta che apparirà sul palco: poche ore dopo, in sala operatoria, i medici scopriranno la rottura dell’appendice e la conseguente peritonite, che lo porteranno alla morte nell’arco di una settimana, ancora cinquantaduenne. Lascerà all’umanità non solo l’incredibile eredità della propria arte, ma anche il testimone della lotta alle frodi perpetrate da medium e parapsicologi. Membro del comitato di Scientific American (in Italia oggi “Le Scienze”) che ha lanciato per primo il premio per chiunque è in grado di dimostrare di possedere abilità sovrannaturali, Houdini non ha tuttavia mai smesso di credere nella possibilità di esistenza del paranormale, al punto, in prossimità della propria fine, di accordarsi con la moglie Bess a tenere, ogni anno nell’anniversario della morte (peraltro, ad Halloween) una seduta spiritica a cui lui avrebbe dovuto rispondere con un codice segreto concordato (che includeva le parole “Rosabelle, believe”, ovvero “Rosabella, credici”, dal nome della loro canzone preferita). Nel 1929, durante una seduta spiritica col medium Arthur Ford, apparirà effettivamente il messaggio in codice, ma si rivelerà una frode dello stesso spiritista: Bess non parlerà mai col defunto marito. Nonostante ciò, la tradizione di una seduta spiritica in onore di Harry Houdini continua ancora oggi.
L’INVASIONE ALIENA. È il 30 ottobre del 1938, a meno di un anno dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, e nel pieno dell’epopea della radio, che ancora domina i salotti delle case. Gli ascoltatori collegati alla stazione di CBS Radio sentono, intervallati dalla normale programmazione, una serie di bollettini informativi che annunciano il rilevamento di alcune esplosioni su marte, e il successivo arrivo di un enorme meteorite cilindrico a Grover’s Mill, nel New Jersey, presto avvicinato dalla popolazione locale, e dall’uscita di un “marziano” che uccide tutti gli astanti. La cronaca si fa sempre più concitata, descrivendo col passare del tempo la reazione militare contro la forza aliena, la battaglia impari contro i mezzi fuoriusciti dal meteorite, l’arrivo di un nuovo cilindro e il successivo assedio di New York. Dopo un totale di 40 minuti concitati, un breve silenzio viene seguito da un nuovo annuncio radiofonico:
“Siete all’ascolto della presentazione su CBS, da parte di Orson Welles e del programma Mercury Theatre of the Air, di una reinterpretazione della Guerra dei Mondi di H. G. Wells. Lo spettacolo continuerà dopo una breve interruzione”.
Il canale radio ha annunciato anche in apertura, e altre due volte poi, che si tratta di un’opera letteraria, ma sono molti coloro che se li sono persi. La polizia, subissata di telefonate, assalterà la stazione radio per pretendere chiarimenti, e, il giorno dopo, il New York Times titolerà: “Ascoltatori nel panico dopo aver preso per vero un racconto di guerra”. Dopo un’enorme bagarre mediatica – con oltre 12.500 menzioni sulla stampa – Welles, che giungerà a scusarsi pubblicamente, passerà alla leggenda come l’uomo che ha descritto al mondo lo sbarco alieno. C’è da sottolineare però che la discussione mediatica di spegnerà nella realtà già nell’arco di una settimana, e, come suggerisce Skeptoid, la reale dimensione del panico è ancora oggi oggetto di controversia tra gli addetti ai lavori: le stime variano dall’ordine delle decine alle migliaia di persone (considerata anche la copertura esclusivamente locale della trasmissione). Il successo mediatico, tuttavia, lo ha reso una pietra miliare nella storia della radio.
CON QUESTO SEGNO, VINCI. Sembra un titolo da clickbaiting, ma parla di tutt’altro. A Roma, il Tevere divide il piazzale Cardinal Consalvi da quello di Ponte Milvo; a collegarli, c’è un ponte che da quest’ultimo prende il nome. Distrutto da Garibaldi nel 1849 e poi fatto ricostruire da Pio XI, è di origine antica (le prime menzioni risalgono al III secolo a.C., rifacendosi al nome del suo supposto costruttore, un certo Molvius). Il 28 ottobre 312, tuttavia, vive il suo momento di massima importanza: nel periodo della Tetrarchia voluta da Diocleziano, Costantino e Massenzio sono in guerra fra loro, e si preparano a incontrarsi sul campo di battaglia. Massenzio insedia il suo esercito (forte di almeno 100.000 uomini) nei pressi del ponte, lasciandoselo alle spalle, e Costantino – dalle forze militari più esigue, circa 40.000 unità – ne approfitta, attaccandolo proprio da quel lato. Racconta Eusebio (futuro consigliere e biografo dell’imperatore) che, qualche tempo prima, lo stesso Costantino ha vissuto la visione mistica di una croce e di una scritta nel cielo – Εν Τουτω Νικα, più nota nel latino “in hoc signo vinces” (sostanzialmente “grazie questo simbolo sarai vittorioso”), e nella notte l’apparizione onirica di Gesù Cristo che gli ricorda di combattere col vessillo suggerito. La battaglia sarà una vittoria trionfale che porterà Costantino sul trono dell’impero romano; l’imperatore porrà poi fine alle persecuzioni dei Cristiani con l’Editto di Milano (già anticipato da quello di Serdica, emanato nel 311 da Galerio). Gli storici non sono però concordi nella reale conversione di Costantino, quanto di un efficace “instrumentum regni”, pacificando gli aspri contrasti verso l’emergente confessione religiosa.
LA BOMBA DEFINITIVA. Il 30 ottobre 1961, a Sukhoy Nos, sull’arcipelago di Novaja Zemlja, il silenzio della mattina viene letteralmente squarciato da un boato impressionante, ed una sfera di luce di vari chilometri di diametro. L’esplosione inaudita è provocata da un ordigno sovietico chiamato “Tsar Bomba“, una testata termonucleare sganciata a oltre 10.000 metri di altezza da un Tupolev Tu-95V e detonata a poco più di 4.000 metri dal suolo. L’energia scatenata, la maggiore mai emessa da una bomba, corrisponde a più di 50 megatoni, ovvero circa 10 volte la potenza di tutti gli ordigni convenzionali esplosi durante la Seconda Guerra Mondiale e più di 3.000 volte la bomba di Hiroshima. Severny, un paesino sfollato a 55 chilometri di distanza dall’epicentro, viene distrutto, e verranno rilevati danni anche a 900 chilometri di distanza; l’energia prodotta causerà scosse equivalenti a un terremoto di poco superiore al 5 grado della scala Richter, le cui onde saranno ancora rilevabili al terzo passaggio intorno al pianeta. Se (con stime approssimative) un ordigno del genere fosse scoppiato a Roma, sarebbero state rilevate ustioni del terzo grado fino a Latina, Civitavecchia e Rieti (un’area ampia poco meno della metà della Sardegna), e qualsiasi edificio all’interno del Grande Raccordo Anulare sarebbe distrutto. Se già così si tratta di effetti impressionanti, basti sapere che la Tsar Bomba è stata fatta detonare a metà della potenza teorica per cui è stata progettata, al fine di salvaguardare i piloti coinvolti nello sgancio, e soprattutto la popolazione sull’arcipelago, altrimenti irrimediabilmente coinvolti nel fallout nucleare.
ADDIO AL VAIOLO. Ali Maow Maalin è un ragazzo somalo originario di Merca, che si guadagna da vivere come cuoco, e, occasionalmente, come operatore per la somministrazione di vaccini per conto della World Health Organization. Quando, nell’ottobre del 1977, entra in contatto con due bambini che mostrano i sintomi del vaiolo, non sa che resterà contagiato: la sua copertura vaccinale, si scoprirà troppo tardi, non è stata effettuata correttamente (forse per sua stessa volontà). Il 22 ottobre, Maalin presenta sintomi analoghi alla malaria, e viene curato nell’ospedale locale; il 26 ottobre – quattro giorni dopo – appare anche il rash cutaneo, ma viene ancora travisata l’origine della malattia; quando lui stesso si accorge che si tratta di vaiolo, decide di non denunciarsi per evitare la quarantena. Scoperto il 30 ottobre 1977 da una collega infermiera, viene finalmente internato e messo in terapia. Nonostante la discutibile e pericolosa condotta del paziente, sarà l’ultima infezione naturale conosciuta del vaiolo, e la data del 26 ottobre 1977 viene considerata dalla World Health Organization come il giorno dell’eradicazione della malattia. L’ultimo decesso per vaiolo conosciuto, invece – peraltro pochi giorni dopo l’incontro con Maalin – è di Habiba Nur Ali, una dei due bambini da lui incontrati. È solo grazie al successo del vaccino se oggi possiamo ritenerci al sicuro dalla malattia, la prima ad essere debellata dalla medicina e l’unica fra quelle umane (nel 2011 è stata debellata la peste dei bovini). Nel 2011, in una lettera del 1876 inviata da Richmond a Charlottesville, sono state scoperte croste ematiche prelevate da un bambino infetto dal vaiolo e destinate ad essere usate su una ferita come vaccino primitivo (pratica comune prima dello sviluppo di vaccini per iniezione). È certo che l’agente patogeno del vaiolo sia ancora conservato in lavoratori di ricerca, anche militare, in particolare di Stati Uniti e Russia, nonostante le ripetute indicazioni del WHO di distruggerle definitivamente.
In copertina: l’immagine del “fungo atomico” causato dall’esplosione della Tsar Bomba (credit: atomicforum.org, fonte non più disponibile)