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“Le bufale della scienza”: cronaca di un incontro a Lecce

Resoconto di Simone Raho

All’inizio di novembre si è svolto nel capoluogo salentino il TEDxLecce, che, nello spirito del TED originale, ha lo scopo di condividere «idee che meritano di essere diffuse». Molti gli appuntamenti in programma: i 150 relatori hanno dibattuto in una serie di conferenze intorno ad un tema comune, “Conversazioni sul futuro”.

Il 2 novembre, presso le Officine Culturali Ergot, si è tenuto uno degli appuntamenti più interessanti, dedicato a “Le bufale della scienza”. Moderati dalla giornalista Mary Tota, sono intervenuti l’astrofisico Amedeo Balbi e il direttore de Le Scienze Marco Cattaneo

Compito dei due ospiti è stato quello di smontare le varie bufale che da diversi anni ormai circolano anche su Internet. Si inizia con la bufala della fine del mondo prevista dai Maya per il 21 dicembre 2012, per proseguire in un talk che ha tirato in ballo anche le scie chimiche, il rapporto tra vaccini e autismo, gli UFO e tanti altri argomenti legati alle varie teorie del complotto.

Abbiamo in mano degli strumenti che possano consentire di distinguere la corretta informazione scientifica dalle bufale? I due relatori ci dimostrano che si tratta di una missione possibile, anche se certamente non di un compito facile. Amedeo Balbi prosegue evidenziando come spesso le bufale, soprattutto quelle condivise sui social network, siano accompagnate da un titolo tragico o a effetto, in grado di diffondere incertezza e provocare caos, e chi si lascia persuadere lo fa perché magari si accontenta di risposte che, pur non essendo vere, alimentano le sue illusioni o rispondono alle sue paure. Marco Cattaneo ci ricorda poi che per essere in grado di riconoscere una bufala o più semplicemente una cattiva informazione, bisogna cercare di padroneggiare (riconoscendo che non è compito facile) gli strumenti di cui si serve la scienza. Altro consiglio importante è quello di cercare di affidarsi sempre e solo a fonti sicure e di non condividere mai notizie se non si è certi della validità delle stesse.

I due relatori ci ricordano infine che un compito importante è affidato anche alle scuole: l’educazione allo spirito critico si può e si deve acquisire sin da giovani, per evitare di far crescere, nei limiti del possibile, nuove generazioni di complottisti. Un auspicio sicuramente condivisibile, alla realizzazione del quale anche il CICAP collabora da sempre.

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