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La scienza delle serie tv – Intervista con l’autore

Negli ultimi anni si è notata in televisione una tendenza a portare in primo piano la scienza oltre che la fantascienza, rendendo protagonisti persone e figure che finora erano sempre state relegate in secondo piano se non addirittura sullo sfondo: si è cominciato con i medici in ogni loro forma e specializzazione, per arrivare oggi ai fisici teorici e ai professori di chimica.

Al netto del patto di sospensione dell’incredulità che gli spettatori siglano sempre con gli sceneggiatori, qualche domanda sulla credibilità e plausibilità scientifica di quanto raccontato sullo schermo ce la poniamo un po’ tutti, dividendoci fra chi conosce la disciplina in oggetto e quindi sa subito che quel dettaglio lì proprio non quadra, e chi invece è a digiuno della materia e vorrebbe magari saperne di più.

Per fare un po’ il punto della situazione ci viene in aiuto il godibilissimo libro di Andrea Gentile La scienza delle serie tv (Codice, 2016), che affronta proprio il tema: quanto è scientifica la scienza televisiva?

Psicologo, studioso di neuroscienze, giornalista e serial-addicted lui stesso, Gentile ha tutte le qualifiche necessarie per scrivere un’opera del genere, e il risultato è in effetti un libro piacevole, scorrevole, puntuale e affascinante.

Ogni serie scelta viene introdotta da una scheda con le informazioni tecniche (durata, anni di programmazione, numero di episodi), un breve riassunto della trama e il tempo necessario a vedere tutte le stagioni di seguito senza interruzioni (la pratica del cosiddetto binge-watching), mentre alla fine del capitolo sono proposte dieci curiosità diverse da quelle più note, e che possono essere una scoperta anche per un appassionato. Al centro, la disamina sul tema scientifico più importante della serie: come sia stato narrato, quanto sia plausibile, quanto possa essere realizzabile in futuro.

I titoli selezionati sono originali e molto intriganti: ci si sarebbe aspettati magari un CSI – Scena del crimine o un qualsiasi medical drama, invece Gentile ha scelto di discutere quanto sia realistico il rischio di trasformarsi in zombie parlando di The Walking Dead, o se sia effettivamente possibile nutrirsi di sangue umano, come in True Blood. Non può mancare la metanfetamina blu del professor Walter White in Breaking Bad (avrete una sorpresa sconvolgente in questo capitolo, sappiatelo), o i viaggi nello spazio di Star Trek, ma c’è anche un capitolo dedicato alla climatologia di Westeros (il continente immaginario in cui è ambientato Game of Thrones) e uno sui cloni di Battlestar Galactica. Ce n’è insomma per ogni tipologia di serial addicted, e ci rifiutiamo di credere che fra queste non ce ne sia almeno una che nella vita non vi abbia tenuti inchiodati al divano.

Il tutto è raccontato con uno stile divulgativo lieve e puntuale, in grado di rendere comprensibili anche aspetti più strettamente tecnici che non sono sempre alla portata di tutti (le equazioni dei vari viaggi nello spazio-tempo, ad esempio), e da cui emerge con chiarezza tanto il rigore dello studioso quanto la passione del fan.

È quindi una lettura che ci sentiamo assolutamente di consigliare (soprattutto se state cominciando a pianificare le provviste con cui riempire il vuoto seriale dell’estate) e sulla quale abbiamo voluto fare qualche domanda in più all’autore.

Query Online: È venuto prima l’amore per la Scienza o per la tv? O, come è accaduto a tanti, è stata proprio una serie tv a farti scoprire, da bambino o da adolescente, la Scienza?

Andrea Gentile: Mi è difficile ricordare se sia nata prima la passione per la scienza o quella per le serie tv. In generale ho sempre amato sia le materie scientifiche, sia il meccanismo della serialità (che si tratti di tv, saghe letterarie o fumetti non c’è differenza). Sicuramente il primo amore è stato per la serie tv E.R., che negli anni Novanta mi teneva incollato allo schermo mostrando le vicissitudini di medici e infermieri al lavoro in un pronto soccorso. Un ottimo connubio tra scienza e fiction. Di medicina ce n’era tanta, curata da consulenti dedicati proprio a evitare scivoloni troppo grandi.

Query Online: Che effetto fa, agli esperti e studiosi, assistere a questa “popolarizzazione” dei loro campi di indagine, specie in questi ultimi anni in cui i lab rats sono stati sdoganati e portati al centro della scena? In linea di massima diresti che c’è più soddisfazione o più diffidenza?

Andrea Gentile: Dipende molto dalla prospettiva con cui ognuno di noi si siede sul divano a guardare una qualsiasi opera di finzione. Dopotutto le immagini sullo schermo possono raccontare una parte della propria professione e svilirne i contenuti può far perdere la pazienza. Inizialmente anche io ero particolarmente attento a scovare tutti gli errori di una serie tv, ma nel tempo sono diventato molto più tollerante. Spesso gli scienziati stessi sono più toccati da questo tema, visto che si tratta della loro vita, ma dopotutto possono godere del fatto di essere ormai diventati un simbolo positivo.

Query Online: Vantaggi e svantaggi di questa “popolarizzazione”?

Andrea Gentile: Come dicevo, se si guardano le serie tv con una prospettiva integralista è facile trovare enormi sciocchezze scientifiche. Mostrare un concetto sbagliato da un punto di vista scientifico può essere sì dannoso, ma si deve anche dare un peso relativo al contenuto di una serie. Il suo scopo, infatti, non è educare, ma intrattenere. Per spiegare la scienza ci sono luoghi più adatti, come la scuola o l’università. Gli show televisivi, con tutti i loro difetti possono coinvolgere gli spettatori e renderli partecipi di una storia. E spesso è la scienza stessa, anche se mostrata in modo verosimile e non totalmente corretto, la base di divertenti e appassionanti svolte narrative. A mio modesto avviso, quindi, il pregio delle serie tv che parlano anche lateralmente di scienza è proprio generare curiosità, che poi potrebbe tramutarsi in un vero e proprio interesse nei confronti di alcuni temi.

Query Online: Qual è la branca scientifica più televisiva secondo te? E la serie più corretta sotto il profilo scientifico?

Andrea Gentile: Da un punto di vista storico l’astrofisica e la fisica teorica sono due delle branche che più sono rappresentate nelle serie tv. In fondo molta della fantascienza letteraria, cinematografica e televisiva ha sempre attinto da concetti come i viaggi nel tempo, gli universi paralleli e le spedizioni a velocità della luce. Basta pensare alle premesse di Star Trek, Fringe o Doctor Who. Una delle serie che più ha attirato l’attenzione degli scienziati negli ultimi anni, però, si è occupata di una materia ostica e difficile da comunicare: la chimica. Mi riferisco a Breaking Bad, serial in cui un professore di chimica decide di produrre su larga scala la droga chiamata metanfetamina. Parecchi dei concetti e dei meccanismi illustrati nella serie sono corretti, anche perché la Drug Enforcement Administration (l’agenzia anti-droga statunitense) ha supervisionato tutte le sceneggiature non solo per verificarne la correttezza, ma anche per evitare che la “ricetta” per fabbricare la metanfetamina diventasse di dominio pubblico.

Query Online: Le serie raccontate nel tuo libro sono frutto di indagine in merito a quelle che potevano maggiormente afferire al tema o sono quelle che per caso e scelta hai incrociato lungo la strada?

Andrea Gentile: In generale ho cercato di scegliere serie nuove (a parte alcuni grandi classici che sono tornati o stanno per tornare) che il pubblico potesse conoscere (anche se all’inizio di ogni capitolo ho previsto per ciascuna un riassunto senza spoiler). La maggior parte di queste le avevo già viste e apprezzate, mentre altre le ho dovute recuperare in toto. Ho tentato infatti di mantenere un certo equilibrio tra le discipline, per evitare che diventasse un trattato sulla fantascienza. Di relatività e Spazio ce n’è sicuramente a bizzeffe, ma ho preferito concentrare l’attenzione anche su branche come la biologia, le neuroscienze, la chimica, la medicina. In fondo quanto spesso si ha la possibilità di scrivere un libro che parla di epidemie zombie o metalupi?

Query Online: Un’ultima domanda che sicuramente si sono posti i serial addicted: il tempo di binge che riporti in ogni scheda è in scala 12 ore o 24?

Andrea Gentile: Assolutamente su base 24 ore. Se si deve fare binge watching, la dedizione deve essere totale! Le pause sono consentite solo per nutrirsi e andare in bagno.

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